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INDEBITA PERCEZIONE DI EROGAZIONI A DANNO DELLO STATO

Art. 316-ter

Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Salvo che il fatto costituisca il reato previsto dall'articolo 640-bis,

chiunque mediante l'utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di

documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante

l'omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o

per altri, contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni

dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo

Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee (innovazione del

1992) è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a

3999,96 euro si applica soltanto la sanzione amministrativa del

pagamento di una somma di denaro da 5.164 euro a 25.822 euro. Tale

sanzione non può comunque superare il triplo del beneficio

conseguito. 73

Ratio e interesse protetto:

lotta alle captazioni abusive di sovvenzioni pubbliche, anche a livello

sovranazionale (comunità europee)

interesse protetto: corretta gestione delle risorse pubbliche destinate a

 fini di incentivazione economica

Soggetto attivo

è un privato estraneo alla p.a.

 anche persone giuridiche ex art. 24 d. lgs. 231/2001

Condotta incriminata

forma commissiva: mediante l'utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di

documenti falsi o attestanti cose non vere

falsità: sia materiale sia ideologica e pertinente all’an o al quantum

 dell’erogazione

forma omissiva: ovvero mediante l'omissione di informazioni dovute

l’omissione ha rilevanza penale solo se vi è un obbligo giuridico di

 informazione previsto dalla normative in tema di erogazioni pubbliche

Elemento soggettivo

Dolo generico: rappresentazione della falsità delle dichiarazioni o dei

documenti, cui deve aggiungersi la volontà di utilizzarli al fine della

percezione di indebito;

nella versione omissiva è necessaria la consapevolezza e la volizione

della mancata informativa o dell’incompletezza dei dati forniti, dirette a

conseguire l’indebito

Consumazione e tentativo

consumazione: il reato si consuma nel momento e nel luogo in cui

 viene conseguita l’indebita erogazione

tentativo: ammissibile (e sono configurabili anche il recesso attivo e la

 desistenza volontaria)

3. Appropriazione indebita

La differenza principale dal Furto sta nella mancanza della sottrazione.

Presupposto necessario (collegato alla mancanza di sottrazione) è il possesso

preesistente e persistente fino all’appropriazione: non si configura

questo reato quando vi è coincidenza tra possesso e appropriazione.

Il possesso dev’essere fondato su un titolo qualsiasi (legge, contratto,

altra causa) purché lecito.

La condotta incriminata consiste nella mutazione del possesso in

appropriazione, nella volontà di conseguire un dominio definitivo sulla cosa di

cui si era semplice possessore (in senso penalistico).

74

Difficile è accertare il reato quando il possesso avviene su cose fungibili

come il denaro, perché il possederle equivale all’averne la proprietà con

l’obbligo di restituirne la stessa somma.

Tuttavia, nel diritto penale il concetto di altruità non coincide con quello

civilistico di proprietà bensì con l’interesse a mantenere un vincolo di

destinazione del bene che altri non deve violare, per es. spendendo per scopi

diversi il denaro in suo possesso.

Il dolo specifico consiste nel procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto.

Il tentativo è difficilmente configurabile per la stessa difficoltà di

accertamento del mutamento psicologico nel possessore.

4. Rapina.

Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante

violenza alla persona o minaccia, s'impossessa della cosa mobile

altrui, sottraendola a chi la detiene, è punito con la reclusione da

quattro a dieci anni e con la multa da euro 927 a euro 2.500.

Alla stessa pena soggiace chi adopera violenza o minaccia

immediatamente dopo la sottrazione, per assicurare a sé o ad altri il

possesso della cosa sottratta, o per procurare a sé o ad altri

l'impunità.

La pena è della reclusione da cinque a venti anni e della multa da euro

1.290 a euro 3.098:

1) se la violenza o minaccia è commessa con armi, o da persona

travisata, o da più persone riunite;

2) se la violenza consiste nel porre taluno in stato d'incapacità di

volere o di agire;

3) se la violenza o minaccia è posta in essere da persona che fa parte

dell'associazione di cui all'articolo 416bis;

3-bis) se il fatto è commesso nei luoghi di cui all’articolo 624-bis o in

luoghi tali da ostacolare la pubblica o privata difesa;

3-ter) se il fatto è commesso all’interno di mezzi di pubblico trasporto;

3-quater) se il fatto è commesso nei confronti di persona che si trovi

nell’atto di fruire ovvero che abbia appena fruito dei servizi di istituti

di credito, uffici postali o sportelli automatici adibiti al prelievo di

denaro;

3-quinquies) se il fatto è commesso nei confronti di persona

ultrasessantacinquenne.

Se concorrono due o più delle circostanze di cui al terzo comma del

presente articolo, ovvero se una di tali circostanze concorre con altra

fra quelle indicate nell'articolo 61, la pena è della reclusione da sei a

venti anni e della multa da euro 1.538 a euro 3.098

75

Le circostanze attenuanti, diverse da quella prevista dall’articolo 98,

concorrenti con le aggravanti di cui al terzo comma, numeri 3), 3-bis),

3-ter) e 3-quater), non possono essere ritenute equivalenti o

prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano sulla

quantità della stessa risultante dall’aumento conseguente alle

predette aggravanti.

***

La Rapina è considerata un reato complesso ex art. 84, composto da furto e

violenza privata.

Per effetto dell’art. 581 la violenza nella rapina può consistere nelle sole

percosse, ogni violenza più grave comporterà un concorso di reati.

L’art. 628 equipara la Rapina propria, in cui con violenza o minacce ci si

impossessa della cosa mobile altri, alla Rapina impropria commessa subito

dopo la sottrazione per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa o

l’impunità: il sottoporle ad un medesimo regime sanzionatorio viene messo in

discussione per la maggior gravità del secondo comportamento.

Il legislatore con L 23/06/2017, n. 103 (riforma Orlando) ha inasprito le pene

per questo reato, apportando, ad esempio, significativamente, una modifica

sulla pena minima prevista della fattispecie di cui al comma 3 dell’art. 628,

prevedendo una base di anni 5. Nella vecchia formulazione dell’articolo 628,

era previsto un minimo di mesi 6 di reclusione.

Rapina propria

4.1

La violenza (fisica) solo su persone e la minaccia (violenza psichica) su cose o

persone, possono ricadere sul possessore del bene o su terzi ad esso congiunti:

esse devono essere state realizzate dal soggetto attivo, altrimenti chi

 si approfitta di uno stato di paura, indotto da altri, commette il diverso

reato di Furto.

La Rapina è considerato un reato plurioffensivo: della proprietà, della libertà

di autodeterminazione, della integrità fisica.

Anche nella Rapina, la sottrazione (o spossessamento) ed

impossessamento rimangono distinti, ma a differenza del furto non è

necessario per l’impossessamento che venga meno il potere di sorveglianza

dell’originario possessore sulla cosa, in quanto violenza e minaccia rendono

superflua la sua presenza.

Altra differenza dal furto si ha nel concetto di detenzione che non è più

considerata come disponibilità potenziale sulla cosa bensì come disponibilità

materiale per la necessaria vicinanza fisica dei beni in questa tipologia di

reato. 76

Come nel furto non si ha rapina se il vantaggio che ne consegue non ha

natura economica, il profitto dev’essere ingiusto.

L’uso momentaneo della cosa sottratta esclude il reato di Rapina.

Sono previste tre aggravanti specifiche.

Rapina impropria

4.2

La minaccia o la violenza devono avvenire “immediatamente dopo la

sottrazione” per assicurare la contestualità e unicità del fatto.

In particolare quando il fine specifico del dolo consiste nel “assicurare a sé o ad

altri il possesso della cosa sottratta” la condotta coercitiva si collocherà

tra sottrazione e definitivo impossessamento della refurtiva.

Se il dolo è commesso per uno scopo diverso da quelli espressi dalla norma

non si ha reato di Rapina.

E’ pacifica la configurazione del tentativo di Rapina impropria quando

dopo la sottrazione, con l’uso di violenza o minaccia non si è conseguito lo

scopo previsto.

5. Truffa

Truffa comune

5.1 “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in

Art. 640 c.p.:

errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è

punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 51

euro a 1.032 euro.

La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da 309 euro a

1.549 euro:

se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico

 o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare;

se il fatto è commesso ingenerando nella persona offesa il timore di un

 pericolo immaginario o l'erroneo convincimento di dovere eseguire un

ordine dell'Autorità.

Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra taluna delle

circostanze previste dal capoverso precedente o un'altra circostanza

aggravante.” Tipologia di reato

5.1.1

Fattispecie a cooperazione artificiosa della vittima (non vi è solo un’aggressione

unilaterale da parte dell’agente [es. furto], ma è necessario che il soggetto

passivo cooperi alla produzione del danno)

5.1.2 Bene tutelato 77

Solo patrimonio (Fiandaca-Musco -> l. 689/1981: procedibilità a querela;

 tutela civilistica contro il dolo)

Solo libertà del consenso

 Patrimonio, ma anche libertà della vittima di disporre delle sue risorse

 senza fraudolente interferenze altrui (dottrina e giurisprudenza

prevalenti) -> ma cfr. infra

Patrimonio (e libertà di disporne), ma anche buona fede della vittima

 Buona fede del pubblico in generale -> critica: profilo pubblicistico ->

 incompatibile con la perseguibilità a querela introdotta co

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
115 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giovanni1989 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "Giustino Fortunato" di Benevento o del prof Oliva Nadia.