Anteprima
Vedrai una selezione di 14 pagine su 65
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 1 Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 2
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 6
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 11
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 16
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 21
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 26
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 31
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 36
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 41
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 46
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 51
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 56
Anteprima di 14 pagg. su 65.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Clinica chirurgica veterinaria 1 Pag. 61
1 su 65
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

GESTIONE POST-OP DI PAZIENTE CON FRATTURA

La gestione della frattura del cavallo è una sfida non solo per la chirurgia, ma

anche nella gestione post-operatoria perché è un animale che sta sempre in

piedi (al massimo 1h in decupito al giorno!!).

A volte ci sono fratture che si possono trattare, per esempio frattura del carpo,

altre no. Delle volte ci sono fratture di ossa lunghe che si trattano e possono

esserci delle complicazioni anche legate agli impianti utilizzati. Nell’immagine

abbiamo c’è una frattura del condilo laterale del femore che è stata stabilizzata con delle viti.

Sono fratture che andrebbero valutate prima, molto accuratamente perché delle

volte ci sono delle linee di frattura visibili e delle volte altre aggiuntive che non sono subito evidenti. Per cui

scegliendo il metodo di stabilizzazione, può succedere che non sia sufficiente e quando l’animale si alza, si

spacca tutto! Questa non è una evenienza infrequente; quando si alzano, l’incoordinazione e l’atassia legati

agli anestetici possono far sì che le sollecitazioni sugli impianti li portino a rottura

La fase del risveglio è molto delicata; ci sono dei sistemi che riducono il rischio.

Ci sono varie tecniche di risveglio; la scuola di Zurigo preferisce lasciare libero l’animale di risvegliarsi e di

alzarsi da solo, aspettando il giusto tempo per smaltire tutti

gli alogenati (sono loro che danno incoordinazione!). Per

fare ciò, dobbiamo sedare di più l’animale, in maniera che

rimanga in decupito per tutto il tempo necessario ad

eliminare l’anestesia. Di solito si alza bene, si mette dal

laterale al sternale in cui sta circa 20 minuti. Se comincia a

sbattere e cadere diventa un problema. Cavallo immerso in

Altre tecniche sono l’utilizzo di corde che vengono montate Animale messo in una camera d’aria (una acqua. C'è un

sorte di ciambella); questo sistema evita che pavimento che si

sulla capezza e sulla coda del cavallo; non servono a l'animale si bagni e quindi evita che lo alza e viene

sollevarlo ma a stabilizzare il cavallo nel momento in cui si facciano anche i vari bendaggi, ecc azionato nel

alza. Quindi lo aiuta al primo tentativo di alzarsi. È un momento in cui

l'animale si sveglia,

sistema che funziona per chi lo sa usare, se non si è pratici potrebbe essere anche peggio di in modo tale da

non usare nulla. aiutare l’animale a

posizionarsi in

Ci sono altri sistemi molto più evoluti RISVEGLIO IN ACQUA: l’animale viene posizionato in modo adeguato.

Però bisogna

acqua ancora sotto anestesia e si risveglia là dentro. Ci sono 2 sistemi. mettere un

bendaggio

impermeabile!

MIOPATIE

C’è la possibilità di incorrere in miopatie legate ai tempi di anestesia/chirurgia prolungati. È facile che i

tempi chirrugici, per esempio nella gestione di una frattura siano anche di 4-5h. Soprattutto quando si deve

fare l’intervento in decupito laterale e le compressioni sono maggiori; quando l’animale si sveglia, molto

spesso è incapace di mantenere una stazione adeguata. Bisogna ricorrere a presidi per sostenere l’animale.

Non può stare in decupito laterale (non ci starebbe lui stesso e farebbe continui tentativi per alzarsi,

peggiorando la situazione), per cui va imbracato e tenuto sollevato (ci sono vari sistemi).

Il problema nelle fratture è che molto spesso l’arto interessato, a prescindere dalla miopatia, è dolente!

L’animale tende a non caricarci sopra e a sovracaricare il controlaterale; quando si tratta di un anteriore, il

carico solo su un anteriore in tempi prolungati, lo porta a laminite. Questa può avere conseguenze

devastanti, compreso lo sfondamento della suola e a quel punto va cmq soppresso.

IMPLANT FAILURE

Gli impianti possono essere danneggiati nel risveglio, ma possono essere oggetto anche di infezioni, le quali

nel tempo possono portare ad un allentamento degli impianti.

LAMINITE

Cavallo operato a dx che carica sul sx il quale sviluppa una laminite→ carica sull’arto

operato! Si può arrivare allo sfondamento della suola o anche alla rottura

dell’impianto per sovraccarico.

Deve essere cmq prevenuta tramite terapia analgesica adeguata e nel tempo successivo alla frattura, può

essere indicato mettere l’animale in un “paranco”, tramite il quale l’animale può scaricare

parte del suo peso e non gravare sull’arto. Dopo qualche ora/giorno, impara anche a

riposarsi su di esso. Magari mettere una scarpetta sull’arto che contribuisce a distribuire

adeguatamento il peso sulla suola, può essere utile.

CONTROLLO DEL COLORE

È sempre importante in tutte le procedure chirurgiche. Anche le chirurgie poco invasive producono dolore e

quindi è fondamentale controllarlo. Di solito è consigliato iniziare la terapia prima dell’inizio della chirurgia,

in modo tale che il farmaco dia già il suo effetto benefico.

Analgesia post-operatoria NSAIDs

Phenylbutazone 4-8 mg/Kg PO q24hrs or 3-6 g/Kg q12h IV. Do not exceed 8,8 mg/Kg/day (Jenkins 1987)

Flunixin meglumine 1,1 mg/Kg PO IV IM once daily.Do not exceed 5 days of consecutive therapy

Carprofen 0,7 mg/Kg IV, one time (Clark and Clark 1999)

Ketoprofen 2,2 mg/Kg IV once daily for up to 5 days

Meloxicam 0,6 mg/Kg PO once daily for a maximum of 14 days 0,6 mg/Kg IV one time

Firocoxib 0,1 mg/Kg PO once daily for a maximum of 14 days 0,09 mg/Kg IV

Fenilbutazone: farmaco ancora molto efficace come analgesico/antinfiammatorio, soprattutto nelle

patologie muscoloscheletriche. La sua tossicità nel cavallo è relativa ed è legata soprattutto alla possobilità

di causare ulcere. Si può gestire dando del Sucralfato (gastroprotettore).

Flunixin: azione analgesica migliore per le malattie viscerali.

Protocollo migliore è bid.

Per esempio in una colica, facciamo una somministrazione di Flunixin e vediamo che succede. Non è bene

somministrare a caso, non avendo approfondito una diagnosi.

CASTRAZIONE CAVALLO

L’esigenza di castrare i cavalli nasce dal fatto che i maschi interi abbiamo un comportamento più dominante

(aggressivo) dato proprio dall’etologia della specie (perché tende a proteggere il branco).

La castrazione è una delle procedure chirurgiche più frequenti. Le sue indicazioni sono:

• Orchiti

• Torsioni testicolari

• Ernie inguinali

• Criptorchidismo

• Idrocele

• Varicocele

In questi casi possiamo scegliere se fare una castrazione mono o bilaterale.

Castrazione: asportazione delle gonadi (bilaterale)

Orchiectomia: asportazione del testicolo. Mono o bilaterale.

È un intervento ritenuto semplice, ma in realtà presenta diverse problematiche; è sempre un animale che

supera i 300kg di peso. La castrazione è una delle procedure chirurgiche più frequenti e per questo è la più

associata a complicazioni!

[2-2.5 anni il cavallo raggiunge la maturità sessuale. Gli ormoni sessuali permettono lo svilippo dei caratteri

sessuali secondari, tra cui anche la massa muscolare. Questo inizia dopo i 2.5 anni e continua fino ai 5. Un

cavallo castrato a 6-7 anni, conserva una massa muscolare importante. Di norma questi caratteri secondari

non regrediscono dopo la castrazione. Ma castrare un animale troppo avanti con l’età aumenta il rischio di

complicazioni.]

In genere l’età adeguata 20-24 mesi. Per animali più grandi è consigliato andare in clinica con

strumentazione e tecnica diversa.

COMPLICAZIONI PIÙ FREQUENTI:

✓ Edema

✓ Infiammazione

✓ Raccolte

✓ Gonfiore

✓ Raccolte settiche

✓ Peritonite

✓ Fuoriuscita di omoento o prolasso intestino (GRAVISSIMO!!)

La possibilità di un prolasso intestinale, nelle successive 48h può succedere; ci sono tecniche che

riducono questo tipo di complicazione, così come valutazioni che ci permettono preventivamente di

capire quali sono gli animali più a rischio di complicazione.

✓ L’animale continua col comportamento di stallone

ANATOMIA DEL TESTICOLO

Il testicolo scende nel feto, nello

scroto tramite un evaginazione del

peritoneo parietale detto anulus

vaginalis. L’evaginazione forma la

vaginalr comune che va a

tappezzare internamente lo scroto

e ad accogliere il testicolo. (in

genere a metà gravidanza, quindi 5-

6mesi nel cavallo).

Il neonato dovrebbe nascere coi

testicoli in sede.

Nella sua discesa la vaginale attraversa due anelli: anello inguinale esterno ed anello inguinale interno.

Sono due fissurazioni muscolare dell’obliquo esterno ed interno dell’addome. Il tratto tra l’anulus vaginalis e

l’obliquo esterno prende il nome di CANALE INGUINALE. Nella sua discesa, la vaginale è accompagnata

esternamente dalla copertura del cremastere (muscolo striato che ha la funzione di retrarre la vaginale,

quindi ritirare il testicolo verso il sottocute della regione addominale, funzione protettiva nei confronti di

traumi, insulti, calci, ecc; ma anche nei comnfronti del freddo).

Come scende? Scende per effetto delle indicazioni che gli dà il gubernaculum testis, struttura legamentosa

costituita da 3 componenti, che si differenzia, retraendosi ed ispessendosi in conseguenza alla produzione

di ormoni sessuali maschili/femminili durante la vita fetale. Quindi questa struttura molto allungata che va

dal polo caudale del rene al sottocute della regione scrotale si retrae tirando il testicolo all’interno dello

scroto e portandosi dietro anche il deferente. Questo fa seguito all’EPIDIDIMO il quale riconosce una coda,

una testa ed un corpo. È posizionato sulla

superficie dorsale del testico e si rende poi al collo

della vescica attraverso il deferente per l’eiezione

dell’eiaculato.

Il testicolo, quando scende, si porta dietro quella

parte di peritoneo parietale dorsale che lo riveste

(detto VAGINALE PROPRIA); tra vaginale propria e

comune esiste uno spazio in cui può essere

raccolto un po' di liquido peritoneale. Se aumenta

si parla di IDROCELE.

Componenti Gubernacul testis ,

(una volta differenziato)

dall’interno verso l’esterno:

- Legamento scrotale: tra cute e vaginale

comune (struttura molto breve). Tira la

vaginale comune e fa sì che questa si

estrofletta.

- Legamento della coda dell’epididimo:

(tra vaginale comune e coda

dell’epididimo); viene tirata assieme al

testicolo all’interno della vaginale,

durante la discesa. Un po' più lungo del

legamento scrotale, va dai 3 ai 5 mm, a volte anche qualche cm. In alcuni criptorchidi (quelli

addominali incompleti), è molto lunga, in quanto in questi casi

Dettagli
A.A. 2023-2024
65 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie VET/09 Clinica chirurgica veterinaria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescarabottini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Clinica chirurgica veterinaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Petrizzi Lucio.