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SMART DRUGS
In Italia per essere definita droga, la sostanza deve essere inserita in una tabella che elenca tutte le sostanze
stupefacenti. Se una certa sostanza non rientra in tabella, può essere commercializzata e consumata. Il
termine smart drugs è stato assegnato a queste droghe, poiché vengono continuamente create nuove
formulazioni attraverso modifiche che vanno ad alterare la struttura di base, in modo tale da sorvolare quelle
che sono le restrizioni. Quindi con il termine smart drugs, introdotto negli anni ’90, si intendono sostanze
sintetiche e naturali che vengono assunte per potenziare le performance generali di un individuo, comprese
quelle cognitive del cervello:
- Aumentano alcune funzioni mentali, come attenzione, memoria, concertazione, motivazione,
pianificazione, autostima e capacità di prendere decisioni;
- Riducono la sensazione di fatica, sonno e fame;
- Allo stesso tempo causano danni, come le vere e proprie droghe.
Sono definite “droghe furbe” perché non rientrano nelle tabelle legislative che proibiscono l’uso di sostanze
stupefacenti e psicotrope del DPR 309/90 e quindi sono in libera vendita in smart shop, erboristerie, negozi
di etnobotanica e telematici. Inoltre viene falsificata anche la tipologia d’uso: venduti come sali da bagno o
profumi per ambienti.
Spesso le persone non pensano che queste sostanze usate per lo sballo e per migliorare le proprie
performance in realtà possono essere dannose, poiché hanno effetti psicoattivi potenzialmente dannosi e
poco noti. La tossicità di una sostanza dipende dal principio attivo presente e dalla sua concentrazione, non
dall’origine, quindi se naturale o sintetica.
Per comprare queste sostanze non servono prescrizioni mediche e quindi non c’è un vero monitoraggio dei
rischi e delle conseguenze date dalla somministrazione. Possono essere per esempio degli integratori
dietetici o alimentari. C’è una vera e propria mancanza di informazioni scientifiche per quanto riguarda il
potenziale di abuso di queste sostanze.
Dal 2003 è scattata l’emergenza con il fine di contenere la diffusione di droghe alternative. Quindi sono stati
effettuati analisi e sequestri per poter poi fare le adeguate analisi chimiche e quali-quantitative, nonché
valutazioni farmaco-tossicologiche, su reperti, per lo più di origine vegetale, prelevati da diversi smart shop
italiani: estratti secchi di piante, foglie essiccate, preparati per decotti, capsule contenenti materiale erbaceo,
distillati alcolici di piante, ... Sulla base dei risultati ottenuti, alcune piante e principi attivi sono stati catalogati
nella Tabella 1 delle sostanze stupefacenti e psicotrope del DPR 309/90. Alcuni esempi sono:
- Salvia divinorum
L’incremento del suo uso ha destato sospetti e, dopo ricerche sugli effetti psicoattivi e allucinogeni,
è stato deciso di metterla al bando e il principio attivo, la salvinorina A, è stata inserita nella Tabella
1;
- Spice
È una miscela di smart drugs che può essere fumata e dare effetti simili alla Cannabis; questo era
dovuto alla presenza di cannabinoidi sintetici, molecole simili create a partire dalla molecola del THC.
Una pericolosità rilevata negli ultimi anni deriva dal fatto che il mercato ha iniziato a proporre prodotti di
sintesi (prodotti di scarto della ricerca farmacologica non utilizzabili a fini medici) analoghi strutturali di
diverse classi di sostanze psicoattive e psicotrope. Questi sono spesso spacciati per prodotti chimici per la
ricerca non per uso umano, per fertilizzanti o per sali da bagno.
È stato poi pubblicato da parte dell’Istituto Superiore di Sanità un testo contenente 92 monografie di smart
drugs, ciascuna delle quali riportata principi attivi, caratteristiche chimico-fisiche, utilizzi, proprietà farmaco-
tossicologiche, tossicità, effetti avversi, possibili interazioni, legislazione e metodi analitici per la
determinazione. È divisa in 6 capitoli:
1) Smart drugs di origine vegetale
- Artemisia absinthium (assenzio)
Le parti aeree della pianta sono utilizzate in molte preparazioni erboristiche consigliate
per disturbi gastrici e nella preparazione di integratori alimentari e in bevande alcoliche;
la Legislazione italiana prevede che l’Artemisia absinthium possa essere legalmente
comprata, venduta e posseduta; allo stesso tempo la pianta contiene molti principi
attivi come il tuione, ritenuto responsabile degli effetti allucinogeni della pianta (la
somministrazione cronica di tuione porta ad un’aumentata incidenza di crisi epilettiche
e di lesioni neoplastiche nel cervello e nella milza di ratti); l’absintina invece è la
principale responsabile del sapore amaro della pianta; l’uso continuo di assenzio può produrre una
sindrome chiamata “absintismo”, che è caratterizzata da dipendenza, ipereccitabilità ed
allucinazioni; l’uso prolungato può poi causare disturbi gastrointestinali, insonnia, tremori,
convulsioni, danni cerebrali e la morte;
- Citrus aurantium (arancio amaro)
Contiene la p-sinefrina, strutturalmente simile ad altri agonisti adrenergici come efedrina e
amfetamina; da tempo, insieme alla p-octopamina, è usata negli integratori alimentari per perdita
e/o controllo del peso e come coadiuvante nelle prestazioni sportive (è considerato doping); come
effetti avversi può causare un aumento della pressione e dell’incidenza di infarto;
- Datura stramonium
Contiene alcaloidi tropanici (isociamina, atropina e scopolamina); nonostante venga
usata a volte per sfruttarne le presunte proprietà allucinogene, in Italia può essere
legalmente venduta, comprata e posseduta; il Ministro della Salute ha però inserito
foglie e semi in un elenco di sostanze e preparati vegetali non ammessi negli integratori
alimentari;
- Ephedra sinica
Contengono per esempio efedrina e derivati, i quali causano effetti simpaticomimetici
e stimolano il rilascio di catecolammine endogene, come la noradrenalina; l’efedrina in
particolar modo può essere usata anche come adulterante per le sostanze da taglio ed
è compresa nella lista di farmaci il cui impiego è considerato dopante; in Italia la
norpseudoefedrina (o catina) è inserita nella Tabella 1 della lista delle sostanze
stupefacenti o psicotrope, ma né la pianta né parti di essa sono inserite in tale o altre Tabelle del
suddetto articolo;
2) Cannabinoidi sintetici
Si tratta di molecole sintetizzate per essere analoghe ai cannabinoidi
naturali, andando a mimare questi ultimi per ricreare gli stessi effetti;
sono delle droghe emergenti; un esempio di cannabinoidi sintetici è lo spice, ovvero una miscela di
erbe impregnate di cannabinoidi sintetici;
3) Catinoni sintetici
Sono analoghi strutturali del catinone, alcaloide contenuto nelle foglie di Catha edulis, con effetti
psicostimolanti e allucinogeni; i catinoni sintetici possono essere ingeriti, sniffati, fumati o assunti
per via iniettiva e possono produrre una grave intossicazione acuta con elevato rischio di
conseguenze fatali collegate alla stimolazione potente del sistema catecolaminergico; un esempio
può essere il mefedrone che ha effetti stimolanti amfetamino-simili;
4) Designer drugs
È un termine che fa riferimento ai tentativi illegali/non ufficiali di sintesi di analoghi chimici di
molecole psicotrope che sono ritenute illegali secondo le legislazioni vigenti; sottoposte a
modificazioni chimiche della molecola di base, sono considerate legali e in libero commercio; di solito
queste sostanze vengono vendute in maniera camuffata, per esempio sotto forma di sali da bagno o
di prodotti non per utilizzo umano; sono anche definite come NSP, ossia Nuove Sostanze Psicoattive;
la varietà di designer drugs che vengono sintetizzate ed entrano in commercio cambia di anno in
anno ed è quindi praticamente impossibile contrastarne la diffusione;
5) Potenziatori delle performance sessuali
Vengono usati farmaci (della classe degli inibitori della fosfodiesterasi V e analoghi) che normalmente
sono impiegati nel trattamento della disfunzione erettile anche per scopi ricreazionali (venduti in
sexy shop o siti telematici), quando per l’acquisto di tali sostanze ci vorrebbe prescrizione medica;
un esempio può essere il viagra;
6) Bevande energetiche
Alcune bevande analcoliche presentano al loro interno miscele di sostanze (vitamine, amminoacidi,
alcaloidi quali la caffeina del caffè, la teofillina del tè e la teobromina del cacao) che contribuiscono
a dare degli effetti “energetici” (promuovono un miglioramento delle prestazioni fisiche e mentali)
all’organismo andando a stimolare il SNC; sono propagandate come rapida fonte di energia
necessaria per la giornata, per compensare carenze vitaminiche, di minerali e di altre sostanze
nutritive, per aumentare la resistenza e accelerare il recupero dopo l’attività fisica, per contrastare
la stanchezza notturna, per bruciare grassi e aumentare la massa muscolare ed infine per migliorare
le funzioni cerebrali; i dati relativi alle vendite hanno dimostrato una prevalenza di consumatori tra i
giovani e in particolar modo tra gli studenti;
Il consumo principalmente di queste bevande è legato al miglioramento delle prestazioni fisiche e/o
mentali; queste bevande tendono a fornire una rapida fonte energetica giornaliera, contrastano la
sonnolenza, miglioramento delle funzioni celebrali; allo stesso tempo però vanno valutati quelli che
possono essere gli effetti negativi, che principalmente sono due: la quantità di caffeina ingerita, sia
con singole assunzioni di bevande ad elevato contenuto di questa sostanza sia con assunzioni
ripetute in un breve lasso di tempo, può essere associata a effetti avversi sulla salute; inoltre
l’associazione con bevande alcoliche può portare a un aumento delle quantità di alcol assunto in una
singola occasione ricreazionale, con conseguente aumento di rischi di guida in stato di ebbrezza o di
episodi violenti.
IONOMICA VEGETALE
Si può notare come la pianta di Cannabis sativa sia coltivata un po’ in tutti i Paesi rispetto ad esempio alla
pianta di coca. La Cannabis infatti è una pianta che si adatta molto bene alle diverse condizioni climatiche ed
è anche per questo che è una delle droghe maggiormente diffuse rispetto alle altre (cocaina, amfetamina,
ecstasy, ...). Essendo una delle droghe più utilizzate a livello ricreativo è normale che sia anche una delle
droghe maggiormente sequestrate.
Quando questo materiale viene sequestrato può essere utile capire la sua origine, cioè la droga è stata
coltivata in grandi piantagioni legali (cioè se viene venduta attraverso un commercio legale), se proviene da
piccole coltivazioni o da coltivazioni domestiche; non è così semplice, come può sem