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‭DA COSA SI PARTE:‬

‭In un sistema spazio continuo di un corpo flessibile elastico lineare le equazioni finali in termini‬

‭della variabile di spostamento‬ ‭si esprimono‬‭come segue:‬

‭‬(‭‬, ‭‬)

‭dove L rappresenta l’operatore lineare strutturale, mentre le condizioni a contorno possono‬

‭essere, ad esempio, quelle derivanti dalla presenza di vincoli sulla struttura.‬

‭Questa rappresenta la‬‭formulazione forte del problema‬‭(EDP).‬

‭Passo alla‬‭formulazione debole‬‭debole del problema‬‭tramite la legge dei lavori virtuali:‬

‭dove lo spostamento virtuale‬ ‭deve essere compatibile‬‭con tutti i vincoli (ad es, sia geometrici‬

δ‭‬

‭che naturali nel caso delle travi) della struttura.‬

‭Si introducono ora le variabili lagrangiane:‬

‭Si sostituisce nell'equazione dei lavori virtuali e si ottiene:‬

‭Quest’ultima equazione rappresenta un set di infinite equazioni differenziali ordinarie nel tempo a‬

‭coefficienti costanti.‬

‭METODO DI GALERKIN‬

‭Discretizzare vuol dire troncare la sommatoria presente nelle equazioni di Lagrange e il numero‬

‭stesso delle equazioni, o in altri termini, limitando ad un numero finito le variabili lagrangiane. Si‬

‭passa così dall’analisi di un continuo ad un problema in cui lo spazio è discretizzato.‬

‭Questo metodo di discretizzazione prende il nome di‬‭metodo di Galerkin‬

‭, il quale, per‬

‭‬

‭un’opportuna scelta delle funzioni‬ ‭che devono‬‭soddisfare tutte le BC , diventa il‬‭metodo agli‬

‭ψ‬

‭elementi finiti‬

‭. Quindi, troncando la sommatoria nell’espressione‬‭2.32, si ottiene‬

‭un’approssimazione del campo di moto‬ ‭:‬

‭‬

‭Di conseguenza il sistema di equazioni riportato nella 2.33, può essere riscritto nella seguente‬

‭forma compatta:‬

‭dove “‬ ‭” rappresenta il vettore (Nx1) dei carichi‬‭agenti sulla struttura, mentre M e K sono le matrici‬

‭‬

‭di massa e rigidezza, entrambe avente dimensione (NxN).‬

‭La 2.35 è un set di equazioni differenziali ordinarie, a coefficienti costanti, del secondo ordine nel‬

‭tempo, con condizioni iniziali:‬

‭METODO DI RITZ‬

‭La condizione necessaria e sufficiente che debbono soddisfare le soluzioni di equilibrio di un‬

‭corpo elastico lineare soggetto a forze conservative (nel caso statico) prevede la stazionarietà‬

‭del funzionale‬ ‭:‬

‭‬ = ‭‬ + ‭‬

‭Assumo che la mia soluzione‬ ‭abbia forma:‬

‭‬(‭‬)

‭dove le‬ ‭non dipendono più da‬ ‭.

‬ ‭

‭n

‭Discretizzando il continuo, e quindi, considerando lo sviluppo troncato rappresentato nella 2.34, è‬

‭possibile riscrivere la condizione di stazionarietà espressa nella Eq. 2.38 rispetto alle coordinate‬

‭generalizzate‬

‭che si traduce, ora che J si è trasformato da funzionale a funzione a più variabili, nella seguente‬

‭relazione‬

‭rappresentante un sistema di n equazioni algebriche.‬ ‭‬

‭Si osserva che, avendo discretizzato ora il funzionale, le‬ ‭debbono soddisfare le sole condizioni‬

‭ψ‬

‭al contorno geometriche.‬

‭OSS: Per implementare il metodo di Galerkin è necessario scegliere delle funzioni di forma tali da‬

‭soddisfare tutte le condizioni a contorno, sia quelle geometriche che quelle naturali. Mentre, per‬

‭l’applicazione del metodo di Ritz, è sufficiente che queste funzioni soddisfino solo le condizioni a‬

‭contorno geometriche.‬

‭Descrivere il‬‭metodo agli elementi finiti‬‭come metodo‬‭di discretizzazione di un problema spazio‬

‭continuo‬‭sulla base della scelta delle funzioni di‬‭forma‬‭e delle relative variabili Lagrangiane‬

‭(spostamenti nodali).‬

‭Discutere il significato delle funzioni interpolanti utilizzate nel metodo degli Elementi Finiti e la‬

‭relazione esistente tra il grado di tali funzioni con il numero di gradi di libertà dell'elemento finito‬

‭Troncando la sommatoria presente nelle equazioni di Lagrange e il numero stesso delle‬

‭equazioni, o in altri termini, limitando ad un numero finito le variabili lagrangiane si compie‬

‭un’operazione di approssimazione che consente di passare dall’analisi di un continuo ad un‬

‭problema in cui lo spazio è discretizzato, definendo così il metodo di Galerkin il cui‬‭Metodo degli‬

‭Elementi Finiti‬‭ne costituirà un caso particolare‬‭sulla base di una scelta speciale delle variabili‬

‭‬

‭lagrangiane e per un’opportuna scelta delle funzioni (interpolanti)‬ ‭che devono soddisfare tutte‬

‭ψ‬

‭le condizioni al contorno.‬

‭La combinazione lineare di queste funzioni descrivono il comportamento approssimato delle‬

‭variabili come spostamento, temperatura, o pressione all’interno di un elemento finito.‬

‭Il grado delle funzioni interpolanti è direttamente legato al numero di gradi di libertà‬

‭dell’elemento e determina la precisione dell’approssimazione.‬

‭Più è alto il grado delle funzioni interpolanti, più precisa sarà l’approssimazione della soluzione‬

‭all’interno dell’elemento. (Tuttavia ciò comporta un aumento dei GDL associati all'elemento il che‬

‭aumenta la complessità del calcolo numerico)‬

‭Tronco la seguente sommatoria‬

‭Di conseguenza il sistema di equazioni‬

‭può essere riscritto nella seguente forma compatta‬

‭Ad esempio, considero un problema spazio continuo di una trave di Eulero Bernoulli di lunghezza l,‬

‭dove l’incognita è lo spostamento verticale‬ ‭di ognuno dei suoi punti.‬

‭‬ (‭

‬, ‭‬)

‭0

‭Faccio un discretizzazione della trave, tale da dividerla in 6 elementi distinti (quindi N = 6).‬

‭Per il metodo degli elementi finiti è possibile rappresentare lo spostamento incognito‬‭‬ (‭

‬, ‭‬)

‭0

‭‬

‭riferendosi alla 2.34 e scegliendo opportunamente le funzioni di forma‬ ‭. In particolare, queste‬

‭ψ‬

‭ultime devono avere valore unitario in corrispondenza di un nodo della struttura e valore nullo nei‬

‭nodi restanti.‬

‭(Il nodo di una struttura è in punto di interfaccia tra due elementi creati in seguito alla‬

‭discretizzazione spaziale della struttura stessa.)‬

‭In base alla 2.34, è possibile scrivere quanto segue‬

‭‬

‭dove le‬ ‭sono le cosiddette “‬

‭funzioni tenda‬

‭”‬‭del metodo agli elementi finiti.‬

‭ψ‬

‭Con il metodo degli elementi finiti , è possibile attribuire un significato ben preciso alle variabili‬

‭lagrangiane. Infatti, in questo caso, la generica variabile q‬ ‭va a rappresentare il valore dello‬

‭n‬

‭spostamento verticale nel nodo x‬ ‭e cioè:‬

‭n‬

‭La sua configurazione deformata, cioè il luogo dei punti in cui lo spostamento verticale‬ ‭è‬

‭‬

‭0‬

‭diverso da zero, viene evidenziata in rosso‬

‭Il candidato descriva le ipotesi di base della teoria della torsione delle strutture monodimensionali‬

‭introducendo la funzione incognita scalare funzione di Prandtl (, ( essendo le variabili‬

),

‭spaziali nella sezione della barra), pervenendo alla equazione finale nell’incognita (, e‬

)

‭definendo le relative condizioni al contorno‬

‭Discutere la struttura della‬‭legge costitutiva del‬‭legame elastico lineare‬‭per un generico‬

‭continuo solido e si discuta inoltre il numero ed il significato delle costanti elastiche indipendenti‬

‭che ne possono determinare la natura anisotropa, ortotropa, isotropa etc…‬

‭Discutere la topologia del legame elastico lineare in un continuo tridimensionale omogeneo ed‬

‭isotropo. Discutere il numero delle costanti elastiche indipendenti ed il loro significato‬

‭Nella prova di trazione monoassiale effettuata in laboratorio, ad una forza‬ ‭di trazione‬‭sul‬

‭‬ = σ ‭‬

‭‬ ‭‬

‭provino, ne corrisponde:‬ σ

‭Una deformazione assiale‬ε ‭‬

= ‭‬

‭‬ ‭‬

‭Due deformazioni trasversali‬ ‭;‬

ε =− ν ‭

‬ε ε =− ν ‭

ε

‭‬ ‭‬ ‭‬ ‭‬ ‭‬ ‭‬

‭Tre scorrimenti angolari dati da‬γ = η ε ‭

‬; ‭

‬γ = η ε ‭

‬; ‭

‬γ = η ε

‭‬ ‭‬,‭‬ ‭‬ ‭‬ ‭

,

‭‬ ‭‬ ‭‬ ‭

,

‭‬ ‭‬

‭Possiamo quindi dedurre che uno sforzo unidirezionale provoca deformazioni in più direzioni‬

‭legate fra di loro per mezzo di una costante.‬

‭Eseguendo le restanti 5 prove di stress ottengo‬ ‭costanti elastiche.‬

‭6‬ · ‭6‬ = ‭36‬

‭A tal proposito posso generalizzare e scrivere:‬

‭Dove‬ ‭è detta matrice di compliance composta da‬‭36 costanti e tiene conto di tutte le‬

‭‬

‭combinazioni di sforzi e deformazioni nelle tre direzioni spaziali.‬

‭In essa ritroviamo 3 costanti E‬ ‭e G‬ ‭, 6 costanti‬ ‭e‬ ‭e 18 costanti‬ ‭.‬

ν µ η

‭ii‬ ‭ij‬ ‭ij‬ ‭ij,ki‬ ‭i,jk‬

‭Questi coefficienti rappresentano:‬

‭mette in relazione lo sforzo assiale‬ ‭con la deformazione assiale‬

‬ σ ϵ

‭i

i‬ ‭ii‬ ‭ii‬

‭mette in relazione lo sforzo di taglio‬ ‭con la deformazione angolare‬

‬ σ γ

‭i

j‬ ‭ij‬ ‭ij‬

‭mette in relazione lo sforzo assiale‬ ‭con la deformazione trasversale‬

ν σ ϵ

‭ij‬ ‭ii‬ ‭jj‬

‭mette in relazione lo sforzo di taglio‬ ‭con la deformazione angolare‬

µ σ γ

‭ij,ki‬ ‭ki‬ ‭ij‬

‭mette in relazione lo sforzo di trazione‬ ‭/taglio‬ ‭, con la corrispondente‬

η σ σ

‭i,jk‬ ‭ii‬ ‭jk‬

‭deformazione angolare‬ ‭/assiale‬

γ ϵ

‭jk‬ ‭ii‬

‭In realtà, essendo la matrice simmetrica, il numero di costanti incognite si riduce a 21.‬

‭Nel caso di materiale ortotropo si avranno 3 piani di simmetria

Dettagli
A.A. 2022-2023
51 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/04 Costruzioni e strutture aerospaziali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ingegnere.aerospaziale.01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Costruzioni aerospaziali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Mastroddi Franco.