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La discrezionalità nell'applicazione delle decisioni amministrative
La discrezionalità si applica in diversi campi, riguardando il modo in cui prendere una scelta, la quantità di questa scelta, il contenuto e le modalità di espressione finale. L'interpretazione della decisione presa spetta al giudice che verifica il corretto svolgimento dell'attività della Pubblica Amministrazione.
Il provvedimento amministrativo è l'atto finale con il quale si conclude il procedimento amministrativo e produce effetti giuridici. Riflette sia il potere che la Pubblica Amministrazione detiene, sia quanto emerso durante la fase istruttoria. Il provvedimento può essere sia vantaggioso che svantaggioso e può anche non assecondare il motivo del ricorso. Deve essere pubblicato (obbligo di concludere e provvedere) e può essere impugnato da un giudice per verificarne l'adeguatezza. Si basa sulla legge generale del procedimento (241/1990) e sulla riserva di legge del 2005 di derivazione sia europea che nazionale.
costituzionale da applicare poi in modo conforme a quello nazionale. I caratteri di un provvedimento riguardano: la motivazione, l'unilateralità, la soggezione, l'impugnazione davanti all'annullabilità, la revocabilità, un giudice, limitati nello spazio e nel tempo, aventi dei presupposti (quelle condizioni di fatto che hanno permesso lo svolgimento e la conclusione del procedimento fino all'emanazione dello stesso), diversi soggetti a cui si rivolgono.
Esistono diversi tipi di provvedimenti: autorizzazioni, concessioni, atti amministrativi generali, atti dichiarativi, atti ablatori, atti politici, provvedimenti di secondo grado.
Il rapporto d'ufficio e di servizio
Il rapporto d'ufficio e di servizio sono due differenti modalità di rapporto che i soggetti possono intrattenere con le pubbliche amministrazioni. Il primo, il rapporto d'ufficio, prevede delle competenze più politiche il cui corrispettivo non
è una retribuzione, bensì un'indennità; ne fanno parte i funzionari con responsabilità proprie e i funzionari onorari. Vi si accede in vari modi, per votazione o per anzianità. Il loro rapporto con la PA termina con lo scadere del mandato. Un'attività lavorativa presso la pubblica amministrazione il cui corrispettivo è una retribuzione monetaria a cui si accede tramite concorso pubblico. Devono rispettare il codice di comportamento dei pubblici funzionari e ne fanno parte, per la maggior parte, i funzionari professionali e la dirigenza amministrativa. 19. Le cause di invalidità di un provvedimento amministrativo Il provvedimento amministrativo è un atto di esercizio di potere della PA che produce effetti giuridici nei confronti di vari soggetti. Tale provvedimento o atto, per essere valido, necessita che il potere che lo ha portato a termine, dunque.L'amministrazione stessa, sia conforme alle norme che lo regolano. Al contrario, in mancanza di tale validità, il provvedimento viene considerato invalido per difformità d'esercizio. In generale un provvedimento viene considerato invalido quando è presente un vizio, ossia quando viene emanato con un eccesso di potere, violando la legge, con incompetenza o inopportuno in quanto mancante dell'interesse eventualmente, anche con un vizio di merito, ossia pubblico.
L'autorizzazione è un atto con il quale l'amministrazione elimina un vincolo all'esercizio di un diritto del privato. Consente dei controlli preventivi sull'esercizio del privato ma talvolta può avvenire anche in maniera successiva con una dichiarazione di inizio attività presentata dal singolo privato che informa l'amministrazione dell'esercizio. L'amministrazione concede o respinge un'autorizzazione nel termine previsto. Il
Il primo termine, che generalmente è di un mese, può essere concesso un ulteriore termine per un approfondimento dell'istruttoria.
L'autorizzazione è un tipo di provvedimento amministrativo dove l'amministrazione riduce i limiti di esercizio di un'attività libertà imposti ad un privato concedendo a seguito di opportune verifiche la validità e la compatibilità con l'interesse pubblico. È un atto di controllo in quanto la PA cerca di controllare l'attività. Tali controlli possono essere: eventuali (non obbligatori, talvolta non sono ammessi dalla Costituzione stessa), preventivi (per consentire l'inizio dello svolgimento) o successivi (per verificare come il privato ha gestito l'attività). L'amministrazione fa ricorso anche al silenzio assenso che viene interpretato come un potere autorizzatorio positivo nei confronti del privato.
suoi confronti procedendo all'avvio dell'attività dal privato come un21. I vizi del provvedimento amministrativo Incompetenza, eccesso di potere, violazione della legge Incompetenza relativa e non assoluta: quando è assoluta (una procura che emette un atto di esproprio) genera la nullità perché non è possibile sanare quel vizio, non si ricorre al giudice, non produce alcun effetto. Relativa: se avesse competenza annullerebbe quell'effetto, altrimenti no. Una figura sintomatica: ingiustizia manifesta: un datore di lavoro rispetto all'infrazione disciplinare. Illegittimità e nullità I vizi del provvedimento amministrativo sono generalmente tre: un eccesso di potere (spesso presente delle figure sintomatiche che ne indicano il vizio, come disparità, illegittimità, ingiustizia e consente di verificare che il provvedimento è conseguito per un interesse pubblico), incompetenza (quando un atto viene emanatoda un organo diverso da quello opportuno e competente, vizi relativi al soggetto che emette l'atto stesso) e violazione della legge (violazione delle norme procedimentali che regolano il potere e l'esercizio della PA). Talvolta si può essere in presenza anche di vizi di merito, ossia di situazioni e provvedimenti che non riflettono l'interesse pubblico (non corrispondenza con l'interesse pubblico). 22. Le fasi del procedimento amministrativo Il procedimento amministrativo è la forma della funzione amministrativa e può essere più o meno complesso a seconda dei casi. Durante il procedimento le amministrazioni esercitano il proprio potere concludendolo con un provvedimento amministrativo. Il procedimento amministrativo ha l'obbligo di procedere, di concludere e di provvedere. Si divide in tre fasi: iniziativa, istruttoria e decisoria. La fase dell'iniziativa è la fase di avvio che può essere di parte (ricorso diun’amministrazione o di undell’amministrazione stessa)privato) o di ufficio (ricorso da parte e deve essere comunicata ai direttiinteressati; la fese dell’istruttoria è la fase centrale nella quale si forma la decisionedell’amministrazione anche a seguito della partecipazione e dell’intervento dei cittadini, l’ultima fase,quella decisoria, prevede l’emanazione e l’esternazione di un atto o di un provvedimentoamministrativo che tenga conto del procedimento stesso e che può essere sia favorevole chesfavorevole23. Il contratto di lavoroIl contratto di lavoro è l’accordo di due o più parti per costituire, gestire, regolare o estinguere unè espressione di un’autonomia generale dei soggettirapporto giuridico patrimoniale; regolata dallalegge n 50 del 2016. Vige la libertà a contrarre, ossia la libertà dei singoli soggetti di decidere sestipulare un contratto o meno, la libertà contrattuale,
ossia la libertà sul contenuto del contratto, purché questi siano conformi alle norme giuridiche che lo prevedono. In sede di stipulazione del contratto si applicano generalmente norme di diritto privato ma è caratterizzato anche da regole generali e regole speciali. Il contratto presenta alcuni elementi essenziali come la forma, l'accordo, l'oggetto e la causa. Vi sono diverse tipologie di contratto: ad esecuzione istantanea o di durata, determinati, indeterminati, subordinati, parasubordinati (riforma Fornero), smart working. Inoltre, il contratto può essere recesso, dunque si può porre fine al rapporto giuridico instaurato con il datore, in questo caso si parla di recesso che può essere legale o convenzionale e prevede una clausola e, generalmente, del preavviso. Il contratto, una volta stipulato ha forza di legge per entrambe le parti e deve essere rispettato anche dal prestatore che deve svolgere la propria attività.con diligenza, lealtà e fede. Con la stipulazione del contratto, inoltre, si vengono a presentare, non solo gli obblighi e i doveri del prestatore di lavoro, ma anche del dipendente, come l'obbligo alla formazione, alla retribuzione, ai giorni di riposo e di malattia, alle ferie pagate, alla tutela delle condizioni di lavoro, al pagamento dei contributi e al licenziamento solo per giusta causa, motivi oggettivi o soggettivi se esplicati. 24. Differenza tra capitale sociale e capitale patrimoniale Il capitale sociale e il patrimonio sociale sono due degli elementi essenziali che occorrono per poter costituire una società. Il capitale sociale coincide con l'insieme del valore nominale dei conferimenti dei soci già effettuati o ancora da effettuare. Serve per garantire, almeno idealmente, che la società non abbia mai un valore al di sotto di quello conferito inizialmente, pertanto, i soci si devono impegnare a mantenere quel livello di valore.societario. L'insieme dei beni e dei rapporti che scaturiscono con lo svolgersiIl patrimonio sociale, invece, indica della normale attività economica della società. Inizialmente il suo valore è pari a quello del capitalesociale, successivamente, varia a seconda dell'andamento dell'attività. Serve come garanzia neii quali si avvalgono su di esso per saldare i debiti dell'azienda, ma anche come confronti dei creditori, indice produttivo, ossia mostra l'andamento dell'attività svolta. Il valore finale del patrimonio sarà quello da dividere tra i diversi soci.
25. Le fonti del diritto del lavoro Il diritto del lavoro è quel complesso di norme volte a tutelare e disciplinare il rapporto di lavoro nellasua interezza, sia dal punto di vista del datore che da quello del prestatore, sia per i diritti che gli comprende anche l'attività sindacale. Le fonti del diritto del lavoro sono molteplici.
- Fonti sovranazionali:
- Carta internazionale del lavoro
- Fonti nazionali:
- Costituzione
- Leggi
- Regolamenti
- Fonti contrattuali:
- Contratti collettivi
- Contratti individuali