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RETRIBUZIONE
La retribuzione è una parte fondamentale del diritto del lavoro, poiché è la causa del contratto
individuale di lavoro, è il diritto fondamentale del lavoratore ed è l’obbligo fondamentale del datore
di lavoro. È anche ciò che permette al lavoratore di avere una vita dignitosa.
È ciò che riceve in cambio di lavoro e quasi sempre l’unica forma di sostentamento per sé e per i
suoi familiari.
Le fonti della retribuzione: la retribuzione trova le sue fonti normative sia nel codice civile che nella
costituzione. Art.36 della Costituzione, primo comma (Il lavoratore ha diritto ad una
retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad
assicurare a se' e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa), in cui si evince proprio al diritto
irrinunciabile della retribuzione. Infatti, se ci fosse una rinuncia del lavoratore alla retribuzione, c’è
una norma che le classifica come non valida. I due parametri di retribuzione sono la proporzionalità
alla quantità e qualità del lavoro=proporzionata alla mansione alla quale il lavoratore è stato adibito
e che essa sia comunque sufficiente per assicurare a se e alla sua famiglia un’esistenza libera e
dignitosa. , ; e l’articolo 2099 del codice civile ( La retribuzione del prestatore di lavoro può essere
stabilita a tempo o a cottimo e deve essere corrisposta nella misura determinata dalle norme
corporative, con le modalità e nei termini in uso nel luogo in cui il lavoro viene eseguito).
I sistemi di retribuzione: - a tempo= si paga in base all’orario di lavoro. Può essere data
settimanalmente (salario), o mensile (stipendio)
- Retribuzione a cottimo: la retribuzione si basa sulla quantità dei pezzi prodotti, sul risultato
della prestazione di lavoro, poiché le ore non vengono conteggiate, no controllo diretto del
datore di lavoro. Come si definisce il cottimo? Anche questa tariffa è scritta nei contratti
collettivi. Questo tipo di retribuzione è vietato per gli apprendisti, perché appunto stanno
imparando e non gli può essere chiesto un minimo. L’obbligo del cottimo è previsto nel
lavoro a domicilio.
- Retribuzione con partecipazione agli utili o ai prodotti dell’impresa: una percentuale dei
prodotti viene data al lavoratore. Non è quasi mai una forma esclusiva di retribuzione ed è
poco diffusa, anche perché il lavoratore non ha un potere diretto di effettivo controllo.
- Retribuzione in natura: è tipica nell’agricoltura. È stagionale, corrisponde esempio al vitto,
ai pasti e anche questa non è esclusiva. Retribuzione in natura può essere considerata anche
la concessione di benefici (es. stipulazione di polizze assicurative)
- Retribuzione a provvigione: è il corrispettivo tipico nel contratto di agenzia ed è applicabile
al lavoro subordinato esclusivamente quando il lavoratore sia addetto a mansioni che
implichino la promozione della vendita di beni e servizi, es. i rappresentati dei prodotti.
Questi lavoratori vengono retribuiti sulla percentuale dei prodotti venduti.
BUSTA PAGA
C’è una retribuzione lorda, cioè quella che spetta per quella mansione. Ci sono poi gli eventuali
scatti di anzianità= un minimo aumento nella retribuzione ogni 3,4 anni.
C’è poi la voce della contingenza, che dovrebbe adeguare la condizione in base all’andamento dei
prezzi.
La tredicesima: non tutti i lavori hanno diritto alla tredicesima (in alcuni anche alla
quattordicesima). Oppure ci possono essere delle maggiorazioni per il lavoro straordinario o festivo,
oppure incentivi di produttività.
Il netto da pagare è molto inferiore perché vengono tolte le quote dei contributi e delle tasse. Anche
queste quote (es. fiscali) sono molto variabili.
Es. lavoratrici che hanno figli diverse da chi non le ha (variazioni che sono apparentemente neutre
ma poi diverse per ogni lavoratore perchè riguardano il personale di ciascuna persona).
Perché si tolgono i contributi? Si tolgono per le pensioni per coloro che sono in pensione adesso.
(principio di partizione).
TFR Che cos'è? È il trattamento di fine lavoro, quantità di denaro dado quandp si cessa il rapporto
di lavoro. (2120 del codec civile), prima si chiamava..
Come si capisce quale sarà il nostro TFR? È un calcolo matematico che si fa su tutte le retribuzioni
percepite in un anno divise per 13,5 (è una media tra 13 e 14, poiché molti rapporti di lavori hanno
anche la tredicesima e la quattordicesima).
L’anticipazione del tfr puo essere richiesta solo una volta e dai lavoratori che lavorano da minimo 8
anni presso lo stesso luogo di lavoro. Se lo chiedo in anticipo mi viene dato un 70% del tfr maturato
fino a quel momento. E in più si deve specificare il motivo della volontà dell’anticipo del tfr (es.
comprare casa, spese mediche)
IL LUOGO DELLA PRESTAZIONE
Di norma, il luogo di esecuzione della prestazione lavorativa è determinato contrattualmente e
coincide con la sede dell’impresa o con una delle sue articolazioni organizzative. Può però
coincidere con il domicilio del lavoratore, in cui si applica la disciplina del lavoro a domicilio o
quando si svolga al di fuori di locali dell’azienda (es. telelavoro).
Modifica provvisoria: trasferta. Il lavoratore ha diritto al rimborso delle spese sostenute per la
trasferta.
Modifica definitiva: trasferimento. Le ragioni tecniche, organizzative e produttive necessarie ai fini
del trasferimento devono essere comprovate.
Distacco o comando: si ha quando un datore di lavoro, per soddisfare un proprio interesse, pone
temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di un altro soggetto per l’esecuzione di una
determinata attività lavorativa. È pertanto legittimo se a) sia disposto per soddisfare un interesse del
datore di lavoro distaccante, b) sia temporaneo, c) avvenga per lo svolgimento di una determinata
attività lavorativa. Anche il distacco è espressione tipica del potere direttivo dell’imprenditore.
Tuttavia, nel caso in cui comporti un mutamento delle mansioni è richiesto il consenso del
lavoratore.
L’ORARIO DI LAVORO (tempo della prestazione di lavoro)
La disciplina vigente detta una regolamentazione generale dell’organizzazione degli orari di lavoro
applicabile a tutti i settori di attività pubblici e privati. Solo alcune deroghe (es. per dirigenti, la cui
durata dell’orario di lavoro non è misurata o predeterminata o può essere determinata dai lavoratori
stessi).
La Costituzione prevede che la durata massima della giornata lavorativa è stabilita nella legge.
(articolo 36). in più diritto alle ferie che non possono essere rinnegate.
Art.2107: La durata giornaliera e settimanale della prestazione di lavoro non puo' superare i limiti
stabiliti dalle leggi speciali o dalle norme corporative.
Art. 2108: In caso di prolungamento dell'orario normale, il prestatore di lavoro deve essere
compensato per le ore straordinarie con un aumento di retribuzione rispetto a quella dovuta per il
lavoro ordinario.
Il lavoro notturno non compreso in regolari turni periodici deve essere parimenti retribuito con
una maggiorazione rispetto al lavoro diurno.
I limiti entro i quali sono consentiti il lavoro straordinario e quello notturno, la durata di essi e la
misura della maggiorazione sono stabiliti dalla legge o dalle norme corporative.
Il lavoratore ha diritto durante la giornata lavorativa ha 11 ore di riposo; quindi, al massimo si può
lavorare per 13 ore. (art.7).
Lavorare di notte (ove non faccia parte della prestazione) o per più ore rispetto all’orario fissato o
lavorare nei giorni festivi comporta una maggiorazione nella retribuzione. L’organizzazione
dell’orario di lavoro serve per varie cose: quando c’è un orario viene stabilita la durata della
prestazione e quindi stabilita anche la retribuzione in base a quella durata; garantire periodi di
riposo al lavoratore.
Sono, inoltre, direttamente stabiliti sia l’orario settimanale normale, pari a 40 ore, sia l’orario
settimanale massimo pari a 48 ore.
Una prima regolamentazione dell’orario di lavoro si ha nel 1923, regio decreto-legge che fissava
l’orario massimo giornaliero e l’orario massimo settimanale. (max 8 ore giornaliere, 48 settimnali).
Le norme successive in realtà non sono intervenute su questo, hanno solo dato che l’orario era
appunto determinato dalla legge.
Il primo cambiamento avviene nel 1997, legge n 196: non prevedeva niente sull’orario giornaliero e
orario settimanale fissato a 40 ore, le quali possono arrivare a 48 nell’arco della settimana,
considerandole come lavoro straordinario (e quindi pagato diversamente).
I contratti collettivi grande margine sugli orari di lavoro perché si puo prendere in considerazione
un diverso arco temporale, es. 4 settimane, 160 ore. La contrattazione collettiva queste ore le può
giostrare a suo piacimento, le può distribuire in maniera più flessibile.
L’UE è intervenuta sull’orario di lavoro negli anni ’90 perchè necessario rendere l’orario di lavoro
quanto più omogeneo. (per cercare di prevenire il fenomeno del social dumping sociale=
dislocazione del lavoro in stati caratterizzati da un regime protettivo nei confronti del lavoratore
inferiore).
L’Italia ha attuato questa direttiva solo nel 2003, con il decreto legislativo n.66, che rimane oggi
ancora la fonte legislativa per la regolamentazione dell’orario di lavoro.
Questo decreto definisce come orario di lavoro qualsiasi orario in cui il lavoratore sia effettivamente
a lavoro sia a disposizione del datore di lavoro.
Diritto alla disconnessione, tempi di non lavoro. Es. quando lavoro da remoto.
Ci sono delle festività che sono cosiddette festività da calendario, quindi chi lavora in due giorni ha diritto ad una maggiorazione
dello stipendio. Quali sono queste festivitàPossono essere definita nazionali civiche e religiose previste nel nostro ordinamento
scorrendo dal dall'inizio alla fine dell'anno, il primo giorno dell'anno, quindi il 1 gennaio, , il giorno dell'Epifania. 25 Aprile. Il lunedì
dopo la Pasqua. Il 1 maggio. Il 2 giugno. Il 15 agosto. Una festa. Ferragosto è l'assunzione della quindi festa religiosa. Il 1 novembre
la festa dei santi.verg.
Lavoro agile ciò che caratterizza la modalità agile di esecuzione della prestazione è l’assenza di
:
precisi vincoli di orari o di luogo di lavoro.
Per quanto riguarda l’orario, le parti devono osservare i limiti di durata massima giornaliera e
settimanale derivanti dalla legge e dalla