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Indici di condizione ambientale
BCI (Benthic Condition Index) - Macauley et al. (1999)
BEQI (Benthic Ecosystem Quality Index) - Van Hoey et al. (2007); Van Damme et al.
B-IBI (Benthic Index of Biotic Integrity) - Ranasinghe et al. (1994); Weisberg et al. (1997); Van Dolah et al. (1999)
BIEC (Benthic Index of Estuarine Condition) - Strobel et al. (1995); Paul et al. (2001)
Indici derivati dall'IBI (Indice di Biotic Integrity) - Weisberg et al. (1993), Schimmel et al. (1994)
DKI (Danske Kvalitet Indeks) - Borja et al. (2007)
EQI (Ecofunctional Quality Index) - Fano et al. (2003)
EQUATION (Estuarine QUAlity and condition) - Ferreira (2000)
Fuzzy Index of Ecosystem Integrity (FINE) - Mistri et al. (2007)
IBI (Index of Biotic Integrity) - Nelson (1990); Prior et al. (2004); Borja et al. (2007); Miles et al. (in prep.)
IQI (Infaunal Quality Index) - Multivariate AMBI (M-AMBI) - Borja et al. (2004b)
Muxika et al. (2007)
Norwegian Quality Index; F3 NQI; F3 Rygg (2002; 2006)
Borja et al. (2007)
Long & Chapman (1985); Chapman et al.
Sediment Quality TRIAD SQ-TRIAD (1987)
Un bioindicatore è un essere vivente (o un gruppo di esseri viventi, una specie o una comunità) che è in grado di riflettere delle variazioni dell'ambiente che lo circonda attraverso modifiche nella propria presenza, nel proprio comportamento o nella propria fisiologia. La misura di queste variazioni viene tradotta in numeri adimensionali. Grazie agli indici biotici, a dei singoli organismi o a particolari gruppi di organismi viene attribuito un valore in base alla loro risposta nei confronti dei cambiamenti ambientali (→ tali organismi hanno valore di indicatore). In genere, si utilizzano specie sensibili ai cambiamenti: maggiore la sensibilità di un organismo/famiglia/specie/gruppo di organismi, infatti, maggiore è il suo valore di indicatore.
5.4.1. Indice AMBIL'AMBI
(AZTI Marine Biotic Index) è un indice molto usato, presente anche nella Direttiva Acque. È stato prodotto attorno agli anni 2000 dall'Agenzia per l'Ambiente dei Paesi Baschi (Spagna), in seguito ad incarico diretto dal Governo di generare indici applicabili proprio alla WFD. In Italia ciò non è avvenuto: il Governo italiano non ha incaricato nessun ente o università di proporre indici o sistemi di misurazione che fossero in linea con la WFD, e per molto tempo si è discusso in merito a quale indice o indicatore fosse migliore, mentre l'AMBI prendeva piede in tutta Europa. È un indice biotico, quindi ad ogni gruppo di organismi o di specie si assegna un valore di indicatore, a seconda della loro sensibilità allo stress o all'inquinamento. Tramite una formula matematica, i valori vengono poi convertiti in un coefficiente numerico che viene a sua volta aggregato in un indice. Maggiore il valore numerico dell'indice,
più il sito in esame risulta essere inquinatoe di peggiore qualità.Ad una serie di specie di invertebrati bentonici di ambienti marini e costieri di transizione è stato attribuitoun gruppo in base alla loro sensibilità o tolleranza nei confronti dell’inquinamento. Procedendo da sinistra adestra nel grafico sottostante, si vede l’andamento dei gruppi di specie in funzione dell’aumento diinquinamento o stress. Il gruppo ecologico I rappresenta le specie più sensibili, che ad un certo punto cedonoil passo alle specie indifferenti (gruppo ecologico II), la cui curva risulta molto distesa lungo il gradiente diinquinamento, che può essere sia spaziale che temporale. Quasi contemporaneamente alle specie indifferentiiniziano ad essere presenti anche le specie tolleranti (III), che si protraggono lungo tutto il gradiente.Compaiono poi le specie opportunistiche di secondo ordine (IV) e infine le specie opportunistiche di primoordine (V),
quelle più tolleranti e che traggono vantaggio dall'inquinamento e dall'assenza delle altre specie. Questi ultimi due gruppi ecologici si rinvengono quasi esclusivamente in ambienti molto stressati o inquinati.
Formulazione matematica del Coefficiente Biotico:
(0 + (1.5 * %GI) + (3 * %GII) + (4.5 * %GIII) + (6 * %GV)
Biotic Coefficient = 100
L'ITI (Infaunal Trophic Index) è un indice americano molto simile all'AMBI, con la seguente formulazione:
ITI = 100 - ((1n + 2n + 3n + 4n) / (33n + 3n + 3n + 3n))
Per ammissione degli stessi autori dell'AMBI, esso non è un'invenzione loro ma si rifà ad una serie di indici precedenti, ben documentati in letteratura. Una volta confezionato l'indice, è stato prodotto un pacchetto scaricabile online che, con una serie di interfacce grafiche, trasforma i dati relativi ad una serie di campioni in Coefficiente Biotico e indice di qualità per le
varie stazioni, fornendo anche la composizione percentuale dei vari gruppi ecologici che compongono la comunità macrobentonica. Risulta chiara la composizione dei gruppi ecologici che caratterizzano la comunità nei vari siti a diverso grado di inquinamento, e il giudizio di qualità ecologica che ne deriva. Svantaggi dell'AMBI: - I gruppi ecologici sono assegnati sulla base del parere esperto, limite che può però essere superato nel momento in cui ci si rivolge a una vasta comunità scientifica. - Si applica a molteplici tipi di inquinamento (chimico, da sostanza organica, perturbazioni fisiche...), quindi indica un disturbo nell'ambiente ma non da cosa deriva. Uno dei modelli su cui si rifà l'AMBI è quello di Rily, Glémarec e Grall (anni '80), che mostra la seriazione dei differenti gruppi ecologici da specie sensibili a specie indicatrici di inquinamento, fino ad arrivare alla zona azoica in cui non sono presenti organismi.è più presente alcuna fauna macrobentonica. Modelli simili si possono ottenere utilizzando i parametri, le metriche e le variabili misurate durante lo studio delle comunità: numero di specie, numero di individui e biomassa. 5.4.2. Modello di Pearson-Rosenberg (1978) Il modello di Pearson-Rosenberg (1978) illustra gli andamenti di abbondanza, biomassa e numero di specie di un campione macrozoobentonico lungo un gradiente di arricchimento organico, che può essere fisico (es. partendo da uno scarico e allontanandosi da esso) o temporale (es. evento di inquinamento e graduale degradazione della sostanza organica nel tempo). La successione in termini di composizione in specie, abbondanza e biomassa individua delle zone in senso spaziale e degli stadi (stages) in senso temporale. Per quanto riguarda lo spazio, si ha innanzitutto una zona di transizione da assenza a presenza di inquinamento organico, che inizia ad essere sempre maggiore fino all'ecotone point, il puntodi repentino cambiamento in cui le specie sensibili cominciano a mancare mentre compaiono le specie che traggono vantaggio dalla presenza di sostanza organica (sia direttamente sia indirettamente, in quanto viene a mancare la competizione da parte delle specie più sensibili). In genere queste sono specie di piccole dimensioni a strategia r, che si sviluppano rapidamente producendo un gran numero di individui e poi scompaiono. In corrispondenza del picco degli opportunisti si ha un grande aumento del numero di questi piccoli individui che invadono l'ambiente, e un leggero aumento di biomassa. Se l'inquinamento organico continua ad aumentare, si arriva a condizioni anossiche e azoiche, in cui sparisce completamente la macrofauna. Gli indici biotici di qualità basati sulla comunità bentonica che derivano dal modello P-R comprendono l'AMBI, il M-AMBI, il BENTIX, l'I2EC, il BQI e altri. Questi indici sono nati per descrivere il comportamento dellecomunità macrozoobentoniche all'arricchimento di sostanza organica nelle acque dolci. Molte delle specie tolleranti e opportuniste, però, rispondono bene anche ad altri tipi di inquinamento (come quello chimico o da perturbazione fisica) in quanto in genere sono adattate a reagire a situazioni di rapido mutamento e scarsa competizione mediante le loro veloci strategie riproduttive. Per questo motivo tali indici possono essere applicati a qualsiasi tipo di disturbo. Bisogna anche considerare il fatto che lagune ed estuari sono naturalmente arricchiti di sostanza organica (Estuarine Quality Paradox) e quindi naturalmente stressati e caratterizzati da alta saprobicità. Di conseguenza, negli ECT può essere difficile distinguere lo stress di tipo naturale da quello indotto dall'uomo e gli indici basati sul modello P-R devono essere usati con cautela nella valutazione della qualità. La comunità scientifica sta ancora lavorando su dei metodi.affidabili per distinguere lo stress naturale da quello antropico, ma ad oggi non si è ancora arrivati a nulla di decisivo.
5.4.3. Modello di Saprobicità Lagunare
Gli ECT sono dei sedimentatori all'interno dei quali si depositano sedimento e sostanza organica sia di origine esterna (alloctona) sia prodotta in sito (autoctona). Sono quindi siti ricchi di nutrienti, caratterizzati da una forte produzione di sostanza organica che si deposita, ad esempio, nelle zone lentiche. La sostanza organica può essere di diverso tipo e grado di labilità (diversa facilità ad essere decomposta): la sostanza organica di facile decomposizione può dare effetti anche immediati, ma può esserne presente anche di molto refrattaria (poco degradabile, es. radici di canne). Nel definire le caratteristiche di un determinato ambiente, quindi, non conta solo la quantità di sostanza organica bensì anche il tipo e la sua modalità di decomposizione.
grazie alla comunità microbica. In questa foto, ad esempio, il sedimento è composto quasi esclusivamente da sostanza organica: si notano delle radici di canne e anche delle foladi, bivalvi che se non avrebbero mai potuto sopravvivere in questo ambiente se la sostanza organica fosse stata labile. L'input di sostanza organica (OM) in un ambiente può essere locale (OM generata sul posto, autoctona), può provenire dall'esterno attraverso input fluviali e marini (alloctona), come nel caso di lagune ed estuari, oppure può essere di origine antropica (es. scarichi fognari). Innanzitutto la sostanza organica si accumula sul fondo e comincia a decomporsi, soprattutto grazie alla comunità microbica, spesso facilitata dallosminuzzamento, rimaneggiamento e talvolta anche dall'ingestione da parte del macrobenthos. Il tasso di decomposizione dipende dalla qualità della sostanza organica (quanto facilmente è degradabile), maanche dalla comunità biologica (soprattutto microbiologica) che abita quel determinato sito, dalla temperatura