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INTERESSI DIFFUSI e DI FATTO
Interessi diffusi
Interessi non personalizzati, senza struttura, riferibili in modo indistinto alla generalità dellacollettività o a categorie +/- ampie di soggetti.
Il carattere diffuso deriva dalla caratteristica del bene materiale/immateriale a esso correlato che non è suscettibile di appropriazione e di godimento esclusivi (ambiente, paesaggio).
Si tratta di beni pubblici non rivali bc il loro consumo o utilizzo da parte di uno non ne impedisce la fruizione da parte di un altro, e non escludibili perché una volta fornito il bene nessuno può esserne escluso dalla fruizione. Pag. 75 di 102
Ordinamento giuridico ha iniziato a prendere in considerazione gli interessi diffusi attribuendogli una rilevanza in:
- Sede processuale (tutela giurisdizionale)
- Sede procedimentale
Vi è la possibilità di intervenire nel 3 criteri:
- procedimento per qualsiasi soggetto
- Collegamento con la partecipazione procedimentale: non ha portatore
ha attribuito a determinati soggetti istituiti per la cura ponderazione. di interessi diffusi una legittimazione speciale a ricorrereInteressi di fattoI soggetti privati che possono trarre un beneficio o un pregiudizio indiretto dalle attività poste in essere dall'amministrazione vantano un interesse di mero fatto, a tutela del quale non è attivabile alcun rimedio di tipo giurisdizionale.
Distinguere gli interessi di fatto dagli interessi legittimi attraverso 2 criteri:
Differenziazione
Verificare se l'interesse rientri in qualche modo nel perimetro della tutela offerta dalle norme attributive del potere.
Qualificazione
Occorre che la posizione in cui si trova il soggetto privato rispetto all'amministrazione gravata da un dovere di agire sia in qualche modo differenziata rispetto a quella della generalità dei soggetti dell'ordinamento.
RELAZIONI ISTITUZIONALI
Relazione che ente amministrativo instaura con
Altri enti della PA, territoriali o settoriali. Art 15 Legge 241/1990 è disposizione di carattere generale che riguarda gli accordi tra PA: modo concui si instaurano relazioni intersoggettive tra soggetti delle PA (convenzioni amministrative: formedi collaborazione/rapporti instaurati tra amministrazioni). Relazioni tra gli uffici (organi) del medesimo ente. Modelli organizzativi a cui fare riferimento sono 2: uno più risalente nel tempo che poi sostituito da uno più recente e che viene ricalcato su altre organizzazioni preesistenti alle PA ma su cui le PA sisono modellate (autorità politica ha modellato l'organizzazione in un certo modo approvando leggi). ispirata all'organizzazione militare che è ispirata a sua volta alla
- Organizzazione di tipo gerarchico
Chiesa:
- La regola fondante è che il superiore assomma a sé oltre che il proprio potere anche tutti i poteri di chi è sottoposto.
- Qual è il modo di trasmissione
Amministrazioni che sono strutturate secondo un modello organizzativo di tipo gerarchico sono pochissime ormai (es. Ministero degli esteri) quindi ricorso inutilizzato.
No 2 decisioni su stessa controversia (nebis in idem).
2) Modello alternativo e standard è quello basato su direzione e controllo:
Direzione:
o Ufficio dirigenziale ha compito di individuare obiettivi e tempi in cui obiettivi conseguiti: coerenti con quadro della legislazione che attribuisce a certe amministrazioni certe funzioni.
o Dirigente:
Tenere conto dell'organigramma interno dettato da regolamenti in materia di organizzazioni approvati da amministrazioni secondo legge attributiva della competenza (è materia di diritto del lavoro in ambito amministrativo).
Attribuisce degli obiettivi al funzionario che dovrà adoperarsi nell'esercizio della sua facoltà.
Di decisione sulla opportunità di utilizzare certi mezzi inveceche altri (tipicità dei provvedimenti amministrativi).
Si svolge attraverso direttive:
- Assumono nome tipico di quell’atto che definisce obiettivo e tempo ma lasciapoi liberi Stati membri di dare attuazione usando gli strumenti propri di ogniordinamento.
- Atto interno alla PA sia che costituisca orientamento all’interno dello stessosoggetto amministrativo ma anche se riguardi soggetti amministrativi diversi(es. Stato-Regioni).
- Sono atti amministrativi ma efficacia rimane confinata all’interno della PA,quindi, difficilmente sono immediatamente impugnabili dal privato bc non immediatamente lesive ma eventualmente censurare legittimità impugnanoatto che da esecuzione alla direttiva illegittima.
- Caso delle direttive delle Regioni nei confronti dei propri enti settorialistrumentali (es. aziende sanitarie), direttive del ministero nei confronti delle agenzie (es.
agenzia delle entrate).
Sono uno strumento attraverso il quale l'organo sovraordinato orienta l'attività dell'organo o degli organi sottordinati.
Controllo:
È attività che determinate PA esercitano su attività di altre PA (amministrazioni di controllo) che non si rivolgono all'esterno: un'amministrazione controlla atto adottato da amministrazione procedente e una volta superato vaglio, se positivo, atto produce effetti (controllo preventivo sulla legittimità dell'atto), es. CORECO.
Vi possono essere forme di controllo preventivo rispetto all'oggetto controllato o forme di controllo successivo: quello preventivo ora ha carattere residuale, si tratta della forma di controllo che si svolge quando l'atto è già stato adottato ma prima che possa produrre il suo effetto deve essere sottoposto ad una forma di controllo preventivo (preventivo alla produzione di effetti), si tratta di un controllo
sullalegittimità dell'atto. Questi controlli preventivi avvengono solo in casi eccezionali bc preferito controllo successivo di legittimità e stt sul risultato prodotto in termini di efficacia, efficienza, economicità, tempestività ecc. Il controllo dà origine a un rapporto di ordinazione tra l'organo o ufficio titolare del potere di controllo e il destinatario di questo. È difficile che vi siano controlli preventivi di merito, ossia che riguardino la sostanza del provvedimento adottato, laddove sono previsti si possono concludere in forma positiva, e il provvedimento produce i suoi effetti, o con motivata richiesta di riesame da parte dell'organo di controllo all'organo controllato. Oggi vi sono controlli posteriori, ossia controlli di risultato, in particolare quanto ai parametri di efficienza ed efficacia con cui opera la PA. 3) Delegazione (forma di relazione amministrativa): - Criterio di allocazione dellefunzioni.
Qual è lo strumento con cui allocare le funzioni amministrative in capo ai vari soggetti della PA? Criterio di sussidiarietà attraverso la legge (Art 97 Cost).
Ci sono state leggi che hanno operato il trasferimento di funzioni dallo Stato alle Regioni, cioè lo Stato si è spogliato dell'esercizio di quella funzione per darla alla Regione (es. rilascio del patentino di pesca) e poi la Regione, con legge, può trasferire funzioni agli enti locali (trasferimento di titolarità).
È diverso dal trasferimento della titolarità il caso in cui il titolare della funzione delega l'esercizio ad un altro (delegazione intersoggettiva: la titolarità appartiene al delegante mentre l'esercizio al delegato, ma può esserci anche attribuzione dell'esercizio della funzione e non solo delegazione interorganica), quindi trasferimento della titolarità.
Nel caso del Friuli Venezia Giulia: nel 2006 viene approvata la prima legge organica in materia di sistema Regione-autonomie locali.
Fallimenti. I microcomuni si mettono insieme e raggiungono dim