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In presenza di elevate concentrazioni di glucosio , invece, questo si va a
sostituire al fruttosio 6 fosfato , rompendo il complesso ternario :
conseguentemente la glucochinasi potrà uscire dal nucleo e risulterà attiva
all’interno del citosol.
Osservando il grafico si comprende come , a parità di concentrazione di
glucosio , l’attività dell’esochinasi muscolare ed epatica sono molto
diverse ; A valori normali di glicemia (4,5 mM):
-L’Esochinasi I lavora in condizioni di saturazione completa
-l’esochinasi IV lavora al di sotto della saturazione
Pertanto , la cellula epatica tendenzialmente non effettua glicolisi : il
processo si verifica solo in corrispondenza di un’elevata concentrazione di
glucosio.
inibizione dell’esochinasi di tipo IV~ SCHEMA
glucosio entra all’interno della cellula epatica , se la glicemia è elevata ,
Il
tramite il trasportatore GLUT 2 : conseguentemente la velocità di
trasporto è molto elevata e la cellula internalizza il glucosio efficacemente.
In corrispondenza di concentrazioni basse di glucosio nel citosol della
cellula epatica , l’esochinasi si trova nel nucleo : si è infatti formato in
complesso ternario ( fruttosio 6-fosfato , proteina regolatrice , esochinasi
IV) che sequestra l’enzima nel nucleo.
Nel momento in cui la concentrazione del glucosio all’interno della cellula
aumenta , lo steso rimpiazza il fruttosio 6/fosfato all’interno del complesso
ternario.
In questo modo il fruttosio 6-fosfato torna nel citosol : conseguentemente
l’esochinasi risulta attiva e può espletare la sua attività enzimatica
( conversione del glucosio in glucosio 6-fosfato).
La fosfofruttochinasi I La regolazione della tappa che vede
protagonista la fosfofruttochinasi I , è di
fondamentale importanza: questa tappa ,
infatti , è quella che determina in maniera
irreversibile l’ingresso del glucosio nella
via glicolitica.
Inoltre , questa è la prima tappa irreversibile ESCLUSIVA DELLA
GLICOLISI: il fruttosio 6-fosfato viene convertito in fruttosio 1.6-bifosfato.
Questo prodotto , infatti , non può essere utilizzato direttamente per la
sintesi del glicogeno e pertanto la regolazione enzimatica deve essere
precisa e stringente.
Osservando la struttura dell’enzima , si evidenzia come l’ATP si sia legato:
- al sito attivo dell’enzima
- Ad un sito allosterico
L’enzima in questione è sottoposto a diversi tipi di controllo allosterico:
1) controllo allosterico che deriva dal bilancio energetico della
cellula
Il bilancio [ATP], [AMP] , [ADP] è importante all’interno della cellula ,
poichè fornisce informazioni sullo stato energetico della stessa : quando la
concentrazione di ATP è elevata , saranno basse le concentrazioni di ADP
e AMP. Pertanto il rapporto ATP,AMP,ADP sarà elevato : la cellula ha
energia ( ad esempio derivante da un altro tipo di metabolismo).
Questo bilancio regola , direttamente , l’attività della fosfofruttochinasi I:
in particolare , l’ATP è un inibitore dell’enzima e , legandosi al sito
allosterico, produce una modificazione conformazionale dello stesso che
ne abbassa l’attività.
Quando , invece , la concentrazione di ATP è bassa risultano più elevate le
concentrazioni di AMP e ADP ( fluttuazioni molto rilevanti ) : queste due
molecole andranno ,pertanto , a sostituirsi sul sito allosterico all’ATP ,
producendo una conseguente modificazione conformazionale che rende
l’enzima più attivo.
2) controllo allosterico dettato dalla concentrazione citosolica di
citrato:
Il citrato è un intermedio del ciclo di Krebs: pertanto questo si forma
all’interno della matrice mitocondriale.
Quando la concentrazione di citrato si accumula all’interno della matrice ,
questo può fuoriuscire della stessa sfruttando uno specifico trasportatore :
andrà, a questo punto , ad inibire la fosfofruttochinasi I.
Il citrato segnala che le necessità energetiche sono soddisfatte
dall’ossidazione degli acidi grassi e delle proteine lasciando gli atomi di
carbonio e glucosio a disposizione della biosintesi.
NB~ queste due tipologie di controllo si attengono allo stato energetico
della cellula in questione
3) controllo sistemico legato ai livelli di glicemia del sangue
a livello della fosfofruttochinasi I si
mediato da ormoni specifici:
esercita SEMPRE in maniera allosterica a mezzo del fruttosio 2,6-
bifosfato. Questo risulta essere un modulatore positivo dell’attività della
fosfofruttochinasi I e media il controllo ormonale sia della glicolisi che della
gluconeogenesi.
Il grafico a sinistra riporta l’attività della fosfofruttochinasi I in relazione
alla concentrazione di fruttosio 6-fosfato ; a destra , invece , si osserva
l’attività dell’enzima della Gluconeogenesi che catalizza la reazione
opposta a quella della fosfofruttochinasi I.
Il principale meccanismo di controllo è , però, effettuato dalla fruttosio
che regola in contemporanea sia glicolisi che
2,6-bifosfato
Gluconeogenesi. Esso è un attivatore allosterico della
fosfofruttochinasi I ed un inibitore allosterico della fruttosio
1,6-bifosfato fosfati I ( FPBasi).
In assenza di fruttosio 2,6-bifosfato , indipendentemente dallo stato
energetico della cellula , per intervalli di concentrazione elevati di substrato
l’enzima è inattivo : questo diventa , invece, attivo solo quando la
concentrazione del fruttosio 6-fosfato cresce di molto .
La FBPasi-1 si comporta in maniera opposta: in assenza di fruttosio 2,6-bifosfato, essa è particolarmente
attiva (grafico a destra, linea blu); se invece è presente il fruttosio 2,6-bifosfato, diventa molto meno attiva.
Quindi si può dire che questo metabolita (fruttosio 2,6-bifosfato, nel grafico indicato con F26BP)
contemporaneamente attiva la fosfofruttochinasi-1 ed inibisce FBPasi- 1, esercitando un controllo molto
importante e preciso in contemporanea su tutti e due gli enzimi chiave della glicolisi e della gluconeogenesi.
Quindi tramite lo stesso metabolita siamo in grado di regolare insieme questi due enzimi, e quindi la velocità
Riassumendo :
delle due vie metaboliche.
In presenza di fruttosio 2,6-bifosfato l’enzima è attivo e la sua attività
aumenta all’ aumentare della concentrazione di fruttosio 6 fosfato.
La fosfofruttochinasi I si comporta , invece , in maniera opposta : in
assenza di fruttosio 2,6-bifosfato risulta essere particolarmente attiva; in
presenza di fruttosio 2,6-bifosfato risulta essere inattiva.
I livelli di fruttosio 2,6 -bifosfato sono controllati da ormoni
Il fruttosio 2,6-bifosfato viene sintetizzato a
partire da fruttosio 6-fosfato a mezzo della
fosfofruttochinasi II ( fosforilazione).
La fruttosio 2,6-bifosfato fosfatasi
,invece, idrolizza il fruttosio 2,6-bifosfato.
2
I livelli di fruttosio 2,6-bifosfato all’interno della cellula , dipendono ,
criticamente dall’attività di una chinasi e di una fosfatasi: entrambi questi
enzimi si trovano sulla stessa catena peptidica. Esiste un gene che codifica
per una proteina bifunzionale a due domini : uno chinasico e uno
fosfatasico.
Il fatto che queste due attività enzimatiche siano presenti nella stessa
proteina è molto importante : ciò permette di regolare i due processi in
maniera concertata , sfruttando un unico segnale. Questo è
rappresentato da una fosforilazione reversibile della proteina.
Quando la glicemia è bassa viene secreto ( ormone peptidico)
glucagone
nel sangue da parte delle cellule alfa del pancreas: quando ci si allontana
dai pasti e prima del pasto successivo , la glicemia scende lentamente
poichè il glucosio viene internalizzato dalle cellule che lo sfruttano.
Esso , essendo idrosolubile, si lega ad un rettore specifico , presente nella
membrana delle cellule epatiche ed appartenente alla famiglia dei
recettori accoppati a proteine G (GPCR-recettori con sette eliche
transmembrana).
Il glucagone stimola l’enzima adenilil ciclasi a sintetizzare c-AMP a partire
dall’ATP : questo rappresenta un secondo messaggero nella trasduzione del
segnale.
NB~ per trasduzione del segnale si intende il processo attraverso il quale
un ormone , solitamente di natura peptidica, sfrutta un recettore posto
sulla membrana per entrare nella cellula stessa. Il segnale , mediato
dall’ormone , viene comunicato all’interno delle cellula a mezzo del
recettore specifico.
Il secondo messaggero , invece, è una molecola intracellulare che viene
sintetizzata in funzione dello stimolo ormonale.
Il C-AMP attiva un proteina chinasi c-AMP dipendente ( PKA) la quale
trasferisce un gruppo fosforico dall’ATP alla proteina bifunzionale PFK-2
FBasi-2.
In particolare , la fosforilazione attiva il sito catalitico della
FBPasi-2 ed inattiva il sito catalitico della fosfofruttochinasi II.
L’effetto del glucagone è, quindi, quella di abbassare i livelli
cellulari di fruttosio 2,6-bifosfato con conseguente attivazione
della FBPasi-1 ( Gluconeogenesi attiva) ed inibizione della PFK-1
( glicolisi inattiva).
Questo, ovviamente , si verifica solo a livello del tessuto epatico : l’effetto
del glucagone è quello di abbassare i livelli cellulari di fruttosio 2,6-
bifosfato.
Schema di trasduzione del segnale
Le cellule epatiche presenta sia il recettore del glucagone che quello
dell’adrenalina : in particolare , il recettore per il glucagone ha la forma di
una serpentina , costituita da sette eliche transmembrana.
Questa proteina integrale di membrana presenta il sito di legame per
l’ormone , sul lato extra-citosolico; sul versante intra-citosolico , invece,
risulta legata ad un proteina G stimolatoria.
La proteina G è trimerica e , pertanto , contiene una subunità alfa , una
beta e una gamma : quando il recettore è a riposo , prima dell’arrivo
dell’ormone , la subunità alfa ha legata a se’ una molecola di
GDP( guanosina difosfato).
Nel momento in cui si abbassa la glicemia e il glucagone viene secreto nel
sangue , questo si lega al recettore promuovendo al suo interno una
modificazione conformazionale.
In seguito alla modificazione conformazionale del recettore , la subunità
alfa :
1) scambia il GDP con il GTP
2) Nel legare il GTP si stacca delle subunità beta e gamma : a questo
punto si lega ad un particolare enzima , proteina integrale di
membrana con attività enzimatica rivolta verso il lume della cellula
( e lo attiva.
adenilato ciclasi)
L’attivazione dell’adenilato ciclasi determina la conversione dell’ATP in
c-AMP : qu