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PARTE II
CAPITOLO 3 > l’intellettualismo domenicano: S. Tommaso
XIII sec. d.C. > nascono le prime università e con esse la loso a scolastica legata a vari
ordini religiosi, dei quali i più importanti sono i due ordini mendicanti:
1. domenicano > che ha come scopo la diffusione della fede e vede la ragione (ratio)
come difesa della fede;
2. francescano > che ha come scopo l’esercizio della carità e vede la volontà (voluntas)
come difesa della fede.
Il domenicano S. Tommaso d’Aquino è un teologo, si situa al con uire di 3 diverse realtà:
1. l’atteggiamento teologico ereditato è vicino al neo-platonismo agostiniano che domina
la teologia,
2. è il maggior arte ce della riscoperta di Aristotele. La chiesa è contraria perché teme
l’immanentismo.
3. Riscoperta del diritto civile e canonico.
La sua Summa Theologiae, opera rappresentativa di S. Tommaso, ha uno schema neo-
platonico conoscono alla teologia biblico-cristiana, che si esprimere nel binomio exitus-
reditus: tutta la realtà è creata (exitus), dunque esce da Dio, ma poi, per la redenzione,
fi fi fi fi fi fl fi fi fi
tutta la realtà torna a Dio (reditus). Dio è punto d’inizio e di ne di tutta la storia. Dio ci
istruisce con la legge per farci tornare a lui. Per Tommaso vi sono:
lex aeterna - lex naturalis - lex divina - lex humana
De nizione tomista di legge > “un comando della ragione ordinato al bene comune,
promulgato da chi ne è incaricato di una collettività”.
Le legge è razionale, ma deve anche orientare la ragione stessa al bene comune. Ordinare
per il bene comune signi ca ordinare l’uomo alla beatitudine, quindi l’uomo deve
riconsacrerei, per maniere viva la dinamica exitus-reditus, oltre all’esistenza di una verità
assoluta, che questa verità può essergli data solo da Dio, che gli dona la felicità tramite la
grazia. Una legge è valida solo se promulgata, ossia deve essere conosciuta dagli altri
uomini e af nché sia valida deve provenire da colui che ha cura della comunità.
IUS NATURALE
i giuristi di diritto civile, intendono il diritto naturale come Ulpiano, la legge naturale è
• natura istintualità.
i glossatori restringono il campo dalla natura all’uomo nel senso della legge razionale,
• l’uomo è l’unico essere animato dotato di ragione.
secondo i giuristi di diritto canonico nel Decretum Grazianum troviamo che la legge
• naturale diventa realtà teologica contenuta nell’antico e nuovo testamento.
La sistemazione tomistica dominerà tutta la cultura neo-scolastica, no si giorni nostri.
Per S. Tommaso:
lex aeterna > ri ette la situazione di trascendenza del cristianesimo: ragione che orienta
• è governato la totalità della storia umana e non umana. La ratio divina è misteriosa per
l’uomo: la legge eterna è conosciuta nella sua totalità solo da Dio e dai beati. La legge
eterna si divide in:
lex naturalis > partecipazione della legge eterna nella creatura razionale. Si manifesta
• tramite la natura.
lex divina > legge rivelata da Dio all’uomo nella Bibbia (Antico e Nuovo Testamento).
•
LEGGE UMANA
La legge umana è data all’uomo, non c’è garanzia che sia conforme alla legge naturale.
Quando la legge umana è ordinatio rationis ? (Ratio può intendersi in due modi diversi)
a. Quando è conforme ai contenuti di cui la ragione è portatrice;
b. Quando è facoltà strumentale attraverso cui l’uomo coordina razionalmente una realtà
esterna.
Per S. Tommaso l’ordinatio rationis è dotata di propri contenuti, questo esige la conformità
della legge umana alla legge naturale, come espressione della razionalità.
Problema > se la legge umana è lex iniusta, una legge ingiusta non è legge perché va
contro l’essenza stessa delle legge. L’uomo può disobbedire alla legge ingiusta solo nei
casi più gravi, se c’è contraddizione tra legge umana è legge divina; negli altri casi il
cittadino è tenuto ad obbedire alla legge umana anche se ingiusta. Questo perché è
meglio obbedire ad una legge parzialmente ingiusta piuttosto che gettare una comunità
nel caos. La legge umana fa riferimento alla legge naturale, altrimenti non sarebbe
comprensibile.
fi fi fl fi fi fi
LEGGE NATURALE
Per S. Tommaso la legge naturale è insita nell’uomo e per conoscerla deve usar la ragione.
La ragione dell’uomo si articola in 2 categorie che procedono allo stesso modo:
ratio speculativa > atteggiamento speculativo di pura conoscenza;
• ratio pratica > usata dall’uomo come guida del proprio comportamento.
•
C’è un unico principio auto evidente: il bene va fatto, il male va evitato. Da questo principio
derivano precetti più concreti (es. dire la verità, rispettare la vita altrui ecc.). Se le
determinazioni ricavate con la ragione dal,a legge naturale restano di legge naturale
signi ca che S. Tommaso ha pre gurato il modo di pensare tipico del moderno
giusnaturalismo razionalistico. La legge naturale è solo un principio orientante, le
successive determinazioni sono legge umana.
Il passaggio da legge naturale a legge umana può avvenire in 2 modi:
1. modum conclusionis > attraverso il procedimento sillogistico la legge umana trae
delle premesse, conclusioni che forniscono i contenuti delle leggi di grado inferiore;
2. modum determinationis > nel diritto penale e processuale (le sanzioni sono di legge
umana, i contenuti delle leggi di legge naturale).
LEGGE ETERNA
È costituita dai comandamenti dati da Dio, aiuta la ragione pratica nell’individuare I valori
fondamentali della legge naturale. Ha valore integrativo rispetto alla legge naturale. La
legge naturale è quella parte di legge eterna che l’uomo può conoscere attraverso la
propria ragione; ma mancano i presupposti essenziali per una conoscenza esaustiva. La
posizioni di S. Tommaso è coerente con posizioni critica di Agostino.
PARTE III
CAPITOLO 5 > la secolarizzazione del diritto naturale in Grozio
Grozio (teologo e giurista. Olanda. Primo dei giusnaturalisti) è considerato il padre della
Scuola del diritto naturale laico. In lui maturano i germi della modernità, nelle sue opere
sono presenti i sintomi della secolarizzazione. Quale mentalit sorge in Grozio?
Analizzeremo il problema sotto una triplice angolatura: il metodo, l’antropologia e le fonti
del diritto.
Il problema del metodo sta diventando il problema epocale della loso a europea; è il
momento in cui si produce il passaggio dalla scienza come “parte” della meta sica alla
scienza come disciplina autonoma.
Il metodo si orienta lungo due grandi loni:
razionalistico cartesiano > privilegia il metodo analitico a priori
empiristico baconiano > privilegia il metodo sintetico a posteriori.
Grozio sostiene che la formulazione del diritto naturale si può ricavare a priori (deduzione
sillogistica da principi autoevidenti), o a posteriori (da un’indagine storica sulle norme
giuridiche comuni - consensus omnium gentium - delle diverse nazioni si possono ricavare
induttivamente i principi di diritto naturale).
Nel “De veritate religionis christianae” Grozio afferma che l’esistenza di Dio può essere
provata:
o attraverso il principio di casualità
o attraverso l’indagine del consensus omnium gentium.
fi fi fi à fi fi fi
Accanto a questo sincretismo metodologico, emerge lo schema interpretativo del
fenomeno giuridico-politico, che costituirà la caratteristica comune agli autori della Scuola
del diritto naturale. Questo schema si compine di tre momenti ssi:
1. presenta (storica o ipotetica) di uno stato di natura;
2. superamento delle contraddizioni dello stato di natura attraverso un contratto sociale;
3. produzione attraverso il contratto sociale dello Stato politico.
Nell’utilizzazione groziana di questo schema comincia a manifestarsi la secolarizzazione
per trasformazione. Per Grozio l’uomo è mosso in questi tre momenti dall’appetitus
societatis nell’ambito della società terrena (ricerca della vita sociale, vita in comune paci ca
e ordinata sconcio la norma della propria ragione). Ciò da cui si parte per costruire la
società non è la natura umana, ma l’individuo titolare dell’appetitus (seppure non chiuso in
se stesso come sarà in Hobbes). La secolarizzazione si nota nell’utilizzo dello schema
tradisco che nel Medioevo era costituito da:
1. status naturae integrae > situazione di natura creata e integra prima del peccato
originale;
2. status naturae lapsae > Stato di natura decaduto dopo il peccato originale e prima
della redenzione;
3. status gratiae > condizione dell’uomo dopo la redenzione.
In Grozio, lo stato di natura non coincide con lo status naturae integrae della teologia, ma
la somma di status naturae integrae e status naturae lapsae in forma secolarizzata.
L'uomo inizialmente era felice e viveva nella communio primaeva bonorum, ossia alle
origini della storia i beni erano in comune, la quale avrebbe potuto durare solo se gli
uomini a essere conservato un atteggiamento di disponibilità ed amore reciproco.
Essendo sorti con itti per la distribuzione dei beni, è sorta la proprietà privata: viene
istituita come regime giuridico.
In Grozio sfuma l’idea di peccato originale, tipIca della tripartizione medioevali. Sfuma la
causa, ma non l’effetto: il sorgere della proprietà privata,
La proprietà privata si avvicina all’idea di peccato originale secolarizzato dalla satira
dell’uomo. La risposta al peccato originale secolarizzato diventa di natura politica. Lo
strumento di redenzione dal male storico tenere a diventare uno strumento giurdico-
politico, cioè il contratto sociale, che è un accordo tra gli individui che permette la ne
delle contraddizioni e delle lotte all’interno della comunità, permette di giungere allo
Stato politico (teologicamente, allo status gratiae). Il contratto sociale Graziano è
sincretistico (sincretismo: convergenza di elementi ideologici prima inconciliabili), è
qualcosa che scaturisce dalla dinamica del suo discorso, in quanto si è prodotta la
contraddizione nello Stato di natura. Questo fatto che storicamente si produce, non poteva
prodursi (nella logica groziana) secondo un modello ideale: il pactum. Se il contratto
sociale rappresenta l’atto redentivo della storia, l’organismo che ha il compito di “gestire”
questa redenzio