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CQA?
La scelta della tipologia di campionamento per il CQA avviene tipicamente nel
macro-processo di pianificazione. Questo macro-processo è cruciale per definire
tutte le attività necessarie per raggiungere gli obiettivi di qualità e per assicurare
che i prodotti e i processi aziendali rispettino gli standard richiesti.
Macro-processo di pianificazione:
1. Pianificazione delle azioni per affrontare rischi e opportunità (6.1):
Identificazione dei rischi e delle opportunità, cioè si valutano i potenziali
rischi di non conformità e le opportunità di miglioramento.
Pianificazione delle azioni: si definiscono le misure da adottare per mitigare i
rischi e sfruttare le opportunità, inclusa la definizione delle strategie di
campionamento.
2. Obiettivi della qualità e pianificazione per il loro raggiungimento (6.2):
Definizione degli obiettivi di qualità: vengono stabiliti obiettivi specifici per la
qualità che l’organizzazione intende raggiungere.
Pianificazione delle risorse: si determinano le risorse necessarie, inclusi gli
strumenti e le metodologie di campionamento, per raggiungere questi
obiettivi.
3. Pianificazione dei cambiamenti (6.3):
Gestione dei cambiamenti: la scelta del tipo di campionamento può essere
influenzata da cambiamenti nei processi produttivi o nei requisiti normativi.
La pianificazione di questi cambiamenti include anche la revisione delle
strategie di campionamento.
68-Quali attività sono incluse nel macro-processo operations?
Il macro- processo operations include tutte le attività direttamente legate alla
realizzazione del prodotto o servizio. Queste attività sono essenziali per garantire
che i prodotti o servizi finali soddisfino i requisiti del cliente e gli standard di qualità
previsti.
8.1 pianificazione e controllo operativo: l’organizzazione deve pianificare,
implementare e controllare i processi necessari a garantire la conformità ai
requisiti per il prodotto realizzato o il servizio erogato, facendo particolare
attenzione alle criticità individuate.
8.2 Requisiti per i prodotti e i servizi: capire quali sono i requisiti per il
prodotto/servizio richiesto dall’utente.
8.3 Progettazione e sviluppo di prodotti e servizi: si organizza la produzione,
stabilendo le fasi del processo di progettazione e sviluppo, inclusi i controlli.
8.4 Controllo dei prodotti e servizi forniti dall’esterno; al fine di realizzare il prodotto
è necessario procurarsi le materie prime, i servizi e le prestazioni di terzi che
serviranno.
8.5 Produzione e erogazione dei servizi: implementare controlli per assicurare che
la produzione e l’erogazione dei servizi siano conformi ai requisiti. Garantire che
i prodotti siano identificabili e tracciabili durante tutto il processo produttivo.
8.6 Rilascio dei prodotti e servizi: l’organizzazione deve predisporre idonei collaudi,
documentati, e assicurare che il prodotto non sia rilasciato al cliente se non li ha
superati.
8.7 Controllo dei prodotti non conformi: rilevare i prodotti non conformi attraverso
ispezioni e test, stabilire azioni correttive per risolvere le non conformità rilevate.
Documentare le non conformità e le azioni corrette intraprese, garantendo la
tracciabilità.
69-Come deve essere la politica aziendale per il proprio LSG?
La politica aziendale per il proprio sistema di gestione della qualità deve essere
chiara, coerente e orientata al miglioramento continuo.
BOh
70-Qual è la prima fase del risk-based-thinking secondo la norma 3100?
La norma ISO 31000 è quella che mette alla base dei nuovi sistemi gestionali il risk
based thinking, cioè la norma che si occupa di gestione del rischio. Si hanno 3 fasi:
1. Estabilishing the context: stabilire il contesto in cui valuto il rischio, definire il
contesto esterno culturale, politico, legale, economico, in particolare il mercato e
quindi gli stakeholders esterni, e il contesto interno, cioè gli stakeholders interni,
le capabilities, cioè la capacità dell’organizzazione, obiettivi, strategie. Esaminati
i contesti definisco le accountabilities, cioè le responsabilità (chi deve rendere
conto dei processi).
2. Risk assesment: viene valutato il rischio attraverso varie fasi, si parte con
l’identificazione dei fattori che devono essere valutati, possibilmente in maniera
quantitativa o semi-quantitativa (valutazione quantitativa del rischio), per
proseguire con la ponderazione del rischio (risk evalutation), cioè devo decidere
se il rischio è accettabile o deve essere mitigato; quindi, si decide se è
necessario intervenire o meno con un intervento (fase successiva).
3. Risk treatment: si ha l’individuazione di contromisure di tipo preventive per
ridurre il rischio.
Queste fasi non sono necessariamente monodirezionali, ogni volta non bisogna
prima stabilire il contesto, poi valutare il rischio, e in seguito procedere con il
trattamento, ma dovrò periodicamente tornare alle fasi precedenti. Fase per fase si
monitorano gli eventi e gli esiti, se ho fatto bene le cose, i rischi non si sono attivati;
quindi, non ho avuto danni sugli obiettivi). Quindi monitoring review vengono
continuamente fatti dando come input informazioni e decisioni che le tre fasi viste in
sequenza riprendono in considerazione e riapplicano. L’altro elemento portante
sono le fasi con le quali l’azienda si interfaccia con i portatori di interesse, coloro
che sono colpiti da un eventuale non raggiungimento della qualità, che sono le fasi
di communication e consultation.
71-Qual è la differenza tra autorevole e autoritario?
La differenza tra autorevole e autoritario risiede principalmente nello stile di
leadership e nell’approccio alle relazioni interpersonali e decisionali.
Autorevole: si riferisce a un approccio di leadership basato sull’abilità di ispirare
fiducia e rispetto attraverso competenza, esperienza e coerenza nelle azioni e nelle
decisioni.
Autoritario: è uno stile di leadership caratterizzato da un controllo forte, rigido e
centralizzato, in cui il potere è concentrato nelle mani di un leader o di poche
persone.
72-HLS
High level Structure (HLS), introduce per tutti I sistemi di gestione la stessa struttura
di alto livello di norma, in modo da poter facilmente integrare e gestire in simultanea
diversi sistemi di gestione. La struttura comune in questione si basa su 10 clausole:
1. Scope (campo di applicazione): definisce l’ambito del sistema di gestione,
chiarendo cosa copre e cosa esclude, cioè cosa deve regolare la norma in
questione.
2. Riferimenti normativi: elenca i documenti normativi ai quali la norma si riferisce e
sono indispensabili per la sua applicazione, cioè su quali altre norme si basa.
3. Termini e definizioni: vengono definiti i termini e le definizioni chiave utilizzati
all’interno della norma, in modo da assicurare una comprensione comune e
precisa.
4. Contesto dell’organizzazione: questa clausola richiede che l’organizzazione
comprenda il contesto interno ed esterno in cui opera. Descrive come è
organizzata l’organizzazione per poter far fronte agli obiettivi.
5. Leadership: riguarda le responsabilità che ha l’alta direzione, motore principale
del sistema gestionale.
6. Pianificazione: riguarda i processi di pianificazione strategica, di alto livello,
quelli con cui pianifico il sistema di gestione.
7. Supporto: riguarda gli asset, i beni materiali che l’azienda ha e mette in campo
come supporto alla sua politica, consentendo di perseguire gli obiettivi del
sistema.
8. Operations (attività operative): le attività con le quali l’azienda produce il
prodotto o il servizio.
9. Valutazione delle prestazioni.
10. Miglioramento continuo.
73-Nuovi requisiti introdotti dalla 9001:2015?
Le modifiche introdotte dalla 9001:2015 sono:
- High Level Structure (HLS), che introduce per tutti I sistemi di gestione la stessa
struttura di alto livello di norma, con una struttura in 10 clausole.
- Maggiore compatibilità della norma con i servizi e le organizzazioni non
manufatturiere, che ne rende più facile l’applicazione.
- È richiesta una maggiore comprensione del contesto nel quale opera e si
esplica l’attività dell’organizzazione, quindi una maggiore personalizzazione
delle esigenze.
- Ancora più chiaro ed esplicito l’approccio per processi.
- Le azioni preventive diventano pervasive in tutto il sistema e non sono più
considerate solo come uno strumento del sistema. Quindi si da più importanza
alle azioni preventive, che solitamente erano meno diffuse rispetto alle azioni
correttive.
- Il termine “informazioni documentate” sostituisce il termine “documenti e
registrazioni”.
- I termini “acquisti” e “esternalizzazione” sono sostituiti da “controllo di prodotti e
servizi approvvigionati dall’esterno”, in modo da non distinguere in modo
significativo tra l’acquisto di materiali e l’acquisto di servizi dall’esterno.
- Maggiore enfasi sulla ricerca di opportunità di miglioramento, analizzando
contemporaneamente rischi ed opportunità.
- Introduzione al risk based thinking.
74-Struttura della ISO 9001:2015?
1. Scopo e campo di applicazione.
2. Riferimenti normativi.
3. Termini e definizioni.
4. Contesto dell’organizzazione.
1. Comprendere l’organizzazione e il suo contesto.
2. Comprendere le esigenze e le aspettative delle parti interessate.
3. Determinare il campo di applicazione del sistema di gestione della qualità.
4. Sistema di gestione della qualità e relativi processi.
5. Leadership.
1. Leadership e impegno.
2. Politica.
3. Ruoli, responsabilità e autorità nell’organizzazione.
6. Pianificazione.
1. Azioni per affrontare rischi e opportunità.
2. Obiettivi per la qualità e la pianificazione per il loro raggiungimento.
3. Pianificazione delle modifiche.
7. Supporto.
1. Risorse.
2. Competenza.
3. Consapevolezza.
4. Comunicazione.
5. Informazioni documentate.
8. Attività operative.
1. Pianificazione e controllo operativi.
2. Requisiti per i prodotti e i servizi.
3. Progettazione e sviluppo di prodotti e servizi.
4. Controllo dei processi, prodotti e servizi forniti dall’esterno.
5. Produzione e erogazione dei servizi.
6. Rilascio di prodotti e servizi.
7. Controllo degli output non conformi.
9. Valutazione delle prestazioni
1. Monitoraggio, misurazione, analisi e valutazione.
2. Audit interno.
3. Riesame della direzione.
10. Miglioramento.
1. Generalità.
2. N