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CAP 3 - LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE E LA CITTADINANZA EUROPEA
Libertà di circolazione e stabilimento delle persone
Inizialmente, la libera circolazione delle persone era concepita come funzionale alla realizzazione del mercato unico: era perciò finalizzata a rendere possibile ed agevolare i cittadini nell'esercizio di un'attività oltre i confini nazionali.
L'idea dei padri fondatori era che si liberalizzasse la circolazione delle persone, al fine di consentire a quei lavoratori, che non trovando lavoro localmente, in quanto residenti in regioni più svantaggiate dell'Europa, di spostarsi più agevolmente in altri paesi della comunità economica europea.
Esempio: il lavoratore del sud d'Italia poteva andare a lavorare al nord ma anche in Germania. Quindi non poteva circolare chiunque, ma solo chi svolgeva un'attività economica.
Trattato di Maasticht e cittadinanza europea
Il Trattato di Maasticht (1991) ha introdotto la cittadinanza europea, che attribuisce ai cittadini dell'Unione
il diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. Oggi quindi non vi deve più essere necessariamente uno stretto legame tra libera circolazione delle persone e lo svolgimento di attività economiche. La libera circolazione delle persone nell'originario Trattato CEE In origine, le norme del trattato CEE non riguardavano la persona in quanto tale, bensì in quanto esercita un'attività economicamente rilevante soggetto che e si estendevano solo ai familiari più stretti. 3 ipotesi principali Le disciplinate dal trattato del 1957 erano: - lavoro subordinato, quindi lo spostamento dei lavoratori dipendenti (es. l'operaio, l'impiegato, chiunque lavora per un'organizzazione o per altri soggetti) - lavoro autonomo, quindi coloro che non sono alle dipendenze di altri soggetti (es. l'avvocato, il consulente, il professionista). Nel linguaggio del trattato il diritto di soggiorno e circolazione del lavoratoreautonomo o nella prestazione di servizi. Il diritto di stabilimento si riferisce al diritto di localizzarsi in modo stabile nel territorio di un diverso Stato membro. Ad esempio, se un consulente informatico si sposta dall'Italia, sua sede principale, in Germania per svolgere la sua attività a titolo principale o secondario, questo è un diritto di stabilimento perché lui va in Germania e crea lì una sede. D'altra parte, la prestazione di servizi si riferisce alle attività economiche che sono prestate in modo occasionale in uno Stato membro diverso da quello di stabilimento. Ad esempio, lo stesso soggetto può avere base in Italia e recarsi occasionalmente per 2 giorni in Germania per svolgere una consulenza. In questo caso, il soggetto sta svolgendo una prestazione di servizi perché svolge un servizio per altri soggetti, non in forma stabile ma occasionale. Concettualmente, l'attività è la stessa, però a seconda della stabilità o meno rientra nel diritto di stabilimento autonomo o nella prestazione di servizi.lavoratore autonomo o nella prestazione di servizi, che sono regolamentate in modo diverso dal trattato. Queste sono 3 situazioni diverse di soggetti che esercitano un'attività economicamente rilevante, che vengono disciplinate nel trattato CEE (oggi nel TFUE) con gruppi di norme diverse. A questa impostazione, a partire dagli anni '90, si è sovrapposta la regolamentazione della cittadinanza europea e dei relativi diritti dei cittadini. Nell'intermezzo, prima di arrivare alla cittadinanza, è intervenuta la Corte di Giustizia cercando di interpretare in modo estensivo i concetti di lavoratore e di soggetto che esercita un'attività economicamente rilevante. Il contributo della Corte di Giustizia La giurisprudenza della Corte di Giustizia ha contribuito ad ampliare il più possibile la sfera dei soggetti ammessi a beneficiare della libera circolazione. Come? Interpretando estensivamente le categorie di persone espressamente indicate eacquisto di beni o servizi presso esercizi commerciali o all'andare come clienti presso un consulente o come pazienti presso un medico in un altro paese dell'Unione Europea. In questi casi, la Corte ha stabilito che tali spostamenti rientrano nella libera circolazione dei cittadini europei e non possono essere ostacolati da restrizioni o discriminazioni. In sintesi, la libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione Europea è un principio fondamentale che consente ai cittadini di spostarsi liberamente per motivi di lavoro, studio, acquisti o cure mediche. La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha svolto un ruolo cruciale nel definire e garantire l'applicazione di questo principio, ampliando il concetto di attività lavorativa e equiparando gli studenti ai lavoratori.medico, che rientrano nell'ambito del diritto di circolazione. Il contributo del diritto derivato Il diritto derivato (diritto secondario) ha ulteriormente contribuito ad estendere i benefici connessi alla libertà di circolazione ad altre categorie. In particolare nel 1990 sono state adottate 3 direttive: - diritto di soggiorno generalizzato: una stabiliva le regole per riconoscere un diritto di soggiorno per i cittadini europei - diritto di soggiorno dei pensionati: una si occupava del diritto di soggiorno dei lavoratori salariati (lavoratori dipendenti) e non salariati (lavoratori autonomi) che hanno cessato la propria attività professionale - diritto di soggiorno per gli studenti: una istituiva il diritto di soggiorno per gli studenti Le due categorie che ebbero un beneficio immediato furono i pensionati e gli studenti perché nessuna di queste era riferibile ad un lavoratore. Questa fu la prima apertura rispetto a categorie non inizialmente previste dai trattati alle quali venneRiconosciuta dal diritto derivato la possibilità di circolazione e soggiorno. Poi c'è stato un ulteriore passaggio: la direttiva 2004/38/CE che ha riunito in un unico testo il diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e soggiornare nel territorio degli Stati membri.
La libera circolazione delle persone oggi
Se guardiamo il TFUE oggi, troviamo vari gruppi di norme importanti. L'art. 18 TFUE vieta ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità. Quindi, qualsiasi cittadino che si sposta nell'UE è tutelato dall'art. 18 in base al quale nessuno Stato membro può discriminare i cittadini di altri Stati membri imponendogli un trattamento disfavore rispetto a quello prescelto per gli altri cittadini.
Nel trattato vi sono le norme sulla cittadinanza europea, che sono state introdotte originariamente negli artt. 20-25 con il trattato di Maastricht del '91 e poi sono state...
cristallizzate nel TFUE agliQueste norme non esistevano nel trattato originario.Poi ci sono 3 gruppi di norme dedicate a quelle 3 categorie di soggetti economicamente rilevanti,che invece erano già previste nel Trattato di Roma del 57 e che sono state semplicementeriadattate al contesto del TFUE con quasi nessuna modi ca.Abbiamo quindi:- artt. 45-48 TFUE relativi ai lavoratori (il trattato si riferisce ai lavoratori dipendenti)- artt. 49-55 TFUE relativi al diritto di stabilimento (si parla di libera circolazione e stabilimentodei lavoratori autonomi)- artt. 56-62 TFUE relativi alla prestazione di serviziLe norme del Trattato che disciplinano la materia della libera circolazione delle persone hannoe etto diretto.Quindi i cittadini possono farle valere direttamente davanti ai Tribunali nazionali degli Stati membriin caso di violazione delle stesse da parte di normative nazionali.Art. 18 TFUE: il divieto di discriminazione in base alla nazionalitàIl godimento dellalibertà di circolazione e di soggiorno, così come, più in generale, dello status di divieto di discriminazione sulla base della nazionalità. I cittadini dell'Unione sono collegati al "Tutti i cittadini europei hanno il diritto a non essere discriminati in base alla loro nazionalità e a ricevere, a parità di condizioni, lo stesso trattamento nazionale dei cittadini dello stato membro sul cui territorio si trovano". Esempio: se è previsto che ci voglia l'equivalente di un diploma di scuola superiore per accedere a un concorso pubblico, questo stesso requisito deve essere imposto ai cittadini italiani e anche ai cittadini provenienti dagli altri Paesi membri dell'Ue. Il divieto di discriminazione in base alla nazionalità non riguarda solo le cose più importanti come l'accesso al lavoro, il trattamento economico, i trattamenti accessori, ma anche cose più banali come tariffe agevolate nei trasporti, nelleattività di svago, ecc. Questo principio non ci dice il livello di trattamento che lo Stato deve operare. Ma impone allo Stato di garantire parità di trattamento al soggetto italiano e a quello proveniente da un altro paese membro.
Art. 20.1 TFUE: la cittadinanza europea
L'art. 20 TFUE riproduce la disposizione introdotta col Trattato di Maastricht che prevede la cittadinanza europea.
In particolare, ai sensi dell'art. 20.1 TFUE:
"È istituita una cittadinanza dell'Unione. È cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dell'Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce".
Unica condizione per essere cittadino dell'Unione: avere la cittadinanza di uno Stato membro. Se si perde la cittadinanza dello Stato membro si perde anche quella europea. È una cittadinanza aggiuntiva a quella nazionale. Non esistono criteri autonomi.
di acquisto della cittadinanza europea. Non è possibile fare domanda per avere la cittadinanza europea, ma occorre fare domanda per avere la cittadinanza nazionale di uno degli Stati membri per ottenere di conseguenza quella europea.
Esempio: il caso dei cittadini dell'America latina. In questi paesi c'è stata una fortissima migrazione italiana nel '900. Molti di questi soggetti avevano nonni italiani. In base a una legge italiana di qualche anno fa, chi aveva almeno un nonno italiano poteva chiedere il riacquisto della cittadinanza italiana. Quindi molti cittadini del Brasile, dell'Argentina, ecc hanno chiesto la cittadinanza italiana al fine di ottenere la cittadinanza europea, perché poi magari andavano a lavorare in Spagna o Portogallo.
La cittadinanza europea può essere molto vantaggiosa perché consente di poter circolare e soggiornare in tutto il territorio dell'UE. Però o