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LA COMUNICAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA
DEFINIZIONE DELLA COMUNICAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA
In tutti i processi di comunicazione un ruolo di primario rilievo è detenuto dai messaggi a
contenuto economico-finanziario, che dovrebbero rappresentare una sintesi delle modalità
di creazione di ricchezza attesa ed effettiva (ossia come l’impresa genera valore per i suoi
stakeholder).
INFORMATIVA OBBLIGATORIA
In passato, si faceva attenzione alla violazione del principio di riservatezza che avrebbe potuto
dare un vantaggio competitivo scorretto a determinate imprese a scapito di altre.
Attualmente, l’informativa obbligatoria si è affermata come una variabile strategica per lo
sviluppo aziendale.
L’informatica obbligatoria deriva da fattori di vincolo di carattere normativo con lo scopo
di tutela dei terzi e di garanzia informativa per gli stakeholder. Tuttavia, l’esistenza di
fattori di vincolo non rappresenta una garanzia di qualità della comunicazione (inoltre non è
garantito che l’informazione non sia stata manipolata).
Patologie dell’informativa obbligatoria
- Politiche di comunicazione rispondenti ad esigenze di fittizio sostenimento della
crescita di valore dell’impresa emittente;
- Contenuti economico-finanziari orientati alla legittimazione di risultati idonei a garantire un
maggior vantaggio fiscale (senza dare una visione oggettiva dell’andamento
dell’impresa);
Contrasto alle patologie
- Sviluppo quantitativo delle informazioni: a fronte di una maggior necessità di
informazioni, le imprese devono fornirne di più;
- Riduzione dei tempi di riferimento, dando delle scadenze periodiche (es. ogni tre mesi)
ed aumentando quindi la frequenza delle informazioni.
•Punti di forza: superamento dei limiti di storicità delle rendicontazioni annuali;
•Punti di debolezza: orientamento al breve periodo in contrasto con le esigenze di
durabilità e di sviluppo nel tempo.
Conseguenze di un eccesso di comunicazione obbligatoria:
- Incremento della volatilità dei titoli con conseguente innalzamento della rischiosità per
gli investitori e relativi aumenti del costo del capitale;
- Sovraccarico di informazioni con conseguente incapacità di distinguere gli aspetti più
rilevanti dai dettagli.
INFORMATIVA VOLONTARIA
L’informativa volontaria viene proposta da ciascuna impresa a completamento ed
integrazione dell’informativa obbligatoria. Il primo pericolo dell’informativa volontaria
17 Giada Pedroni
è un sovraccarico di informazioni; la chiave è capire gli interessi degli stakeholder e segmentare
le informazioni.
Tipologie di informativa volontaria
- Proattiva;
- Reattiva.
Costi dell’informativa volontaria
- Costi competitivi: rivelare ai concorrenti aspetti importanti della propria strategia;
- Bargaining cost: la trasparenza provoca maggiore forza contrattuale degli stakeholder ma
anche maggiore fiducia da parte loro;
- Litigation cost: costi di tipo giudiziario per la gestione di cause da parte di investitori;
- Costi di focalizzazione sul breve periodo: il management guarda al BP per dare ai
mercati informazioni trimestrali o semestrali;
- Costi di continuità della comunicazione volontaria, la quale non può avere carattere
episodico. Se non c’è continuità, si crea panico negli stakeholder;
- Costi vivi della comunicazione.
GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA
Presupposti di efficacia della comunicazione economico-finanziaria
- Ruolo dei sistemi informativi per la potenzialità della trasparenza delle informazioni
(integrazione tra informativa obbligatoria e volontaria);
- Atteggiamento ricettivo da parte dei destinatari delle informazioni.
Necessità di articolazione delle informazioni (attese degli stakeholder)
- Attese essenziali: sostanzialmente comuni a tutti i soggetti interessati alla dinamica
economica, riconducibili all’apprezzamento delle modalità di creazione di valore e
soddisfatte dalla comunicazione obbligatoria;
- Attese particolari: espresse da specifiche tipologie di pubblico in relazione a definiti
rapporti interattivi e correlate a specifiche relazioni impresa-ambiente.
La comunicazione economica può configurare un patrimonio immateriale di primario rilievo
per lo sviluppo delle imprese.
LA CARTA DEI SERVIZI
DEFINIZIONE DELLA CARTA DEI SERVIZI
La Carta dei servizi è uno strumento inserito all’interno del processo di relazione sistematica
che si instaura tra l’ente o l’azienda che eroga il servizio e l’utente, nell’ambito del quale:
- Il soggetto erogatore:
Illustra finalità, caratteristiche, modalità di accesso ai servizi e di compartecipazione ai
• costi da parte dell’utenza (nel caso di servizio oneroso);
Garantisce il rispetto di alcuni standard di qualità relativi ai servizi erogati;
• Prevede forme di tutela per gli utenti che ricevono prestazioni non coerenti con gli
• standard di qualità dichiarati.
- L’utente può… 18 Giada Pedroni
Partecipare all’individuazione degli standard di qualità (ascolto attivo). L’utente si sente
• partecipe e perciò diventa meno critico;
Conoscere gli standard e verificarne il rispetto;
• Ottenere forme di risarcimento in caso di mancato rispetto degli standard dichiarati
• dall’erogatore.
Si tratta di uno strumento propedeutico a tutte le rilevazioni della customer satisfaction,
chiarisce le aspettative ed aiuta l’utente a scegliere o meno un determinato servizio.
La Carta dei servizi è ”poco” frequente in quanto onerosa. Inoltre, potrebbero esserci
resistenze da parte del personale qualora l’impresa tenda a fare promesse di difficile
sostenibilità; ad esempio, potrebbe far di tutto per ostacolare la diffusione della Carta.
Dipende anche dalla forza contrattuale dell’utente.
CONSIDERAZIONI
- La Carta dei servizi è uno strumento di tutela ancora poco conosciuto, sia dai cittadini
che dagli operatori; spesso, infatti, le imprese e le PA hanno una Carta dei servizi ma non
comunicano al proprio personale gli standard promessi agli utenti;
- Inoltre, vi è spesso uno scarso coinvolgimento dei cittadini e delle loro associazioni di
tutela nella fase di stesura delle carte;
- Scarso coordinamento tra la singola Carta dei servizi e gli indirizzi di sviluppo ed
evoluzione della stessa organizzazione a cui essa fa riferimento;
- Scarsa accessibilità, reperibilità e comprensibilità delle carte redatte. Per la
comprensibilità si fa riferimento alla struttura della carta, al contenuto (es. lessico), ecc.;
- Le carte si presentano ancora, eccetto in casi particolarmente significativi, come
un’operazione di facciata.
FINALITÀ, STRUTTURA E CONTENUTO DELLA CARTA DEI SERVIZI
Finalità
- Comunicazione:
Informazione generale e criteri d’accesso ai servizi;
• Partecipazione degli utenti alla verifica degli standard;
• Segnalazioni e proposte di miglioramento.
•
- Tutela:
Adozione degli standard di qualità;
• Definizione di procedure di reclamo/ricordo;
• Stesura di modalità di risarcimento/rimborso.
•
- Valutazione e miglioramento: di interesse interno per l’impresa ma di riflesso anche per
l’utente.
Modalità di definizione di indicatori e standard;
• Valutazione dei risultati e verifica degli standard;
• Obiettivi di miglioramento (non autoreferenziali, bensì basati sulle considerazioni critiche
• dell’utente);
Raccordo con il sistema di programmazione e controllo.
•
Approccio autoreferenziale di costruzione della Carta dei servizi (non efficace a fini
comunicativi):
1. Organizzazione;
2. Servizi;
3. Utenti. 19 Giada Pedroni
Non si può fare un’organizzazione in cui l’utente deve andare a ricercare i servizi desiderati in
elementi differenti. L’utente dovrebbe leggere due livelli interni dell’azienda, ossia
l’organigramma ed i servizi, per capire se sono adatti ai propri bisogni.
Approccio orientato all’utente (efficace):
1. Utenti: chi è l’utente?;
2. Bisogni;
3. Servizi: quali sono i servizi da erogare per soddisfare i bisogni degli utenti?
Mappa di accesso ai servizi (esempio)
- Utenti: l’anziano e la sua famiglia;
- Bisogni:
Continuare a vivere nella propria casa evitando ricoveri indesiderati;
• Servizi:
Servizio di assistenza domiciliare;
Servizio pasti;
Assegno di cura;
Telesoccorso;
Buono famiglia;
Centro diurno.
Avere opportunità di svago e socializzazione sul territorio
• Servizi:
Laboratorio di attività manuali
Essere accolto in un ambiente sicuro e protetto quando non può rimanere a casa
• Servizi:
Inserimenti in strutture residenziali;
Ricoveri di sollievo.
Un’impresa che mira ad essere competitiva non punta solo ai bisogni odierni dell’utente. In
questo caso si segmenta l’utenza.
LA MAPPA DI ACCESSO AI SERVIZI
- È uno strumento di orientamento per l’utente;
- Rappresenta la struttura base della Guida ai servizi e della Carta dei servizi. La
Guida è essenzialmente una Carta senza standard, potrebbe essere il primo passo per
giungere ad una Carta con standard;
- È il punto di riferimento per il raccordo con il budget aziendale.
LA GUIDA AI SERVIZI
- È un documento generale, in quanto presenta tutte le informazioni necessarie per
“guidare” l’utente all’interno dell’organizzazione e dei suoi servizi ma senza
aver ancora segmentato l’utenza;
- È rivolta a tutti i cittadini, prioritariamente agli utenti ma anche agli operatori;
- Può essere aggiornata periodicamente, in funzione delle necessità.
Un metodo intelligente è dare informazioni di base/minime che cambiano meno
frequentemente, perciò vi è un minore rischio d’invecchiamento.
20 Giada Pedroni
Struttura e contenuto della Guida ai servizi
1. Identità dell’organizzazione (informazioni di carattere generale):
- Tipologia e funzioni dell’organizzazione;
- Organi di governo ed assetto organizzativo: l’organizzazione può scegliere di dare
centralità alle persone e non proporre un’organigramma;
- Territorio di riferimento;
- Sedi di accesso al pubblico ed orari di ricevimento.
2. Principi nell’erogazione dei servizi
- Valori ed impegni (commitment) assunti dall’ente nell’erogazione dei servizi
Valori: es. accoglienza ed ascolto dei bisogno dell’utenza, sussidiarietà, prevenzione
• del disagio sociale, ecc.