Le diverse catene alfa si assemblano a 3
a 3 a formare la triplice elica e ognuna di
queste catene è codificata da un gene
diverso. All'interno dei tessuti connettivi i
tipi di collagene sono 1-2-3 e anche 5-9,
mentre ci sono delle molecole di
collagene che hanno la tendenza a
formare reti che polimerizzano a formare
lamine basali, tali molecole sono i tipi 4 e 7 e sono caratteristiche dei tessuti epiteliali.
Quando parliamo di produzione di una proteina il processo non può che partire dalla
cellula e nel caso della cartilagine la cellula che svolge tale operazione è il condrocita
mentre nel derma per esempio tale cellula è il fibroplasta, chiaramente le cellule sono
differenti e di conseguenza le tipologie di collagene che producono sono differenti
perché il DNA ha una configurazione tale per cui solo alcuni geni possono essere
trascritti, infatti le cellule del nostro corpo, indipendentemente dal sito in cui si
trovano, hanno lo stesso DNA ma hanno funzioni diverse e producono proteine
differenti perché le porzioni di cromatina trascrivibili sono differenti.
Quando parliamo del collagene tutto il processo di produzione della proteina parte
all'interno della cellula e il processo si può anche concludere nella cellula, ma nel caso
del collagene non è così: c’è una fase che si realizza all'interno del citoplasma e poi la
proteina viene espulsa nello spazio extracellulare e in questo spazio avvengono una
serie di reazioni che portano all'assemblaggio delle molecole di collagene e quindi alla
formazione della fibrilla. All'interno della cellula avviene in primis la trascrizione, che
avviene all'interno del DNA con la produzione di mRNA, che viene poi espulso nello
spazio citoplasmatico e poi a livello del reticolo endoplasmatico avviene la formazione
della molecola di collagene, che è la pro-catena alfa, chiamata così perché deve subire
delle modifiche post traduzionali, tra cui il processo di glicosilazione (aggiunta di una o
più unità di zucchero) e il processo di ossidrilazione (aggiunta di OH).
Queste reazioni, in particolar modo l'ossidrilazione che adopera in corrispondenza
della prolina è una reazione chimica di una trasformazione che permette la formazione
dell'idrossiprolina, sono fondamentali affinché si possa formare la triplice elica, quindi
solo quando le molecole di collagene subiscono queste trasformazioni si possono
assemblare a formare la triplice elica, perché per esempio attraverso la reazione di
ossidrilazione l'ingombro sterico della prolina cambia e le si può assemblare in una
struttura tridimensionale fibrosa che è quella della triplice elica, e questa molecola che
si forma a triplice elica è detta pro-collagene.
Queste reazioni sono importanti perché tutte le malattie associate al collagene sono
connesse ad un collagene che non ha la sua organizzazione strutturale e possono
essere delle modifiche legate al gene, quindi il primo motivo per cui il collagene
prodotto può essere diverso dal collagene funzionale è perché il gene è diverso dal
gene funzionale, in quel caso parliamo di problemi legati alla base di trascrizione e di
traduzione della pro catena alfa, ma ci sono altre patologie in cui la molecola del
collagene non è funzionale perché non avvengono le reazioni dette prima perché
appunto non si forma la triplice elica, ovvero non si forma la molecola di pro- collagene
e quindi non si forma la molecola collagene e di conseguenza non si assemblano per
formare le fibrille, per poi avere la fibra, quindi otterremo delle molecole di collagene
che sono molto più flessibili, motivo per cui ci sono delle persone che soffrono di
alcune sindromi legate alla funzione del collagene strutturalmente non resistente e
queste patologie sono legate alle ossa fragili.
Ci sono molteplici malattie associate al collagene e che quindi si ripercuotono sui
tessuti in cui il collagene è particolarmente abbondante, inoltre queste patologie
possono essere delle patologie genetiche; quindi, il gene la cui trascrizione permette
la funzione della molecola di collagene, in realtà induce la formazione della molecola
di collagene non funzionante.
Altre patologie invece non sono patologie genetiche ma sono delle patologie connesse
a delle modifiche post trascrizionali non corrette e quindi, come detto prima, per
formare la triplice elica devono avvenire le reazioni descritte prima, ma a volte accade
che queste reazioni non avvengono e si va incontro a delle patologie.
La molecola di collagene si forma nello spazio extracellulare, cioè a livello del reticolo
endoplasmatico rugoso le proteine vengono inserite in alcune vescicole, le quali si
muovono nello spazio citoplasmatico, arrivano nella membrana plasmatica e vengono
espulse nello spazio extracellulare; infatti, alcune proteine devono rimanere nella
cellula, altre invece sono etichettate per sapere dove devono andare e vengono
espulse nello spazio extracellulare.
Le molecole di collagene interagiscono tra di loro attraverso legami trasversali, che
sono legami covalenti, andando a formare la fibrilla, e la presenza di tali legami è
responsabile dell'aumento della resistenza della molecola, infatti quando andiamo
nella regione di snervamento alcuni di questi legami si rompono e se si esercita un
carico per esempio su un singolo legame covalente si avrà un po' di dolore ma se si
lascia a riposo il tessuto si recupera, mentre se si continua ad esercitare il carico (in
caso sportivo) la rottura si estenderà lungo un'intera sezione.
Nei tessuti reticolari si avrà un'organizzazione in cui la dimensione delle fibre di
collagene è più sottile rispetto a quella dei tessuti connettivi.
Nella biosintesi del collagene quindi possiamo dire che avremo una serie di reazioni
all'interno della cellula e altre reazioni all'esterno della cellula, perché appunto ci sono
degli enzimi che devono essere utilizzati che si trovano nello spazio extracellulare, ma
anche perché le dimensioni delle fibre sono molto grandi e non potrebbero essere
contenute nella cellula.
Si parla di struttura quaternaria perché più molecole di collagene si assemblano per
formare una struttura superiore, come anche nel caso dell'emoglobina.
In quest'organizzazione c'è un elevato ordine disorganizzativo al punto che se si
osserva una fibrilla di collagene al microscopio elettronico si vedrà un tipico bandeggio
in cui ci saranno delle regioni scure e delle zone
chiare che sono essenzialmente connesse alle
sovrapposizioni che si realizzano tra le molecole di
collagene, in particolare le regioni scure sono quelle con più sovrapposizioni di
molecole di collagene adiacenti, mentre le regioni chiare sono quelle con meno
sovrapposizioni. La presenza di questo bandeggio, che in realtà è conseguente
dell'organizzazione della molecola sul livello quaternario, è importante perché è
responsabile delle proprietà meccaniche dei tessuti, in particolar modo dei tendini e
dei legamenti, inoltre è anche collegato all'organizzazione ondulata della tripla elica.
Abbiamo detto che la prima regione della curva sforzo-deformazione dei tendini e dei
legamenti è quella della toe-region che è una regione a bassa pendenza, il che
significa modulo elastico basso, perché in realtà quando si applica un carico su un
tendine o su un legamento e ci si trova nel regno delle piccole deformazioni, quello
che realmente si fa non è deformare esercitando un carico sul legame covalente
all'interno della fibrilla, ma si va a distendere la molecola, quindi si va a ridurre il
bandeggio (zone scure e chiare).
Un esempio lo ritroviamo quando distendiamo capelli ricci, infatti nella fase iniziale ci
troviamo nella toe- region dove applichiamo forze molto basse e andiamo a rompere
una serie di legami deboli per distendere il capello, come per esempio i ponti di solfuro
che si realizzano nelle molecole di cheratina, infatti la toe-region è la prima regione
non lineare a bassa pendenza e quindi si riesce a distendere il materiale tanto e con
bassi livelli di forza, ma anche distendendo il capello la sua lunghezza resta la stessa.
Nel momento in cui abbiamo disteso il capello iniziamo a sentire i legami covalenti che
sono presenti nelle molecole che lo costituiscono e li si fa fatica ad allungare il capello;
infatti, non lo allunghiamo ma raggiungiamo un punto critico per cui si spezzerà
arrivando nella regione di fallimento, e una cosa similare succede nei tendini.
Nella regione lineare testiamo i legami covalenti che sono forti e hanno bisogno di più
energia per essere rotti; quindi, applichiamo questa forza e iniziamo realmente a
sentire la resistenza del collagene, questo perché applichiamo livelli di energia che
sono più alti rispetto all'energia necessaria che serve per rompere i legami covalenti e
perciò se si continua a caricare il materiale quest'energia cresce al punto che i legami
si rompono.
La dimensione della lunghezza delle fibre di collagene è predefinita ed è uguale per
tutte le molecole di collagene e di conseguenza anche la lunghezza del bandeggio è
precisa.
Il bandeggio è importante perché, quando si realizzano in vitro dei tessuti, adottando
quindi le strategie di ingegneria dei tessuti, quello che accade è che all'interno dello
scaffold le cellule producono molecole di collagene.
La presenza del bandeggio si traduce in alcune caratteristiche dal punto di vista ottico
molto particolari, per cui, attraverso la luce realizzata con caratteristiche in termini di
energia e pulsazione riuscita, è possibile osservare la fibra di collagene ed è possibile
osservare il bandeggio, inoltre per vedere le fibrille le si rendono fluorescenti, cioè si
legano alle proteine di interesse che eccitate ad una data lunghezza d'onda emettono
luce ad una lunghezza d'onda che generalmente è più alta. Il fatto che queste
molecole invece siano osservabili senza attaccarci un fluorocromo permette di studiare
l'evoluzione di un tessuto durante la sua crescita; quindi, sfruttando queste
caratteristiche per poter osservare, nel caso specifico, le molecole di collagene e avere
un’informazione legata al processo di costruzione del tessuto stesso. Questa cosa oltre
che per il collagene è anche vera per un'altra proteina citoplasmatica che è la miosina.
Nelle cellule muscolari la miosina si organizza assumendo lo stesso tipo di bandeggio,
per questo le cellule muscolari si possono studiare in vitro osservandole sfruttando le
stesse caratteristiche.
I tipi di collagene che eseguono questo processo di costruzione sono il I, II, III, V e XI,
poi ci sono altri tipi d
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