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Estratto del documento

Il linguaggio non è solo un insieme di suoni o parole, ma un sistema complesso di simboli che

esprime i pensieri e i sentimenti di un gruppo sociale. Studiando una lingua, è possibile

comprendere come una società organizza il suo pensiero e categorizza il mondo in cui vive

attraverso il vocabolario e le espressioni linguistiche.

L'antropologo non si limita a studiare le regole grammaticali di una lingua, ma la considera come

un'azione sociale, una performance. Analizza come le persone interagiscono quotidianamente

utilizzando il linguaggio, che diventa un marcatore profondo di identità culturale.

Il concetto di "barbaro" nell'antica Grecia rappresentava coloro che non parlavano il greco o che

erano considerati balbuzienti, evidenziando come il linguaggio sia stato storicamente usato per

distinguere gruppi culturali e sociali.

Oltre alla parola parlata e scritta, la comunicazione umana comprende anche gesti e

comportamenti non verbali. Questi gesti possono enfatizzare, sostituire o integrare il linguaggio

verbale, contribuendo alla comprensione dei rapporti sociali e delle dinamiche interpersonali.

Il linguaggio del corpo e lo spazio fisico sono elementi cruciali nella comunicazione non verbale. La

distanza sociale tra le persone, che varia da cultura a cultura, può essere interpretata osservando

come gli individui si posizionano e interagiscono nello spazio fisico. Ad esempio, un abbraccio può

indicare intimità, mentre una distanza fisica maggiore può suggerire una relazione meno stretta o

un rispetto per lo spazio personale.

In sintesi, il linguaggio umano non è solo una modalità di comunicazione, ma anche un sistema

simbolico complesso che riflette e costruisce le identità culturali, sociali e personali all'interno di

una comunità.

La scrittura consiste nel fissare su un supporto materiale parole e segni che evocano concetti e

suoni immateriali, consentendo così di immagazzinare informazioni al di fuori del corpo umano.

Esistono diverse forme di scrittura: logografiche, ideografiche e alfabetiche, ognuna con

caratteristiche e scopi diversi.

In passato, la capacità di scrivere era limitata a pochi individui, spesso facenti parte di una casta

sacerdotale o di un'elite politica. Il sapere di leggere e scrivere conferiva potere, consentendo il

controllo delle norme e delle leggi.

Scrivere a mano richiede sforzi per trasmettere chiarezza attraverso la forma delle lettere e implica

la necessità di evitare errori di lessico. Tuttavia, con l'avvento della tecnologia digitale, la scrittura

manuale è in declino e sta diventando sempre più virtuale e standardizzata. La perdita dell'estetica

e della personalità della calligrafia manuale è una conseguenza di questo cambiamento.

La scrittura è stata fondamentale nello sviluppo delle cosiddette "civiltà", segnando una distinzione

tra le società che la possedevano e quelle che non la utilizzavano. Tuttavia, nonostante

l'importanza storica della scrittura, molte società moderne stanno diventando sempre più orientate

all'oralità, riducendo l'uso e l'importanza della scrittura tradizionale.

In sintesi, la scrittura è una delle più significative invenzioni umane, che ha influenzato

profondamente lo sviluppo culturale e sociale delle società nel corso della storia, ma il suo ruolo e

la sua forma stanno evolvendo rapidamente nell'era digitale.

L'uomo è costretto a produrre e trasformare beni per sopravvivere e per migliorare la propria

qualità di vita. Questo processo è centralizzato nell'economia, che comprende la produzione di

cibo, manufatti, servizi e tutto ciò che può generare reddito. L'uomo è sia un consumatore che un

produttore: ha bisogno di cibo per nutrirsi, di abiti per ripararsi e di abitazioni per proteggersi, e per

realizzare tutto ciò, utilizza attrezzi e strumenti.

Il modello agricolo, per esempio, promuove la stanzialità e aumenta la densità di popolazione in

determinate aree. Questo modello ha cambiato radicalmente l'organizzazione sociale umana nel

corso della storia.

Lo scambio non è solo un aspetto economico, ma anche relazionale dei rapporti tra gli esseri

umani e tra gli esseri umani e le cose. Può avvenire attraverso il baratto diretto o con l'uso di

denaro e altri oggetti che fungono da moneta. Il commercio facilita non solo l'acquisizione di beni e

servizi necessari, ma anche la costruzione di legami sociali e culturali tra le persone.

La teoria del dono di Marcel Mauss, esposta nel suo "Saggio sul dono" del 1922, esplora il

significato e le dinamiche del dono nelle società umane. Secondo Mauss, il dono si sviluppa

attraverso tre fasi principali: donare, ricevere e restituire. Queste pratiche non sono solo

economiche, ma anche sociali e culturali, fondamentali per creare e mantenere legami tra le

persone.

Il dono, pur avendo implicazioni economiche, va oltre lo scambio di beni materiali per denaro.

Include il valore di uso, il valore di scambio e il valore di legame, che contribuiscono alla coesione

sociale e alla fiducia reciproca. Mauss contrasta il paradigma utilitarista, che enfatizza l'interesse

personale, con un paradigma collettivista che considera le norme sociali e culturali come

determinanti nel comportamento umano.

Il dono può manifestarsi in molte forme moderne, mantenendo la sua importanza nella costruzione

delle relazioni sociali e nella gestione delle dinamiche di potere. In sintesi, la teoria del dono di

Mauss ci invita a vedere il dono non solo come un atto economico, ma come un potente strumento

sociale che definisce e rafforza le connessioni umane.

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La nozione di sviluppo predominante nella nostra cultura tende a distinguere le società moderne

da quelle passate e le economie ricche da quelle sottosviluppate, enfatizzando l'espansione del

sistema di mercato. Questo concetto di sviluppo è fondamentale per la nostra società, vista come

un mito necessario per il suo funzionamento continuo. Il dogma dello sviluppo è così pervasivo che

viene imposto come un vangelo universale, nonostante possa essere messo in discussione

confrontandolo con altre culture.

In realtà, il concetto di sviluppo come lo intendiamo è una metafora applicata ai fenomeni sociali,

suggerendo che ciò che è vero per uno debba necessariamente esserlo per tutti. Tuttavia,

guardando al passato, si possono trovare lunghi periodi di stagnazione, suggerendo che il

dinamismo attuale potrebbe essere più un'eccezione che una regola storica.

Al contrario, la teoria moderna dello sviluppo economico si basa su modelli di crescita

esponenziale, implicando che lo sviluppo sia un processo inevitabile e naturale nella storia.

L'antropologo esplora le relazioni umane, con un'attenzione particolare alle strutture di parentela,

fondamentali per comprendere come le società organizzano i legami sociali. Queste strutture non

solo si basano su legami biologici, come il legame madre-figlio e il legame di coppia tra maschio e

femmina, ma anche su norme culturali che regolano il matrimonio e la formazione delle famiglie

allargate.

Il matrimonio, in particolare, non solo prolunga l'atto sessuale trasformandolo in una pratica

culturale con norme specifiche, ma anche allarga la rete dei legami parentali includendo parenti

acquisiti. Questo contribuisce a creare una parentela sociale più ampia rispetto a quella biologica.

In molte società, l'incesto è fortemente evitato non solo per norme morali, ma anche per evitare

problemi genetici derivanti dall'incrocio tra consanguinei.

La poligamia, che può assumere forme come la poliginia (un uomo con più mogli) o la poliandria

(una donna con più mariti), è praticata in diverse società principalmente per ragioni di successo

riproduttivo e economico. La poliginia è più diffusa, soprattutto dove i maschi hanno più diritti e

risorse, permettendo un maggior numero di figli e una maggiore ricchezza familiare.

Queste pratiche matrimoniali non solo riflettono dinamiche sociali e culturali complesse, ma anche

le strategie adattative delle società per gestire risorse e relazioni umane.

L'uomo, per necessità di convivenza in gruppi, crea regole che limitano gli impulsi individuali a

favore del bene comune. L'antropologia studia la creazione di queste regole come un processo

continuo di adattamento, distruzione e ricostruzione sociale.

Ci sono tre approcci principali nello studio delle regole sociali:

1. **Approccio genetico-evoluzionista**: Questo approccio cerca di comprendere l'origine delle

varie forme di organizzazione sociale e la loro evoluzione nel tempo.

2. **Approccio struttural-funzionalista**: Secondo questo approccio, sviluppato da Radcliffe-Brown,

l'organizzazione politica è vista come un elemento cruciale per garantire la cooperazione interna e

l'indipendenza esterna di una società.

3. **Approccio dinamista**: Questo approccio mette l'accento sui processi e sulle dinamiche

all'interno della società, piuttosto che sulle istituzioni stesse, considerando le società come

organismi in perpetuo conflitto interno.

Nella pratica antropologica, gli studiosi si confrontano con società che mostrano diseguaglianze,

asimmetrie e gerarchie, dove esistono forme di dominio e controllo da parte di alcuni su altri. Gli

esseri umani sono attraversati da legami sociali pubblici e privati e giocano vari ruoli all'interno

della società, basati su status, classi sociali e autorità.

Alcuni ruoli e legami sono assegnati (come l'appartenenza a una casta), mentre altri sono acquisiti.

L'autorità, in particolare, implica una certa legittimazione, mentre il potere può essere esercitato in

modi diversi, spesso con asimmetrie di rapporto tra chi detiene il potere e chi ne è sottoposto,

come nelle dittature dove il potere può essere sostenuto anche con la forza anziché con la

legittimità.

L'antropologo, nel definire il suo campo di studio e tracciare i confini delle comunità da esaminare,

deve considerare il punto di vista degli individui osservati sulla propria comunità, come la vivono e

il loro senso di appartenenza.

**Tracciare confini:**

L'essere umano è un animale sociale che vive in gruppi più o meno ampi e strutturati. Durante la

ricerca antropologica, l'antropologo interagisce, dialoga e convive con individui e famiglie, non con

una comunità monolitica come una tribù, un'etnia o un'altra forma di gruppo. I confini di questi

gruppi non sono sempre evidenti sensorialmente, ma vengono

Dettagli
A.A. 2020-2021
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher auroramarrazzo99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Torino o del prof Buiatti Eleonora.