UNA GARANZIA!
L’insetto visita il fiore per soddisfare una sua esigenza e, FORSE, impollina.
L’insetto visita il fiore per Il fiore attrae l’insetto per:
raccogliere polline ricevere polline prodotto da
raccogliere nettare un’altra pianta della stessa specie
trovare riparo inviare il proprio polline ad
altro un’altra pianta della stessa specie
L’insetto è attratto dal fiore tramite organi di senso:
a. Vista (forma, grandezza, colore, ecc.)
b. Olfatto
c. Gusto
VISTA
Si ritiene che la percezione visiva degli insetti sia diversa da quella umana non solo a
causa dell’occhio composto ma anche dello spettro visivo differente.
Inoltre, gli insetti sono capaci di differenziare
forme semplici (qualità) anche se combinate
in modo complesso (intensità):
la percezione riguarda sia la forma
complessiva della corolla e della sua
simmetria, sia la presenza sui petali di
macchie, linee, sfumature di colore , etc..
Per quanto riguarda la vista, i fiori piccoli uniti in infiorescenze aumentano l’azione
vessillare (funzione di adescamento).
In alcuni studi sull’impollinazione, questa capacità di attrazione viene misurata: non
sul fiore singolo ma sull’infiorescenza (il cosiddetto “pollination unit”).
ODORI
Gli insetti sono capaci di differenziare
molecole organiche volatili in base alla
qualità ed intensità
GUSTO: COMPOSIZIONE CHIIMCA DEL POLLINE E DEL NETTARE
Il polline ha una composizione chimica in carboidrati, proteine e lipidi non indifferente
per le funzioni metaboliche degli insetti: è ricco di nutrienti
Il gusto dei tipi di polline varia da specie in specie e influenza, in alcuni ambiti come
l’apicoltura, un determinato tipo di produzione.
7.4: focus nettare e nettario
Analogamente per il nettare: gli insetti prendono il nettare perché più ricco di acqua e
zuccheri. La composizione chimica del
nettare varia da specie in specie.
Il nettario è una zona del fiore che secerne
nettare; di solito si trova sulla sommità del
ricettacolo o alla base dell’ovario (nei fiori
del genere Citrus).
Esistono anche casi di nettari extrafiorali -come nel caso del castagno- dove i nettari si
dispongono sull’asse dell’amento.
!!Ricorda: l’amento è un tipo di infiorescenza “a grappolo”!!
Microscopicamente i
nettari, esternamente,
appaiono come degli
stomi modificati; altri
invece sono costituiti
da tessuto secretore.
Poniamo un focus sulla quantità di nettare che gli insetti “suggono” (succhiano) da un
fiore. Gli insetti seguono un motto: o tutto o niente; quindi se un nettare (o un polline)
soddisfa le caratteristiche organolettiche che l’insetto cerca, il fiore viene “depredato”
di tutto!!
Esame: come si estrae il nettare artificialmente? Si sfruttano dei capillari sottilissimi (si
sfrutta il principio di risalita capillare).
7.5: tendenze evolutive dell’impollinazione entomofila
Tra queste tendenze:
• Riduzione della quantità di polline;
• Protezione dell’ovario;
• Alta specificità dei meccanismi.
FIORE DELLE PAPILLONACEAE
Rappresenta l’esempio ideale.
Nel fiore di questo genere, la corolla papilionacea è costituita da vessillo, ali e carena.
Il meccanismo di impollinazione è molto specifico: nel fiore papilionaceo stami e
pistillo sono racchiusi nella carena e si espongono esternamente solo attraverso
l’intervento di un imenottero adatto per forma e peso.
Un altro escamotage che la natura fiorale ha adottato è l’impollinazione sessualmente
ingannevole (Sexual deceptive pollination).
7.6: impollinazione sessualmente ingannevole (Sexual
deceptive pollination)
La strategia di impollinazione sessualmente ingannevole è
estremamente specializzata. È tipico delle specie
appartenenti al genere Ophris (orchidee):
l’attrazione sessuale esercitata dal fiore si basa sulla forma
del labello (che agli occhi dell’insetto sembra il dorso della
femmina) e sulla produzione di feromoni sessuali.
Nel tentativo di copulare, i pollini aderiscono al capo
dell’insetto.
Labello= è una parte del fiore delle orchidee:si tratta di un petalo modificato il cui
aspetto funge da richiamo per gli insetti impollinatori. Ha forma, dimensioni e colore
che, in alcune specie simula alla perfezione l'addome della femmina dell'insetto
impollinatore.
Ricorda!! La divisione tra specie impollinate per via entomofila ed anemofila non
è netta. D'altronde ci sono specie impollinate sia dal vento che dagli insetti: è il
caso del castagno oppure dell’olivo.
7.7: strategie riproduttive
Riguardano i sistemi di trasferimento del polline e
la fecondazione.
Sono complicate dalla presenza di fiori
ermafroditi.
Spesso si fa riferimento ai termini:
• impollinazione incrociata per indicare il
trasporto di polline dall’antera di un fiore allo
stimma di un altro fiore
• autoimpollinazione per indicare il trasporto di
polline dall’antera allo stimma dello stesso fiore.
Autogamia= fusione di due gameti che provengono da un individuo
Geitonogamia= impollinazione con polline di un altro fiore dello stesso individuo
Allogamia= o fecondazione incrociata, è la fecondazione dell'ovulo di un individuo con
gli spermatozoi di un altro
Xenogamia= Impollinazione tra fiori di due individui diversi di una stessa specie
7.8: sistemi riproduttivi che favoriscono la variabilità genetica
In ogni specie, la propagazione vegetativa riproduce a basso costo energetico lo stesso
genotipo, invece la riproduzione sessuata provvede ad arricchire la variabilità genetica
degli individui.
Nel tempo si sono evoluti numerosi sistemi riproduttivi che evitano autogamia e
automissia.
Vediamo alcuni sistemi:
7.8.1: separazione spaziale:
fiori diclini
A differenza dei fiori monoclini,
quelli diclini presentano la
separazione spaziale
dei due organi (stami e pistillo):
La separazione spaziale dei due organi è presente nelle
specie monoiche con fiori diclini ed è estremizzato nelle specie dioiche:
• Esempi di specie monoiche con fiori diclini sono: castagno, nocciolo,
zucca/zucchino, mais…
• Esempi di specie monoiche con fiori
diclini: zucca/zucchino
• Esempi di specie monoiche con fiori diclini: mais
• Esempi di specie dioiche: kiwi, pistacchio
7.9: separazione spaziale: eterostilia e dimorfismo stilare
Nelle specie con fiori monoclini, la separazione spaziale dei due organi si riscontra con
la formazione di due (o più) tipi di fiori su altrettanti tipi di piante, in cui stami e pistillo
sono in posizioni reciproche diverse.
Distinguiamo:
Distilia: piante i cui fiori hanno stili
▪ lunghi e stami brevi e piante con stili
brevi e stami lunghi.
Dimorfismo stilare: piante i cui fiori
▪ hanno stami di uguale lunghezza ma
con stili lunghi o brevi. Esempio: eterostilia del genere Primula
Caso in cui alla reciproca posizione di stimma e antere
si associano anche
• pollini di grandezze e sculture dell’esina differenti;
• papille stimmatiche di forme differenti.
7.10: separazione temporale: dicogamia
Ci sono molti sistemi riproduttivi che evitano l’autogamia; tra questi ci sono metodi
che sfruttano la separazione spaziale (fiori diclini, eterostilia…) e la separazione
temporale, come la dicogamia.
Per dicogamia si intende, negli organismi ermafroditi, la maturazione degli organi
sessuali maschili e femminili in periodi diversi, che ha l'effetto di impedire
l'autofecondazione.
Si distingue in:
7.11: barriere fisiologiche/genetiche: Incompatibilità
È un meccanismo di riconoscimento e rigetto (come essere rifiutato) del polline a
livello di stimma e stilo.
È controllato geneticamente dal locus S:
• Se polline e pistillo hanno alleli S differenti → compatibilità
• Se polline e pistillo hanno alleli S uguali → incompatibilità
Sono descritti due tipi di incompatibilità:
Gametofitica e Sporofitica
!!LEGGERE E OSSERVARE LE DIDASCALIE DELL’IMMAGINE SOPRA RIPORTATA:
IMPORTANTE!!
8.1:funzionalità pollinica
Per funzionalità del polline si intende la capacità di essere vivo innanzitutto, e in grado
di sviluppare il tubetto pollinico (germinabile).
Stiamo descrivendo le due fasi seguenti:
Vitabilità e germinabilità sono due cose diverse, ma entrambe influenzate dagli stessi
fattori:
8.2: vitabilità pollinica
Le analisi si basano su test enzimatici, utili per distinguere i pollini vivi da quelli morti.
A ciascun composto enzimatico corrisponde una reazione metabolica e la colorazione
che lo contraddistingue:
+++
8.3: germinabilità pollinica
Le analisi sulla germinabilità si basano sull’osservazione della formazione del tubetto
pollinico.
Le analisi si basano sulla definizione del mezzo di coltura e la selezione del metodo più
adatto. I test di germinazione possono essere eseguiti in vitro o in vivo.
Tra i metodi più diffusi:
1) Goccia pendente: Per mantenere in vita più a lungo piccoli organismi, conviene
adottare il sistema della "goccia pendente", che consiste nel porre la goccia su un
vetrino coprioggetti, che poi si capovolge su un porta-oggetti munito di un incavo
2) Mezzo agarizzato= metto su agar i pollini e vedo se si forma il tubetto pollinico
Non è detto che, se un polline non forma il tubetto pollinico non sia vivo, in quel caso può
essere solo non germinabile.
E allora cosa faccio se voglio sapere se un polline che non ha germinato, è vivo?
1) Colorazione: vedo se c’è il citoplasma (se c’è è vivo)
2) Test enzimatici (++DAB)
8.4: recettività degli stigmi compatibili
Recettività: abilità dello stigma di favorire la germinazione di polline vitale e
compatibile.
Gli stigmi recettivi presentano molti enzimi attivi (esterasi, perossidasi, fosfatasi acida);
la presenza di questi enzimi attivi sulle papille stigmatiche non sempre è associata alla
condizione di recettività (falsi positivi).
8.5: periodo effettivo di impollinazione
9.0: macrogametogenesi
9.1: ovulo: formazione, morfologia e tipi
Durante lo sviluppo del pistillo, i
tessuti della parte interna dell’ovario
formano gli ovuli.
Ogni ovulo è costituito di varie parti
con origini, caratteristiche genetiche
e funzioni differenti.
Gli ovuli si classificano in funzione della posizione reciproca delle diverse parti, in
particolare del funicolo (ilo) e del micropilo. • ortotropo (dritto) con il
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