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Equilibrio formale, ma prevale idea di strappo, lacerazione, sofferenza

Qualcuno ha letto l'esperienza dello stesso Burri come medico di guerra, costretto a confrontarsi con carnalità viva etruculenta, con operazioni chirurgiche d'emergenza fatte a vista, con mezzi di fortuna, sotto le bombe negli ospedali militari, ma che sono l'avvio di una sistematica esplorazione esperimentazione di più fonti e materiali. Alla serie dei sacchi presto si affiancano altri materiali: es. legni bruciati.

Alberto Burri, Legno SP, 1958

Legno rude, non lavorato, non solo trattiene segni del tempo, ma a volte persino bruciato o oltraggiato dal catrame (spesso usato) nei neri, per dare consistenza respingente alla sua pittura.

Anche le plastiche fuse:

Alberto Burri, Grande rosso, 1964

Fiamma ossidrica su plastica bruciata.

Si mantiene qualcosa di pittorico, ma sono risultato di materiali oltraggiati.

Questo senso di oltraggio, aggressione della materia come corpo vivo dell'arte, esperienza.

ricercaartistica… su cui si assommano memorie stratificate di esperienze di dolore, sofferenza…Burri è stato uomo di destra, convinto fascista nei suoi anni di gioventù (anche impegno militare);poi liberale conservatore che – nonostante tutto – sfocia in esiti di grande intensità poetica eperfettamente in linea con spirito del tempo. Anche nel confronto con Antoni Tàpies, fatti i dovutidistinguo, fu artista anche saccheggiato (molti altri guardarono a lui con interesse, proprio perintensità sperimentale di molti suoi esiti).Alberto Burri, Sacco 3, Città di Castello, fondazione BurriMateriale di scarto residuale di una tragedia come ultimo frammento di verità o testimonianza sutele dipinte in maniera omogenea (colori funerei o intensamente drammatici, che concorrono arestituire una sorta di grado emotivo-psicologico; tendono a raffreddare, placare e ricomporresconvolgimento appena consumato.Burri ancheprotagonista della più importante esponente della Land art in Italia. Cosa si intende? Opere d’arte realizzate direttamente all’interno dell’ambiente naturale su grandi superfici. Forme di ricerche che nascono in Stati Uniti d’America, dove ci sono spazi a disposizione di incontaminata bellezza (selvaggio West, provincia interna di America rurale, zone desertiche di Stati Uniti sud occidentali, come Utah, Nevada, ma anche California). Alberto Burri, Grande Cretto, Gibellina Vecchia, 1981-2015 Nella parte bassa si individuano case periferiche del più antico centro storico, miracolosamente sopravvissute al terremoto del 1968 (realizzate in cemento armato) Scenario di questo tipo esteso sulla superficie di tutto il paese, difficile da raggiungere (generò ritardi all’arrivo dei primi soccorsi). Su queste macerie Burri pensò di far colare questa immane superficie di cemento armato, su cui – in qualche modo – riproporre (ma suscala paesaggistica)l'idea delle superfici aride, cotte dal sole, prive di acqua, tipiche del paesaggio italiano estivo (terra arsa, bruciata dal sole, priva di acqua e forme di irrigazione, quasi sudari e pietre tombali, omaggi a tutte le vittime del terremoto). Progetto iniziato nel 1982 ma di fatto concluso pochi anni fa. Gli iniziali lotti ingrigiti e aggrediti dalla vegetazione (struttura in cemento armato, esposta ad agenti atmosferici ha insolescenza arida rispetto a edifici in pietra; quarant'anni che hanno inciso profondamente su lettura dell'opera). Striscia in basso aggiunta in tempi più recenti: intenzioni di artista prevedevano un bianco puro: sudario bianco di lino, come di tradizione mediterranea dei paesi del Maghreb e sud Italia, che spesso avvolgevano cadaveri in teli di lino bianco. Si doveva suggellare per sempre memoria della cittadina, trasferita altrove. Operazione controversa: amatissima per alcuni versi, odiata per altri. Alcuni cittadini di

Gibellina (che anche difesero l'operazione) ebbero l'impressione che si volesse cancellare la memoria di ciò che rimaneva - anche se in termini di rudere - della città di Gibellina. A parziale compensazione di questa memoria perduta, c'è chi ha visto nei solchi del cretto gigantesco (corpi ad altezza umana, ad altezza di clavicola; chi entra nel cretto è come se stesse esplorando una città labirintica, con le sue strade e la sua articolazione viaria) un riflesso dell'antica struttura dell'area di Gibellina; tutt'altro! Nasce da circostanze casuali, dettate dal disegno compositivo d'insieme dell'artista e architetto. Tutto questo all'interno del paesaggio dell'entroterra, oggi funestato da pale eoliche (ahi noi!).

Dichiarazione di Michel Tapie (critico dell'Informale). Prerogative degli aderenti l'Informale. Saggio del 1952, un'arte altra, che doveva segnare la sua

La differenza e la distanza rispetto alle poetiche e alle pratiche coltivate fino ad allora. Il problema non è l'astrazione, l'arte oggettiva (definizione nata negli Stati Uniti d'America: uno dei più generosi magnati dell'epoca, Guggenheim, che fece progettare sulla quinta strada a New York un museo a sue spese sulla propria collezione d'arte, poi aperto ad altre istanze. Prima di essere intestato alla sua memoria dopo la morte "Museum of non object art", assecondando scelte condotte sul filo della non-oggettività, che Guggenheim aveva privilegiato fino ad allora). Che sia violenza o banalità (superfici totalmente astratte / segno come gioco arabescato), alto grado di coinvolgimento emotivo, che questa nuova pittura è in grado di sollecitare a osservatori dell'epoca. Questo non è l'unico fronte di ricerca artistica di quegli anni, e soprattutto non in Italia, dove il dibattito fu presto condizionato profondamente.

dall'intervento del segretario del Partito comunista Palmiro Togliatti, che aveva avuto formazione nel Partito russo staliniano. E. Vedova, Uragano, 1948, olio su tela, Venezia, Fondazione Vedova. Gruppo fondato nell'immediato secondo dopoguerra, che rimane in vita fino al 1948 (fino a Biennale nel Dopoguerra, in cui si presentarono come gruppo), che nasceva da costola di Corrente (Milano, fine anni Trenta, artisti anti-fascisti/novecentisti: lezione politica di militanza civile e sociale di Guernica del 1937 - figurazione che tiene in piedi anche una memoria di ciò che le avanguardie storiche avevano rappresentato, sotto l'egida di Picasso, grande protagonista della biennale del 1948, la prima in cui si riuscì a vedere e leggere retrospettivamente la sua attività). Personalità fra cui quella di Renato Guttuso, raccoltesi intorno a un giovane critico - Giuseppe Marchiori, allora in Italia fra i più attenti osservatori della

ricerca artistica internazionale. Saldamente convinto che questa eredità non dovesse essere subita, ma interpretata e declinata secondo specifica sensibilità di cultura italiana, non in senso nazionalista, ma esperienza vissuta e partecipata sulla pelle di artisti (molti avevano militato nella Resistenza / ancora iscritti al Partito comunista; divennero intellettuali organici, come Guttuso).

Composizioni che ancora si muovono (nel caso di Vedova) tra astrazioni di matrice cubista e picassiana (lezione di Guernica – si parla di Picassismo, con riferimento a queste proposte italiane del secondo dopoguerra) a esiti (vedi Donne di Varsavia, 1946) più figurativi, in cui però ancora matrice e cubista (sulla scorta della precedente esperienza di Corrente) procede verso figurazione più slabbrata e dolente.

Morlotti, Le donne di Varsavia, 1946

Guttuso aveva adottato (paternalisticamente) questi giovani artisti; era artista di riferimento nella capitale già

anni Trenta: sposò la causa di questi giovani artisti, anche sostenendoli economicamente e finanziando alcune loro iniziative.

Renato Guttuso, Ritratto di Mimise, 1947, olio su tela, Roma, GNAM.

Rivista nata come manifesto di poetica, Pamphlet; tiratura limitata (a lungo solo numero 1; il secondo uscì dopo in maniera organica / disomogenea – sulla carta previste uscite regolari).

Neo-realismo: si parte da Goya e Courbet (numi tutelari di questa nuova stagione di artisti – pensiamo a Retrospettiva, strumentale ad accreditare genealogia a queste ricerche di matrice figurativa)

Francis Bacon, Studio del ritratto di papa Innocenzo X di Velazquez, olio su tela, New York

Ossessione per pittura di grandi maestri: molte variazioni su questo tema.

Oggetto di studi, variazioni, reinterpretazioni da parte di artista inglese, come tentativo di rileggere anche una vicenda storica nel segno della contemporaneità.

Già questo evidente in una pittura più antica,

degli esordi:Già idea del trittico rimonta a idea antica della pittura (a queste date ancora profondamenteinfluenzata da tradizione surrealista: figure mostruose, zoomorfe di derivazione anche in questocaso dal confronto con pittura visionaria, fantastica, orrorifica di tradizione fiamminga, il cuimaestro d’elezione a distanza è Bosch). Idea di umanità compressa, sofferente, urlante.Recupero matrice espressionista che abbiamo più volte indicato.

F. Bacon, Study for a Portrait, 1952

Non si parla dopoguerra e astrazione tout court senza inserire altre posizioni di dibattito.

Lucian Freud, Girl with a Kitten, 1947, Oil paint on canvas

Sopravvive memoria di esperimenti maturati in ambito tedesco: realismo tagliente, fortementedisegnato, con grafica dal ductus quasi metallico (dettagli dei capelli al vento – consistenza quasiplastica); idea di deformazione dei volti in senso espressionista; atmosfera sospesa, tesa, sguardoperso, smarrito, alienato,

Attonito di questa figura che tiene in mano il gattino per la collottola, senza però promettere nulla di buono (sembra che lo stia strangolando). Anche il gatto stesso è testimone della tragedia).

Graham Sutherland, Crucifixion, 1946, Oil on board, London, TATE

Pittura a cavallo fra surrealismo e nuova figurazione, che si accompagna ugualmente a quell'idea di umanità dolente, deformata, schiacciata, avvilita che (anche nei temi di natura religiosa) asseconda dinamiche di quel tipo.

Tra matrice surrealista ed espressionismo storico / componente visionaria.

Personalità tutte in Inghilterra: non è un caso! Paese che, a differenza di altri, NON ha conosciuto vere e proprie esperienze d'avanguardia, salvo il Vorticismo (consumatasi in pochi anni e conclusasi con la Prima Guerra mondiale, giocata soprattutto sul fronte più bellicista-interventista dell'arte di propaganda pro-Prima Guerra mondiale).

Tradizione figurativa mai tramontata: tra

esperienze dell'Omega Workshop, interesse per Cezanne (post-impressionista, studiato da Roger Fry) ... Si conferma fedele a linea di persistente figura

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
35 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucabeagle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea i e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Angelini Alessandro.