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GLI IONI POLIATOMICI
Gli ioni poliatomici sono gruppi di atomi legati tra loro in possesso di una carica
complessiva di segno positivo o negativo
Quando due ioni monoatomici o poliatomici si combinano tra loro dando luogo ad una
specie neutra il composto formatosi si dice composto ionico
FORMULE DEI COMPOSTI COVALENTI: Combinazione tra due non metalli
Nella formula dei composti covalenti, precede l’elemento che appartiene al gruppo di
numero più basso.
La maggior parte dei composti molecolari deriva dalla combinazione fra due o più
elementi non metallici (CO2, H2O, NH3, CHCl3).
LA TEORIA ATOMICA
1. Conoscere la struttura atomica
2. Disposizione degli elettroni negli atomi (Configurazioni elettroniche)
3. E le loro collocazioni spaziali (orbitali)
La Teoria di Thomson e il modello atomico- 1897
In seguito alla scoperta di cariche positive
e cariche negative costituenti la materia,
nel 1904 il fisico inglese J.J. Thomson, nel
suo modello atomico, ipotizzò che la
carica positiva fosse omogeneamente
distribuita e che gli elettroni fossero
incastonati nell’atomo come “l’uvetta nel
panettone”.
Gli elettroni comuni a tutti gli atomi,
portano carica negativa unitaria (-1) e
hanno massa molto piccola. Ogni atomo
contiene un numero definito di elettroni.
Rutherford (1910) (Modello nucleare dell’atomo)
Bombardando una sottile lamina d’oro con particelle alfa prodotte da una sorgente
radioattiva, Rutherford dimostrò che la maggior parte delle particelle attraversarono la
lamina senza mutare direzione, alcune venivano riflesse indietro ad angoli acuti. Egli
dimostrò che quasi l’intera massa dell’atomo è concentrata in un piccolo spazio al
centro dell’atomo, il nucleo, e che gli elettroni sono posti a grande distanza dal
nucleo.
Caratteristiche:
- Atomo essenzialmente vuoto: poiché le particelle α hanno una massa
notevolmente maggiore rispetto a quella di un elettrone, per passare
indisturbate otre la lamina non devono trovare ostacolo nelle masse dei singoli
atomi di oro. La massa di ciascun atomo d'oro avrebbe dovuto concentrarsi in
una regione particolare: il nucleo.
- Nucleo carico positivamente: il nucleo deve essere 104-105 volte più piccolo di
quello dell'atomo , e deve essere carico positivamente
- Rappresentava il I° modello planetario: dal momento che, in condizioni
ordinarie, la materia è impenetrabile, bisogna supporre che gli elettroni
impegnino comunque, in un qualche modo, la periferia dell'atomo (lo spazio
intorno al nucleo). In prima approssimazione gli elettroni possono essere
immaginati come i pianeti attorno al Sole.
- Atomo elettricamente neutro: il numero degli elettroni, carichi negativamente,
deve essere uguale a quello delle cariche positive presenti nel nucleo, per cui
l'atomo, nel suo complesso, è neutro.
Limiti Non riesce a spiegare la stabilità dell’atomo
Per spiegare l’esistenza dell’atomo occorre un modello che tragga origine da una
nuova fisica basata su principi e postulati diversi da quelli classici:
LA MECCANICA QUANTISTICA o ONDULATORIA Il modello di Bohr:
”Gli spettri di emissione degli atomi sono a righe”
“Spettro Atomico: insieme delle righe spettrali derivanti dall’emissione di energia
provocata dall’interazione delle radiazioni elettromagnetiche con gli atomi à
informazioni dell’organizzazione degli elettroni negli atomi”
Le teorie relative all'energia ed alla disposizione degli elettroni all'interno degli atomi
sono basate su studi sperimentali dell'interazione della materia con le Radiazioni
elettromagnetiche (es. luce visibile), in modo particolare dallo studio degli spettri di
emissione atomica formati da linee o bande impresse su pellicole fotografiche.
LA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA
Maxwell dimostrò che tutte le proprietà
note della luce erano spiegabili attraverso
un insieme di equazioni secondo cui la
luce fosse un’onda elettromagnetica.
La luce visibile è una porzione ristretta
della cosiddetta radiazione
elettromagnetica.
Radiazioni elettromagnetiche: energia
che si propaga nello spazio tramite campi
elettrici e magnetici sinusoidali ortogonali
tra loro e rispetto alla direzione di
propagazione.
Caratterizzate da λ = lunghezza d’onda,
ν = frequenza e ampiezza.
La radiazione elettromagnetica si muove nel vuoto con una velocità c = 3.00 x 108
m/s uguale per tutte le lunghezze d’onda.
L'energia portata da ciascuna radiazione è inversamente proporzionale alla sua
lunghezza d'onda.
Spettri atomici
Ogni elemento ha un suo spettro atomico a righe che lo caratterizza. Gli spettri atomici
sono dunque come un’impronta digitale dell’elemento chimico.
Spettro di emissione: L’insieme delle radiazioni elettromagnetiche di differenti
frequenze emesse quando l’elettrone ritorna allo stato fondamentale
Spettro di assorbimento: Quando la luce bianca passa attraverso degli atomi, la
radiazione trasmessa manca di alcune lunghezze d’onda che vengono assorbite. Ogni
atomo assorbe radiazioni di particolare frequenza d’onda, lasciando passare le
radiazioni di altra frequenza d’onda. Si realizza così uno spettro di assorbimento
caratterizzato dalla presenza di linee scure di assorbimento in corrispondenza delle
lunghezze d’onda delle radiazioni
Modello atomico di Bohr
Osservando gli spettri di emissione e di
assorbimento dell’atomo di idrogeno, nel
1913 il fisico N. Bohr propose un modello
atomico (planetario come quello di Rutherfors)
ad orbite quantizzate.
Nel modello di Bohr l’elettrone non collassa
sul nucleo, ma ruota senza emettere energia
lungo orbite circolari prefissate: gli stati
stazionari
Il modello si basa sui seguenti punti:
1- l’e- percorre solo determinate orbite
circolari quantizzate, nelle quali ruota
senza assorbire né emettere energia
(stato fondamentale) ecco perchéé
non può cadere sul nucleo, come
conseguiva invece dal modello di Rutherford
2- L’ e- assorbe energia solo se essa gli permette di saltare da un’orbita a un’altra
di livello energetico maggiore (stato eccitato);
3- Se l’ e- torna a un livello di energia minore l’atomo emette energia sotto forma
di fotoni;
4- L’energia della luce, emessa o assorbita, è uguale alla differenza di energia
delle due orbite. L’ENERGIA DELL’ELETTRONE PUO’ ASSUMERE SOLO VALORI
BEN DEFINITI
Livelli energetici
Livelli energetici = serie
discontinua di stati che
costituiscono gli atomi
Quando un elettrone passa da
un livello energetico ad un
altro subisce una transizione
emettendo o assorbendo una
quantità d’energia.
L’ipotesi di Bohr sulla
struttura dell’atomo spiega
perchè gli spettri di emissione
degli atomi sono spettri
discontinui e a righe: ogni
riga corrisponde a un ben
determinato valore di energia,
che a sua volta corrisponde alla differenza di energia fra due orbite.
! Nel caso di atomi con più elettroni il modello di
Bohr non risulta essere valido perchè, oltre alle
forze attrattive tra nucleo ed elettroni, sono
forze repulsive dovute
presenti anche
all’interazione elettrone-elettone.
ORBITALI ATOMICI: regione nello spazio nella quale esiste una elevata probabilità di
trovare l’elettrone
Ad ogni orbitale corrisponde un definito livello energetico
Le forme più importanti di tali nubi sono quelle corrispondenti
1. A gli orbitali sferici, s,
2. A quelli bilobati, p
3. Agli orbitali d.
I numeri quantici che descrivono gli orbitali
- Numero quantico principale (n) =1, 2, ... (definisce il livello energetico
permesso (quantizzato) per l’elettrone nell’atomo, può assumere tutti i valori
interi positivi da 1 a + ∞. In pratica però tutti gli atomi conosciuti sistemano i
loro elettroni al massimo in 7 livelli energetici.
- Numero quantico secondario (l) = da 0 a (n-1) (definisce definisce il
momento angolare dell’elettrone nell’atomo e può assumere tutti i valori interi
da 0 a n-1. Determina anche la forma degli orbitali:
l=0 orbitale di tipo s,
l=1orbitale di tipo p,
l=2 orbitale di tipo d
l=3 orbitale di tipo f,
l=4 orbitale di tipo g.
- Numero quantico magnetico (m) = da –l a +l compreso lo 0. (definisce
l’orientazione nello spazio degli orbitali)
ORBITALI S
Possiedono una simmetria sferica per cui la densità elettronica è la stessa
indipendentemente dalla direzione che si considera partendo dal nucleo.
Il primo livello principale contiene un solo sottolivello (1s). L’orbitale 1s è
rappresentato comunemente come una sfera entro cui la probabilità di trovare
l’elettrone è pari al 90%.
ORBITALI P
Corrisponde a una nuvola dotata di due lobi ai lati opposti del nucleo. I lobi sono la
regione di spazio in cui la probabilità di trovare l’elettrone è diversa da zero. I due lobi
sono separati da una regione piana che chiamiamo piano nodale che taglia il nucleo.
La probabilità di trovare l’elettrone nel piano nodale e quindi sul nucleo è nulla.
La densità elettronica di un orbitale p non è la stessa in ogni direzione. Per una data
energia esistono tre orbitali p orientati secondo tre assi perpendicolari: pz, px,
py
ORBITALI D
Numero quantico magnetico ml: indica uno specifico orbitale all’interno del
sottolivello. Gli orbitali di ogni sottolivello differiscono solo per l’orientamento nello
spazio ma non per l’energia. Un sottostrato di numero quantico l sarà costituito da 2l
+ 1 singoli
orbitali di quel
genere. ml può
essere
qualsiasi
numero intero tra –l
e +l
Riassumendo:
Quanti elettroni ci sono in ogni orbitale?
La configurazione elettronica di un ATOMO
Per descrivere la disposizione degli elettroni in un atomo si dà la sua
CONFIGURAZIONE ELETTRONICA, che mostra il numero degli elettroni, indicati da
un esponente, in ciascun sottolivello.
La configurazione si ottiene facilmente se si conosce l’ordine di riempimento dei
sottolivelli. Gli elettroni entrano nei sottolivelli disponibili secondo l’ordine crescente di
energia. Si riempie prima un sottolivello poi si passa al successivo.
Nello stato fondamentale di un atomo multielettronico gli elettroni occupano gli orbitali
atomici in maniera tale che l’energia totale dell’atomo sia la minima possibile
Principio di Aufbau Inserire il numero appropriato di protoni e neutroni nel nucleo
A co