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TERRITORIO CIRCOSTANTE SUOLOLUCElisciviazioneCPOMDOM PROTOZOIDOM(lettiera) fotosintesiflocculazione MICROBI ZOOPLANCTONLWD colonizzazione(detrito legnoso) microbica FECI FITOPLANCTON NUTRIENTIFPOM PERIFITONMINATORI TRITURATORI FECI RASCHIATORI,PERFORATORICOLLETTORIPREDATORI MACROFITESUBSTRATOMICROBI PROTOZOI MESOFAUNA PREDATORIIl fiume deve essere considerato come una successione di ecosistemi, e i flussi di materia ed energia descrittitratto per tratto. Gli ambienti lotici (torrenti) sono fortemente influenzati dal flusso di materia ed energia cheproviene dal tratto a monte e dal bacino imbrifero drenato (→ sistema aperto). Inoltre, ogni tratto del corsoidrico influenza quello successivo.Il metabolismo e le dinamiche energetiche di un tratto di fiume sono sintetizzate dalla formula:I+P= R+E+Ddove I = input di energia alloctono, proveniente dal tratto a monte o dal bacino imbrifero e convogliato neltratto di fiume esaminato;P = input energetico autoctono (produttori primari

interni al tratto esaminato);

R = respirazione (consumo energetico della biocenosi presente nel tratto fluviale);

E = export di energia verso valle;

D = detrito organico (riserva di energia per l’ecosistema).

Nelle acque ferme i nutrienti incorporati nella materia organica di vegetali e animali vengono mineralizzati→e liberati in loco alla loro morte, iniziando così un nuovo cicli di utilizzo ciclizzazione dei nutrienti. Neicorsi d’acqua (e in particolare nei tratti lotici), invece, il continuo riciclo della materia non avviene sul postobensì durante il trasporto ad opera della corrente. La serie di cicli viene quindi “stirata” ad opera della→corrente e si ha una combinazione di processi di ciclizzazione e trasporto spiralizzazione dei nutrienti. Ildiametro della spirale con cui viene rappresentato il processo è tanto più stretti quanto più è elevata l’attivitàbiologica (e quindi più veloce il riciclo),

mentre le spire sono tanto più ravvicinate quanto più è lento il trasporto. L'entità del trasporto non dipende solo dalla velocità della corrente ma anche dalla presenza di dispositivi di ritenzione della materia organica quali massi, tronchi incastrati nel substrato, pozze e zone di calma, che riescono a trattenere la materia organica per un tempo sufficiente a consentire l'efficace realizzazione dei processi di decomposizione. Alla spiralizzazione partecipano in modo attivo anche le piante periodicamente inondate, che rappresentano una parte integrante del sistema fluviale nella dimensione trasversale.

MECCANISMI CICLIZZAZIONE RISPOSTA DELL'ECOSISTEMA STABILITÀ

Distanza tra le spire ALL'APPORTO DI NUTRIENTI DELL'ECOSISTEMA Attività Ritenzione Tasso
veloce corta alta conservativo (I > E) alta
lento corta bassa alta accumulatore (I > E)
veloce lunga alta bassa conservativo intermedio
lento lunga bassa lenta bassa
bassa esportatore (I = E) bassa• →Bassa ritenzione scarsa depurazione.• →Bassa attività biologica scarsa depurazione.Il funzionamento di un corso d'acqua viene spiegato tramite due teorie:→1. River Continuum Concept modello interpretativo che spiega i cambiamenti nelle comunità biologiche lungo il fiume come conseguenza del variare degli apporti, sia autoctoni sia alloctoni, di materia organica, e quindi delle risorse disponibili al sistema. Secondo questa teoria, i corsi d'acqua costituiscono dei continuum secondo un gradiente e i processi a valle sono connessi agli eventi che accadono a monte. I gradienti e i processi producono quindi una variazione continua e prevedibile nella struttura delle comunità di organismi lungo il sistema fluviale.Nei tratti superiori dei corsi idrici (da prima a terzo ordine) la produzione primaria è inferiore agli apporti fogliari e di Coarse Particulate Organic Matter, a causa

dell'ombreggiamento dato dalla vegetazione riparia. Il metabolismo fluviale qui è quindi prevalentemente eterotrofo e la respirazione supera la fotosintesi (rapporto P/R > 1). Le comunità di macroinvertebrati sono dominate dagli organismi collettori, raccoglitori e trituratori (che spezzettano la materia organica grossolana che entra nel corso idrico).

Nel medio corso (quarto, quinto e sesto ordine) il letto comincia ad allargarsi e si riduce l'influenza della vegetazione riparia (meno ombreggiatura e apporti di CPOM). La disponibilità di luce e di nutrienti che arrivano dal tratto a monte determinano lo sviluppo di perifiton e idrofite e si passa da un sistema eterotrofo a uno autotrofo (rapporti P/R < 1). I cambiamenti di energia disponibile si riflettono sulle comunità, dominate da collettori, raccoglitori e raschiatori (grazers, che pascolano e grattano il substrato).

Nei tratti terminali (ordine superiore al sesto) si ha un forte aumento di

torbidità e profondità, che limitano la fotosintesi. Si torna quindi ad un sistema prevalentemente eterotrofo (P/R > 1), sostenuto dalla Fine Particulate Organic Matter proveniente da monte. La comunità qui è dominata da collettori, filtratori e scavatori (che si infossano nel fondale formato da sedimento fine).

La teoria del continuum fluviale evidenzia come la comunità e il metabolismo fluviale siano condizionati non solo dalle condizioni locali, ma anche e soprattutto dai processi che si verificano nel tratto a monte. La comunità acquatica a valle sfrutta l'inefficienza di quella a monte, ovvero tutte le risorse energetiche che non vengono utilizzate a monte. I limiti di questo modello derivano dal fatto che è stato sviluppato per i corsi d'acqua di piccolo o medio ordine delle zone temperature, che sperimentano piene di breve durata: non è quindi esaustivo per quanto riguarda i processi che si svolgono nei grandi fiumi.

e in particolare presta poca attenzione all'influenza delle piene edell'inondazione della piana. →2. Flood Pulse Concept (modello delle pulsazioni di piena) sviluppato per tenere conto dei processinon contemplati dal modello precedente, concepito per i grandi fiumi con una vasta piana inondabilee piene stagionali di anche lunga durata. Si focalizza sulla dimensione laterale anziché quella longitudinale, e individua nell'alternarsi delle piene e delle magre (e quindi delle esondazioni e delsuccessivo ritiro delle acque), la driving force dei processi metabolici fluviali di produzione, consumoe decomposizione. In questi sistemi gran parte della produzione primaria e secondaria che sostienela struttura trofica avviene nella piana inondabile. L'inondazione disperde semi a quota e distanzaadeguata per la germinazione, innesca la morte e la decomposizione vegetale, regola i cicli vitali,apporta sedimenti alla piana e riavvia le comunità mantenendosistema fluviale in uno stadio immaturo e altamente produttivo. Il ritiro delle acque, invece, provoca il rientro dei pesci, l'apporto di materia organica e la germinazione dei semi. Associando alla dimensione laterale anche quella longitudinale si riesce a individuare meglio l'origine della materia organica nei vari tratti. Nell'alto corso la piana inondabile è assente o molto ridotta e l'alveo è ombreggiato, quindi la maggior parte della materia organica che sostiene le reti trofiche proviene dal bacino (dai versanti). Anche nel medio corso la piana inondabile è piuttosto stretta, ma l'ombreggiamento è più limitato e di conseguenza la fissazione del carbonio avviene principalmente nell'alveo, attraverso la produzione primaria; la maggior parte della materia organica è quindi autoctona. Nel basso corso la piana inondabile costituisce la principale fonte di carbonio, sotto forma di detrito vegetale o animale che migra in alveo.

River Continuum Concept prevedeva invece come fonte principale di carbonio la sostanza organica fine proveniente da monte). I due modelli di funzionamento non vanno considerati come contrapposti, in quanto ciascuno fornisce un contributo alla comprensione di alcuni aspetti dei sistemi fluviali si integrano tra loro. A seconda della situazione (fiumi grandi o meno, regolati o naturali, ecc), una teoria si adatta meglio dell'altra: Il River Continuum Concept si adatta meglio ai fiumi con piana inondabile limitata o piene imprevedibili (tipici dei tratti ritrali e torrentizi), mentre il Flood Pulse Concept prende meglio in considerazione l'importanza dei rapporti tra alveo e piana inondabile (dove questa è sviluppata) e quindi si adatta meglio ai fiumi di pianura. L'autodepurazione è un processo graduale per il quale a valle di uno scarico si osserva nel tempo un cambiamento dei parametri chimici, chimico-fisici e biologici dell'acqua, che dopo un

certo tratto recuperala qualità che aveva a monte dello scarico. Il BOD (Biochemical Oxygen Demand) aumenta bruscamente inseguito allo scarico nel corso d'acqua, ma va via via diminuendo gradualmente. L'ossigeno disciolto, invece,inizialmente subisce un forte calo in quanto viene consumato dai batteri che decompongono la sostanzaorganica contenuta nello scarico, e dopodiché recupera gradualmente il suo tenore iniziale (→ curva a saccodell'ossigeno). Le variazioni della composizione chimica comportano variazioni delle comunità biologiche:a valle dello scarico, man mano che migliora la qualità delle acque, si osserva una successione di popolamentidominati inizialmente da organismi molto tolleranti all'inquinamento e poi da specie presenti abitualmentein acque pulite e ben ossigenate.In realtà il termine autodepurazione è improprio perché l'acqua non si depura da sola, bensì grazie ad unavariegata

materiale organico più resistente come la cellulosa. Sono in grado di decomporre sostanze come la paglia, il legno e le foglie morte, trasformandole in sostanze più semplici che possono essere utilizzate dagli altri organismi; 2. Piante acquatiche: le piante acquatiche svolgono un ruolo fondamentale nella depurazione dei fiumi. Attraverso la fotosintesi, assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno, contribuendo così all'ossigenazione dell'acqua. Inoltre, le radici delle piante assorbono nutrienti come il fosforo e l'azoto, riducendo la loro concentrazione nell'acqua; 3. Insetti acquatici: alcuni insetti acquatici, come le larve di libellula e le larve di mosca, si nutrono di materiale organico presente nell'acqua. In questo modo, contribuiscono alla decomposizione dei residui organici e alla riduzione della loro concentrazione nell'acqua; 4. Pesci: i pesci presenti nei fiumi svolgono un ruolo importante nella depurazione dell'acqua. Si nutrono di organismi morti e di alghe, contribuendo così alla rimozione di sostanze organiche e alla riduzione della concentrazione di nutrienti nell'acqua; 5. Uccelli acquatici: gli uccelli acquatici come anatre e cormorani si nutrono di pesci e insetti presenti nei fiumi. In questo modo, contribuiscono alla regolazione della popolazione di pesci e insetti, evitando un'eccessiva proliferazione che potrebbe compromettere l'equilibrio dell'ecosistema fluviale. In conclusione, la depurazione dei fiumi è un processo complesso che coinvolge diversi organismi viventi. Grazie all'azione combinata di batteri, funghi, piante acquatiche, insetti acquatici, pesci e uccelli acquatici, l'acqua dei fiumi può essere depurata e resa adatta alla vita degli organismi che vi abitano.

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Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
99 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/07 Ecologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eleonoraeffe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biomonitoraggio e biotecnologie ambientali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Volpi Ghirardini Annamaria.