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SUPERIORE DIVERSO, NON SI CAPISCE BENE LA DIFFERENZA TRA ESTERNO

E INTERNO. è come se fosse una cava, non si trova tutto allo

stesso piano, abbiamo come una serie di monconi

sviluppati più in alto o più in alto che si

congiungono in una copertura lineare. Nella

piscina interna abbiamo delle piccole fratture del

solaio di copertura per far entrare la luce

internamente.

Altra opera è quella di Paulo David, in Portogallo a Madeira (un’isola del Baltico) per un Centro delle arti.

Ci sono delle fratture nelle coperture, tutto è prospettico e destinato alla vista.

Questa di Steven Holl è un’opera che si basa su un grande modellamento e una grande movimentazione del

suolo, con un percorso già precostruito e delle schegge, delle lanterne luminose incastonate nel suolo che

sono separate apparentemente sopra in superficie ma che in realtà al livello basamentale costituiscono un

corpo unico. Abbiamo una contrapposizione tra il suolo che viene trattato come un pendio verde e le opere

che sono molto astratte, geometriche e materiche con il gioco lucido e traslucido e dei giochi di trasparenze

che fanno percepire all’esterno l’illuminazione dello spazio interno.

L’opera di Mateus ha un rapporto fondamentale con il

quartiere circostante e ne entra in estrema connessione, è

geometricamente in continuità con il tessuto edilizio. Prende

uno spazio libero e ne costruisce questo complesso dove la

matericità è prevalente e addirittura abbiamo una continuità

tra il pavimento e i prospetti che sono fatti dello stesso

materiale pietroso. Questi elementi separati sono quindi

separati al livello stradale ma si uniscono in un unico blocco

al piano interrato con vari percorsi e vanno a riprendere la

misura del tessuto edilizio anche nel piccolo. Dal punto di

vista funzionale abbiamo una grande trave parete che poggia sui lati corti con un asola vetrata che fa entrare

la luce ai piani inferiori. Abbiamo poi tutto un gioco di rampe e percorsi che si muovo all’interno degli ambienti.

LEZIONE DEL 22 FEBBRAIO 2022

Un altro tema è lavorare sul bordo. Il primo progetto è del GRX

Arquitectos “Equipamentos en

Huetor Santillan” è

un’architettura che si pone in

correlazione col suolo con pareti

molto trasparenti che fungono

da coni visivi che si protendono

verso il paesaggio.

C’è una tensione dietro e una davanti del paesaggio che si inquadra verso differenti direzioni. Ogni elemento

del progetto ha una diversa funzione, rappresentano in maniera particolare, i servizi con i pieni e il resto con

una particolare texture. Al di sopra una piazza, e i terrazzamenti delle coperture che si inclinano quasi a

creare automaticamente un parapetto utilizzabile sotto ogni aspetto anche con delle gradinate.

Un altro progetto, forse didattico della scuola di Losanna

Un altro progetto è degli RCR Arquitectes del Soulages Museum in Francia. Abbiamo una piattaforma da cui

si diramano degli elementi a pettine monomaterici astratti che si diramano. Alcuni sono quasi totalmente a

terra, altri prendono luce dall’alto, con la presenza di brisoleil e frangisole verticicali.

Un altro tema è quello di contenere il suolo, Il progetto è di Francesco Venezia con il restauro di un

quartiere in Spagna. Sembrano essere delle dita che si protengono quasi come a contenere il suolo Un altro

modo di lavorare è quello di modellare il suolo. Opera di Macanoo, biblioteca con grande tetto verde, uno

dei primi degli anni 90, grande scalinata con forma particolare e articolazione interna come una grande sala

ipostila, sistema di pareti di libri con corpi scala che collegano a una sala centrale rotonda che si collega con

l’apertura superiore che prende luce dall’alto e che contiene delle sedute di lettura. Siamo negli anni del

decostruttivismo dove le pareti laterali sono inclinate, dall’anello che fuoriesce a forma di cono abbiamo

anche luce da lì. Ci ricorda l’opera di Le Corbusier. Sui fronti vetrati si affacciano gli uffici, il dietro è vetrato

perché uno dei fronti è totalmente cieco. Alltra opera di Alessandro Ansemi, ha fatto il Municipio di

Fiumicino, vive il periodo del post moderm, che riprendeva gli elementi classici rinnegando i concetti

moderni, facendo cose però molto particolari. Lui riprende il concetto di piano, però modellato, non quelli

del neoplasticismo di Mies, è tutto geometrico e razionale, la modella perché lo vede più appartenente alla

nostra epoca. Abbiamo un piano piegato che si ripiega a creare le facciate a partire dalla piazza che si dirama

nel nulla, con una continuità materica che nasce dal pavimento e si sviluppa verso l’alto fatto in cotto,

perché il mattone è tipico romano, progetto mai realizzato dell’edificio polifunzionale nell’area del parco

tecnologico industriale. Forse riferimento alla mano ouver di Le Corbusier. Le pareti laterali sono totalmente

vetrate e rientranti rispetto al prospetto. Al di sotto abbiamo una struttura unificata che si dirama poi in

altezza a formare edifici differenti. Altro edificio è quello di Municipio con il piano che si piega a creare come

un origami la torre civica e il monumento, mi trovo avvolto dai mattoni in cotto fino a cambiare lato con

alluminio e finestre, il vero problema è l’attacco a terra con parcheggi sotterranei.

Un altro tipo di architettura è quella di poggiare sul basamento. Abbiamo David Chipperfield della cittadella

della Giustizia a Barcellona

LEZIONE DEL 1° MARZO 2022

TEMA COMPOSITIVO DELLA GRANDE COPERTURA

Padiglione Norvegese con travi Viereendel e monumento delle Fosse Ardeatine.

Un primo progetto è il Padiglione del Brasile all’EXPO del ’70 di Osaka, 1979 di Paulo Mendes la Rocha.

Questo padiglione non è che una grande copertura orizzontale che per alcuni punti poggia su un modellato

del terreno e un ultimo punto poggia su un incrocio di archi. Abbiamo delle travi di bordo sagomate nel

punto di appoggio. Fa parte della scuola paolista, e abbiamo degli sbalzi del terreno molto ampi possibili

grazie a queste travi di bordo che creato una griglia con alleggerimenti nella parte centrale. Questa griglia fa

ombra ma fa passare anche tanta luce per non avere un ambiente oppressivo. Sotto le curve del terreno

l’ingresso e lo spazio sottostante. La parte sottostante ha un disegno particolare.

Un altro tipo di copertura è quella del piano piegato. ETB STUDIO HAIMA, Museo archeologico Punta

Umbria, 2011. Questo progetto ha una copertura che si piega per arrivare alla base, quasi come fosse un

origami. È un progetto di concorso, un foglio con uno spessore, rifacendosi al principio della tenda che copre

i resti archeologici con il tema della sospensione e della leggerezza dal vento. Il sito ha un rapporto forte con

l’acqua, si trova vicino al porto, isolata nella natura, è un riparo con una percezione trasversale dell’esterno.

La copertura ha una bucatura sul tetto. All’interno della copertura abbiamo la rampa che sale lungo uno dei

bordi e si collega alla parte più alta della superficie, nella parte davanti abbiamo il museo ed è visibile dal

parco. Un’altra opera è il Aires Mateus, Sede EDP, Lisbona del 2016. Sotto

la copertura parcheggi e ingresso. È leggermente sovraelevata su

un lembo in uno spazio compresso, abbiamo una piazza centrale e

due elementi più alti laterali con una serie di elementi verticali //

tra loro con una trama articolata con parti più o meno interne,

anche in presenza di pieno e vuoto. Cambia anche lo spessore

delle lame, più o meno profonde. Le lamelle sono fisse e non

mobili, a seconda del punto di vista hanno una maggiore o minore

apertura. Piano sottostante parcheggio, -2 altre cose. Livello del terreno

Le rampe esterne sui lati inclinati portano agli uffici superiori che si sviluppano sui lati lunghi, con una piazza

centrale al piano superiore vista in prospetto e gli edifici laterali con uffici. Tutto l’edificio Struttura è in

acciaio, con la base in cca insieme ai nuclei rigidi. La parte a spessore che si alza è come una grande trave a

ginocchio, gomito che si inclina, è tutto una trave portante. Dalla piazza le viste sia sul mare che sulla città.

Richiamo all’opera di Alvaro Siza.

Un’altra opera è sempre di Paulo Mendes da Rocha, Museo brasiliano di scultura, San Paolo, 1986-95

Abbiamo nell’opera un grande portale, una copertura poggiata su due blocchi opposti. Al di sotto vi è tutto

lo spazio espositivo, e di fronte abbiamo una grande vasca d’acqua. Anche i due blocchi laterali poggiano

nell’acqua con un piccolo ponte che attraversa le due parti. Vi è anche un auditorium all’interno. Altro

progetto di Rocha, la prossima volta.

LEZIONE DEL 8 MARZO 2022

Prosecuzione tema compositivo grande copertura.

Sempre di Paulo Mendes da Rocha, il Museo di arte contemporanea dell’università di San Paolo, 1975. Il

progetto non è mai stato realizzato, abbiamo un pacchetto sospeso su pilastri, non è un elemento unico ma

quasi un foglio che si riavvolge su sé stesso che crea una spazialità piuttosto interessante dove si vede la luce

che viene dal basso. Gli aggetti sono ampi perché la struttura è tutta una struttura portante spaziale, come

una grande trave con piani che si sfogliano su piani diversi con anche solai sospesi e la luce entra in diverse

maniere dall’alto. I pilastri e le travi si susseguono l’un l’altro. I pilastri hanno una forma a fuso e sono

sagomati e rispetto al suolo si pongono ad altezze diverse con delle vasche d’acqua in cui i pilastri si

immergono, questo gli esterni, gli interni invece sono di forma cilindrica. La copertura è bucata in modi

diversi per far entrare la luce attraverso dei pozzi luce. Le funzioni dell’edificio non si trovano tutte sotto la

grande copertura ma si sviluppano anche in edifici sottostanti esterni e separati rispetto ad esso. Lo sbalzo è

di 35m e le travi parete hanno anche uno spessore. Lo spazo e le pareti sono molto brutaliste con un cca

faccia vista non trattato.

Sempre di Paulo Mendes da Rocha, Cais das Artes, Vitoria, 2007

Questo edificio è stato realizzato e si trova sulla punta dell’acqua, la struttura principale sembra essere un

ponte, abbiamo un'altra struttura sollevata che però è un teatro aggiunto successivamente. L’idea è quella

di avere una luce che penetra nell’edificio fino alla piazza che poi riflette fino a riuscire fuori dall’edificio.

Rappresenta sinteticamente anche il discorso della salita di questo edificio in cui si sale. Qui abbiamo due

grandi travi pareti longitudinali, poi gli elementi di testata e di copertura servono solamente ad irrigidire il

sistema con un gioco di affacci e di spazi posti l’uno sull’a

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
50 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/14 Composizione architettonica e urbana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Bfra96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Architettura e composizione architettonica ii con laboratorio progettuale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Paolini Cesira.