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ovale. ARCHITETTURA DEL SEICENTO: IL BARACCO

Il XVII secolo è segnato dalla devastante Guerra dei Trent'anni, un conflitto religioso che coinvolge gran parte

dell'Europa centro-settentrionale. Anche se motivato principalmente da tensioni religiose, il conflitto rifletteva

anche la volontà delle potenze europee di ridefinire confini e alleanze. Le conseguenze della guerra si estendono

anche al delicato equilibrio politico italiano, con il predominio spagnolo che continua nonostante alcuni tentativi di

autonomia da parte di altri stati italiani. La restaurazione cattolica del Seicento porta a un irrigidimento della Chiesa,

che cerca di contrastare il protestantesimo attraverso l'arte e l'imposizione dei suoi dogmi. L'arte barocca diventa

il principale strumento di persuasione per ricondurre gli eretici alla dottrina cattolica. L’arte del Seicento è l’arte dei

sentimenti e delle passioni la cui rappresentazione, soprattutto in pittura e scultura, possono addirittura arrivare

all’esagerazione. Il gusto seicentesco si esprime soprattutto attraverso la monumentalità delle costruzioni. Nelle

chiese, in particolar modo, si prediligono la navata unica, la pianta centrale, la copertura a cupola, la volta a botte.

Negli interni e nelle facciate il richiamo all’Antico diventa spesso un pretesto per sperimentare inedite e spettacolari

soluzioni spaziali. Ai motivi architettonici, poi, si sovrappongono anche quelli scultorei. La presenza ornamentale di

statue, fregi, cornici, faLse finestre e altri elementi decorativi arriva talvolta ad essere più importante della stessa

struttura architettonica. La facciata perde la sua importanza architettonica e ne acquista un’altra, puramente

scenografica. Questo secolo è caratterizzato anche dall'espansione delle forme artistiche barocche in tutta Europa

e nelle colonie, mostrando una grande varietà e differenziazione che riflette le diverse influenze e contesti culturali.

Il termine Barocco, quindi non individua uno stile o una precisa corrente artistica, ma più complessivamente lo

spirito stesso del Seicento.

GIAN LORENZO BERNINI (1598-1680)

Architetto, scultore e pittore dotato di una grande abilità tecnica e di una straordinaria fantasia, Gian Lorenzo

Bernini è considerato il padre del Barocco italiano. Nato a Napoli nel 1598, si trasferì a Roma nel 1605 e qui sviluppò

la sua brillante carriera artistica fino alla morte nel 1680. Figlio di un modesto scultore, Bernini divenne il principale

rappresentante artistico della corte papale, ottenendo fama, onori e ricchezza. La sua adesione alle teorie

controriformiste della Chiesa di Roma fu totale, diventando quasi un portavoce ideologico. Bernini incarnò appieno

lo spirito del barocco, dando concretezza ai piani urbanistici dei pontefici romani per rilanciare la grandiosità della

Chiesa.

BALDACCHINO DI SAN PIETRO La prima opera architettonica di Bernini è il baldacchino di San Pietro,

realizzato tra il 1624 e il 1633 su richiesta di papa Urbano VIII e

posizionato sopra la tomba di San Pietro, sotto la cupola progettata da

Bramante. Bernini utilizzò le cosiddette colonne salomoniche, ispirate a

quelle dell'antico tempio di Salomone. Il baldacchino poggia su quattro

grandi piedistalli rivestiti di marmi colorati e stemmi pontifici in rilievo,

su cui si ergono colonne tortili in bronzo dorato. Ogni colonna è riempita

di calcestruzzo per aumentarne la robustezza e composta da tre rocchi

sovrapposti decorati in successione, coronati da capitelli compositi su

cui si appoggiano quattro dadi. La trabeazione, concava verso l'interno,

è leggera e preziosa e si conclude con pendenti simili a quelli di un

baldacchino in tessuto mosso dal vento. Per la copertura, Bernini

collaborò con Borromini per creare una struttura a dorso di delfino con

statue di angeli e putti che reggono festoni sopra di essa.

COLONNATO DI PIAZZA SAN PIETRO

Bernini, senza limiti nella varietà e nelle dimensioni dei suoi progetti architettonici, realizzò opere che spaziavano

dal Baldacchino all'imponente Colonnato di piazza San Pietro. Commissionato da papa Alessandro VII nel 1657, il

Colonnato presenta 284 colonne e 88 pilastri su quattro file, coronati da capitelli tuscanici e una balaustra con 162

gigantesche statue di santi. Il colonnato, la cui forma è geometricamente assimilabile a quella di un'enorme ellisse,

si congiunge alla facciata della basilica vaticana grazie a due ali laterali fra loro vistosamente divergenti grazie alle

quali il Bernini capovolge l'effetto prospettico. In questo modo la percezione delle distanze si attenua e la facciata

sembra quasi direttamente affacciata sulla piazza. Oltre al complesso significato geometrico e alla possibilità di

essere impiegato come importante percorso processionale coperto, il colonnato assume anche un particolare

valore simbolico. I due rami curvi del colonnato, infatti, fanno pensare in modo abbastanza evidente a una sorta di

grande abbraccio simbolico, e al fedele che attraversa la piazza in direzione della basilica vaticana si offrono, via via

che avanza, visioni prospettiche sempre diverse. L'incisione seicentesca di Giovan Battista Falda mostra anche

un'ulteriore porzione di colonnato in realtà mai realizzata posta a fronteggiare la facciata della basilica. Negli intenti

del Bernini, infatti, tale elemento (il cosiddetto “Terzo Braccio”) concludeva geometricamente il disegno dell'ellisse

della piazza e, allo stesso tempo, consentiva l'accesso attraverso due varchi non in asse con la facciata stessa. In

questo modo il visitatore era portato a scoprire per gradi la vastità della piazza e ad accorgersi con progressivo

stupore dell'immensità della basilica e della varietà degli elementi architettonici e scultorei che lo circondavano.

L'accesso alla piazza, del resto, fino agli scellerati sventramenti del 1936, avveniva comunque attraverso il fitto

intrico di stradine dei cosiddetti Borghi, l'antico quartiere popolare che, fin dal Medioevo, si sviluppava da Castel

Sant'Angelo fino a San Pietro.

SCALA REGIA A partire dal 1663, Bernini apportò significative modifiche

alla Scala Regia, che collega la basilica al Palazzo Apostolico

nel Vaticano, originariamente costruita da Antonio da

Sangallo il Giovane nel XVI secolo. Bernini trasformò la scala

in una scena architettonica, abbassando la trabeazione e

creando una prospettiva che enfatizzasse la monumentalità,

simile all'approccio usato da Bramante nella chiesa di Santa

Maria presso San Satiro. La rampa prende la forma di

un colonnato voltato a botte che si stringe e abbassa man

mano che si scendeva dal primo livello, con interassi più

stretti e colonne più basse. Sopra l'arco, all'inizio della

rampa, c'è lo stemma di papa Alessandro VII, affiancato da

due angeli scolpiti. Alla base della scalinata, Bernini collocò la sua statua equestre dell'imperatore romano

Costantino.

CHIESA DI SANTA BIBIANA (Roma) Nel 1624, Gian Lorenzo Bernini ricevette l'incarico di ristrutturare la

chiesa di Santa Bibiana. La facciata è divisa in due ordini: la parte

inferiore presenta un portico con tre arcate, diviso da pilastri con

capitelli ionici. L’ordine superiore è suddiviso dagli stessi pilastri che

separano finestre rettangolari. Questo schema architettonico, con il

portico al livello inferiore e il piano nobile sopra, era fino ad allora

tipico dei palazzi rinascimentali civili. Bernini introdusse una novità

significativa combinando la tradizione palaziale con elementi

barocchi, ottenendo un notevole successo anche se la facciata di

Santa Bibiana rappresenta un caso unico nella storia dell'architettura.

La facciata presenta anche un frontone interrotto di ispirazione

michelangiolesca.

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA AD ARICCIA

La chiesa di Santa Maria Assunta ad Ariccia fu progettata da Gian

Lorenzo Bernini su commissione della famiglia Chigi e di papa

Alessandro VII. L'ingresso presenta un pronao ispirato a quello del

Pantheon, ma con un'architettura diversa: il portico utilizza il motivo

del tabularium con un arco a tutto sesto anziché colonne

monolitiche. La chiesa ha una pianta centrale circolare con una

cupola e due campanili laterali. La decorazione della cupola è

particolarmente interessante per il periodo: combina elementi tipici

delle cupole a costoloni con quelli a cassettoni, sovrapponendo due

stili tradizionali distinti.

CHIESA DI SANT’ANDREA AL QUIRINALE La Chiesa di Sant'Andrea al Quirinale, commissionata

dai Gesuiti e finanziata dal nipote di Innocenzo X,

rappresenta il culmine dell'architettura berniniana.

Situata lungo la via Pia, oggi via del Quirinale, in una

zona poco urbanizzata di Roma, l'edificio presenta una

pianta ellittica, simile a quella della Chiesa di San Carlo

alle Quattro Fontane di Borromini, ma con l'asse

maggiore allineato alla facciata e alla strada. In questo

modo l’accesso avveniva lungo l’asse minore. Le pareti

interne, rivestite con marmi colorati, sono intervallate

da quattro cappelle ellittiche, che contribuiscono a

movimentare lo spazio.

In corrispondenza dello scenografico altare maggiore si apre una profonda cappella, a pianta semiellittica, con

funzione di abside. La cupola ellittica è decorata con nervature e esagoni dorati, mentre il tamburo mostra figure

di pescatori e angeli. L’esterno riprende la sinuosità dell’interno ribaltandone la curvatura in un’esedra che fa

arretrare la facciata rispetto al filo della strada. Il pronao d’accesso, infine, è rialzato da una scalinata a pianta

semicircolare e presenta una copertura aggettante anch’essa semicircolare con architrave sorretto da due colonne

in travertino con capitelli ionici.

PALAZZO MONTECITORIO (Roma) Bernini ha realizzato anche alcuni palazzi tra cui

Palazzo Montecitorio commissionatogli da papa

Innocenzo X al Bernini come futura dimora della

famiglia Ludovisi.

Il palazzo diventa poi sede dei tribunali pontifici

e viene modificato da Carlo Fontana che

conservò la caratteristica facciata aggiunse il

campanile a vela. Bernini realizza una facciata

convessa con un corpo centrale piano delimitato

da paraste di ordine maggiore e due ali laterali

formate ciascuna da due parti ben distinte.

PALAZZO CHIGI-ODESCALCHI Nel 700 viene affidato a Berini l’incarico di

realizzare la facciata di palazzo Chigi-Odescalchi.

La facciata del Bernini, delimitata da otto

paraste presenta un grande portale inquadrato

da due colonne che sorreggono un balcone con

balaustre; ai lati vi sono finestre architravate con

inferriate e davanzale sorretto da mensole. Al

primo piano finestre con timpani triangolari e

centinati alternati, mentre al secondo le finestre

sono architravate. Le finestre del primo e del

sec

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Publisher
A.A. 2021-2022
66 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vc4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Consoli Giampaolo.