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La classificazione secondo il DSM-5
I disturbi dello spettro schizofrenico comprendono:
- Schizofrenia
- Disturbo schizotipico di personalità
- Altri disturbi psicotici (disturbi delirante, disturbo psicotico breve, disturbo schizofreniforme, disturbo schizoaffettivo)
L'eziologia della schizofrenia è multifattoriale, ovvero determinata dalla concomitanza di:
- Fattori genetici
- Fattori psicosociali
- Fattori ambientali
L'ipotesi che nella schizofrenia ci siano alterazioni morfologiche e/o funzionali cerebrali è stata alla base di un'intensa ricerca che, nel corso degli anni, si è avvalsa dei continui progressi tecnologici in campo radiologico fino alle odierne avanzate tecniche di neuroimaging.
Studi di RMN hanno mostrato anomalie morfologiche dei lobi temporali (riduzione di volume dell'amigdala, dell'ippocampo e del giro paraippocampale), frontali (riduzione di volume della corteccia prefrontale inferiore) e parietali. Sono
state anche documentate alterazioni a livello delle strutture sottocorticali.
Nel disturbo schizotipico della personalità noi ritroviamo elementi di bizzarria comportamentale senza che siano presenti dei veri e propri deliri. Troviamo un linguaggio bizzarro, predisposizione per attività poco sociali (più nerd)...
Nel disturbo delirante troviamo degli episodi di delirio in cui non abbiamo una compromissione del funzionamento (es. non abbandonano gli studi, il lavoro...). Non hanno un deterioramento dei rapporti sociali o dell'autonomia.
Non si riesce ancora a determinare gli elementi che sono ereditari e quelli che vengono acquisiti per quanto riguarda l'eziologia.
Dal punto di vista del neuroimaging si evidenziano delle alterazioni della salienza e delle alterazioni che hanno a che fare con il processamento degli stimoli rilevanti che compaiono nel nostro campo percettivo.
Dal punto di vista delle ipotesi fisiopatologiche si ipotizza che siano dei...
deficit molto molto precocinello sviluppo del sistema nervoso centrale che possano poi successivamente, nel corso del neurosviluppo, a delle trasformazioni che hanno nel loro apice l'esordio della patologia schizofrenica nella giovane età adulta. Tra i fattori di rischio più importanti sono in particolare individuati come sostanze in grado di aumentare il rischio di psicosi schizofrenica i cannabinoidi.
Criteri diagnostici per la schizofrenia secondo il DSM-5-A. Sintomi caratteristici:
Due o più dei seguenti sintomi, presenti per una parte di tempo significativa durante il periodo di un mese. Almeno uno di questi sintomi deve essere 1, 2 o 3:
- Deliri
- Allucinazioni
- Eloquio disorganizzato (per es. deragliamento o incoerenza)
- Comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico
- Sintomi negativi (diminuzione dell'espressione e delle emozioni, o abulia)
Disfunzione sociale/lavorativa:
Per una significativa parte di tempo dall'esordio del disturbo,
Il livello di funzionamento in una o più delle aree principali, come il lavoro, le relazioni interpersonali, o la cura di sé, è marcatamente al di sotto del livello raggiunto prima dell'esordio. Se l'esodio è nell'infanzia o nell'adolescenza si manifesta l'incapacità di raggiungere il livello atteso di funzionamento interpersonale, scolastico o lavorativo.
Durata: Segni continuativi del disturbo persistono per almeno 6 mesi. Questo periodo di 6 mesi deve comprendere almeno 1 mese di sintomi che soddisfano il criterio A, e può comprendere periodi di sintomi prodromici o residui. Durante questi periodi prodromici o residui, i segni del disturbo possono essere evidenziati soltanto da sintomi negativi oppure a sue o più sintomi elencati nel criterio A in forma attenuata (es. convinzioni stravaganti, esperienze percettive inusuali).
Nel caso in cui i sintomi e la disfunzione sociale/lavorativa durino meno di 6 mesi la
di fornire un supporto sia al paziente che alla sua famiglia, riconoscendo l'importanza del contesto familiare nel processo di cura. La terapia familiare si basa sulle teorizzazioni di Benson e si concentra sulle dinamiche relazionali patologiche che si sviluppano all'interno della famiglia del paziente. Il metodo del dialogo aperto, invece, è un sistema di cura che coinvolge l'intera famiglia del paziente schizofrenico ed è stato dimostrato essere molto efficace nel ridurre il numero di ospedalizzazioni. Questo approccio non affronta solo la problematica della schizofrenia, ma la considera come una questione che coinvolge l'intero nucleo familiare. Gli interventi attuali cercano di fornire un supporto completo e mirato, tenendo conto delle specifiche esigenze di ogni singolo paziente e della sua famiglia.quindi di psico-educare i familiari dei pazienti; interventi più efficaci sono quelli in cui si cerca di mettere in moto un cambiamento del modo in cui i familiari si rapportano al paziente, del modo in cui possono tollerare e aiutare il paziente con determinati sintomi. D. Esclusione dei disturbi schizoaffettivo e dell'umore: Il disturbo schizoaffettivo e il disturbo depressivo o bipolare con caratteristiche psicotiche sono stati esclusi perché: 1. Non si sono verificati episodi depressivi maggiori o maniacali in concomitanza della fase attiva dei sintomi, oppure 2. Se si sono verificati episodi di alterazione dell'umore durante la fase attiva, essi si sono manifestati per una parte minoritaria della durata totale dei periodi attivi e residui della malattia. E. Esclusione dell'uso di sostanze o di una condizione medica generale: Il disturbo non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o a un'altra condizione medica. F. Relazione con undisturbo pervasivo dello sviluppo:Se c'è una storia di disturbo dello spettro autistico o di disturbo della comunicazione a esordio infantile, la diagnosi aggiuntiva di schizofrenia viene posta soltanto se sono presenti per almeno 1 mese allucinazioni o deliri preminenti, in aggiunta agli altri sintomi richiesti della schizofrenia. Nel caso F vengono chiamate psicosi di innesto ovvero psicosi che vanno ad innestare su quadri cognitivi deboli o precedentemente deficitari in alcune aree. Le tre componenti della schizofrenia: 1. Trasformazione della realtà: - Sintomi positivi - Deliri - Allucinazioni 2. Impoverimento: - Sintomi negativi - Abulia - Alogia - Ipoaffettività - Apatia - Anedonia 3. Disorganizzazione: - Del pensiero - Della sfera cognitiva - Del comportamento Aspetti psicopatologici: - Sintomi Positivi - Sintomi Negativi - Deficit Neuro-Cognitivi Deliri Deficit di attenzione, concentrazione, memoria generalizzato e diffuso Allucinazioni Carenza dimotivazione ed Deficit neuropsicologiciDisorganizzazione energia Specifici:-Bizzarria Insufficiente capacità di Attenzione-pianificazione e di decisione Memoria-Agitazione psicomotoria Percezione-Difficoltà a mantenere Capacitàcomportamenti finalizzati Di apprendimento:Anedonia, apatia, abulia - Abilità- PsicomotorieFobie sociali, scarsa capacitàempatica, difficoltà relazionali Deficit indipendenti daisintomi psicoticiConsiderando i sintomi positivi per la diagnosi in quanto sono quelli più lampati il loro andamentofluttuante può portare a degli errori diagnostici. Perché se in un soggetto abbiamo sintomi negativie deficit neuro-cognitivi dobbiamo considerare che questi sono più che sufficienti per fare diagnosidi schizofrenia.Le forme di schizofrenia in cui abbiamo prevalenti sintomi negativi, per esempio, si chiamanoforme fauci sintomatiche cioè forme in cui il soggetto comincia a tendere all’isolamento,
Comincia ad avere poco interesse per le attività di vita che precedentemente lo interessavano ma in modalità differenti da come si presentano nella depressione. In questo caso la diagnosi differenziale inizia ad essere più difficile. La differenziazione sta nel fatto che un paziente depresso sente che vorrebbe qualcosa ma non sente le energie per averla o sente di non avere un valore tale da potersi immergere in determinate attività... invece nell'ambito della schizofrenia fauci sintomatica è come se ci fosse proprio una perdita di interesse senza che questo determini per il soggetto una sofferenza specifica.
Aspetti psicopatologici:
- Le allucinazioni uditive sono le più comuni. Sono generalmente sperimentate come voci, familiari o meno, che vengono percepite come distinte dai pensieri propri del soggetto.
- Allucinazioni uditive
- Allucinazioni verbali (40% dei casi)
- Voci commentanti
- Voci dialoganti
- Voci imperative
- Allucinazioni
- Congruità/Incongruità del tema del delirio con l'umore
- Carattere bizzarro o meno del tema del delirio
- Presenza/Assenza di disturbi dello stato di coscienza
- Sistematizzazione o meno della tematica delirante
- Estensione del delirio a tutta la vita psichica del soggetto o solo ad un suo settore