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INIZIO LEZIONI PROF PIRRO
Lezione 25/10
La cultura tedesca tra 600 e 700 attraversa una fase di radicali modernizzazione
legata al consolidamento di una classe sociale ovvero della borghesia-> il 700
segna il punto di passaggio ad un ordinamento nuovo dal punto di vista socio-
culturale: classe sociale (borghesia) che nei secoli precedenti era rimasta in una
condizione di debolezza, i cui consumi culturali era stati irrilevanti in quanto la
produzione di cultura era nelle mani di altre classi sociali. La borghesia che era la
classe produttiva che era protagonista di questo processo di modernizzazione in
Germania ha un monopolio nell’ambito culturale. In ambito culturale ci riferiamo a
due aspetti:
Chi produce cultura: ci riferiamo ai soggetti produttori di opere di cultura di
discorsi culturali
Le modalità di produzione di cultura: canali, tecniche, le forme di attività di
produzione immateriale, di oggetti simbolici
Ci riferiamo anche a chi consuma cultura: da un lato abbiamo soggetti produttori di
cultura e dall’altro soggetti destinatari di cultura-> corpi sociali che hanno anche fare
con gli oggetti di cultura in qualità di destinatari-> Parliamo di pubblico non soltanto
come identità sociale ma così come per i produttori di cultura anche per quanto
riguarda il pubblico da un lato bisogna interrogarsi su chi siano e dall’altra sull
modalità del consumo di cultura. È importante chiarirsi le idee su chi produce cultura e
come lo fa ma anche su ho sono i consumatori e come fanno ciò-> attraverso quali
tecniche, dentro quali circuiti, con l’ausilio di quali istituzioni. Nel 700 i produttori di
cultura (scrittori, intellettuali, artisti) sono in Germania pressoché di provenienza
borghese. Anche il pubblico è di stampo borghese (terzo stato). Il 700 è un secolo che
prevede un’esplosione del consumo di cultura (lettura di opere, ricezione di opere di
pittura e scultura). Questa nuova definizione del campo culturale in senso borghese
tipicamente settecentesca, si inserisce in un cambiamento strutturale della cultura
europea che fa capo a ciò che la sociologia della cultura definisce “la fine dei grandi
sistemi di protezione mecenatistica” o sistema di committenza-> mecenatismo:
sostegno all’ attività della cultura, dominante dalla metà del 400 alla fine del 600,
significa che ci sono soggetti forti dal punto di vista sociale ed economico che
assumono nei confronti degli intellettuali una funzione di sostegno. Il termine deriva
da un uomo pubblico: Mecenate (utilizzava le proprie ricchezze a sostegno degli
intellettuali del suo tempo). Abbiamo da un lato la figura del Mecenate (ricco patrono
che sostiene l’attività di intellettuali), dall’altra intellettuali e artisti produttori di
cultura che attraverso il loro sostegno possono dedicarsi senza preoccupazioni allo
svolgimento delle loro attività creative-> principio di scambio quindi attività di
finanziamento che prevede in cambio da parte degli intellettuali un’adesione totale
agli interessi materiali dei finanziatori stessi, quindi si impegnano attraverso le loro
opere in modo conforme alle attese dei loro committenti possiamo dire che danno un
sostegno e riconoscono quindi il potere dei loro committenti attraverso le loro opere. Si
ha da una parte un sostegno materiale (capitali) da parte dei soggetti committenti
mentre dall’altra gli intellettuali rispondono con un sostegno immateriale, simbolico,
ideologico (opere d’arte). I soggetti committenti svolgono un ruolo di controllo sociale
in questo modo infatti tra il 400 e 600 durante la protezione mecenatistica, i mecenati
appartengono alle classi aristocratiche che rispondono del potere economico. Gli spazi
dei teatri pubblici sono destinati verso la fine del 600 solo a soddisfare il divertimento
del popolo, invece le rappresentazioni ad alto livello sono destinati soltanto all’interno
delle corti ed hanno carattere elitario dove si ha una forza politica e finanziaria in
grado di gestire i sistemi di produzione e ricezione della cultura. La grande aristocrazia
ha quindi una posizione di dominio all’interno dla protezione mecenatistica. Quindi
abbiamo da un lato le corti e dall’altro le alte gerarchie ecclesiastiche che si trovano in
una posizione di egemonia e concedono il necessario agli intellettuali e quindi
svolgendo funzione di Mecenate. Ne stiamo parlando perché attraverso la rottura del
mecenatismo verso il 700 si ha una modificazione della fruizione culturale che vedono
protagonisti i borghesi-> tra fine 600 e inizio 700 il sistema del mecenatismo va in
crisi: gli intellettuali non possono più contare sul sostegno materiale dei finanziatori
quindi si ha un momento di debolezza per artisti e intellettuali e devono provvedere a
sé stessi e si trovano a disporre di margini di autonomia e di libertà decidendo quali
temi trattare, in quanto viene meno il vincolo del mecenatismo. Da un lato abbiamo un
elemento di debolezza cioè il venir meno della sicurezza garantita del sistema del
mecenatismo dovendo cercare nuove fonti di sostentamento, d’altra parte artisti e
intellettuali sono più liberi di determinare da sé il proprio mestiere senza alcun vincolo
di omologazione del sistema mecenatistico. Questo sistema va in crisi per due ragioni:
I corpi sociali vedono un progressivo indebolimento del loro potere soprattutto
in Germania. Nel 700 si ha un indebolimento della nobiltà europea soprattutto in
Germania, in quanto essa è meno attrezzata a reagire a questo fenomeno
(territori tedeschi deboli perché frammentati). Il 700 in paesi come Francia e
Inghilterra si ha un rafforzamento delle monarchie centrali a danno delle
aristocrazie, ceti nobiliari. In Germania un ceto centrale non esiste, non esiste
una monarchia che avvii uno stato unitario quindi si ha un processo di
frammentazione territoriale che una classe come l’aristocrazia subisce
conseguenze ancora più gravi. Un discorso simile facciamo per l grandi
gerarchie ecclesiastiche che soprattutto in Germania sono soggette alla
pressione esercitata dal rafforzamento del Luteranesimo (confessione
protestanti) che è in forte contrasto con il cattolicesimo.
Si ha un progressivo rafforzamento della cultura come esercizio critico:
rivendicazioni di un potere di controllo sulla cultura, primato critico
dell’individuo molto legato alla prospettiva luterana-> così come il Luteranesimo
incentrava la propria visione religiosa sulla libertà di giudizio dell’individuo
potendo fare a meno dei mediatori (come i sacerdoti) indicati nel cattolicesimo
(lutero diceva che gli individui avevano nel testo sacro tutto ciò che gli serviva
per stabilire una relazione di verità con il divino), allo stesso modo la cultura del
700 è basata sulla rivendicazione critica dell’individuo. Tant’è che il termine
critica si ritrova in un testo ovvero le 3 critiche di Kant che segna il punto più
alto della speculazione illuministica. Questa nuova forza con la quale
l’illuminismo considera l'individuo come portatore di verità, come soggetto
autonomo. Si ha una nuova cultura della soggettività, una nuova idea del valore
dell’individuo che rivendica la propria autonomia di critica.
Va in crisi il sistema delle committenze: gli intellettuali perdono il sostegno ma
dall’altro lato possono esercitare il loro lavoro in modo autonomo e libero.
La necessità di individuare quindi fonti di sostegno della propria attività, nel venir
meno alla base economica derivata dalle committenze, determina:
Dal punto di vista delle forme del sistema culturale ->Sistema mecenatistico: pubblico
costituito dai soli committenti quindi i mecenati (teatri di corte). Adesso con
l’illuminismo viene meno la visione limitata della fruizione delle stesse opere. Nel
sistema mecenatistico gli intellettuali sapevano già le attese dei committenti (In
quanto il pubblico gli era già noto) e si richiedeva solo l’esercizio di una tecnica,
bisognava farlo in modo esteticamente corretto. Durante il periodo del mecenatismo si
ha un circuito chiuso, predefinito e viene richiesto all’intellettuale l’esecuzione di
determinate tecniche: prendendo spunto dai grandi modelli del passato, quindi dalla
cultura classica considerata imprescindibile e imponente, immodificabile e non
discutibile. -> tutto ciò che va fuori da questa prospettiva classica è da condannare. Si
tratta di giocare un gioco in cui regole sono chiare e gli oggetti del gioco non sono
contendibili.
Solo nel 700 si passa ad una attività di storicizzazione dell’antico, di lettura dell’antico
durante il periodo del neoclassicismo.
Con il passaggio alla cultura borghese questo aspetti sono soggetti ad una
trasformazione radicale: gli intellettuali sono obbligati a cercare in autonomia le fonti
del proprio sostentamento, in questa nuova ottica quindi sono vincolati al gradimento
del pubblico, alla quantità di copie vendute. Sono legati alla loro capacità di avvincere
il pubblico, di generare delle attese. Nella nuova cultura del 700 lo spazio nella cultura
si esercita la cultura è uno spazio aperto, indefinibile, dinamico, più difficilmente
controllabile e soprattutto non si tratta più bello spazio privato della residenza
aristocratica ma è lo spazio pubblico ingovernabile dell’opinione pubblica. Il 700 è il
secolo in cui nasce l’opinione pubblica: dimensione aperto alla partecipazione di una
quantità ampia di soggetti. Gli intellettuali non sono quindi più operatori del passato
ma sono attore vivi e interessati alla costruzione del presente, si rierise al pubblico
contemporaneo. Agli intellettuali viene richiesta di indurre il gusto, di creare nuo
tendenze. Questo nuovo dinamismo che procede nella cultura coincide con la
dimensione economica. Affinità del carattere dell’imprenditore e la nuova figura
dell’intellettuale (diventa un imprenditore culturale in quanto legato alla finalità di
profitto delle sue opere) entrambi boghesi.
Lezione 26/10
Per tanti aspetti la cultura tedesca è Comprensibile sulla base del fatto che sia gli
attori che gli oggetti trattati in queste procedure condividono la loro provenienza
sociale una cultura prodotta da produttori borghesi destinata ad un pubblico
altrettanto borghese. Agli inizi del 700 la relazione tra autori e pubblico cambia:
cambia la massa interessata alla cultura e soprattutto si indica il pubblico borghese in
una posizione di forza nel sistema dei consumi di cultura. La classe borghese diventa
la protagonista di produzione e ricezione di cultura. Si svolge nella sfera pubblica la
relazione tra autore e la massa pubblica (indefinita, di cui non si possono stabilire i
g