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AUTOTRASPORTO DI COSE IN CONTO PROPRIO
Legge 298 del 1974
A differenza dell’altra fattispecie questa è rimasta immutata nel tempo, con un'attività di
trasporto merci svolte dalla stesse realtà commerciali che hanno la necessità di trasferire
le realtà
le proprie merci, si tratta di un trasporto diretto delle merci nel senso che
commerciali provvedono a trasportare le proprie merci senza ricorrere ad
un'impresa di trasporto esterna, perché tali realtà trasferiscono le merci avvalendosi
della propria organizzazione, propri mezzi e personale. In questo caso non c’è un contratto
di trasporto per via dall’essenza del vettore.
esempi: Algida, granarolo, mondo convenienza, esselunga
Per quanto riguarda la disciplina, la legge del 1974 richiede la sussistenza di alcuni
elementi necessari per ravvisare la fattispecie in esame.
Innanzitutto occorre avere mezzi di trasporto di proprietà o in usufrutto, è estesa anche ai
mezzi con contratti di leasing, i conducenti inoltre dovrebbero essere dipendenti
dell'azienda, un’altra condizione è l’esistenza di un legame tra le merci trasportate e
l’impresa , nel senso che le merci trasportate devono essere prodotte, vendute, lavorate ,
trasformate, tenute in deposito. Infine l'attività di autotrasporto deve essere
complementare e accessoria rispetto all’attività principale quindi deve essere un attività
secondaria
Cosa occorre per svolgere tale attività?
Occorre ottenere un apposita licenza rilasciata dalle province, una volta ottenuta si viene
iscritti in appositi elenchi.
In caso di controllo bisogna esibire determinati documenti
- la licenza
- un elenco delle cose che devono essere trasportate e deve coincidere con quanto
previsto dalla licenza
- il documento che attesta il legame tra l’impresa e le merci
-
In caso di irregolarità ci saranno delle sanzioni amministrative previste dalla
normativa, la sanzione più rigosa in caso di irregolarità estrema è la revoca della
licenza e quindi la cancellazione dall’elenco e quindi la sospensione dell’attività.
La ciclologistica
E’ un fenomeno che si è diffuso in italia negli ultimi anni per soddisfare esigenze di mobilità
sostenibile, per ciclologistica si intende un servizio di trasporto merci che viene effettuato
Cargo Bikes , si tratta di mezzi
medianti l’impiego di appositi mezzi come le bici da carico
dotati da un apposito contenitore, utilizzati per la “logistica dell’ultimo miglio”. Nascono in
inghilterra all’inizio dell’800 alla fine di questo secolo erano utilizzati per trasportare la
posta, nel tempo si sono sviluppate e in Europa sono iniziate ad essere utilizzate non solo
per il trasporto di documenti ma anche per altre tipologie di merce. In europa il primo
modello è stato sviluppato in danimarca negli anni ‘70.
Si tratta di un fenomeno che ha interessato non solo l’europa ma anche gli Stati Uniti dove
si è affermata negli anni ‘70 quando sono nati i “bike messenger”, erano corrieri che in
grandi metropoli utilizzavano le biciclette per trasportare i documenti o merci piccole.
Logistica dell‘ultimo miglio= si intende la fase finale del trasporto.
consegnare la merce all'interno di centri urbani può risultare non agevole a causa del
traffico, soprattutto per via delle zone di ztl che impediscono il passaggio. Alla luce di
queste criticità la ciclologistica è nata perchè presenta diversi vantaggi.
Vantaggio
- Innanzitutto è quello di rendere efficiente la distribuzione delle merce all'interno dei
contesti urbani.
- Sono mezzi poco costosi
- Esenti da bollo, patente di guida, assicurazione, carburante e tariffe di sosta
- Soddisfano esigenze di mobilità sostenibile in quanto comportano una riduzione
delle emissioni nocive e dei consumi energetici
Sono tante le imprese di trasporto che hanno indotto questo nuovi mezzo di trasporto,
come Bartolini, DHL, TNT e UPS
In italia la cargo bikes vengono utilizzate anche per il trasporto di merce di grande
dimensioni massimo 200 kg.
le Cargo Bikes ancora oggi possano dare origini ad alcune problematiche di natura
giuridica, sono riconosciute a livello normativo?
Innanzitutto occorre richiamare una norme del codice della strada, che prevede
espressamente la necessità di promuovere l’utilizzo delle biciclette, negli ultimi anni a
livello europeo sono stati organizzati dei progetti che hanno previsto il coinvolgimento di
molte città europee e italiane volti a verificare la fattibilità dell'utilizzo di tale trasporto.
Alla luce degli studi in materia è emerso che più della metà delle merci potrebbe essere
trasferito mediante l'utilizzo di biciclette.
A livello nazionale esistono leggi che favoriscono l’utilizzo della bicicletta mediante la
creazione di appositi itinerari ciclabili oppure apposite soste destinate alle bici per favorire
lo scambio tra un mezzo motorizzato e una bici da carico .
2/11
I PORTI
I porti italiani hanno un ruolo molto importante nell'ambito dei collegamenti marittimi.
in che maniera il legislatore ha cercato di favorire lo sviluppo dei porti italiani?
Nozione di porto:
Il bene porto è un bene demaniale, in particolar modo è considerato del DEMANIO
MARITTIMO, cioè di proprietà pubblica in quanto soddisfa i bisogni della collettività a
livello marittimo. Tale nozione è presente sia nell’art 822 del cc che nell’art. 82 del c.n.
entrambe le norme conducono il bene porto nella sezione di beni demaniali marittimi
senza darne una definizione chiara e precisa di porto, quindi ad oggi c’è una lacuna
normativa.
Beni demaniali= beni di proprietà pubblica, appartengono allo stato, alle regioni e ai
comuni. Quando però si prende in considerazione il settore dei trasporti in via generale il
porto non è l’unico bene demaniale nel senso che esistono altri beni demaniali come per
esempio le ferrovie, le strade, le autostrade, le spiagge, i fiumi e i laghi.
Perché questi beni appartengono allo Stato?
Si tratta di beni di proprietà pubblica perché soddisfano interessi pubblici, cioè gli interessi
della collettività.
Regole:
- In via generale i beni demaniali non possono essere venduti ai soggetti privati,
devono rimanere di proprietà pubblica. Possono diventare privati non a seguito di
un contratto di compravendita ma a seguito di una particolare procedura
“Sdemanializzazione”.
amministrativa chiamata:
- I soggetti privati non possono comprare tali beni ma possono gestirli. Come fanno?
Con la cosiddetta “concessione”. Es. i bagnini possono gestire le spiagge che
comunque non sono di loro proprietà a fronte di una apposita CONCESSIONE.
Come si fa a distinguere un bene demaniale marittimo da un altro bene demaniale?
Esiste un elemento che fa questa distinzione, in particolare i beni del demanio marittimo
soddisfano sempre gli interessi della collettività ma legati al settore della navigazione,
secondo gli studiosi infatti tali beni soddisfano i cosiddetti “usi pubblici del mare”.
Es. Balneazione, turismo, la pesca, la difesa del mare e l’estrazione delle risorse
marittime.
Le nozioni di porto possono essere costruite tramite le soluzioni degli studiosi in materie
sono stati accolti diversi indirizzi interpretativi
. 1. Primo indirizzo interpretativo
il porto doveva essere individuato esclusivamente sulla base di elementi naturali,
cioè sulla base della conformazione del territorio. Ecco che il porto dovrebbe essere
definito come un luogo idoneo alla movimentazione delle navi quindi un luogo che
consenta alle navi di uscire di approdare e di trovare rifugio. Si tratterebbe di un
luogo naturalmente deputato alla movimentazione delle navi e a offrire rifugio ai
mezzi di trasporto, nel senso che deve essere definito come quel luogo formato da
un tratto di costa e della sussistenza del mare.
Occorre tuttavia effettuare una comparazione tra il bene porto e la spiaggia, essa
potrebbe fornire rifugio o movimentazione delle navi? la risposta è si, può avere le
stesse funzioni del porto.
La spiaggia però è comunque considerata un bene separato dal porto, ciò che li
distingue sono gli elementi che troviamo all’interno del porto che sono elementi
artificiali.
2. Secondo indirizzo interpretativo
secondo la nozione attuale di porto ad oggi si caratterizza per le opere costruite
dall’uomo ed è quello che lo fa distinguere dalla spiaggia, tali opere non annullano
gli elementi naturali della costa infatti è considerato ad oggi sia naturale che
artificiale.
Il principio per cui il porto è di proprietà pubblica è un principio che vale per i porti
commerciali quindi destinati alle navi merci e navi passeggeri. Quando si parla di porti si
parla di demanio necessario nel senso che da sempre i porti sono sempre stati
considerati beni necessariamente demaniali, di proprietà pubblica a differenza degli
aeroporti in cui si parla di demanio eventuale quindi non necessario in quanto possono
essere anche di natura privata.
Negli ultimi anni la polizia amministrativa è intervenuta in materia individuando una deroga
al principio della demanialità dei porti, infatti hanno individuato una fattispecie di porti che a
loro avviso non può essere considerata di proprietà pubblica ma privata. Si fa riferimento
alle darsene scavate a secco, porti privati.
Cosa sono?
Sono porti artificiali, realizzati su proprietà privata con canali di comunicazione sul
mare, vengono effettuate delle buche in maniera tale da far confluire l’acqua del mare
all’interno di tali cavità dando così origine al porto, questi porti sono principalmente turistici.
Perché sono stati considerati porti privati?
L’agenzia del demanio è intervenuta in materia chiedendo a tutti i gestori delle darsene
scavate a secco il pagamento dei canoni demaniali, sul presupposto che tali beni fossero
beni demaniali in quanto appunto porti. Sono nate delle controversie che sono state risolte
in maniera diversa tra i giudici. In materie è stato accolto un indirizzo dominicale in cui si
pensa che queste non debbano essere considerate beni demaniali.
Solitamente i giudici richiamano la giustizia resa dalla Sicilia nel 2009 che viene usata
come esempio, innanzitutto i giudici hanno detto che si trattava di beni privati perché
vengono realizzati in terreni privati.
L’agenzia del demanio sostiene che i terreni in questione diventano demaniali nel
momento in cui vengano toccati dall’acqua del mar