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Se adeguatamente stimolata la cellula si
depolarizza e temporaneamente aumenta
la sua permeattività agli ioni Na+ che
entrano nella cellula in gran numero
portando, per un breve intervallo di tempo
(~1 ms) il potenziale a + 20/40 mV.
Se uno stimolo ricade all’interno del
periodo refrattario, questo stimolo decade
e non produce depolarizzazione.
A questo periodo corrisponde una relativa frequenza detta soglia del segnale, oltre il
quale non si percepisce
Questi periodi di refrattarietà generano quindi dei limiti superiori nella frequenza di
eccitabilità della cellula ( 1 ms => circa 1kHz)
Trasmissione del segnale bioelettrico
Quando un neurone viene eccitato (otticamente, elettricamente, meccanicamente,
chimicamente, ecc.) esso diviene sede di un campo elettrico che viaggia lungo
l’assone (parte terminale della membrana che garantisce la connessione con altre
cellule) Questo campo elettrico consiste in una
temporanea inversione del potenziale ai capi
della membrana del neurone
L’inversione della polarizzazione è detta
depolarizzazione e genera l’apertura dei canali
ionici per Na+, che dà inizio ad una corrente
ionica entrante
Essendo i nervi immersi in un fluido conduttore,
si generano delle correnti ioniche all’esterno di
questi. Sono proprio queste correnti che permettono di rendere evidente esternamente
la presenza di uno stato di depolarizzazione
I segnali bioelettrici di interesse clinico sono prodotti dall’azione coordinata di gruppi di
cellule.
L’azione sincronizzata di gruppi di celle si propaga attraverso i fluidi che circondano
tali cellule, genera delle correnti ioniche e conseguentemente delle differenze di
potenziale tra regioni diverse del corpo
Elettroneurogramma (ENG) La velocità di propagazione di un
impulso in un nervo periferico può
essere misurata stimolando il nervo in
due punti differenti e misurando i tempi
di viaggio di tali stimoli (velocità max
fino a150 m/s).
La velocità di conduzione cambia nelle
celle nervose rigenerate in seguito ad un
trauma
Elettromiogramma (EMG) La contrazione muscolare genera dei
potenziali d’azione in ciascuna singola
fibra muscolare.
La misura di tali potenziali è detta
elettromiogramma (EMG).
Un esame EMG viene effettuato sia
per misurare il potenziale d’azione di
singole unità motorie che per
verificare la capacità muscolare di
interi gruppi muscolari (somma di numerosi potenziali d’azione).
Per contrazioni volontarie, l’ampiezza tipica di un segnale EMG è: 20–2000 mV; per
una durata di 3–15 ms.
Di un EMG si osservano la forma (pattern) e l’intensità del segnale.
Studiando le singole componenti potremmo ricostruire la sequenza di stimoli volti a
compiere un’azione, così da poter costruire dispositivi in grado di riprodurre questi
pattern e ripristinare delle disabilità (riabilitazione)
Elettroretinogramma (ERG)
L’ERG misura la differenza di potenziale tra un punto della testa del paziente (fronte,
tempia o lobo dell’orecchio) e la cornea.
Ciascuna parte del tracciato ERG è associabile alla fisiologia della retina (pattern).
Come vedremo ciò accade in similitudine nell’ECG.
Elettrooculogramma (EOG) Nell’EOG si misura il potenziale associato
all’angolo proprio dell’asse oculare.
La risposta è lineare ed il campo di misura è: +/-
30°
EOG si usa negli studi sul sonno e nella
valutazione dell’efficienza visiva dei neonati.
ELETTRODI PER BIOPOTENZIALI
Al fine di misurare i biopotenziali generati dal corpo umano è necessario progettare
un’opportuna interfaccia tra corpo umano e strumento di misura.
Questa interfaccia è realizzata dagli elettrodi per biopotenziali.
Tali elettrodi svolgono una funzione di trasduzione tra la corrente ionica generata nel
corpo umano e la corrente elettronica trasferita alla strumentazione di misura.
Gli elettrodi vengono applicati sulla pelle e quest’ultima è formata da 3 strati :
epidermide( non vascolarizzato, formato da cellule morte, isolante), derma
(vascolarizzato) e strato sottocutaneo (vascolarizzato)
Interfaccia elettrodo-elettrolita
Gli elettrodi sono di metallo, ma bisogna evitare il contatto diretto per escludere
corrosioni e per questo si utilizza un gel conduttivo contenente ioni Cl- (elettroliti,
libera elettroni in relazione agli ioni provenienti dalle correnti ioniche del corpo)
L’elettrodo è di argento Ag che diventa AgCl per elettrolisi : AgCl + e- <-> Ag+ +
Cl-
I due ioni sono trasformati in cloruro di argento e liberano uno ione tramite reazione di
elettrolisi (questa combinazione con l’argento è la più efficace)
per effettuare una misura bisogna sempre
verificare che l’impedenza di contatto è molto
minore di quella dello strumento che utilizzo
per la misurazione.
L’impedenza di un elettrodo è riportata in un
grafico in relazione alla frequenza
Artefatti da movimento
Si generano quando l’interfaccia tra elettrodo ed elettrolita si muove generando
disturbi (in alcuni casi a bassa frequenza che possono essere filtrati) che tendono a
scomparire nel tempo alla scomparsa del disturbo.
si interviene ad esempio chiedendo al
paziente di stare il più steso e di non
respirare, di chiudere gli occhi in un ECG,
poiché i segnali si sovrappongono e si crea
difficile visualizzazione.
Si interviene con tecniche di filtraggio
Il grafico specifica i range di frequenza per
ogni misurazione
Elettrodi metallici Uno degli elettrodi maggiormente utilizzati è quello a disco
metallico.
E’ realizzato con un disco metallico a contatto con la pelle e un gel
elettrolitico.
Elettrodi a suzione
Sono in uso principalmente per il monitoraggio delle derivazioni
precordiali.
Non hanno bisogno dei lacci o adesivi, sono riutilizzabili ed è
necessario applicare gel elettro-conduttivo.
Non possono essere utilizzati per lunghi periodi, hanno comunque
una ridotta superficie di contatto.