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ROMA

Nel periodo tra il Cinquecento e Seicento, le cupole furono elementi architettonici di grande rilievo,

soprattutto nel contesto dell'architettura rinascimentale e barocca. Questi due secoli videro un'evoluzione

significativa nell'uso delle cupole, che si evolse da una ripresa della tradizione classica a una

sperimentazione barocca che cercava di superare i limiti della simmetria e della proporzione rinascimentale,

grazie a progressi tecnici e alla crescente importanza simbolica e artistica di tali strutture.

Tra le diverse città italiane Roma si distingue in particolare anche per la permanenza dell’uso di costruire

volte di opus caementicium, grazie alla disponibilità locale di pozzolana, e tra i maestri del Seicento romano

Borromini è senza dubbio quello che più ha riflettuto sulla costruzione di tali strutture: egli eccelle nella

concezione dell’organismo voltato, e tra i contemporanei è il meno incline ad accontentarsi delle tipologie

costruttive e geometriche tradizionali.

Di Borromini a Roma abbiamo come esempio S. Agnese in Agone, la quale è situata in Piazza Navona a

Roma e fu commissionata da Papa Innocenzo X come dedica a Sant'Agnese, martire cristiana del III secolo.

Essa è l’unico edificio cupolato in cui l’architetto impiega un sistema statico e formale ispirato chiaramente

all'antichità, probabilmente per assecondare il desiderio del Papa di creare una struttura che richiamasse il

più possibile l'immagine del Pantheon.

Il progetto iniziale della chiesa fu di Girolamo e Carlo Rainaldi nel 1652 che la impostarono su un ottagono

irregolare che sviluppava una croce greca di quattro bracci, ma quando nel 1653 Borromini subentrò nella

progettazione, vennero apportate delle modifiche significative come la rinuncia al portico, del quale

vennero conservati solo gli stipiti costituiti da una coppia di paraste, il ridimensionamento dell’ordine

maggiore esterno, e la facciata che venne ampliata e arretrata, mentre all’interno i lati obliqui dell’ottagono

vennero raddrizzati divenendo rettilinei. Successivamente dopo aver completato i quattro piloni della

cupola, alzato gli archi e costruito i pennacchi e l'anello esterno, il problema principale fu quello di collocare

cupola e tamburo su una crociera già progettata per carichi differenti. Borromini risolse questo problema

riconfigurando la chiesa progettata dai Rainaldi, modificandone come detto precedentemente sia la forma

che la struttura statica. Il cuore di questa trasformazione fu la cupola, che egli sostituì con una a sesto

notevolmente rialzato, posizionata su un nuovo tamburo.

La calotta è massiccia, a sesto rialzato e rinforzata da catene, ed è progettata per sostenere la lanterna

prevista e per scaricare il proprio peso in modo verticale su un cilindro diritto in muratura, ovvero il

tamburo. Quest'ultimo, interrotto dai finestroni, può essere considerato una struttura radiale composta da

otto speroni robusti, sostenuti da un nucleo anulare che, nei quattro angoli, penetra invisibilmente fino ai

pilastri a crociera, fungendo da contrappeso per i quattro arconi. Questi, raddoppiati, sono tenuti insieme

da un sistema di catene e scaricano il peso su quattro pilastri triangolari, la cui spinta è controbilanciata a

terra dagli otto setti perimetrali, a loro volta connessi dalle volte a botte dei bracci.

Il lanternino decorato che slancia la cupola verso l’alto, dopo diversi studi, risulterà un cilindro circondato da

otto coppie di colonne inalveolate e queste 16 colonne previste verranno realizzate 8 in stucco e 8 in

travertino nella facciata visibile da vicino nella piazza.

La chiesa, infine, venne completata da Carlo Rainaldi e consacrata nel 1672 dopo la morte di Innocenzo X

nel 1655.

Così Borromini, celebre per la sua abilità nel creare effetti ottici straordinari, dimostra il suo talento anche

nella cupola di Sant'Agnese in Agone. La forma rialzata della cupola e la disposizione strategica delle finestre

donano all'interno una sensazione di altezza e imponenza, mentre l'esterno, con la sua silhouette slanciata,

contribuisce a caratterizzare l'aspetto visivo della chiesa nel contesto di Piazza Navona. Questa cupola

rappresenta un esempio emblematico della capacità di Borromini di unire innovazione strutturale e

sensibilità artistica. La sua forma distintiva e i dettagli elaborati non solo arricchiscono l'architettura della

chiesa, ma giocano anche un ruolo fondamentale nel definire l'essenza del Barocco romano.

MILANO

La Basilica di San Lorenzo Maggiore a Milano è uno degli edifici religiosi più antichi e importanti della città

risalente al V secolo d.C. circa, ed è situata in Corso di Porta Ticinese, vicino alle celebri Colonne di San

Lorenzo. Di questa chiesa non si hanno molte informazioni riguardo la costruzione e l’impianto originale, si

sa che nel corso dei secoli subì numerosi incendi, crolli e ricostruzioni, che ne modificarono l'aspetto, e uno

degli eventi più significativi fu il crollo del 1573 che produsse un boato così forte da sembrare un terremoto.

Perciò nel 1573 crollò una parte che si portò dietro tutta la struttura di una torre e altri elementi portando

alla perdita di tutto ciò che caratterizzava il sistema di copertura e nonostante tale evento fosse stato

previsto da un controllo effettuato da Pellegrino Pellegrini, venne visto come azione diabolica.

Per sistemare la chiesa in modo che potesse tornare funzionale in breve tempo venne chiamato Giovanni

Battista Cucchi, ma l’architetto che si occupò maggiormente della ricostruzione fu Martino Bassi, architetto

che aveva lavorato nel cantiere del Duomo e il quale propose diverse soluzioni che dimostrano come non si

sia fermato a una sola soluzione e che ci abbia pensato a lungo, anche con interesse pubblico.

Tra le diverse proposte, il progetto approvato prevedeva una struttura simile a un Pantheon, con una pianta

ottagonale di ispirazione brunelleschiana. La cupola, anch'essa ispirata al Pantheon, era sostenuta da un

anello di compressione che contribuiva alla stabilità dell'intera costruzione e un tiburio con un colonnato

sopra il punto d’imposta della cupola.

Così, i primi interventi effettuati riguardarono i pilastri e le colonne di pietra. Il progetto di Bassi prevedeva

l'ispessimento delle sezioni portanti, ottenuto mediante l'aggiunta di paraste a sezione, realizzate in blocchi

di ceppo. Le paraste furono collocate su entrambi i lati di ciascuna coppia di pilastri e saldamente ancorate

con robuste zanche di ferro e sopra di esse vennero poi impostati i quattro archi a tutto sesto tra ogni

coppia di pilastri, destinati a sostenere il piano di calpestìo del matroneo.

Una peculiarità del costruire "moderno" in San Lorenzo è l'uso del ferro, impiegato per rinforzare e legare

internamente le murature. Questa tecnica fu oggetto di critiche e polemiche, in cui venne coinvolto lo

stesso Bassi, i cui detrattori la consideravano inappropriata.

Per quanto riguarda la cupola, la scelta di una copertura a tutto sesto venne giustificata come "più bella, più

forte et di forma più usata dagli antichi". In seguito al dibattito e alle polemiche che portarono alla

sospensione dei lavori, Bassi apportò ulteriori modifiche al progetto nel 1590, accettando di introdurre otto

aperture alla base della cupola, ridisegnarne il profilo e sostituire il cassettonato con le nervature, gettando

così le basi per la soluzione che vediamo oggi, con finestre e cornici scorciate. I lavori ripresero nel 1591,

anno in cui Bassi morì senza vedere completato il suo progetto e la cupola venne realizzata a partire dai

primi anni del 600 completata con la lanterna su progetto di Aurelio Trezzi.

Essa perciò è impostata su un tamburo finestrato e decorato con nervature che incorniciano elementi a

rosone. All'esterno, il tamburo è ornato da colonnine, e l'estradosso si sviluppa con gradoni alla base.

Così Aurelio Trezzi è accreditato per aver completato la cupola durante una nuova fase costruttiva,

caratterizzata da una verifica statica dell'intera struttura preesistente che confermò la correttezza

dell'impianto, ponendo fine alle dispute. La fase successiva comportò l'approvvigionamento di tutti i

materiali necessari, tra cui il cotto per la struttura interna della cupola, poi decorata con costoloni in stucco,

e il ceppo per gli elementi dell'ordine sul tamburo esterno, le incorniciature delle finestre e gli ornamenti di

finitura, come i bracieri fiammeggianti, un motivo che fu successivamente ripreso da Ricchino.

Nonostante le polemiche e i dibattiti, la cupola progettata da Martino Bassi rappresenta un esempio

significativo dell'architettura rinascimentale a Milano. Le sue innovazioni tecniche, in particolare l'uso del

ferro per rinforzare la struttura, anticiparono soluzioni che sarebbero diventate comuni nei secoli successivi.

VENEZIA

La costruzione della basilica di Santa Maria della Salute fu voluta dal Senato veneziano come voto alla

Madonna affinché intercedesse per liberare la città dalla peste. Nel 1631, dopo che l'epidemia si placò, il

progetto fu affidato all'architetto Baldassare Longhena, che all'epoca era uno dei principali architetti di

Venezia. La prima pietra venne posata il 1° aprile 1631, e la chiesa fu consacrata il 9 novembre 1687, poco

dopo la morte di Longhena.

Prima della costruzione vi è stata un’attenta analisi del sito che portò al consolidamento del terreno con la

costipazione di più di un milione di pali in legno per poter costruire la basilica su un terreno solido e che

potesse reggere l’intera struttura sovrastata da due cupole, una grande retta da un tamburo ottagonale con

cupola emisferica e una lanterna e una più piccola con due campanili gemelli.

La cupola grande è sostenuta da otto imponenti pilastri che delimitano lo spazio centrale, creando un

deambulatorio intorno al quale si affacciano cappelle disposte in forma radiale. Le murature esterne, simili a

progetti di Borromini, sono dotate di intercapedini che collegano gli spazi perimetrali e alleggeriscono la

struttura. I pilastri, in stile classico, sostengono il tamburo ottagonale, caratterizzato da ampie finestre

bifore. La cupola poggia su una base di profilo ottagonale, grazie all'inserimento di 16 grandi archi che

convergono nell'oculo centrale della lanterna, evocando la cupola di Santa Sofia. Questi archi trovano il loro

contrappunto negli archi rampanti esterni, che fungono da contrafforti.

La struttura della cupola grande comprende in realtà due cupole: una interna e una esterna, con profili

separati e materiali differenti. L'intradosso è in muratura, mentre l'estradosso è in legno rivestito di metallo.

Questo tipo di costruzione non &egra

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Publisher
A.A. 2023-2024
9 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/09 Tecnica delle costruzioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher C00cky di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnica delle costruzioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Balestreri Isabella Carla Rachele.