Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CROMATOGRAFIA A RIPARTIZIONE
FASE STAZIONARIA
La silice è intrinsecamente polare, ma se
derivatizzata la polarità della sua superficie può
essere modulata. Immobilizzando composti
organici idrofobi o idrofili che si presentano in
forma liquida, si crea in pratica un film liquido
permanente sulla superficie della fase
stazionaria.
Le fasi legate più diffuse da HPLC hanno catene
alchiliche lineari e sigle che ne indicano la
lunghezza in atomi di carbonio (es. C18, C8, C4).
Altre fasi stazionarie hanno catene alchiliche
corte con gruppi funzionali (dette CN o cyano,
oppure NH2 o amino).
Altre fasi comuni sono le colonne che legano gruppi fenili (phenyl) a volte derivatizzati per renderli più
apolari (pentafluorophenyl, PFP).
IN FARMACOPEA
La farmacopea cita la fase stazionaria con catene alchiliche a 18 atomi di carbonio immobilizzate su
silice (C18) come octadecylsilyl silica gel (es. metodo HPLC per determinare l'aflatossina).
La fase mobile con legati anelli aromatici viene invece riportata ad esempio come phenylsilyl silica gel
per la caratterizzazione delle impurezze dell'alprazolam.
FASE STAZIONARIA
Le interazioni con gli analiti avvengono principalmente per interazioni deboli
CROMATOGRAFIA LIQUIDO-LIQUIDO
Analogamente a quanto visto per l'estrazione liquido-liquido (vedere materiale
relativo alle tecniche estrattive), si crea un'interfaccia liquido- liquido tra due
fasi immiscibili, di cui una più idrofila e l'altra più idrofoba
A seconda della natura della fase stazionaria la cromatografia a ripartizione si
definisce:
1. in fase normale se la fase stazionaria è più polare della fase mobile, è stata sviluppata per
prima (può essere ad esempio fatta su carta bagnata da acqua, paper chromatography) e
richiede l'uso di solventi organici immiscibili con l'acqua che sono costosi, tossici, volatili e
infiammabili.
Siccome la fase stazionaria è polare i composti più trattenuti saranno quelli più idrofili, mentre
i composti apolari eluiranno per primi perché meno affini alla fase stazionaria. Gli analiti
saranno quindi eluiti in ordine di polarità crescente.
È ancora utilizzata nella TLC, in cui spesso si lavora su silice non derivatizzata, come ad esempio
nella monografia della fenolftaleina, in cui si usa silice e come eluente il diclorometano.
2. in fase inversa (reversed phase, RP) se la fase stazionaria è apolare (meno polare della fase
mobile), è nata dopo (con le fasi legate) ma è diventata la più diffusa delle tecniche
cromatografiche.
Si usano solventi polari o mediamente apolari (acqua, alcoli, acetonitrile), che hanno minori
costi e tossicità dei solventi usati in fase normale.
Al contrario della fase normale gli analiti saranno eluiti in ordine di polarità decrescente (dal più
polare al meno polare e più affine alla fase stazionaria idrofobica).
È la tecnica più diffusa per metodi strumentali (HPLC, UHPLC).
Per ciascun analita, la concentrazione nelle due fasi dipende dall'equilibrio che si instaura dovuto alla
costante di distribuzione.
INTERAZIONE CON LA FASE MOBILE
La cromatografia liquida a ripartizione differisce dalla gascromatografia a ripartizione.
L'equilibrio di distribuzione tra le fasi è sempre influenzato da temperatura e pressione (come in GC),
ma a differenza della GC la fase mobile non fa solo da carrier perché la solubilità degli analiti in fase
mobile (liquida) può essere influenzata da altri fattori come il pH, la forza ionica e polarità.
OTTIMIZZAZIONE DEL METODO
EFFETTO DEL FLUSSO
Come in GC, anche in HPLC i fattori che concorrono all'allargamento di
picchi si controbilanciano in modo ottimale per un dato valore di flusso.
Si lavora a flussi costanti e al valore ottimale (per colonne col ramo destro
dell'equazione di Van-Deemter "piatto", aumentare il flusso non è
dannoso e fa risparmiare tempo). EFFETTO DELLA TEMPERATURA
La temperatura è solitamente mantenuta entro intervalli più bassi
rispetto alla GC, per mantenere gli eluenti liquidi (intervalli tipici di
lavoro 20-50 C°).
Aumentare la temperatura migliora l'efficienza (accelera il
trasferimento di massa tra le fasi, diminuisce la viscosità) ma non
è detto che migliori la risoluzione.
La temperatura può anche modificare la selettività fino a provocare inversioni di ordine di eluizione
degli analiti.
Per questi motivi, a differenza della GC, in HPLC non si usano gradienti termici (isoterma) .
PARAMETRI GENERALI INDIPENDENTI DAL MECCANISMO DI SEPARAZIONE
Quando si ottimizza un metodo in genere:
• Lavorare al flusso raccomandato per la colonna, tranne per colonne UHPLC in cui si può
lavorare a flussi maggiori del consigliato (ramo destro dell'equazione di Van-Deemter quasi
parallelo all'asse delle ascisse)
• Lavorare a temperature alte migliora la velocità di instaurazione degli equilibri e, diminuendo la
viscosità, diminuisce pressione (permettendo di incrementare il flusso) bisogna però valutare
gli effetti sulla selettività ed efficienza.
CROMATOGRAFIA A RIPARTIZIONE
In cromatografia a ripartizione si può facilmente modulare la
selettività e l'efficienza per eluire analiti diversi modulando la
polarità dell'eluente (cambiandolo o attraverso l'uso di
miscele di solventi).
CROMATOGRAFIA IN FASE INVERSA
EFFETTO DEL pH
In cromatografia a fase inversa (RP) la ritenzione di analiti
ionizzabili è modulabile in funzione del pH della fase mobile,
perché analiti carichi e neutri hanno diversi coefficienti di
ripartizione tra fase stazionaria e fase mobile. (ciò non
accade in GC o in HPLC se la fase mobile non è acquosa)
In cromatografia a fase inversa (RP) bisogna controllare il
pH della fase mobile per evitare la dissociazione degli acidi
deboli con sdoppiamento del picco (all'equilibrio si hanno
entrambe le specie RCOOH e RCOO-)
In cromatografia a fase
inversa (RP) il pH può
influenzare non solo la
risoluzione ma anche
la selettività, spesso la risoluzione migliore si ottiene a pH non
estremamente acidi.
Gli acidi organici (formico, acetico) sono preferiti quando si usa la
ionizzazione ESI per MS, ma in UV coprono sotto 220 nm.
ESEMPI DA FARMACOPEA
Nella monografia del celecoxib viene utilizzata la cromatografia a fase inversa (colonna fenilica) con
fase mobile tamponata a pH 3 (il celecoxib è un acido), l'eluente contiene 10% acetonitrile e 30%
metanolo. Le impurezze hanno struttura, polarità e tempi di ritenzione simili.
Nella monografia del butilparabene, viene utilizzata la cromatografia a fase inversa (colonna C18) con
fase mobile acida (non è specificato ma si aggiunge potassio diidrogenofosfato) contenente 50%
acetonitrile. Le impurezze hanno ordine di eluizione crescente in base alla lipofilia (dagli esteri a catena
corta a quelli a catena più lunga).
ADDITIVI DELLA FASE MOBILE
In cromatografia a fase inversa (RP) sono molto popolari l'acido trifluoroacetico (TFA)
e altri acidi organici perfluorati (es. acido perfluorobutirrico PFBA,
perfluoropentanoico PFPA).
Gli acidi organici perfluorati sono acidi forti, ma la loro catena organica è apolare. Si
distribuiscono bene nella fase stazionaria apolare e neutralizzano i silanoli non
derivatizzati. (in teoria non dovrebbero essercene, ma nessuna silice è perfettamente
derivatizzata) La presenza silanoli carichi negativamente può causare interazioni ioniche
con alcuni analiti provocando un allargamento e scodatura dei picchi (analita
troppo affine alla fase stazionaria, resistenza al trasferimento).
La neutralizzazione con TFA può migliorare la forma del picco rimuovendo
queste interazioni addizionali.
La presenza silanoli carichi può essere mascherata anche aggiungendo sali
(es. fosfati, cloruri o formiati di ammonio, potassio o sodio) che interagiscono
coi silanoli al posto degli analiti (possono anche essere usati per creare
eluenti a pH tamponato). L'effetto è concentrazione dipendente e può
cambiare efficienza e selettività. Gli acidi organici perfluorati (es. TFA) vengono anche chiamati
accoppianti ionici (ion pairing reagents) e quando vengono usati con
colonne da cromatografia a fase inversa (es. C18) si parla di ion pair
chromatography.
USO DI ACCOPPIANTI IONICI
Le catene perfluorate sono molto lipofile e si inseriscono tra le catene
lipofile della fase stazionaria creando una fase stazionaria con
superfice carica negativamente.
In ion pair chromatography la fase stazionaria a fase inversa cambia così meccanismo di interazione
e diventa una fase stazionaria a meccanismo misto, in cui oltre che per ripartizione gli analiti si legano
per interazione di carica (cromatografia a
scambio ionico vedere più avanti).
Per caricare positivamente la superficie, invece
che acidi perfluorati, si aggiungono sali di
ammonio quaternario con catene alchiliche
lipofile molto lunghe che ne facilitano
l'adsorbimento sulla fase stazionaria.
L'uso di accoppianti ionici, pur aumentando la ritenzione di analiti polari, riduce drasticamente la
sensibilità in spettrometria di massa.
ESEMPI DA FARMACOPEA
Nella monografia della gentamicina viene utilizzata la cromatografia a fase inversa (colonna C18) per
caratterizzare la composizione del farmaco. La fase mobile contiene accoppianti ionici per aumentare
la ritenzione dei componenti (molto polari) il rivelatore non è UV (assenza cromofori).
Nella monografia del midazolam, viene utilizzata la cromatografia a fase inversa (colonna C18) con
fase mobile che contiene come additivi ammonio acetato, tetrabutilammonio e acido acetico fino a pH
5.
CROMATOGRAFIA A RIPARTIZIONE
SEPARAZIONI ISOCRATICHE
In condizioni costanti di composizione di fase mobile
(isocratica) è difficile ottenere una buona risoluzione di tutti gli
analiti di miscele multicomponenti (così come quando si lavora
in isoterma in GC).
EFFETTO DELLA POLARITÀ DELLA FASE MOBILE
In HPLC, a differenza della GC, non conviene lavorare in
gradiente termico perché la temperatura può modificare la selettività e può essere variata in un
intervallo ristretto. Il flusso ha un suo valore ottimale e non è consigliato lavorare in gradiente di flusso.
Le pompe moderne hanno però dei sistemi di miscelazione dei solventi in tempo reale che permettono
di lavorare a gradiente di eluente, ossia variando la composizione della fase mobile nel tempo, per
modulare le costanti di distribuzione degli analiti e favorire una efficiente eluizione di tutti i picchi.
GRADIENTE DI POLARITÀ
In