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TRAPIANTO DI MICROBIOTA INTESTINALE
Oggi esiste il trapianto del microbiota intestinale, e ettuato tramite materiale fecale di un individuo
sano. A partire da un campione fecale di un soggetto, si fa una pulizia in modo da selezionare i
microrganismi che fanno parte esclusivamente del microbiota, il campione fecale viene puri cato
e attraverso capsule o colonscopia, viene trasferito nell’intestino del soggetto malato.
Si è visto che nei malati oncologici, questo trapianto può migliorare la salute, ma come
controversia c’è la possibilità che il microbiota non attecchisca totalmente.
3. MICROBIOTA CUTANEO
Il microbiota cutaneo non è ricco come quello intestinale perché si tratta di un ambiente più ostile
che va incontro a ricambio cellulare, inoltre lipidi e acidi grassi prodotti dalle ghiandole sebacee
possono inibire la crescita di un microbiota.
Le varie parti del corpo si di erenziano come umidità, composizione di grasso, ricchezza di
ghiandole, sebacee, zone più secche e asciutte; quindi, anche il microbiota sarà diversi cato in
base alle zone.
Zone come le ascelle, le pliche cutanee, sono nicchie ecologiche perché è presente maggiore
umidità. Le aree umide sono quelle che presentano più batteri, rispetto a quelle più esposte
all’ambiente esterno.
Anche il microbiota cutaneo viene in uenzato da diversi fattori come: lo stile di vita, utilizzo di
antibiotici, cosmetici, saponi.
Nel microbiota cutaneo è presente un batterio che prende il nome di Staphylococcus Epidermidis,
il quale inibisce l’attecchimento dei patogeni. In ambiente ospedaliero, l’inserimento di un catetere
venoso centrale può essere spesso soggetto a contaminazione da Staphylococcus Epidermidis
presente sulla cute, il quale andrà a nire nel circolo ematico e diventerà un patogeno
opportunista.
Molte patologie cutanee dipendono dall'alterazione del microbiota, come l'acne, la psoriasi, le
dermatiti.
4. MICROBIOTA VAGINALE
La composizione del microbiota vaginale è varia e il batterio più rappresentato è il Lattobacillus.. Il
microbiota vaginale dipende strettamente dall’età dell’individuo. I Lattobacillus rilasciano, a livello
vaginale, una serie di sostanze che rendono il pH acido contro i microrganismi patogeni, tanto che
i detergenti intimi hanno la nalità di mantenere l’acidità ed evitare che questo pH raggiunga valori
di neutralità che favorirebbe l’attecchimento di patogeni.
La donna in menopausa è più soggetta ad andare incontro ad infezioni ed è stato dimostrato che
la disbiosi potrebbe essere una causa di infertilità idiopatica.
Alcuni studi hanno sottolineato che l’infertilità potrebbe essere causata da un parto pretermine.
Anche qui esiste un’asse intestino-microbiota vaginale, quindi i precursori degli estrogeni
dall’intestino raggiungono il distretto vaginale.
I fattori che possono portare ad un’alterazione del microbiota vaginale: uso di salviette igieniche,
uso eccessivo di lavande vaginali, l’attività sessuale, l’uso di farmaci, immunodepressione,
diabete ecc. fi ff ff fi
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5. MICROBIOTA ORALE
Il microbiota orale è il secondo per quantità di microrganismi dopo l’intestinale.
Anche qui il microbiota cambierà in base al distretto preso in considerazione.
Le guance, contrariamente, sono zone dove di cilmente attecchisce il microbiota.
Contrariamente la lingua, in particolare le papille, crea un ambiente idoneo per la ritenzione dei
batteri, anche per quelli anaerobi.
Se il microbiota si altera, origina la placca che porta alla formazione del tartaro oppure delle carie.
La stessa saliva ha una doppia funzione: da un lato è ricchissima di sostanze nutritive per i batteri
del microbiota, dall’altro può lisare i microrganismi commensali tramite lisozima, lattoferrina o
lattoperossidasi.
I microrganismi presenti a livello della bocca sono lo Streptococcus salivarius e lo streptococcus
mutans, cioè quello che è più frequentemente associato alla carie. Lo Streptococcus mutans, nel
momento in cui si assumono tanti zuccheri, prende il sopravvento, si moltiplica attivamente e
diventando un patogeno opportunista causa le carie.
Anche il microbiota orale è in uenzato da diversi fattori: temperatura, pH, fattori dell’ospite, età,
dieta, igiene orale, farmaci ecc.
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PATOGENESI DELLE INFEZIONI BATTERICHE
È un percorso multi-step che un microrganismi patogeno attiva dal momento in cui entra in
contatto con l’organismo umano e che, in alcuni casi, può progredire in una malattia. La malattia
altro non è che il danno nale causato da un batterio patogeno.
In primo luogo, l’ospite deve entrare in contatto con il microrganismo patogeno. Non determina
immediatamente quella che sarà un’infezione o una malattia ma determina, come primo
contaminazione.
approccio, quella che viene chiamata
La contaminazione, cioè l’incontro dell’ospite col microrganismo, può essere inizialmente
reversibile grazie alle barriere siche che il nostro corpo possiede; se però alla contaminazione
l’attecchimento,
segue ovvero la colonizzazione di un distretto, si attiverà il processo
patogenetico, quindi: sopravvivenza, moltiplicazione.
BARRIERE FISICHE
- Al livello degli occhi, il liquido lacrimale contiene sostanze antimicrobiche e lisozima,
quest’ultimo lo troviamo anche nella saliva;
- La cute, se integra, limita l’attecchimento del patogeno;
- A livello delle vie respiratorie superiori (naso, bocca..) si trova il muco, che intrappola il
microrganismo patogeno e lo elimina o le ciglia delle mucose che espellono il patogeno;
- Nelle vie respiratorie basse saranno presenti i macrofagi alveolari;
- A livello delle vie genito-urinarie: le mucose genitali producono delle secrezioni e l’urina
rappresenta un meccanismo sico per eliminare batteri.
L’infezione si ha dopo che il microrganismo inizia ad interagire, in modo speci co, con le cellule
della mucosa della pelle. (Contaminazione).
L’INFEZIONE è la tappa successiva alla contaminazione: nel momento in cui veniamo a contatto
con il microrganismo patogeno, se questo riesce a resistere nel distretto in cui è arrivato e a
colonizzare, sarà in grado di realizzare un’infezione. Non è detto che un’infezione porti sempre ad
una malattia.
Quindi, come fase successiva avviene l’attecchimento e poi la colonizzazione (riproduzione
incontrollata in un distretto che causa la patologia).
I sintomi della patologia dipendono dall’espressione del danno del microrganismo patogeno e
dalla risposta in ammatoria dell’individuo.
Ad esempio, l’in uenza è una malattia il cui agente eziologico è un virus che rimane al livello delle
vie respiratorie superiori. Tutti i sintomi sono dovuti all’in ammazione, cioè dal nostro sistema
immunitario che attivandosi rilascia sostanze che possono causare un sintomo.
LE TRE TAPPE FONDAMENTALI PER CAUSARE LA MALATTIA
-Evadere le difese naturali (barriere siche, sistema immunitario, risposta innata);
-Moltiplicazione attiva;
-Produzione di sostanze tossiche
sapro ti
I sono microrganismi che vivono normalmente nell’ambiente, cioè il loro ciclo biologico
non dipende dall’organismo umano o da un’ospite superiore. Infatti, si riproducono nell’acqua, nel
terreno e nell’aria. In alcune situazioni, anche un sapro ta può comportarsi da “patogeno
accidentale”, perché in modo accidentale può venire a contatto con l’ospite.
patogeno classico,
Il o convenzionale, è capace di causare una malattia o un danno anche in un
soggetto sano (immunocompetente).
In ambiente ospedaliero, un soggetto che ha una degenza molto lunga potrebbe guarire da
patogeni
un’infezione da patogeno convenzionale, ma potrebbe entrare in contatto con i
opportunisti.
La patogenesi è quella serie di eventi che il microrganismo deve attivare per potere, poi al termine
di questi, causare la malattia; non è una cosa immediata e spesso culmina in una malattia.
LA VIRULENZA
La virulenza rappresenta i fattori di patogenicità che un microrganismo è in grado di esprimere.
Quindi, la patogenicità è la de nizione teorica della capacità di un microrganismo di causare un
danno; la virulenza è l’espressione reale e concreta della patogenicità. I fattori di virulenza sono
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tutti quei componenti che lui esprimerà realmente nel momento in cui innesca un processo di
infezione e di malattia.
Il PERIODO DI INCUBAZIONE è il tempo che intercorre tra il contatto del microrganismo
patogeno e l’espressione del danno, cioè il sintomo. Questo periodo di incubazione, in base al
microrganismo patogeno varia.
Il periodo di incubazione del virus in uenzale può essere di 24-48 h, per altre infezioni invece può
essere di settimane, mesi o anni.
La MALATTIA è un’infezione con un decorso sintomatico, cioè il cui danno si esprime con una
sintomatologia come febbre, dolori, malessere e così via.
DIFFERENZA TRA INFEZIONE SINTOMATICA E ASINTOMATICA
Nell’infezione asintomatica non vi sono sintomi ma è presente comunque un’infezione. Il soggetto
presenta un’infezione anche se non ne è al corrente la maggior parte delle volte.
Il suo sistema immunitario si attiva, allo stesso modo, producendo anticorpi nei confronti del
patogeno.
Sia il malato che il soggetto con infezione asintomatica sono soggetti a trasmissione.
L’asintomatico è il soggetto più pericoloso perché, non a conoscenza di essere infetto, continua
ad entrare in contatto con tante persone, a di erenza dei soggetti sintomatici che vengono isolati.
Il soggetto asintomatico avrà comunque una sua memoria immunologica, infatti viene chiamato
spesso portatore sano, perché il suo sistema immunitario è stato attivato.
CLASSIFICAZIONE DELLE INFEZIONI infezioni esogene infezioni endogene.
Le infezioni possono essere classi cate in ed
Nella popolazione comunitaria, la maggior parte delle infezioni sono di tipo esogeno: il
microrganismo proviene dall’esterno mediante un altro uomo (trasmissione interumana), da
animale a uomo oppure mediante sapro ta.
Le infezioni endogene riguardano soprattutto soggetti immunocompromessi o soggetti debilitati.
L’infezione è causata da alterazioni del microbiota. Questi microrganismi prendono il nome di
patogeni opportunisti, perché trovano l’opportunità per esprimere la loro patogenicità.
La trasmissione delle infe