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STRUTTURA QUATERNARIA.
La struttura IV è l’ultimo livello di struttura delle proteine è costituita da più di una catena
polipeptidica, ogni carena è chiamata subunità che possono essere uguali o diverse tra loro, le
catene interagiscono tra loro in modo non covalente. I legami sono gli stessi della struttura
terziaria (idrogeno idrofobiche disolfuro elettromagnetico), ma avvengono tra due subunità
diverse sono detti legami intermolecolari/intercatena. Le proteine si legano in struttura
quaternaria perché, svolgono funzioni impossibili da svolgere singolarmente, per rendere
fisicamente connesse diverse attività biologiche, per rendere intercambiabili le diverse
subunità.
MIOGLOBINA (esempio struttura quaternaria)
La mioglobina è la proteina che trasporta l’ossigeno nelle cellule. È formata da una struttura
terziaria possiede un gruppo eme che contiene ferro che fa legame con 4 atomi di azoto, dato
che il ferro può fare 6 legami e 4 li sta facendo con l’azoto ha la possibilità di farne ancora due
uno sarà fatto con l’ossigeno che deve legare per portarlo in giro nell’ organismo e l’ultimo
legame lo fa con l’azoto del gruppo laterale r dell’istidina. È presente un’altra istidina detta
distale sull’altra faccia del gruppo eme che serve ad abbassare l’affinità gruppo eme per
sostanze come il cianuro e il monossido di carbonio si leghino con il gruppo causando
soffocamento, l’affinità del monossido di carbonio al gruppo eme è molto maggiore rispetto a
quella dell’O2.
EMOGLOBINA
L’emoglobina è la proteina che troviamo nei globuli rossi e trasporta l’O2 dai polmoni ai
tessuti attraverso il sangue e poi lo cede alla mioglobina è una proteina con struttura
quaternaria è composta da 4 subunità alfa e beta legate tra loro attraverso legami non
covalenti, ogni subunità contiene un gruppo eme al centro. Le catene alfa e beta
dell’emoglobina sono simili alla catena della mioglobina. Una molecola di emoglobina lega 4
molecole di O2 invece una molecola di mioglobina lega una molecola di O2. Quando queste
proteine si legano all’O2 subiscono un lieve cambio conformazionale, perché l’istidina fa
flettere il gruppo eme e fa muovere l’istidina distale sull’altra faccia del gruppo eme, questa
tira tutta la struttura. Quando l’O2 si lega, il gruppo eme tira il ferro e torna ad essere planare.
Inizialmente la mioglobina lega molto velocemente l’ossigeno, al contrario dell’emoglobina
che inizialmente fa più fatica, questo perché: l’emoglobina ha quattro subunità, la prima
subunità in cui si lega l’ossigeno fa più fatica poiché una volta legato deve cambiare la
conformazione di tutte e 4 le subunità. Man mano che si alza la concentrazione, la seconda
unità farà meno fatica e così via. Questo è chiamato l’effetto allosterico, si ha quando c’è un
cambio di conformazione che va a modulare la funzione della proteina. Quando si ha questo
cambio di conformazione si vanno a rompere anche i legami ionici che coinvolgono i riducenti
c-terminali.
ENZIMI.
Gli enzimi sono proteine globulari con funzioni catalitiche e sono dei veri e propri catalizzatori
biologici, cioè in grado di velocizzare tutte le reazioni metaboliche. La velocità di reazione non
riguarda la spontaneità di una generica reazione. Gli enzimi cercano di abbassare il livello
energetico o energia di attivazione così da rendere la reazione più veloce. Gli enzimi
aumentano la velocità delle reazioni, ma non possono rendere spontanea una reazione che
non lo è. La velocità di reazione dipende dall’energia di attivazione, cioè la quantità di energia
richiesta perché la reazione possa iniziare una reazione che non è catalizzata richiede più
energia per iniziare quindi è più lenta. L’enzima quindi diminuisce l’energia di attivazione
facendo si che la reazione sia più veloce.
ENZIMA SUBSTRATO.
L’enzima è un catalizzatore biologico, non cambia la sua struttura alla fine del processo. I
reagenti sul quale reagisce l’enzima viene chiamato substrato. L’enzima si lega al substrato
per formare un complesso che poiporterà alla formazione di un prodotto. E+S ESE+P
enzima + substrato enzima-substrato finale. L’enzima e il
-->complesso prodotto
substrato si legano in un punto specifico che è il sito attivo. Il sito attivo è la parte di enzima
che lega i substrati e catalizza la reazione. Il sito attivo riconosce un substrato specifico quindi
gl enzimi sono specifici. Ci sono due modelli per spiegare la specificità di substrato e sono il
modello a chiave-serratura che riconosce un solo tipo di substrato e il modello
dell’adattamento indotto il quale prevede che il sito attivo non abbia proprio la forma perfetta
del substrato, ma l’enzima dovrà adattarsi indotto dal substrato e alla fine l’enzima torna alla
sua conformazione naturale. Dopo che il substrato si è legato può avvenire la catalisi, questa
fa in modo che i legami si riorganizzino, quindi non appena i legami vengono rotti de ne
formano di nuovi e il substrato si trasforma in prodotto
MISURARE LA VELOCITÀ DI UNA REAZIONE.
Per misurare la velocità di una reazione si misura quanto velocemente si forma il prodotto. V
= d[P]/dt = -d[s]/dt Questa velocità è correlata in base a come cambia la concentrazione del
prodotto. La velocità di una reazione enzimatica è direttamente proporzionale alla quantità di
complesso attivo tra enzima e substrato. V = d[P]/dt = kcat [ES] Il primo step della reazione,
essendo reversibile, avrà una costante di dissociazione [kd], mentre il secondo step, che non
la kcat è
è reversibile (processo a senso univoco) è generato da una costante cinetica [kcat](
la costante cinetica intrinseca nell’enzima, cioè la sua capacità di fare il passaggio
ESEP ). La concentrazione del complesso enzima substrato dipende dalla concentrazione di
S e dall’affinità di E per S. Etot = ES + E Quando tutto l’enzima presente è sotto forma di
enzima substrato ([ES]) quella è la maggiore concentrazione. Vmax = Kcat [Etot] La velocità
con la quale si forma il prodotto rallenta fino a non variare più perché il substrato finisce. La
reazione inizia veloce poi rallenta perché la concentrazione del substrato diminuisce fino ad
arrivare a 0 (s=0).
ENZIMI NON COOPERATIVI.
Gli enzimi non cooperativi sono descritti dall’equazione di Michaelis-Menten, la relazione fra
velocità iniziale di una reazione enzimatica e la concentrazione del substrato.
V=(Vmax*[S])/KM+[s]. KM= costante di Michaelis-Menten, esprime l’affinità che ha un enzima
per il substrato. ci dice qual è la concentrazione di substrato nella quale la reazione è
esattamente la metà della velocità massima raggiungibile. Più la KM ha un valore maggiore,
minore sarà l’affinità E per S, più la KM ha un valore minore , più ci sarà affinità tra E per S.
INIBIZIONE ENZIMATICA.
Un inibitore è una sostanza che interferisce con l’azione di un enzima e rallenta la velocità di
reazione. Ci sono inibitori reversibili cioè che si legano all’enzima e poi lo lasciano, oppure
irreversibili che si legano all’enzima formando una proteina non più enzimaticamente uguale
all’originale e dalla quale non è possibile rigenerare l’enzima originario. Le inibizioni reversibili
possono essere competitive dove una molecola si può legare nel sito attivo al posto del
substrato, perché possiede una struttura chimica simile al substrato la KM sarà più grande
quindi la reazione sarà più lenta perché l’enzima sarà meno affine al substrato. Possono
essere anche non competitive una molecola lega all’enzima in un sito differente dal sito
attivo, perciò non compete col substrato per legarsi al sito attivo riducendo la velocità
massima e l’efficienza catalitica.
ENZIMI ALLOSTERICI.
Gli enzimi allosterici mostrano effetti cooperativi dovuti a lievi cambiamenti nella struttura
quaternaria. Sono in grado di comportarsi in modo diverso in presenza di effettori allosterici,
che sono molecole che sono capaci di modulare l’attività di questi enzimi. Gli enzimi allosterici
hanno oltre al sito attivo dei siti specifici per gli effettori allosterici, gli effettori possono
rendere il legame ES più complesso o più semplice. Abbiamo effettori positivi che aumentano
l’efficienza e effettori negativi che diminuiscono l’efficienza.
INIBIZIONE A FEEDBACK.
Il prodotto finale di una via metabolica quando si accumula inibisce il primo enzima della via
metabolica stessa. Questo è un meccanismo di controllo perché in presenza di un eccesso del
prodotto finale l’intera serie di reazioni può essere inibita, prevenendo l’accumulo di
intermedi.
Regolare un enzima in vivo significa effettuare dei tagli proteolitici che alterano la struttura in
vitro invece si cambiano le condizioni attraverso la temperatura la forza ionica e chelanti.
CLASSIFICAZIONE ENZIMI
Per definizione l’attività enzimatica viene espressa in unità di attività UA e UI. La U.A.
corrisponde alla quantità di enzima che riesce a convertire una micromolecola di substrato in
prodotto in un millimetro. L’attività specifica di una preparazione enzimatica sono le U.A.
presenti in ogni milligrammo della preparazione.
METABOLISMO.
Si divide in catabolismo cioè una via degradativa di macromolecole complesse e ricche di
energia in molecole più semplici e povere di energia, attraverso un processo ossidativo che
libera energia e anabolismo nel quale le molecole più piccole e semplici vengono utilizzate
come punto di partenza per ottenere molecole più complesse, questa via di sintesi richiede
energia, infatti le vie anaboliche sono vie riduttive. L’energia chimica viene trasportata grazie
a cofattori, molecole che trasferiscono energia chimica da un processo all’altro ma anche
trasferire elettroni derivanti dalle redox. Questi cofattori sono ATP, NAD e FAD.
COENZIMI NELLE REDOX.
NAD (nicotinammide adenina di nucleotide) è una molecola che contiene due nucleotidi legati
tra loro grazie a un gruppo P. Al secondo nucleotide è legato l’anello nicotinammide mentre al
primo è legata un’adenina. Questo cofattore ha il compito di trasferire elettroni, riduc