PIATTO CON SPILLAMENTO
PIATTI IN SERIE
CONDENSATORE CON RICICLO
In testa alla colonna abbiamo sia un condensatore che
un nodo di ripartizione che produce il distillato
Non si sono variabili ripetitive e non c’è calore. Ns
indica il numero di correnti scambiate che in
Se avessi avuto il condensatore parziale avrei avuto un grado di libertà in meno perché nel
condensatore parziale non ho un controllo sulla temperatura, e quella di saturazione del
sistema
INTERA COLONNA
Colonna di distillazione:
il primo pezzo è quello del condensatore con il nodo di ripartizione. Il secondo pezzo è
una sequenza di piatti n dalla testa no all’alimentazione e si chiama ZONA DI
ARRICCHIMENTO, perché si arricchisce del componente più volatile. Il terzo pezzo è il
piatto dell’alimentazione. Il quarto pezzo è una sequenza di piatti m dal piatto di
alimentazione no alla base si chiama ZONA DI ESAURIMENTO, perché si esaurisce il
componente più volatile. In ne abbiamo il ribollitore 2
Tra condensatore e zona di arricchimento, all’interfaccia si scambiano correnti(L e V). Tra zona
2
di arricchimento e piatto di alimentazione si scambiano correnti. Tra piatto di alimentazione e
2
zona di esaurimento si scambiano correnti. Tra zona di esaurimento e ribollitore si scambiano
2 correnti
Tra le variabili assegnate abbiamo generalmente la condizione dell’alimentazione e una
composizione di testa(detto recupero)
fi fi fi
Posso iniziare togliendo quelle più facili.
1) diciamo che la colonna è ADIABATICA quindi Qi=0 e questi sono n+m+1 gradi che ho ssato
perché ho il calore per gli n piatti, per gli m piatti e per il piatto di alimentazione.
2)poi dico che le PERDITE DI CARICO tra un piatto e l’altro sono al massimo di tot valore. Fisso il
DELTAPi tra i piatti e sono n+m gradi che ho ssato.
A questo punto mi restano altre sei variabili da ssare:
-posso ssare il DELTAP tra il primo piatto e il condensatore e tra l’ultimo piatto e il ribollitore,
così ho altre due variabili ssate DELTAPc e DELTAPr
-la PRESSIONE DELLA COLONNA, che devo de nire in un punto però siccome ho de nito le
perdite di carico allora o de nisco la pressione sul fondo o in testa. Diciamo che la de nisco sul
fondo e la chiamo Pb
Ci restano altre tre variabili:
- posso de nire la TEMPERATURA DEL DISTILLATO o la QUANTITÀ DI VAPORE che
scambio al condensatore. La T del distillato è più ragionevole, quindi sso Td. Oppure qc.
2 .
A questo punto ho variabili che sono importanti Il numero di piatti totali è il risultato del
calcolo per cui non lo posso mettere come variabile di progetto.
-posso stabilire dove voglio mettere il PIATTO DI ALIMENTAZIONE e la posizione e de nire da
n cioè il numero di piatti che stanno nella zona di arricchimento
-ci resta la variabile principale della distillazione che è il RAPPORTO DI FLUSSO cioè quanto
liquido ricircoliamo in testa alla colonna di tutto quello che separiamo nel ribollitore.
fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi
POSIZIONE DEL PIATTO DI ALIMENTAZIONE
La posizione ideale dell’alimentazione è quella per cui la composizione del piatto è la più
prossima a quella dell’alimentazione.
Inserendo l’alimentazione F vado a turbare quello che è il rapporto tra le portate. L’effetto
dell’alimentazione comporta che:
1. se F è una miscela liquida(il liquido tende a scendere), allora tutto il suo contributo andrà
ad arricchire il liquido che scende. Quindi al di sotto del piatto di alimentazione ho una
portata di liquido sicuramente maggiore.
2. se F è una miscela gassosa( il vapore tende a salire), allora va ad arricchire il vapore
che sale. Infatti al di sotto del piatto di alimentazione ho una portata di vapore
sicuramente più bassa.
3. Se F è una miscela liquido-vapore allora si arricchiscono sia il liquido che scende sia il
vapore che sa
ZONA DI ARRICCHIMENTO O RECTIFICATION SECTION
ZONA DI STRIPPAGGIO O STRIPPING SECTION
Facendo la somma membro a membro ottengo i
bilanci per l’intera colonna
INTERA COLONNA Mancano le equazioni di equilibrio e le perdite di carico
anche se la differenza di P tra piatto e piatto l’abbiamo
ssato, quindi mancano solo le eq.di equilibrio
Possiamo trovare dei metodi di risoluzione per questo
sistema. Uno è il METODO DI McCABE e THIELE
SEMPLIFICATO, che presuppone il fatto che le
portate di liquido e le portate di vapore che
transitano in una colonna sono le stesse, restano
invariate a meno che non ci sia un’alimentazione
o uno spillamento.Cioè la portata di liquido che
arriva in un piatto è uguale alla portata del liquido
che lascia quel piatto, così come la portata di
vapore che lascia un piatto è simile in quantità
alla portata di vapore che arriva su quel piatto.
ATTENZIONE: LE MOLI DI QUESTE
PORTATE SI ASSUMONO SIMILI, NON LE
COMPOSIZIONI CHE SONO DIVERSE
ALTRIMENTI NON SI AVREBBE LA
DISTILLAZIONE
fi Da cosa dipende il fatto che siano simili in moli?
Considero il mio piatto:
Se ho una variazione del numero di moli del vapore cosa signi ca?
Aumenta l’energia tra Vi+1 e Vi.Supponiamo che il vapore aumenti, se
questo è un sistema adiabatico, da dove viene l’energia per farlo
aumentare? Dal calore sensibile del liquido. Quindi c’è una differenza di
T tale per cui una parte del calore sensibile possa convertirsi in
vaporizzazione, oppure c’è un calore di miscelazione. Se il calore di
miscelazione in questa corrente è molto maggiore dei calori sensibili
allora si può liberare una parte di questo calore di miscelazione e
questo viene reso disponibile per vaporizzare.
È possibile trascurare la variazione di portata perché l’entalpia di Vi+1
è simile a quella di Vi per soddisfare il bilancio di energia.
Spieghiamo meglio il concetto
PORTATE MOLARI = vogliamo andare a dimostrare
l’invarianza dei ussi molari
fl fi
Tutto questo va inserito nel bilancio di entalpia
I DELTAH di miscelazione non cambieranno moltissimo da piatto a piatto, lavorando con
miscele ideali
I calori sensibili tendono a compensarsi, dato che sono minime le variazioni di T tra un piatto
e l’altro,e sono anche molto più piccoli dei calori latenti
Se coibentiamo il nostro piatto, e generalmente lo facciamo per ridurre i bilanci energetici,
allora anche qn sarà molto minore di V*H e L*h LA PRINCIPALE FONTE DI VARIAZIONE
DELLE PORTATE MOLARI, NEL BILANCIO, E
LEGATA ALLA VARIAZIONE DEI LAMBDA DI
VAPORIZZAZIONE DEI VARI COMPONENTI
L’effetto è che se i lambda fossero molto
diversi, cambiando la composizione cambia
anche la sommatoria, l’uguaglianza ce l’ho
quando non ho molte differenze. Se io ho
un componente che richiede molto calore
per vaporizzare e un altro che ne richiede
poco, siccome nel piatto ho i più volatili che
vaporizzano e i meno volatili che
Solitamente utilizziamo la condensano,allora la quantità di quelli che
distillazione quando la T di vaporizzano è diversa da quelli che
ebollizione dei vari condensano. Se invece i calori latenti sono
componenti non è molto simili le quantità di componente che
diversa, sono simili, vaporizza e del componente che condensa
saranno simili
10 30
Supponiamo di aver una differenza tra i e i K 2
Quindi in questi casi in cui facciamo la distillazione con componenti che non differiscono
molto, non interagiscono fortemente e se le T di ebollizione non sono molto differenti l’una
dall’altra allora possiamo ipotizzare che le portate di vapore e quindi pure quelle di liquido
non cambiano tra un piatto e l’altro, perché il bilancio globale ci dice che se io ho una
variazione della portata di vapore questa sarà uguale a quella della portata di liquido
METODO DI McCABE E THIELE
Arrivo allora in testa alla colonna
conoscendo portate e composizioni
Quindi questo è il segreto del METODO DI McCABE E THIELE: ssare le portate consente di
determinare una serie di variabili, determinare una serie di equazioni e disaccoppiare le
relazioni di equilibrio dalle equazioni di bilancio(cioè risolvo prima l’una e poi l’altra)
fi
N.B. il fatto che la retta di lavoro della sezione di esaurimento passi necessariamente per il punto di intersezione tra la
retta di lavoro della sezione di arricchimento e la retta di alimentazione è legato alla particolarità del punto di connettere
la condizione sopra l’alimentazione con la condizione all’alimentazione e con la condizione sotto l’alimentazione (punto
di intersezione delle tre rette). − .
Dopo aver ricavato i rispettivi punti notevoli delle tre rette è possibile rappresentarle nel piano Costruite le rette
nel piano, individuiamo il loro punto di intersezione. A questo punto è possibile procedere con la costruzione a gradini.
COSTRUZIONE A GRADINI (METODO DI McCABE E THIELE)
−
Rappresentiamo sul piano la retta di lavoro della sezione di arricchimento, la retta di alimentazione e la retta di
lavoro della sezione di esaurimento: rappresentazione del piatto ②
Per ottenere la costruzione a gradini si parte dal punto (composizione in uscita dalla torre), e si traccia un segmento
orizzontale fino alla curva di equilibrio individuando il punto (attraverso un bilancio di materia); dal punto si traccia
1 1
un segmento verticale fino alla retta di lavoro della sezione di rettifica individuando il punto che fa equilibrio a
1
(attraverso una relazione di equilibrio: i punti sulla curva di equilibrio hanno coordinate che sono composizioni in
1
equilibrio tra loro); in questo modo si ottiene il primo gradino.
N.B. si può affermare che ogn gradino è la somma di una relazione di equilibrio (segmento verticale) e di un bilancio di
materia (segmento orizzontale) e, quindi, ogni gradino corrisponde a un punto teorico.
Tracciando alternativamente segmenti orizzontali (collegano composizioni con pedici diversi) che corrispondono a
bilanci di materia e segmenti verticali (collegano composizioni con lo stesso pedice) che corrispondono a relazioni di
equilibrio, si ottiene un certo numero di gradini: questi si raffigurano nella zona delimitata dalle tre rette e dalla curva
= = = .
di equilibrio, partendo da sulla diagonale In particolare, prima dell’alimentazione (che corrisponde
al punto di intersezione delle tre rette, i segmenti verticali poggiano sulla retta di lavoro della sezione di rettifica, mentre
dopo l’alimentazione i segmenti orizzontali poggiano sulla retta di lavoro della sezione di esaurimento. Il calco
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Colonna vertebrale
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Colonna vertebrale: ossa articolazioni
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Colonna vertebrale e vertebre
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Storia della Colonna Infame