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UAG, UGA.
Controllo
Negli eucarioti può avvenire a livello dell’mRNA mediante:
- il sequestro degli mRNA da parte di specifiche proteine ed il rilascio quando essi siano
richiesti,
- la rapida degradazione di alcuni altri mRNA;
la fosforilazione dei vari fattori d’inizio pare un metodo generale per la regolazione della traduzione
negli eucarioti (es: la sintesi della Hb nei reticolociti di mammiferi).
Regolazione della sintesi proteica della
globina nelle cellule eritropoietiche ad
opera dei livelli di eme
Se i livelli di eme diminuiscono, la chinasi, sotto controllo dell’eme, diviene attiva e fosforila eIF2,
ciò blocca l’ulteriore traduzione, sequestrando questo fattore in un complesso stabile con IF2B;
quando i livelli di eme sono adeguati, la chinasi è inibita ed l’eIF2 è disponibile per l’inizio della
traduzione.
Gli inibitori della replicazione
La DNA girasi introduce dei superavvolgimenti negativi nel DNA con l’idrolisi di ATP, l’enzima è
un tetramero con due subunità A e due B.
Le subunità A legano e scindono il DNA, le B realizzano la trasduzione dell’energia dovuta
all’idrolisi dell’ATP; esso diminuisce il numero di legame del suo substrato di due unità per volta,
perché la doppia elica del DNA passa attraverso un taglio di entrambi i filamenti.
I meccanismi catalitici delle girasi di tipo I e II
L = T + W
Il numero di legame (L) di una molecola circolare è definito come il numero di volte che un
filamento di DNA si avvolge intorno all’altro in direzione destrogira, molecole che differiscono
soltanto nel numero di legame sono isomeri-topologici o topoisomeri;
T (numero di Twisting) è il numero di giri di elica di Watson e Crick
W(numero di Writhing) è il numero di giri di superelica
Interferisce con la girasi, che scinde e salda le catene di DNA. Il sito di legame è la subunitù A
dell’enzima
Si lega alla subunità B della girasi inibendo l’idrolisi dell’ATP;
mutanti batterici che resistono all’acido nalidixico o alla novobiocina hanno alterazioni strutturali
rispettivamente nelle subunità A o B della girasi.
Inibitori della trascrizione
La rifamicina e la rifampicina (proc)
Sono entrambi antibiotici
Il primo deriva da un ceppo di Streptomyces, il secondo è un derivato semisintetico;
inibiscono la sintesi di RNA, legandosi specificatamente alla subunità β delle RNA polimerasi
batteriche, impedendo l’inizio della trascrizione (bloccando la formazione del primo legame
fosfodiestere).
La actinomicina -D (proc. Euc)
È un antibiotico che deriva da un ceppo diverso di Streptomyces, il suo sistema ad anello triciclico
(fenossazone) si intercola nel DNA a doppia elica tra appaiamenti G C, consecutivi, deformando il
DNA;
questa alterazione locale impedisce il movimento dell’RNA polimerasi lungo lo stampo. Di fatto,
l’Actinomicina-D altera tutta la doppia catena
L’acridina (Proc. Euc)
Inibisce la sintesi di RNA come la Actinomicina-D
L’α-amanitina (Euc.)
È una tossina prodotta dal fungo velenoso amanita, è un octapeptide ciclico; blocca la sintesi di
mRNA, inibendo la RNA polimerasi II e, a più alte concentrazioni, la polimerasi III; non ha effetti
sulla I.
Impedisce la formazione di precursori dell’mRNA, legandosi saldamente alla RNA polimerasi II.
La streptomicina (proc)
È un trisaccaride che interferisce con il legame del formilmetionil-tRNA ai ribosomi, impedendo il
corretto inizio della sintesi proteica;
a concentrazioni relativamente basse causa l’errata lettura del codice genetico, a concentrazioni più
alte inibisce l’inizio della sintesi proteica, la proteina S12 (subunità 30S), bersaglio dell’antibiotico;
è responsabile della sensibilità alla streptomicina.
La tetraciclina (proc) Si lega alla subunità 30S del ribosoma e inibisce il legame degli
amminoacil-tRNA, bloccando il sito A.
Il cloranfenicolo (proc) ed il cicloesimide (euc)
Inibiscono la peptidil-transferasi che catalizza il legame peptidico tra il gruppo carbossilico attivato
della catena polipeptidica in fase di crescita e il gruppo amminico dell’aminoacil-tRNA.
Eritromicina (proc)
Inibisce la traslocazione, legandosi alla subunità 50S; la traslocazione consiste nell’attuazione di tre
movimenti distinti:
1) il tRNA scarisco lascia il sito P
2) il peptidil-tRNA si muove dal sito A al sito P
3) l’mRNA si sposta di tre nucleotidi
Puromicina (proc. Euc.)
Viene prodotta dalla muffa Streptomyces Alboniger, ha una struttura molto simile all’estremità 3’ di
un aminoacil-tRNA, si lega al sito A e partecipa ai passaggi dell’allungamento fino alla formazione
della peptidil-puromicina, ma non si lega al sito P e non trasloca;
essa si dissocia dal ribosoma subito dopo essersi legata all’estremità carbossilica del peptide,
causando la prematura terminazione della sintesi del peptide.
Tossina difterica (euc)
Blocca la sintesi proteica negli eucarioti, è un enzima codificato da un batteriofago presente come
lisogeno nel batterio Corynebacterium Diphteriae.
Catalizza una reazione in cui il NAD+ addiziona un gruppo ADP-ribosio a un’istidina modificata, la
diftamide facente parte del fattore di traslocazione eEF2 (l’equivalente eucariotico di EF-G),
impedendogli di traslocare la catena polipeptidica in fase di crescita.
Essendo un catalizzatore, sue minuscole quantità possono bloccare
irreversibilmente l’apparato della sintesi proeica di una cellula; quindi, la tossina
pura è tra le più micidiali sostanze conosciute.
La diftamide è una istidina modificata.
Tecnologia del DNA ricombinante
Riconoscono sequenze di basi azotate specifiche nel DNA a doppia elica e tagliano entrambi i
filamenti in punti specifici,
questi bisturi naturali sono indispensabili per:
- analizzare la struttura dei cromosomi
- sequenziare le molecole molto lunghe di DNA
- isolare i geni
- creare nuove molecole di DNA che si possono poi clonare
si trovano in numerose specie batteriche, riconoscono e digeriscono il DNA eterologo* che viene
ristretto (tagliato), quello della cellula non viene digerito, perché la sequenza riconosciuta
dall’enzima di restrizione è metilata (e pertanto protetta) da una specifica DNA metilasi.
sostanza organica proveniente da specie animale diversa da quella considerata.
*da
L’endonucleasi di restrizione e la corrispondente metilasi vengono denominate: sistema di
restrizione-modificazione
Le endonucleasi di restrizione batteriche riconoscono i siti bersaglio non metilati nelle molecole di
DNA estraneo (Es. DNA virale); la metilasi e la endonucleasi di restrizione riconosco la stessa
sequenza di basi azotate.
La metilazione di questi siti specifici è la parola d’ordine che indica che il DNA appartiene al
batterio e non ad un intruso (Es. virus), essa avviene subito dopo la sintesi del DNA batterico ad
opera di DNA metilasi appartenenti al batterio.
Esempio di sequenza riconosciuta da un enzima di restrizione
La maggior parte di questi enzimi riconosce sequenze specifiche di lunghezza compresa tra 4 e 8
basi azotate, essi idrolizzano un legame fosfodiestere su ciascun filamento; la sequenza riconosciuta
è palindromica Palindromo: deriva dal greco palindromos: tornare indietro di
nuovo. È una parola, frase o verso che risulta uguale quando
viene letto da sinistra verso destra o viceversa.
Nel DNA, il terminale viene applicato quando vi sono delle
ripetizioni invertite di una sequenza di basi azotate, con una
doppia simmetria presente nelle due catene.
Sequenze di riconoscimento di
Alcune endonucleasi di
Restrizione
Le endonucleasi di restrizione sono indicate da: un’abbreviazione a tre lettere che indica
l’organismo di appartenenza, l’indicazione del ceppo (se necessaria), un numero romano (se
l’organismo produce più enzimi di restrizione.
Gli enzimi di restrizione di uso prevalente da parte dei biologi scindono entrambi i filamenti del
DNA in modo sito-specifico e si dividono in tre tipi principali.
AdoMet (S-adenosilmetionina) è un
donatore di gruppi metilici
Tipo I
Presenta tre subunità
La catena α ha l’attività nucleasica
La catena β ha l’attività metilasica
La catena γ riconosce la sequenza palindromica;
la scissione avviene fino a 10 kbasi (kbp) dal sito di riconoscimento e la metilazione avviene al suo
interno; l’enzima si sposta lungo il DNA, idrolizzando ATP (richiesto per la traslocazione
dell’enzima e per il superavvolgimento del DNA)
Tipo II
Molti enzimi sono omodimeri, con subunità di P.M tra 30 e 40 kDa, ciascuno ha una corrispondente
metilasi (che non fa parte dell’omodimero); il tipo II non richiede ATP e taglia il DNA all’interno
della stessa sequenza di riconoscimento, si utilizzano diffusamente nella tecnologia del DNA
ricombinante.
Sequenze di riconoscimento di alcune endonucleasi di restrizione di tipo II, con indicate le basi
azotate che vengono metilate:
Tipo III
Esso ha due subunità per le attività nucleasi e metilasica, si sposta lungo il DNA senza consumo di
ATP; modifica solo un filamento di DNA ed ha un sito di taglio relativamente vicino al sito di
riconoscimento (24-26 bp).
Alcune endonucleasi di restrizione scindono entrambe le catene di DNA, lasciando basi appaiate in
entrambe le estremità: tali vengono chiamate estremità non coesive;
altre operano tagli obliqui, lasciando così due o quattro nucleotidi non appaiati in ciascuna
estremità: estremità coesive o appicicose.
Scissione di molecole di DNA in frammenti ad opera di endonucleasi di restrizione
L’enzima è un omodimero (subunità di 31 KDa ciascuna), si lega al DNA in modo che il suo asse di
simmetria coincida con l’asse di simmetria del sito bersaglio del DNA; scivola lungo la scanalatura
principale, piegando il DNA in modo transitorio, creando una neoangolatura nella doppia elica e
cercando coppie di GAA con una simmetria simile a quella dell’enzima, non svolge la doppia elica
del DNA.
Il DNA contineue due tipi di scanalature, chiamata scanaltura principale e secondaria, che si
formano poiché i legami glicosidici di una coppia di basi azotate non sono diametralmente opposti.
La neoangolatura, causata dall’enzima, allarga la scanalatura principale del DNA, con il
conseguente ingresso di α eliche che verificano l’identità delle basi azotate; le basi azotate sono lette
con altissima precisione.
Quattro α eliche (2 per ogni subunità dell’enzima) entrano nella scanalatura principale allargata alla
ricerca del sito bersaglio palindro