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LA FORMAZIONE DIVENTA COSTRUZIONE IDENTITA’ PERSONALE MEDIANTE LA
COSTANTE RIELABORAZIONE DEL PROGETTO DI VITA (vissuto esperenziale)
LA CIFRA DELL’UMANITA’ NON E’ UGUAGLIANZA MA E’ LA DIVERSITA’,
L’UGUAGLIANZA è UN DIRITTO CHE OGNUNO DI NOI DEVE ESPERIRE NEL
DIRITTO DELLA PERSONA MA SIAMO TUTTE PERSONE DIFFERENTI, uguaglianza
nei diritti ma non nella persona. Accettare le differenze.
Non soltanto quando il deficit investe l’area cognitiva, ma anche quando il
deficit avviene nell’aria fisica perché ha una connotazione sul piano
psicologico, quindi consapevolezza della nostra e dell’altrui diversità.
La formazione identitaria della persona è a pieno titolo un compito della
professionalità docente ed è un presupposto per il progetto di vita, quest’ultimo
nasce nel contesto della pedagogia speciale e nelle leggi che vanno a regolare
le persone con disabilità. È un percorso che deve essere articolato da più
persone. I ragazzi devono capire quali sono le proprie caratteristiche ed i propri
bisogni. Capire che un desiderio non è un bisogno, a volte i ragazzi non sanno
cosa vogliono e fanno le cose perché le fanno gli altri. I ragazzi sono persone
con pulsioni, desideri, bisogni e siamo li per aiutarli a riconoscersi individuare e
perseguire nella maniera giusta.
PRATICA NARRATIVA nella definizione identitaria: definire le dimensioni
storico culturali della persona con disabilità, il processo inclusivo è l’elemento
paradigmatico su cui lavorare, per la persona con disabilità consente la
rappresentazione identitaria, dà la possibilità di riconoscere il proprio posto nel
mondo.
Lavoro su noi stessi che riconfiguri le dimensioni spazio temporali i nostri
vissuti. Capire quali sono i nostri bisogni i nostri desideri, per capire cosa
stiamo chiedendo ai nostri ragazzi. A scuola lo chiederemo a scopo didattico.
AUTOBIOGRAFIA NARRATIVA la pratica narrativa riporta a riconfigurare
l’orientamento spazio temporale. ABBIAMO UN rapporto distante con il tempo,
non ci permettiamo di considerare e riflettere sul tempo, il passato è l’unico
tempo su cui non si può lavorare. Non possiamo cambiare il passato, possiamo
cambiare la percezione del passato sul presente, una riconfigurazione del
passato, disabilità post natali dove abbiamo un passato brusco. Cambiamo la
percezione del vissuto passato ma nel presente. La riconfigurazione di quanto
accade nel passato, di quanto accaduto è importante ma nel presente, perché
il presente è l’unico tempo dove si può agire. Il passato ha un valore, ma
attribuendogli il giusto senso, ne indulgere troppo, ci sono persone che non
vanno avanti perché restano ancorati al passato. La tua responsabilità è nel qui
ed ora. Nel nostro tempo vivere il presente è difficile, perché abbiamo l’ansia di
quanto dobbiamo fare dopo, a scuola, ci aiuta, la letteratura, la filosofia e la
storia ci consentono di esercitare una palestra emozionale dove vivere
intensamente. La pratica narrativa è importante per il futuro, la rivalorizzazione
della memoria, etc sono elementi su cui lavorare per il futuro. Prendere atto
della realtà è molto importante, così come importante la modalità,
l’autobiografia narrativa è uno spazio nel quale noi riviviamo il nostro vissuto,
partendo da un elemento professionale, in questo momento stiamo affrontando
un cambiamento per conseguire un titolo, che ci fa abbracciare una
professione, non è una questione poco importante, l’autobiografia narrativa ci
chiede di iniziare da il punto più opportuno, da un episodio accaduto nel nostro
vissuto, e ricostruire, fare un lavoro con noi stesso.
Mettere su carta, individuando e selezionando elementi che vogliamo, ci
dobbiamo predisporre mentalmente all’autobiografia narrativa, ricavandolo nel
momento in cui sappiamo cosa vogliamo scrivere, e buttiamo fuori tutto.
Pesare e far emergere le cose potenti con flusso, se vogliamo autenticamente
di affrontare e non per fare il compitino, La parola scritta ha il potere di
mediazione molto importante, ma non hanno un destinatario, mentre io scrivo
ma se quello scritto non è diretto a nessuno il passaggio è da me al foglio.
Quando lo facciamo in classe, dobbiamo avere la fiducia dei ragazzi, rispettare
il loro desiderio di riserbo, spiegare che loro decidono se renderlo pubblico o
cosa rendere pubblico, o leggerlo in forma autonoma. NON OBBLIGATI A FARE.
Ma a scuola può essere uno strumento potentissimo su cui poi creare delle
declinazioni, UN CONSIGLIO DI CLASSE TROVA UNA CONNESSIONE DI LAVORI
PARTENDO DAI VISSUTI DEI RAGAZZI, SAREBBE BELLO.
Devo curare quegli aspetti, la pratica narrativa non è solo per gli insegnanti di
lettere, è valida per i ragazzi da sperimentare.
L’AUTOBIOGRAFIA COGNITIVA è diversa, è un flusso esistenziale,
rivisitazione flusso esistenziale complessivo, si riferisce ad uno spazio
temporale definiti, quindi noi dovremmo narrare i contenuti che hanno
caratterizzato questo corso. La parte emozionale di come lo abbiamo vissuto,
con quale modalità, quale modello, con quale passaggio di negoziazione di
significati, e costituirà l’elaborazione del nostro compito finale. SI POSSONO
PORTARE GLI APPUNTI
Non è raccontare i contenuti del corso, ma elaborare il cambiamento che
abbiamo sperimentate in maniera globale in relazione a questo corso.
L’autobiografia cognitiva rappresenta soltanto l’esperienza vissuta del nostro
corso. Autobiografia narrativa investe tutta la vita.
GRUPPI riflettere su aspetti, pratica narrativa cosa comportare all’interno della
scuola, dare un nome al gruppo, stabilire il lavoro, dialogare su cosa fare, ed
arrivare ad una conclusione di gruppo, il lavoro cooperativo avviene nel
momento della discussione, ma quando si prende una decisione,
RUOLO NEL GRUPPO: coordinatore ed osservatore, coordinatore non è un
leader o capo, non c’è un ruolo preminente, ma coordina, i poi ci sarà
restituzione del lavoro fatto. Prima dibattere sull’approccio narrativo e sulle due
forme della biografia, elaborare un’idea, riportare un’idea che cosa è passato,
lo conoscevamo, sa difficile da applicare, pensiamo che sia valido o no, 2
ESERCIZIO gestaltico che si fa alla fine di un percorso formativo, sintetizzare in
una parola o locuzione l’approccio che stiamo delineando e come ci sentiamo,
quindi l’aspetto di contenuto e cognitivo insieme all’aspetto relazionale e
psicologico. Farlo come un brainstorming, ognuno parla come si sente, non
forzare nessuno, qualcuno farà la domanda e si scriveranno le parole, poi il
foglio va portato alla docente e deve essere completamente anonimo. Mezz’ora
di tempo.
RILFESSIONE UNICA CHE RAPPRESENTI IL GRUPPO DEVE ESSERE SCRITTA 20
RIGHE
RAPPRESENTAZIONE DEL GRUPPO, BRAINSTORMING RACCOLTA PAROLE
COME CI SENTIAMO FISICAMENTE, EMOTIVAMENTE PSICOLOGICAMENTE E
COME CI SENTIAMO COGNITIVAMENTE?
PIENA
Sono tre dimensioni estremamente connesse, come ci sentiamo è molto
importante, le tre dimensioni non sono sempre coerenti fra di loro. La parola
chiesta oggi non era nella parola della lezione. Autobiografia cognitiva, deve
alimentarsi delle info che in queste 30 ore vanno a consolidarsi. Elaborazione
critica dell’esperienza vissuta vista nella logica narrativa e quindi nella
globalità, in cui convergono tutti i costrutti
DUCCIO DEMETRIO – BRUNER
BRUNER pensiero narrativo, contiene in sé anche il pensiero logico,
paradigmatico e scientifico. L’uomo narra dalla notte dei tempi, l’uomo non si
narra soltanto nelle parole, si narra con le immagini, con il disegno, con il
segno. Possono narrare tutti anche le persone non verbali, la modalità narrativa
era una volta la sola modalità per trasmettere la cultura di un popolo. Le
narrazioni di millenni di anni fa sono ancora valide, come il mito, la tragedia
greca, la narrazione non è un’invenzione o una moda dei pedagogisti di ora, ma
una rivalutazione di una modalità di rapportarsi alla realtà non in termini
totalitari, la narrazione non è solo autobiografia, possono narrare anche un
contenuto disciplinare nella sua evoluzione della storia.
Con l’autobiografia mettiamo in atto diverse funzioni:
- Funzione valutativa (ma non è solo quella della docente ma anche di chi
scrive);
- Funzione meta-cognitiva, perché ci porta a riflettere sui contenuti di
apprendimento, sugli stili di apprendimento, sull’importanza degli
elementi di sistema mi porta a fare una valutazione globale formativa;
- Importante il processo non il prodotto, non si valuta con dei crismi validi,
vado a considerare proprio come il prodotto che ci viene consegnato si è
sviluppato, non siamo noi che non abbiamo capito ma quanto la prof a
saputo spiegare.
- Mettere in discussione ed auto-monitorare
L’autobiografia deve tenere in considerazione la meta-cognizione di
apprendere, noi in questo scenario del TFA poi lo riproporremo alle nostre
classi in diversa modalità, magari operativa dove si evidenziano
atteggiamenti, esperienze, abilità e conoscenze.
I ragazzi si devono dare degli obbiettivi sfidanti.
Il pietismo è qualcosa che molte volte noi sperimentiamo, l’abbattimento delle
barriere fisiche, pregiudizio anche di…
Le competenze collettive: apprendimento co-costruito, c’è una co-costruzione
realtà all’apprendimento sociale, Bruner, Vigotskij Piget, hanno tracciato una
strada ancora valida. Condivisione delle tecniche e non delle emozioni delle
rappresentazioni, non si parla di condivisione delle famiglie, di impatto
educativo, condivisione di colleghi, difficilmente le scuole non lavorano per
compartimenti stagni. Secondaria di secondo grado tempi di vulnerabilità molto
grossi. Una particolare vicinanza, l’interdisciplinarità è difficilmente diventato
una prassi quotidiana. La condivisione, l’autobiografia come traccia di un
viaggio, che non è diretto come luoghi geografici differenti.
Cosa dobbiamo scrivere l’autobiografia cognitiva: il mio percorso personale,
cosa mi ha portato…..
Come mi sono sentita in questi percorsi: leggero, libero, felice,
schiacciato, oppresso, frustrato….oppure
SPAZIO DELL’AUTOBIOGRAFIA COGNTIVIA E’ RIFERITO SOLO
ESCLISAMENTE A QUESTO CORSO spazio aula, gruppi, ricollegata al
nostro percorso professionale, al nostro vissuto, al nostro tirocinio, a
noi come docenti o come studenti. Noi oggi siamo nel presente e
quello che viviamo ci rimanda nel passato ma ci da una prospettiva
diversa del