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CEDU - Lezione 15 novembre 2022

Lezione diritto unione europea - 17 novembre 2022

L'adesione dell'unione europea alla CEDU avviene con la conclusione di un trattato internazionale. L'Art. 219 TFUE conferisce all'unione la competenza a stipulare trattati internazionali.

I trattati internazionali conclusi dall'unione Europea si collocano in una posizione intermedia tra le fonti primarie e le fonti di diritto derivato. Da un lato, i trattati internazionali che conclude l'UE sono subordinati ai trattati istitutivi (TFUE, TUE), ovvero l'esercizio delle competenze internazionali dell'unione deve avvenire nel rispetto dei trattati istitutivi, sia per materia che per procedura (in questo caso la Corte ha un parere vincolante, se viene richiesto alla Corte di giustizia, il parere circa la compatibilità di un trattato). Tuttavia, i trattati internazionali sono al di sopra delle fonti di diritto derivato. L'Art. 216 par. 2 del TFUE stabilisce che

<< gli accordi conclusi dall'unione vincolano le istituzioni e gli stati membri >> questo cosa vuol dire ? che gli accordi internazionali costituiscono un cosiddetto Limite di legittimità degli atti di diritto derivato, ciò comporta che un atto di diritto derivato in contrasto con un trattato internazionale, può essere annullato. Come si concludono i trattati internazionali? art 218 TFUE, trattandosi di un accordo internazionale, la conclusione dell'accordo ha natura intergovernativa. L'attività negoziale non è portata avanti per forza dal consiglio. Nell'ambito della natura negoziale si tenta di arrivare a un compromesso tra le parti per arrivare a un testo di accordo, fintanto che la negoziazione non viene conclusa, il testo può sempre essere modificato, solo la firma porta alla fine della parte negoziale, il testo poi non può più essere modificato. Secondo l'art

218 per i trattati internazionali

Il consiglio autorizza i negoziati e definisce le direttive di negoziato (le direttive di negoziato cosasono? la posizione che deve portare avanti chi materialmente partecipa alla negoziazione). E' il consiglio stesso che su proposta del negoziatore, può autorizzare al firma del trattato, una volta firmato può notificare la conclusione dell'accordo: come viene notificata la conclusione dell'accordo? Previa approvazione del Parlamento. Di base nella conclusione di accordi internazionali, il consiglio delibera a maggioranza qualificata, delibera all'unanimità solo se l'accordo lo prevede in modo specifico per alcuni accordi specifici: di associazione, di adesione, l'accordo sulla adesione dell'UE alla CEDU. Non è detto che l'accordo internazionale concluso dall'unione produca effetti diretti (il poter invocare le disposizioni davanti ad un giudice), i destinatari

di questi diritti per far valere i diritti che deriva da quella norma cosa fanno? si ricorre ad un giudice per far valere i diritti. Se il trattato entra in vigore, le persone possono impugnare le disposizioni davanti al giudice? dipende; il fatto che produce effetti vincolanti, ovvero che sia stato adottato del diritto internazionale e che faccia parte dell'ordinamento giuridico dell'unione, non vuol dire che debba automaticamente produrre effetti diretti. Il fatto che l'accordo sia stato concluso, sia entrato in vigore, è sia entrato a far parte dell'ordinamento giuridico dell'unione, non vuol dire che i singoli possano immediatamente e direttamente invocare quelle norme in giudizio. Perché? È possibile invocare direttamente quelle norme in giudizio aa alcune condizioni- Che quelle norme che il singolo intende invocare in giudizio, contengano un obbligo chiaro e preciso. Andando avanti nelle fonti, vediamo il che per semplificare,lo suddividiamoDiritto derivatoin 2 categorie di atti: atti tipici e atti atipici Partiamo da un concetto basilare: le fonti di diritto derivato, vengono chiamate così, perché sono fonti che derivano dall'attività normativa delle istituzioni e trovano la propria legittimazione nei trattati stessi. Perché distinguiamo le fonti tipiche da quelle atipiche? perché definiamo quelle tipiche, una serie di fonti espressamente indicate nei trattati e nell'art. 288 del TFUE . Prendiamo in considerazione la natura degli atti in questione: natura legislativa, natura di atto delegato, natura di atto di esecuzione. Perché la natura di un determinato atto dell'unione, non dipende dalla denominazione assunta dall'atto stesso ma dalla procedura con cui vengono adottati alcuni atti. Quando parliamo di Formattazione del testo

Regolamenti o direttive, solitamente li associamo ad un atto legislativo dell'Unione Europea, ciò però non è sempre vero, pensiamo ai regolamenti interni delle istituzioni. La natura degli atti tipici dipende dalla natura con cui avviene il processo decisionale:

  • Gli atti legislativi sono quelli che vengono adottati secondo una procedura legislativa.
  • Gli atti delegati sono quelli disciplinati dall'art. 290 del TFUE e sono atti emanati su delega di un atto legislativo per atti non legislativi di portata generale, che integrano o modificano determinati elementi non essenziali dell'atto legislativo. Questo atto può quindi completare o modificare gli aspetti marginali di un atto legislativo.
  • Gli atti di esecuzione sono sempre competenze riservate alla Commissione, attraverso questa si dà esecuzione a talune norme previste nell'atto adottato.

Gli atti tipici quindi sono quelli espressamente indicati nell'art. 288 del TFUE.

TFUE, tali atti assumono una diversa natura, a seconda della procedura con cui sono adottati: legislativi, delegati e di esecuzione. L'atto legislativo è quell'atto attraverso cui si regolamenta un determinato settore di competenza dell'Unione Europea, ha quindi una portata generale rispetto agli altri due. Gli atti tipici si differenziano tra loro in base agli effetti che producono: che effetti produce questo atto nei confronti dei soggetti destinatari, o degli stati membri? In base a questo si valutano le caratteristiche dell'atto (destinatari e gli effetti che produce nei loro confronti): atto attraverso il quale, la normativa europea si sostituisce integralmente alle norme nazionali, nel settore da essa regolato. Il regolamento ha portata generale, ovvero non identifica dei destinatari precisi, non si rivolge ad un numero di destinatari limitato, ma si rivolge a un numero indeterminato e astratto di destinatari.elemento tipico del regolamento è quello che è obbligatorio in tutti i suoi elementi, ovvero, non può essere espletato solo in parte. Ultima caratteristica del regolamento, e che il regolamento sia direttamente applicabile, ovvero, nel momento in cui viene adottato dalle istituzioni dell'unione, stati non devono adottare nessun atto di recepimento, entra direttamente a far parte dell'ordinamento degli stati membri, producendo effetti diretti, ovvero può essere invocato in giudizio dai privati (crea diritti e obblighi anche per privati). Direttiva: lascia più ampia discrezionalità agli stati. Si differenza dai regolamenti perché esprime un sistema di funzionamento dell'unione articolato sulla ripartizione del potere tra gli stati membri e L'Unione europea. A differenza del regolamento, la direttiva non è direttamente applicabile, la direttiva necessita di un atto di recepimento, da un atto

armonizza le legislazioni nazionali (fare un'attività che tende a rendere le legislazioni differenti, più uniformi) da un altro lato, lascia agli stati un certo margine di discrezionalità rispetto alla disciplina specifica che avevano adottato. Con l'atto di recepimento, lo stato stabilisce i mezzi con cui raggiungere i risultati previsti dalla direttiva. La direttiva deve essere recepita entro un termine espressamente indicato dalla direttiva stessa. Se lo stato non la adotta, compie una violazione del diritto dell'unione (ad esempio l'Italia spesso non le adotta a causa delle tempistiche troppo brevi per adottarle).

Lezione 21 novembre 2022

Il regolamento è la massima espressione della cessione di sovranità degli stati verso l'Unione europea, là dove l'Unione agisce tramite regolamento, si sostituisce allo stato membro, che si può solo limitare ad attuarlo. Nella direttiva, la distinzione tra

diretta applicabilità ed efficacia indiretta è più importante rispetto ai regolamenti. A differenza del regolamento, è espressione della condivisione di responsabilità tra Direttive, l'Unione e gli stati membri, perché sotto un profilo nozionistico, la direttiva vincola lo stato membro a cui è rivolta, per quanto riguarda il risultato da raggiungere, lasciando però agli organi nazionali la discrezionalità in merito ai mezzi e alla forma da adottare per raggiungere quel risultato (indica gli obiettivi, ma lascia libertà per gli strumenti da usare per raggiungerli). La direttiva vincola lo stato membro a cui è rivolta, perché può essere indirizzata sia a tutti gli stati membri che solo ad alcuni, nella prassi, è sempre rivolta a tutti gli stati membri, tranne alcune particolarità. Sempre nella prassi, questa discrezionalità lasciata agli stati nella forma e imezzi per raggiungere gli obiettivi, e più ridotta di quanto si pensi, hanno infatti un impianto abbastanza dettagliato: una buona parte delle norme presenti nelle direttive hanno contenuto preciso, e si restano ad essere applicate anche senza che il loro contenuto venga completato. Ci dobbiamo porre due problemi: come viene recepita la direttiva? esiste uno strumento tipico di recepimento della direttiva? il diritto dell'unione non prevede nulla di specifico, è la stessa Corte di giustizia a chiarire più volte come non sussista l'obbligo di adottare uno specifico atto legislativo per recepire la direttiva, la corte di giustizia ha chiarito due punti - Che nel recepire la direttiva è nell'attuarla nell'ordinamento nazionale, ciascuno stato deve garantire la chiarezza e la certezza delle situazioni giuridiche volute dal legislatore dell'unione: in fase di trasposizione nell'ordinamento interno della direttiva, il

legislatorenazionale deve garantire che gli obiettivi che il legislatore dell’unione si era prefissato di raggiungere attraverso l’adozione della direttiva, vengano raggiunti.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
18 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elenavalente di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto e istituzioni dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Battaglia Massimo.