Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 154
Dalla rivoluzione francese alla Prima guerra del golfo Pag. 1 Dalla rivoluzione francese alla Prima guerra del golfo Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 154.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dalla rivoluzione francese alla Prima guerra del golfo Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 154.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dalla rivoluzione francese alla Prima guerra del golfo Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 154.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dalla rivoluzione francese alla Prima guerra del golfo Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 154.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dalla rivoluzione francese alla Prima guerra del golfo Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 154.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dalla rivoluzione francese alla Prima guerra del golfo Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 154.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dalla rivoluzione francese alla Prima guerra del golfo Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 154.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dalla rivoluzione francese alla Prima guerra del golfo Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 154.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dalla rivoluzione francese alla Prima guerra del golfo Pag. 41
1 su 154
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La rinascita della Germania Occidentale e il ruolo degli USA

La rinascita della Germania Occidentale fu piuttosto veloce, così come in altri paesi dell'Europa occidentale, guidati e foraggiati dagli USA nella ricostruzione. Il Paese dovette affrontare i fantasmi della sua storia recente, ed accettare le responsabilità, personali e collettive, della guerra e dell'olocausto, oltre che i nuovi confini territoriali. Ma il sistema capitalista, l'economia di libero mercato, favorirono una rinascita economica molto maggiore rispetto a quella dell'Est, dove l'economia 'chiusa' del sistema sovietico, i saccheggi perpetrati dai russi nel dopoguerra e la mancanza di incentivi economici, resero la ripresa molto più lenta.

Questo, alla fine degli anni 50, fece sì che molti giovani istruiti varcassero il confine (ancora non fortemente presidiato) tra Est ed Ovest, diretti verso una parte occidentale meno oppressiva e più ricca di possibilità. Questo si tradusse, per la parte Est, in...

Una emorragia di cervelli e, per l'URSS, in un danno di immagine: il messaggio che ne trapelava, è che 'l'Ovest fosse un posto migliore dell'Est'.

L'URSS rispose con la chiusura dei confini e, nel 1961, dette il via alla costruzione del 'muro'. La propaganda occidentale condannò l'iniziativa, che mostrava in effetti l'URSS per quello che era, ma allo stesso tempo non furono prese misure drastiche: in pratica, lo stato di tensione esistente fra USA ed URSS (i primi anni 60, come già detto, furono molto spinosi e la guerra atomica sembrava dietro l'angolo) suggerì di lasciare le cose come stavano, e di accettare quella che, tutto sommato, era una divisione netta ma stabile tra i due blocchi di potere. Se alcuni tedeschi avevano accarezzato il sogno di una riunificazione in tempi brevi, adesso il muro di Berlino metteva innumerevoli pietre sopra quel sogno.

Si arriva così alla fine degli anni 60.

L'economia della Germania Ovest era rinata a ritmi notevoli (il paese richiede manodopera ed inizia ad essere meta di immigrazione), ma politicamente il paese non contava granché. Inutile farne un mistero: gli oscuri fantasmi dell'olocausto ancora si facevano sentire, la Germania non riusciva a scrollarsi di dosso il suo passato recente. Inoltre, la rinascita era stata inizialmente possibile solo con capitali americani, e la Germania Ovest aveva ancora, nei confronti degli USA, un atteggiamento fin troppo servile. Questo limitava il paese nel proporsi come interlocutore valido in Europa.

Fu il cancelliere Willy Brandt, che ricoprì tale carica dal 1969 al 1974, ad inaugurare una linea politica 'morbida' nei confronti dei paesi dell'est Europa che, trent'anni prima, avevano subìto l'invasione da parte del Reich. In modo del tutto simile a quanto accaduto dopo la Grande Guerra, la Germania Ovest si sarebbe risolta a ratificare i confini.

emersi dal conflitto nei confronti sia della Germania Est, sia della Polonia e della Cecoslovacchia. La Ostpolitik (politica verso Est) di Willy Brandt darà presto i frutti sperati, soprattutto dopo il gesto di enorme valore simbolico dello stesso cancelliere, che si inginocchiò di fronte al monumento dei caduti del ghetto di Varsavia. Ben presto questa maggiore credibilità internazionale permetterà di normalizzare (almeno un po') i rapporti fra le due Germanie, fino a quel momento quasi inesistenti, e far accettare i due paesi nell'ONU. Si era, come detto, all'inizio degli anni 70. Il 'muro' iniziava a mostrare alcune crepe, e questo sebbene la primavera di Praga fosse appena di qualche anno prima, e gli USA stessero ancora finendo di uscire dal Vietnam. Ma i primi veri scambi economici e culturali tra le due Germanie facevano apparire chiaro come ad Ovest l'economia fatta di iniziativa privata e di libero mercato avesse creato un.benessere molto superiore rispetto a quella, chiusa e poco meritocratica, imposta dall'URSS comunista. E questo sarebbe stato il vero motivo della sconfitta del blocco orientale: se gli USA avevano sostenuto spese militari folli, non avevano però perso la loro credibilità economica; l'URSS, invece, stava davvero finendo i soldi. Ancora guerra in medio oriente

Se nel 1948 lo stato di Israele aveva visto la sua affermazione, le cose non si erano mai messe bene in quella zona. L'Egitto di Nasser aveva sempre osteggiato il nuovo stato ebraico, foraggiando i terroristi arabi nei loro attentati; questo atteggiamento sarebbe stato il motivo della partecipazione militare di Israele alla crisi di Suez; sebbene le truppe anglo-franco-ebree avessero prevalso, la contesa si concluse però, sul piano diplomatico, a favore dell'Egitto, che si vide ratificate le sue mire sul canale. Tuttavia, le tensioni continuarono, nonostante la presenza di truppe ONU a stabilizzare il

Confine: erano gli anni 60, e Nasser, era ormai aperto promotore di un movimento arabo anti israeliano, in appoggio a quei palestinesi da tempo estromessi dai loro territori. Scontri di frontiera si erano susseguiti sul confine siriano ed egiziano, nonostante la presenza ONU, ed ora che un'ala estremista aveva preso il potere in Siria, le cose non potevano che peggiorare.

E lo fecero, quando proprio i siriani decisero di deviare due dei tre fiumi affluenti del lago di Tiberiade, allo scopo di creare un bacino artificiale; questo avrebbe privato il lago, ed Israele, di una notevole quantità d'acqua. E, nel 1967, le tensioni arrivarono al limite: Israele, circondato da paesi ostili e minacciato nelle sue riserve idriche, era anche bersaglio degli attentati dell'OLP (Organizzazione Libera Palestina), ed iniziò una mobilitazione generale, allo scopo di scagliare un attacco preventivo sui nemici al confine. Di questo, gli egiziani furono presto informati dallo spionaggio russo.

Nasser a sua volta mobilitò l'esercito, chiedendo all'ONU di poter sostituire le sue truppe ai caschi blu. E, dopo che l'unico accesso israeliano al mar Rosso fu interdetto dalle unità egiziane, la guerra divenne inevitabile. L'attacco israeliano, con il paese da tempo preparato e le riserve mobilitate, scattò il mattino del 5 giugno, con un attacco aereo preventivo teso a distruggere le aviazioni di Egitto e Siria; l'operazione ebbe largo successo, ed Israele conquistò subito il dominio del cielo. L'attacco principale fu diretto contro l'Egitto. Le difese egiziane, prive di appoggio aereo, ressero per due giorni, ma poi gli israeliani sfondarono, e gli egiziani ripiegarono disordinatamente verso il canale di Suez, per non essere accerchiati dalla fulminea avanzata nemica. Nel frattempo, ad est i giordani erano stati respinti nel loro attacco verso Gerusalemme, e a nord i siriani, fatti segno delle offensive aeree israeliane.

erano stati inchiodati sul Golan.

Per la lega araba, le cose si misero rapidamente al peggio. Le truppe egiziane furono accerchiate e distrutte. La Giordania accettò l'armistizio, e Israele approfittò della situazione favorevole per scacciare i siriani dal Golan. Solo il 10 giugno, sotto le pressioni dell'ONU e degli USA, gli ebrei si fermarono.

Da un punto di vista strettamente militare, va considerato come la lezione tedesca della 'guerra lampo' fosse stata ben appresa dagli israeliani. L'idea di un attacco preventivo, sebbene discutibile da un punto di vista diplomatico, era la scelta migliore per un piccolo stato accerchiato da nemici: l'eliminazione dell'aviazione nemica nelle prime ore di guerra, aveva dato loro un vantaggio incolmabile. Lo sforzo principale era stato diretto contro l'Egitto, ed il territorio desertico del Sinai si prestava assai bene ad una rapida avanzata a tenaglia con i mezzi corazzati. L'assalto alle

alture del Golan contro i siriani, era stato effettuato quando ormai la Siria era rimasta sola a combattere, e la disparità di mezzi era a favore di Israele. Nel complesso, contro appena 3000 morti e feriti israeliani, gli stati arabi conteranno più di 66000 perdite. In quei sei giorni del giugno 1967, gli israeliani hanno distrutto gli eserciti ostili e quadruplicato il loro territorio: il Sinai è stato annesso, e tutti i territori palestinesi assoggettati, assieme alle alture del Golan. Ma una vera pace non fu mai firmata e, nonostante i tentativi e le pressioni dell'ONU, nessuna delle due parti accettò mai un trattato che stabilisse uno status quo. Israele però era divenuta una potenza locale maggiormente rispettata, e la cosa gli permise di intervenire in armi in territorio libanese nel 1972, contro la cellula terrorista che aveva assassinato la loro squadra olimpica durante le olimpiadi di Monaco: la tensione era quindi ancora alta. Gli stati arabi non avevanomai accettato la sconfitta. Rimodernarono i loro eserciti, acquistando materiale dall'URSS, soprattutto corazzati e razzi antiaerei, e fecero tesoro dell'esperienza acquisita dalle batoste del 1967. Tutto questo, mentre invece Israele, forte di una maggiore estensione territoriale, optò per una strategia meno offensiva, e costruì caposaldi difensivi lungo i confini, che ora andavano dal canale di Suez a sud, alle alture del Golan a nord: l'idea, era quella di impantanare un'offensiva nemica in una serie profonda molti chilometri di fossati anticarro e campi minati, con strutture difensive interconnesse che bersagliassero gli eserciti avanzanti, in modo da rallentarne la manovra. E, il 6 ottobre del 1973, durante la festività ebraica dello Yom Kippur, un attacco congiunto di egiziani e siriani sorprese Israele. Il costone del canale, minato in precedenza da sabotatori egiziani, fu fatto saltare, ed i loro corazzati poterono iniziare l'avanzata, mentre

A nord, i siriani sfondarono a loro volta sul Golan verso il lago di Tiberiade. Il servizio segreto israeliano fu preso alla sprovvista: stavolta gli arabi erano stati più astuti. L'avanzata siriana fu veloce, senza accanirsi sui caposaldi difensivi, cercando invece la profondità; ma la resistenza dei caposaldi israeliani assediati, non si infranse: tenacemente, essi tennero duro, infliggendo perdite al nemico impegnato a superare ostacoli e mine, e impantanandone la manovra. L'aviazione israeliana conquistò la supremazia aerea, ed a quel punto, con l'avanzata nemica bloccata, gli israeliani passarono al contrattacco. Allo stesso modo, le difese in profondità israeliane impantanarono anche la manovra egiziana. Mano a mano che l'avanzata siriana si arenava, rinforzi affluivano nel Sinai,

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
154 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher met94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte marchigiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Martellini Moreno.