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M
piccola quantità di rapporto m/z.
Un analizzatore costoso avendo un’alta risoluzione
produce picchi molto stretti e si riesce così a
percepire anche ioni che differiscono per un decimo
di Da. Inoltre avendo il picco stretto riesco a capire
dall’asse delle x (m/z) in che punto si colloca così
da calcolarmi la sua massa esatta (accurata).
Per calcolare la risoluzione ci possiamo avvalere
del rapporto riportato in figura, in particolare questo
rapporto si utilizza quando si hanno due picchi
mass spettrometrici che formano una valley al 10%,
ovvero si sovrappongono per il 10% della loro
altezza.
R = Risoluzione
m/z = Rapporto massa/carica
Δ = Distanza tra i due picchi delle sostanze → Massa nominale più grande – Massa nominale piccola.
M Lo ione successivo a quello precedente deve
separarsi al massimo per un 10% della sua
altezza. Con una risoluzione insufficiente non
si riescono a separare due segnali che
presentano una massa molto simile.
La risoluzione non ha unità di misura, è adimensionale poiché è il rapporto
tra due grandezze che utilizzano la medesima unità di misura.
Accuratezza di massa → Indica l’accuratezza dell’informazione spettrometrica fornita dallo strumento.
E’ la differenza tra la massa teorica (massa esatta) e la massa accurata (Quella fornita dallo strumento). In
particolare è la capacità che ha lo spettrofotometro di assegnare la massa corretta alla sostanza (e quindi
al picco) che io sto analizzando; se la risoluzione è bassa i segnali mass spettrometrici sono larghi e io
riesco a malapena fornire informazioni sulla massa nominale.
All’aumentare della risoluzione aumenta anche l’accuratezza di massa, che rappresenta il valore misurato
sperimentalmente che si deve avvicinare più possibile al valore della massa esatta.
Ovviamente è presente un errore da considerare, che ci
impedisce di avere la massa accurata pari alla massa
esatta (altrimenti non avremmo problemi di accuratezza).
Errore: Massa esatta - Massa accurata; se questo
valore è pari a zero allora l’accuratezza è infinita.
L’errore può essere misurato anche in parti per milione
come ci indica la figura a fianco (sotto viene riportato
anche un esempio).
Risoluzione di massa (Quella che abbiamo visto fino ad ora) → Rappresenta l’abilità che ha uno
spettrofotometro di separare due masse adiacenti, quindi va a misurare la sottigliezza del segnale
spettrometrico. Maggiore è la risoluzione più i segnali sono stretti.
Tutto questo serve a cercare di capire con che
sostanza ho a che fare senza avere uno spettro di
massa complesso che mi dia come corrispondenza
tante strutture. Ad esempio se ho uno strumento con
un errore più piccolo (0,001) e quindi un’accuratezza
elevata, riesco a trovare la sostanza che sto
analizzando più facilmente poiché lo strumento mi
troverà poche strutture corrispondenti al valore,
mentre con un errore più grande (0,005) non sarei in
grado di farlo perché ci sono tantissime strutture
chimiche diverse tra cui scegliere.
09/05/2024
Analizzatori
Rappresenta il cuore dello strumento, quello che giustifica il costo elevato dello spettrofotometro.
Quadrupolo
Gli ioni quando escono dalla sorgente entrano all’interno dell’analizzatore e vengono gestiti in maniera
diversa in base al rapporto massa su carica che possiedono.
Questo analizzatore presenta quattro barre che possono
avere una sezione cilindrica nei casi più semplici o
parabolica, queste vengono caricate elettricamente; due
possiedono segno negativo e due positivo.
Le barre rappresentano i potenziali elettrici continui (DC),
sovrapposto a questo è presente un potenziale elettrico
alternato (RF) che possiede una frequenza più alta,
solitamente quella delle radio. Questo fa sì che il potenziale
vari in base all’oscillazione data da RF.
Gli ioni risentono di questo campo quadrupolare e si muovono di conseguenza, quando entrano all’interno
delle quattro barre lunghe 20-30 cm risentono del potenziale e cominciano a muoversi secondo delle
traiettorie che non sono più rettilinee.
Se il quadrupolo fosse spento, gli ioni uscirebbero con la
medesima traiettoria con cui sono entrati; al contrario quando
l’analizzatore è funzionante gli ioni acquisiscono una traiettoria
differente poiché iniziano ad oscillare, ovviamente questa
traiettoria varia a seconda del rapporto m/z.
Sono presenti sia delle oscillazioni stabili che permettono allo ione
di uscire dall’altra parte, sia ioni che non riescono ad uscire
dall’analizzatore poiché vengono scaricati sulle barre.
Il quadrupolo quindi è sostanzialmente un filtro che fa passare un definito rapporto massa su carica, ma in
questo modo vediamo solamente una specie ionica, quindi come facciamo a vedere tutte le altre?
Ovviamente cambiando le condizioni del potenziale elettrico (sia continuo che alternato) una frazione di
secondo dopo, di volta in volta facciamo passare uno ione che presenta un rapporto massa su carica
differente. Quindi io sono in grado di fare una scansione che dura meno di un secondo in cui via via rendo
stabile la traiettoria di ioni con rapporto massa su carica sempre più alto, solitamente in un intervallo tra
10 fino a 800 m/z, infatti non è adatto a macromolecole.
So che determinato ione passa perché in quel momento conosco le condizioni del campo elettrico.
Le traiettorie stabili degli ioni vengono chiamate ‘’traiettorie risonanti’’, quelle non risonanti ovviamente
divergono e non permettono allo ione di fuoriuscire dall’analizzatore.
Durante la scansione, la fase in cui io registro la presenza di ioni con massa via via crescente; gli ioni
vengono registrati aumentando il potenziale elettrico ma non la frequenza; in modo tale che il rapporto tra
quello continuo e quello alternato rimanga costante.
Equazione di Mathieu → Rappresenta delle equazioni differenziali che descrivono il moto dello ione
all’interno del quadrupolo, queste infatti indicano la posizione dello ione in ogni posizione dell’analizzatore.
All’interno di questa equazione sono presenti due grandezze: A e Q, queste sono legate al funzionamento
del campo quadrupolare. A dipende dall’ampiezza del campo elettrico continuo, dalla massa dello ione,
dal diametro della barra e dalla frequenza dell’oscillazione del campo quadrupolare; Q è la stessa cosa ma
dipende dall’ampiezza del campo elettrico alternato.
Diagramma di stabilità → E’ relativo ad un determinato ione, in
particolare la zona triangolare rappresenta tutti i possibili valori di A
(ordinate) e Q (ascisse) che rendono la traiettoria dello ione stabile.
Quindi se tutte le combinazioni di questi due
valori si trovano all’interno del triangolo, la
traiettoria dello ione sarà stabile.
Viaggiando attraverso la linea operativa io attraverso diverse situazioni di stabilità
che mi fanno osservare diverse masse (senza la possibilità di vedere quella
precedente o successiva).
Il quadrupolo quindi è in grado di vedere solamente un tipo di ione, perdendo tutti gli altri che passano in
quel momento. Quindi è presente anche una perdita di informazioni e di segnale utile poiché gli ioni
vengono registrati uno dopo l’altro.
Questo è un analizzatore a bassa risoluzione, poiché non è in grado di apprezzare frazioni di unità di
massa atomica poiché salta di massa in massa di 1 Da (da 100 a 101, poi 102 ecc…).
Time-of-Flight
E’ un analizzatore ad alta risoluzione, quindi è molto più costoso rispetto al precedente.
Gli ioni entrano tutti insieme e vengono registrati dall’analizzatore, viene sfruttata la diversa velocità che
possiedono gli ioni all’interno del tubo di volo. Questo analizzatore è in grado di misurare la velocità degli
ioni che impiegano per percorrere questo tubo di volo.
Gli ioni prodotti vengono accelerati con un potenziale elettrico nel tubo di volo all’interno del quale lo
percorrono con velocità diversa: Gli ioni più piccoli a parità di potenziale elettrico viaggiano più veloce, al
contrario invece quelli grandi.
Misurando esattamente il tempo di percorrenza all’interno del tubo di volo riesco a risalire al rapporto m/z.
Il sistema funziona ad impulsi poiché gli ioni vengono prima allineati e poi fatti partire tutti insieme.
Siccome l’energia cinetica a cui vengono caricati gli ioni è uguale per tutti, per mantenere
questo rapporto di costanza gli ioni più grandi avranno una velocità più bassa mentre
quelli più piccoli avranno una velocità più elevata. Sostituendo la velocità
nell’espressione dell’energia posso riarrangiarla per ricavarmi il tempo di volo.
Dall’equazione del tempo di volo sono in gradi di ricavarmi m/z, in questa equazione infatti
possiamo osservare che l’unica variabile è rappresentata dal tempo di volo.
L’unico problema che rimane da affrontare è che affinché il tempo di volo funzioni bene tutti gli ioni devono
partire da fermi nello stesso istante. Se gli ioni possiedono una velocità iniziale, questi partono prima e in
momenti diversi e il segnale non diventa veritiero, quindi viene peggiorata la risoluzione dello strumento.
Però gli ioni quando vengono formati in sorgente questi possiedono delle velocità iniziali diverse, e anche
se hanno il medesimo rapporto m/z arriveranno alla fine del tubo di volo con velocità diverse. Come si
risolve questo problema?
Viene posto un secondo tubo di volo associato al primo chiamato Reflectron, questo crea uno specchio
elettrostatico che riflette in una direzione leggermente diversa gli ioni che arrivano dalla sorgente.
Lo ione più veloce quando entra nel Reflectron
percorrerà questo per una lunghezza più lunga, quindi
verrà riflesso in un tempo maggiore rispetto ad uno ione
più lento (che percorre una traiettoria più breve).
Questo permette di allineare i due ioni che presentano
un rapporto m/z uguale che arriveranno al detector con
la medesima velocità e quindi il segnale sarà veritiero.
Orbitrap
Presenta una risoluzione più elevata rispetto al Time-of-Flight, quindi è più costoso.
E’ costituito da un piccolo spazio all’interno dello strumento in cui vengono
intrappolati gli ioni che provengono dalla sorgente, questi prima vengono
bloccati e poi sparati all’interno dell’analizzatore, una volta arrivati dentro si
muovono ma rimangono bloccati su delle traiettorie circolari fisse all’interno
di