L’INSORGENZA DELLE MUTAZIONI E LE CONSEGUENZE
Si può avere una mutazione e ripararla; avere tante mutazioni e la cellula va in
apoptosi; oppure avere mutazioni che mandano la cellula in senescenza oppure
avere mutazioni che hanno impattato su geni importanti e porta la cellula in
carcinogenesi.
Senescenza
La senescenza cellulare può essere di due tipi: replicativa, dovuta
all’accorciamento dei telomeri, oppure un meccanismo di senescenza che si
instaura a seguito di danni che possono aver causato alterazioni del DNA,
accumulo di molecole… comunque la cellula smette di dividersi. Quindi per una
cellula si può parlare di senescenza per diversi tipi di stimoli.
La senescenza è uno stato stabile e permanente di arresto del ciclo cellulare,
in cui la cellula non si divide più, ma rimane metabolicamente attiva e
secerne vari fattori che influenzano l’ambiente circostante.
• 1) Replicativa: dipende dall’accorciamento dei telomeri.
• 2) Non replicativa.
P53 è un fattore di trascrizione che richiama l’RNA polimerasi per la trascrizione di
proteine che bloccano la progressione del ciclo cellulare, legandosi ai complessi
ciclina-chinasi, dipendenti da cicline, come il p21. P21 viene trascritto a seguito di
p53 e blocca la progressione del ciclo cellulare.
Le cellule se stanno bene, l’ambiente è favorevole e ci sono i fattori di crescita,
crescono abbastanza rapidamente, in modo esponenziale. Dopo un po’ si
duplicano a metà: ogni cellula possederà un proprio taglio interno, che è dovuto
all’accorciamento dei telomeri. L’accorciamento dei telemori viene recepito come un
segnale di danno; conseguentemente verranno espresse quelle proteine, come p21
e p16, che bloccano il complesso delle ciclina-chinasi, ossia bloccano l’azione del
CDK e la cellula si arresta. Questo è un tipo di senescenza replicativa.
Ci possono essere anche vari tipi di stress, che possono essere dovuti
all’attivazione di geni, o allo stesso ossidativo, che causa comunque il blocco della
cellula, perché vengono prodotte queste proteine p21 (grazie a p53) e 16 (trascritta
da vari tipi di stress). Si ha una senescenza indotta da stress.
Una cellula senescente non è inutile, perché è una cellula metabolicamente attiva e
forma una serie di molecole, che vengono rilasciate nell’ambiente. La senescenza
è molto studiata perché ha due volti: da una parte, prendendo una cellula tumorale,
è una cellula che non si riesce a riparare, non va in apoptosi e va in senescenza;
non si duplica più, quindi non può causare un tumore (non si riproduce), ma in
questo caso la senescenza ha un fattore protettivo per la produzione tumorale.
D’altra parte le cellule senescenti producono dei fattori infiammatori, che possono
creare un ambiente favorevole alla produzione dei tumori, permettendogli una
maggiore proliferazione e aggressione. 10
⁃ La genetica e le leggi di Mendel
Definizione di gene: è una regione di un genoma (costituita da DNA) composta da
sequenze trascritte e sequenze regolatorie, che portano le informazioni dei caratteri
ereditari degli organismi viventi. La sua trascrizione porta alla formazione di un
prodotto funzionale (RNA o proteina). I geni si trovano in regioni ben precise sui
cromosomi. Ogni gene ha una posizione definita ed unica su un determinato
cromosoma chiamata locus.
Definizione di Allele: due o più forme alternative di un gene che occupano la
stessa posizione su cromosomi omologhi e che controllano variazioni dello stesso
carattere. Alleli identici si parla di omozigosi; alleli diversi si parla di eterozigosi.
Cromosomi omologhi=possiedono geni uguali sui stessi loci.
Cromosomi non omologhi=possiedono geni diversi.
Omozigosi è la condizione in cui un individuo possiede due alleli identici per un
determinato gene.
Eterozigosi è la condizione in cui un individuo possiede due alleli differenti per un
determinato gene.
In alcuni casi si possono verificare delle condizioni che si discostano da quelle
«normali»: eterozigosi composta si verifica quando un individuo possiede due
diverse mutazioni dello stesso gene, invece di due copie identiche (omozigote) o di
una copia mutata e una normale (eterozigote per una singola mutazione).
Un individuo eterozigote composto ha ereditato due alleli differenti, entrambi mutati,
per un determinato gene. L’eterozigosi composta è presente in alcune patologie
come la fibrosi cistica e le β-talassemie. Nella fibrosi cistica c’è l’omozigote normale
con due alleli normali; ma ci sono casi in cui un allele è mutata nella fenilanalina
508 e l’altro presenta un codone di stop, e la proteina che si produce è tronca.
Quindi i due alleli non sono uguali, ma il tipo di mutazione è diversa tra i due
alleli; quindi l’individuo si ammala comunque, perché entrambe le mutazioni
rendono inefficiente la proteina.
L’insieme degli alleli che determinano un certo carattere è definito genotipo.
La caratteristica fisica che essi determinano viene detta fenotipo. Il fenotipo è
molto complesso, perché viene determinato anche dall’ambiente.
Le relazioni tra fenotipo e genotipo non sono sempre così immediate.
MENDEL E LA NASCITA DELLA GENETICA
Nel 1866 pubblica i sui studi condotti su circa 29.000 piante di Pisum Sativum (una
pianta con un ciclo annuale e produce molta prole). La genica sull’uomo è difficile:
poca prole e tempi lunghi; mentre organismi che fanno molti figli e che si
riproducono rapidamente sono ideali per studi di genetica.
I suoi studi furono ignorati fino ai primi del ‘900 quando, indipendentemente, tre
botanici (De Vries, Correns e Tschermak) li ripeterono e ne constatarono la validità
enunciando le leggi note come leggi di Mendel.
Metodo sperimentale
Mendel ebbe l’intuizione di lavorare con un approccio di tipo matematico e
statistico. Mendel lavorò con un metodo basato sull’osservazione dei grandi
11
numeri. Incrociava centinaia di piante e dai dati ottenuti aveva migliaia di possibilità
da osservare. Utilizzava delle linee pure (omozigoti per un dato carattere, con il
gene dominante), in modo che i caratteri fossero facilmente distinguibili. Le piante
che usava erano piante che autofecondandosi davano sempre lo stesso carattere
(linee pure), come il colore.
Utilizzava un’altra proprietà: nel fiore sono contenuti sia gli organi sessuali maschili
che femminili; lo stesso fiore produce il polline e i gameti femminili. Quindi si può
avere l’autofecondazione, oppure Mendel faceva la fecondazione incrociata
controllata. Se lui voleva incrociare due piante diverse, nel caso specifico piante a
fiori bianche con piante a fiori viola, prendeva il polline dalle piante a fiori bianche e
lo metteva sull’ovaio dei fiori viola, dove aveva reciso le antere (gameti maschili).
Sfrutta l’autofecondazione, in modo da essere sicuro da incrociare individui con lo
stesso fenotipo e genotipo.
Mendel individuò dei caratteri specifici: colore del seme (verde e giallo), forma
del seme (liscio e rugoso), la forma del baccello (gonfio e irregolare), colore del
baccello (verde e giallo), colore dei fiori (viola e bianco), posizione dei fiori (assiale
e terminale), altezza dello stelo (lungo e corto).
INCROCIO MONOIBRIDO, si considera un carattere
Incrocio tra piante omozigoti che producono fiori viola e piante omozigoti che
producono fiore bianco.
Le generazioni che vengono incrociate sono chiamate
LINEE PARENTALI (P). La prima generazione filiare
F1, ossia quella che deriva dall’incrocio dalle linee
parentali, è la prima generazione e presenta delle
caratteristiche sempre di un determinato tipo. Tutte le
piante della F1 sono tutte uguali e presentano uno
dei due caratteri parentali. Nella generazione F1,
tutte le piante sono uguali e manifestano un solo
fenotipo parentale dominante, ossia si manifesta il
carattere del colore viola.
Poi permise l’autofecondazione delle piante F1,
generando F2. Queste piante sono eterozigoti,
perché hanno due alleli, uno dominante (dà la
manifestazione del colore) e uno recessivo. Con
l’autofecondazione, incrociando F1xF1, si ottiene
sempre gli stessi rapporti. Aveva piante a fiori viola e
piante a fiori bianchi che stavano nel rapporto 3:1
-> 1 bianco e 3 viola (dal punto di vista del
fenotipo).
Questo voleva dire che il carattere fiore bianco non era scomparso nella F1, ma era
nascosto e questo carattere si ripresentava quando si andavano a incrociare piante
F1 tra loro, facendo capire che il colore bianco è un carattere discreto.
La generazione F1 presenta sempre un solo carattere fenotipico, quindi si
manifesta quello dominante; nella F2 ricompare il carattere recessivo.
A questo punto qualcosa si separa durante la formazione dei gameti, che permette
la generazione di piante a incroci bianchi.
12
Mendel individuò una serie di fenotipi dominanti e recessivi.
INCROCIO DIIBRIDO, considerando due caratteri
Considera due caratteri. Per esempio:
seme giallo e liscio, dominante, e
seme verde e rugoso, recessivo. Nella
F1 mi aspetto tutti i semi con i caratteri
dominanti, che caratterizza l’uniformità
della F1.
Se si va a incrociare, quindi si va a fare
l’autofecondazione della F1xF1:
ottengo una serie di fenotipi che stanno
in un rapporto reciproco 9:3:3:1 -> 9
casi con caratteri dominanti; 1 con
caratteri recessivi; 3 e 3 con
caratteri ricombinanti, ossia giallo e
rugoso e verde e liscio.
Le Leggi di Mendel:
1. Legge della dominanza o della uniformità degli ibridi. Tutti i soggetti delle
generazione F1 (prodotti dall’incrocio di due linee pure omozigote), prodotti cioè
dall’incrocio di due individui di linea pura, presentano solo uno dei due caratteri che
viene detto dominante. La F1 presenta tutta il carattere dominante. Legge
dell’uniformità degli ibridi della F1, perché gli alleli non stanno sempre in un
rapporto di dominanza e recessività. 13
2. Legge della segregazione. I soggetti della generazione F1 incrociati tra loro
(autofecondazione), producono una progenie in cui compaiono entrambi i caratteri
parentali. Pertanto si osserva una separazione (segregazione) dei caratteri
osservati (il carattere bianco non scompare, ma si segrega alla progenie della
generazione F2). Alla luce della meiosi: quando un individuo produce i gameti, le
due copie di un gene (gli alleli) si separano, e ciascun gamete riceve solo una
copia.
3. Legge della segregazione indipendente dei caratteri. Nell’incrocio di due
soggetti che differiscono per due caratteri (diibrido), ciascuno di essi viene
trasmesso ed ereditato ind
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.