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Lotta all'evasione fiscale: un aiuto per gli Stati occidentali
Essendo impensabile aumentare le imposte, gli Stati occidentali hanno capito che un aiuto poteva arrivare dalla lotta all'evasione. Stati Uniti e stati europei si sono resi conto che anziché introdurre nuove imposte valeva la pena andare a recuperare i soldi che gli erano dovuti. C'è stata una lotta internazionale all'evasione, con due episodi centrali: il LA arrivato dagli USA, che come prima potenza economica mondiale ha un certo peso. Gli USA hanno preso un'iniziativa eclatante, perché la Svizzera era ancora un paradiso fiscale pur essendo una potenza economica e senza essere un'isoletta sperduta. Essendo un centro economico pulsante nel cuore dell'Europa aveva un peso diverso rispetto a un'isoletta qualunque. Era una potenza finanziaria, e gli USA la colpirono al cuore: in quell'anno arrestarono tutta una serie di dirigenti di banche svizzere su suolo americano, con l'accusa di evasione nei confronti di cittadini americani.
Si è scatenata la diplomazia, il governo svizzero ha protestato e il governo USA ha detto che non solo sarebbe andato avanti con gli arresti, ma avrebbe anche espropriato i beni svizzeri in America. Il governo di Obama ha ricattato: o mi dai i nomi dei cittadini statunitensi che hanno conti correnti in Svizzera, altrimenti io continuo a arrestare i tuoi funzionari in America e sequestro ed esproprio tutti i beni delle società svizzere negli USA. La Svizzera protestò per qualche settimana ma poi cedette: le banche hanno fatto come richiesto. Alcune in realtà non hanno fornito i nomi ma hanno fornito esse stesse le imposte che gli americani avrebbero dovuto fornire. Accordi identici, cavalcata la scia degli USA, gli hanno intrapresi tutti gli altri stati. Essendo la Svizzera il cuore dell'Europa ed avendo lei abbandonato quella strada, questo ha fatto da esempio anche per altri Stati come il Principato di Monaco che si è dato anch'esso una calmata.
Ci sono altri esempi di Stati che hanno pensato bene di rubare i dati dei correntisti della propria banca per venderli ad altri Stati. C'è stata la lista Falciami (funzionario di una banca in Lichtenstein): costui, raggiunta la cifra di qualche migliaio di nomi per molti paesi (ad esempio 1000 italiani con conti là), andava dallo Stato e chiedeva "quanto mi dai per questa lista?". Molti altri seguirono la scia e fecero altrettanto, nessuno si sentiva più al sicuro. La disciplina dei redditi La disciplina dei redditi è collocata sotto l'IRPEF nel Testo Unico. Sappiamo già che non esiste una nozione univoca e semplice di reddito, perché a livello economico ce ne sono di diverse. Nel nostro ordinamento quella che prevale è quella di reddito = entrata. Ci troviamo però di fronte al classico modo di procedere del diritto tributario che per necessità deve semplificare e chiarire. Quindi, il diritto tributario nonpotrebbe permettersi di lasciare a contribuenti e ad amministrazione il compito di interpretare se un provento sia reddito e quindi sia tassabile o no. Anche da noi quindi il legislatore tributario ricorre al metodo dell'elenco. Sono tassabili quelle sei tipologie di reddito indicate dal Testo Unico all'art. 6: reddito fondiario, i due redditi di lavoro, il reddito d'impresa, i redditi di capitale e poi - categoria a sé stante - dei redditi diversi. Quest'ultima non riguarda un reddito particolare, ma arriva ad inglobare alcune tipologie di reddito che sono autonomamente definite. Che hanno una propria struttura ben comprensibile, ma non così rilevante come le prime cinque. Ad esempio, una delle forme ricomprese nei redditi diversi è quella dei premi da giochi o vincite. Si paga l'IRPEF sui premi, ma non si tratta di un tipo di reddito così ricorrente nella prassi. Per questo non è una categoria a sé ma rientranei redditi diversi. La categoria dei redditi diversi comprende al suo interno altre sottocategorie che non hanno importanza tale da vedersi una categoria riservata e autonoma. Questa categoria onnicomprensiva serve anche per dare copertura a eventuali nuove forme di reddito che non si saprebbe dove collocare. Se in base alla prassi o alla consuetudine sorge una nuova specie di reddito che non ha uno spazio preciso verrebbe inserita qua.
La persona fisica può percepire tutte le tipologie di reddito, tanto è che nel calcolo dell'IRPEF la persona fisica somma tutti i redditi. Ed è sulla somma dei redditi che si applica l'IRPEF.
Il reddito fondiario
Partiamo allora dal reddito più antico, quello più legato alla materialità: i redditi fondiari. Questi sono i redditi derivanti da terreni e fabbricati. Tutti i redditi conseguenza dell'utilizzo o del possesso o dello sfruttamento di un terreno o di un fabbricato sono redditi fondiari e
come tali soggetti all'IRPEF. La caratteristica principale dei redditi fondiari è quella di utilizzare un metodo di calcolo, di determinazione, del tutto particolare e unico nel nostro ordinamento: il catasto. Il catasto è l'archivio (che finalmente sta diventando informatizzato) di tutti i beni immobili presenti sul suolo statale. Il catasto non nasce con una funzione fiscale, ma nasce con una funzione pratica, esigenza che l'uomo ha sentito da quando ha superato l'età primitiva. Serve per dare certezza ai confini! Per non ammazzarsi ogni volta che nasce un dubbio. Tant'è che una forma di catasto la troviamo nel Codice di Hammurabi. Le città greche avevano un catasto (deriva infatti da katastikòn), e anche l'impero romano conosceva l'istituto civilistico in questione. La particolarità del catasto è che nel catasto ritroviamo accanto all'elenco dei beni immobili la rendita catastale, cheè l’elemento cruciale ai nostri fini. È il reddito medio-ordinario ritraibile da quell’immobile. Cioè il reddito che ordinariamente e normalmente si può ritrarre da quell’immobile o da quel terreno. Lo capiamo bene se guardiamo i terreni agricoli: la rendita catastale è il reddito medio-ordinario che un contadino medio (quindi né stacanovista né fannullone) potrà trarre dal possesso di quel campo. Quindi il catasto ci indica la rendita catastale che è il reddito medio ordinario. Poi noi siamo abituati ad avere un dato successivo: il valore catastale. Che è semplicemente un valore dato dall’applicazione di un quoziente alla rendita. A noi in realtà però interessa il reddito, non il valore. È così importante perché per tutti i beni immobili il reddito da dichiarare ai fini IRPEF è questo. In linea di massima, la particolarità del catasto attiene a questo,
al di là della semplificazione, il catasto garantisce anche una certa stabilità e prevedibilità per i contribuenti. Infatti, una volta stabilita la rendita catastale, questa rimane invariata per un determinato periodo di tempo, generalmente 5 anni. Ciò significa che il contribuente sa già in anticipo quale sarà il reddito da dichiarare e non dovrà preoccuparsi di eventuali variazioni o aggiornamenti annuali. Inoltre, il catasto permette anche di avere una base imponibile uniforme per tutti i contribuenti. Infatti, la rendita catastale viene determinata in base a criteri oggettivi e standardizzati, che tengono conto delle caratteristiche del terreno o dell'immobile, come la sua ubicazione, la superficie, la destinazione d'uso, ecc. Questo evita possibili disparità o arbitri nel calcolo del reddito da parte dei contribuenti. Infine, il catasto svolge anche una funzione di controllo e trasparenza. Essendo un registro pubblico, accessibile a tutti, permette di verificare e confrontare i redditi dichiarati dai contribuenti con quelli indicati nel catasto. In caso di discrepanze o possibili evasioni fiscali, le autorità competenti possono intervenire e effettuare controlli più approfonditi. In conclusione, il catasto rappresenta uno strumento fondamentale per la determinazione del reddito dei beni immobili iscritti, garantendo semplificazione, stabilità, uniformità e trasparenza per i contribuenti.è unincentivo alla produzione, perché Tizio che ha quel terreno sa che più produce meno paga, perché sesecondo la rendita catastale deve pagare 100 lui paga 100 anche se riesce a fruttare 1000! Per questostoricamente il nostro paese ha una tradizione secondo cui la rivoluzione industriala sarebbe natagrazie al catasto di Maria Teresa (impero austriaco), che era un catasto perfetto che ha consentito amolti di mettere da parte ingenti somme poi investite nella rivoluzione. Se il vantaggio è immediato,lo svantaggio è altrettanto speculare: chi per un qualsiasi motivo non percepisce alcun reddito dalsuo terreno dovrà pagare comunque. È l’altro lato della medaglia. Tant’è che laddove il catasto puòvenire criticato viene criticato a questo proposito, perché alla lunga può portare a un venir menodella proprietà. Se Tizio è proprietario di un terreno agricolo e ha solo quel reddito,
se non riesce apagare l'IRPEF è costretto ogni anno a vendere un pezzetto del suo terreno: si chiama erosionelegale. La particolarità del catasto è che si tratta dell'unico reddito calcolato forfettariamente. Tutti i redditi sono calcolati analiticamente, tranne il fondiario che fa riferimento a un criterio di media.
Certo, a livello astratto questo pone un problema, perché siccome sappiamo che l'IRPEF colpisce la somma di tutti i redditi, noi in quella somma troviamo delle grandezze di tipo diverso. O meglio, conteggiate in maniera diversa. La grandezza che noi chiamiamo reddito complessivo lordo è composta da alcuni redditi composti in maniera analitica e da un reddito composto in maniera forfettaria: è una cosa che fa storcere il naso, perché sono calcolate in maniera diversa ma scontano la stessa imposta. In ogni caso, nel catasto prevale l'esigenza di semplificazione e quindi questo basta per considerarlo.
ragionevole e legittimo. Nel catasto c'è anche chiaramente un forte incentivo alla produzione agricola, perché il catasto ha delle rendite catastali che sono molto basse rispetto ai valori di mercato. Lo stesso accade per beni immobili: se noi andiamo a ricostruire il valore catastale degli appartamenti è molto più basso del valore di mercato. Un appartamento da 3 milioni a Milano ha una rendita catastale di 200 mila euro circa. Questo per un occhio di favore verso la proprietà immobiliare, particolarmente rilevante nel nostro paese. Poi c'è il tema dell'aggiornamento del catasto, perché è chiaro che questo sistema intanto è ragionevole, equilibrato e corretto in quanto è aggiornato costantemente. Ci sono zone delle città medio-grandi che in certi periodi hanno certo valore, poi per motivi economici, sociali o di vario tipo quegli immobili possono valere più o meno. Il catasto dovrebbe tenereconto di questi mutamenti. In realtà l'aggiornamento del catasto è un'opera immane e difficilissima, e questo si traduce oggi nel grande problema del catasto, cioè la difficoltà di aggiornamento. Probabilmente le cose cambieranno quando tutto il