TRATTO GASTROENTERICO ALTO
L'apparato gastroenterico è composto da vari organi che iniziano dalla cavità orale e
proseguono con esofago, stomaco, intestino tenue e crasso, fegato, cistifellea e
pancreas. L'esofago, diviso in tre parti, è fondamentale per la deglutizione e presenta
sfinteri che regolano il passaggio del cibo. Lo stomaco, con la sua mucosa ricca di
ghiandole, svolge funzioni digestive e di contenimento. Le patologie comuni includono
il Reflusso gastroesofageo, che provoca sintomi come pirosi e scialorrea, e gastrite,
causata da fattori come l'infezione da Helicobacter pylori. Che può portare a ulcere
gastriche e duodenali. La diagnosi di queste condizioni avviene tramite esami
endoscopici manometria e pHmetria esofagea. I tumori gastrici prevalentemente
adenocarcinomi presentano sintomi aspecifici e richiedono indagini endoscopiche per
la diagnosi.
SCLEROSI MULTIPLA
Jean-Martin Charcot, neurologo francese nato a Parigi nel 1825, è considerato il padre
della neurologia e ha fornito la prima descrizione dei sintomi e dei criteri diagnostici
per la sclerosi multipla (SM). Nel 1868, ha formulato la triade di Charcot, collegando
tre sintomi principali della SM: atassia (condizione che compromette la coordinazione
dei movimenti), diplopia (è la percezione di due immagini di un unico oggetto) e
disartria (disturbo motorio del linguaggio). La SM è una malattia degenerativa del
sistema nervoso centrale, comune nei giovani adulti, con una prevalenza maggiore nel
sesso femminile e variazioni geografiche significative. Le cause della malattia non
sono completamente comprese, ma si ipotizzano fattori genetici, ambientali e
infezioni. Studi sui gemelli hanno dimostrato che i fattori genetici influenzano la
comparsa della malattia, ma non sono l’unica causa. La diagnosi di SM è storicamente
complessa e si basa su criteri clinici e test di laboratorio, inclusa l’analisi del liquido
cefalorachidiano e i potenziali visivi evocati. La risonanza magnetica è fondamentale
per identificare le lesioni demielinizzanti nel sistema nervoso centrale. La malattia ha
un decoroso variabile, con forme recidivanti-remittenti che interessano l’85% dei
pazienti. I sintomi possono includere disturbi visivi, motori e sensitivi, e la disabilità è
valutata tramite scale specifiche
ICTUS CEREBRALE
L’ictus cerebrale negli Stati Uniti comporta un costo annuale di 45 miliardi di dollari
per cure e perdita di produttività, ed è la principale causa di invalidità negli adulti, con
circa 3 milioni di persone affette da invalidità permanente. Nel 2016 si sono registrati
80,1 milioni di casi di ictus nel mondo, con una maggiore incidenza in Asia e Africa. In
Italia, la mortalità per ictus ischemico è tra le più basse al mondo, con meno di 23
decessi ogni 10000 persone. Le Stroke Unit sono reparti specializzati che migliorano gli
esiti per i pazienti colpiti da ictus, riducendo il rischio di morte o disabilità del 19%.
L’ictus può essere ischemico, causato da occlusione di vasi cerebrali, o emorragico,
dovuto a rottura di arterie. I fattori di rischio includono aterosclerosi (patologia cronica
infiammatoria che causa l'accumulo di placche di grasso, colesterolo e calcio sulle
pareti delle arterie, determinandone l'ispessimento, l'irrigidimento e la riduzione del
flusso sanguigno), obesità, età avanzata e storia familiare. La diagnosi si basa su
anamnesi (storia del paziente), esame neurologico e imaging, con TC e risonanza
magnetica come principali strumenti diagnostici. Il trattamento per l’ictus ischemico
può includere trombolisi e trombectomia meccanica, mentre l’ictus emorragico
richiede intervento chirurgico per drenare il sangue.
GLI STENT CORONARICI
La diagnostica non invasiva per l’infarto del miocardio è stata introdotta negli anni ’70,
con l’ecocardiografia e la risonanza magnetica. Prima di ciò, i pazienti venivano
ricoverati in terapia intensiva e trattati con morfina e ossigeno, con alta mortalità.
Andreas Gruntzig ha sviluppato nel 1977 la prima angioplastica coronarica percutanea,
utilizzando un catetere con palloncino per dilatare le coronarie. Tuttavia, questa
pratica (PTCA) presentava limiti come la chiusura acuta del vaso (occlusione precoce
post-procedura) e la restenosi (un nuovo restringimento dell'arteria a distanza di
tempo a causa della formazione eccessiva di tessuto cicatriziale). Gli stent metallici
(Bare Metal Stent, BMS) sono stati introdotti per prevenire la chiusura acuta, ma hanno
portato a trombosi preoce e restenosi intra-stent. I drug-eluting stents (DES) di prima
generazione hanno migliorato la situazione, ma hanno causato trombosi tardiva e
problemi di endotelizzazione (processo mediante il quale le cellule endoteliali
colonizzano una superficie, creando un rivestimento continuo e funzionale). I DES di
seconda generazione, con materiali più avanzati e farmaci meno citotossici, hanno
mostrato risultati migliori. Gli Scaffold riassorbibili, una nuova generazione di stent,
hanno presentato vantaggi e svantaggi, don un rischio maggiore di trombosi. Infine i
Drug Coated Balloon (DCB) offrono un’alternativa ai DES, somministrando farmaci
senza lasciare impianti permanenti, ma presentano anche delle limitazioni.
Attualmente i DES di seconda generazione sono i più utilizzati per la loro efficacia e
sicurezza.
SCA
La sindrome coronarica acuta (SCA) è una condizione coronarica caratterizzata da un
apporto di ossigeno insufficiente al miocardio, spesso causata da aterosclerosi. La
richiesta di ossigeno aumenta in situazioni di stress o attività fisica, ma la presenza di
placche aterosclerotiche può ostacolare il flusso coronarico, portando a ischemia.
L’angina stabile si verifica durante sforzi fisici, mentre l’angina instabile e l’infarto
miocardico (NSTEMI e STEMI) possono manifestarsi anche a riposo. Le cause principali
della SCA includono l’aterosclerosi, che può portare a trombosi e occlusione
coronarica. Altri fattori di rischio includono diabete, ipertensione e fumo. La diagnosi si
basa su anamnesi, esami obiettivi, test di laboratorio (come il dosaggio della
troponina) e imaging (ECG, ecocardiogramma, coronarografia). Il trattamento può
includere angioplastica, terapia antiaggregante e, in alcuni casi, trapianto di cellule
staminali per migliorare la funzione cardiaca. La gestione della SCA è cruciale per
ridurre la mortalità e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
FILTRI CAVALI
Per prevenire l’arrivo di emboli ai polmoni derivanti da trombosi degli arti in pazienti
non trattabili con farmaci anticoagulanti, si possono utilizzare filtri cavali. Questi
dispositivi, inventati nel 1967 dal Dr. Kazi Mobin-Uddin e successivamente migliorati
dal Dr. Lazar Greenfield nel 1973, vengono inseriti nella vena cava per intrappolare gli
emboli. I filtri possono essere permanenti o temporanei, con vari desing e materiali,
come leghe metalliche e polimeri biodegradabili. I filtri permanenti sono indicati in casi
specifici, come nei pazienti oncologici o in quelli con fallimento della terapia
anticoagulante. I filtri temporanei, invece, possono essere rimossi dopo un certo
periodo e presentano meno complicanze. Le complicanze associate all’uso dei filtri
cavali includono perforazione della vena cava, migrazione, rottura e trombosi. La
rimozione dei filtri temporanei richiede attenzione per evitare embolizzazione.
EMBOLIA POLMONARE
L’embolia polmonare si forma quando un trombo, solitamente localizzato negli arti
inferiori, si stacca e diventa un embolo che occlude un’arteria polmonare. Questo può
causare sintomi variabili a seconda del calibro del numero di arterie coinvolte. Le
cause includono trombosi venosa profonda, obesità, gravidanza, uso di
estroprogestinici, fumo, interventi chirurgici. L’incidenza aumenta con l’età e nel sesso
maschile. I sintomi più comuni in pazienti emodinamicamente stabili sono dispnea,
dolore pleuritico e tosse. La diagnosi si basa su anamnesi, esame obiettivo, test di
laboratorio e indagini strumentali come ecocardiogramma e scintigrafia polmonare
(valuta il rapporto tra ventilazione e perfusione polmonare). L’ecocardiogramma può
mostrare dilatazione del ventricolo destro, mentre la scintigrafia evidenzia aree di
scarsa perfusione. Il rischio di morte a 30 giorni è elevato in caso di instabilità
emodinamica e compromissione del ventricolo destro.
Nel circolo polmonare, l’arrivo di un embolo provoca l’occlusione di arterie polmonari,
interrompendo la perfusione mentre la ventilazione può rimanere intatta, creando un
mismatch perfusorio/ventilatorio. La scintigrafia polmonare ventilatoria, sebbene poco
invasiva, è raramente utilizzata a causa della difficoltà dei pazienti a inalare il
radiofarmaco. La TC ha sostituito l’angiografia polmonare come metodo diagnostico
principale, con tecnologie avanzate come la TC spirale multidetector e la TC Dual
Source che migliorano la sensibilità e riducono l’esposizione alle radiazioni. La TC è in
grado di evidenziare embolie polmonari e dilatazione del ventricolo destro. Le terapie
per l’embolia polmonare variano in base al rischio: trombolisi per i casi ad altro rischio,
eparina per quelli a rischio intermedio, e anticoagulanti per i casi a basso rischio. La
trombectomia meccanica è un’opzione quando la trombolisi è controindicata.
LA TROMBOSI VENOSA
La trombosi venosa si forma attraverso un processo complesso che coinvolge le
piastrine e la coagulazione plasmatica. Le piastrine, che normalmente circolano nel
sangue, si attivano in risposta ad un danno all’endotelio vascolare, aderendo ed
aggregandosi per formare un coagulo iniziale, noto come trombo bianco. Questo
processo è mediato dal fattore di Von Willebrand e dalla glicoproteina IIb-IIIa, che
favoriscono l’aggregazione piastrinica. La coagulazione plasmatica, che coinvolge una
cascata di fattori di coagulazione, porta alla formazione di fibrina, stabilizzando il
coagulo.
La trombosi venosa profonda (TVP) è una condizione in cui si forma un coagulo nelle
vene profonde, solitamente negli arti inferiori, e può essere asintomatica o presentare
sintomi come edema, dolore e arrossamento. I fattori di rischio includono obesità, età
avanzata, gravidanza, uso di contraccettivi orali e interventi chirurgici. La diagnosi di
TVP si basa su anamnesi, esame obiettivo, test di laboratorio e imaging. La triade ci
Virchow (danno endoteliale, stasi [rallentamento o un arresto del flusso di un liquido] e
ipercoagulabilità) è fondamentale per comprendere la fisiopatologia della trombosi. La
sopravvivenza varia a seconda della causa della trombosi, con una prognosi pegg
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