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Il De re aedificatoria (1.1)
Scritto probabilmente mentre Alberti è a Roma (anni ’40), fu stampato nel 1485 a Firenze con l’appoggio di
Lorenzo de Medici. Nel 1512 in latino e nel 1546 in italiano.
In pochi anni ci sarà una diffusione di questo testo per l’Europa. Diffusione capillare molto fitta che porta a
delle riflessioni, sia in ambito teorico sia dal punto di vista del fare architettura.
Si tratta di una ricerca di concetti, di un utilizzo corretto dei termini, problemi di contenuti..
Nella sua opera fa riferimento diretta a Vitruvio da cui prende alcuni elementi, tuttavia se ne discosta per alcuni
aspetti per esempio per il linguaggio.
Egli ci presta molta attenzione, come se fosse uno strumento non legato alla materia che tratta in quel
momento ma che possa essere universalmente riconosciuto, l’obiettivo era quello di comunicare a tutte le
classi sociali.
Gli elementi in comune:
1. I monumenti antichi sono presi a modello, come Vitruvio spiega nel proprio trattato.
2. Riprende la struttura in 10 libri e la triade delle caratteristiche architettoniche : (firmitas, venustas e utilitas).
3. viene data una definizione di architettura con argomentazioni differenti.
4. Si pone una differenza fra edifici privati e pubblici, vengono analizzati i problemi legati alla proporzione,
all’idea dell’architetto che deve gestire tutta una serie di competenze.
Tempio Malatestiano (1.2) Rimini (1447)
Una delle prime opere documentata (molti studi si basano solo sulla presenza di
documenti scritti).
committente: Sigismondo Malatesta, condottiero, uomo d’armi.
Egli vuole trasformare l’edificio pre esistente nella collocazione della sua tomba e
della sua concubina che successivamente sarà moglie (Isotta).
Nel 1447, c’era già stato il rinnovo di due cappelle interne, a cui negli anni 50 fa seguito la richiesta del
committente di riqualifica dell’insieme.
Con l’inserimento dei mausolei di posizionamento diverso sulla facciata della chiesa. Il progetto rimane
incompleto.
Materiale: marmo d’Istria (presa dall’adriatico), pietra utilizzata perché di più facile reperibilità e quindi più
economica.
Struttura: Ingresso arretrato che definisce l’accesso alla chiesa pre esistente, come anche il timpano(due falde
di tetto) con finestra.
Egli interviene aggiungendo alle pre esistenti, una facciata e dei fianchi con uno spessore notevole, aggettando
rispetto alla pre esistente.
Il disegno architettonico ci spiega la sua accezione di tempio.
Perché il termine tempio viene applicato ad una chiesa? Perché Sigismondo chiede un edificio che sia
all’antica e che riproponga l’idea di Tempio.
Applica quindi una facciata di tempio ad una facciata all’antica.
Interno: Non si cura particolarmente dell’interno, lo notiamo dal fatto che non tiene conto che le finestre gotiche
siano allineate con la struttura esterna. L’intervento tuttavia, è consolidato da Alberti che si lega alle simbologie
della committenza e l’unica navata ha soluzioni ornamentali tipiche.
La facciata:
secondo la storia, il tempio doveva sorgere su un basamento, stilobate. Quindi la facciata è impostata su un
basamento, dove poggiano quattro semi colonne con capitelli compositi che fanno riferimento a delle opere di
Donatello (che Alberti conosceva personalmente).
Le volute hanno al centro una testa di cherubino.
Queste semi-colonne sostengono una trabeazione formata da architrave a fasce.
Studia la tipografia per la scritta dedicatoria.
La trabeazione in corrispondenza della semi colonna è aggettante, ha un risalto ( sporgenza) . Questo schema
è un arco inquadrato dall’ordine. Sequenza di tre archi inquadrati dall’ordine.
Fa riferimento diretto anche all’arco di trionfo, arco Augusto di Rimini. Congruenza dimensionale fra le due
soluzioni.
Il tema di riferimento è di una architettura antica.
’idea
Inoltre, sui fianchi, viene richiamata l del ponte di Rimini, crea una soluzione robusta che permette di
sostenere i carichi di una copertura a volte a botte. Fanno anche riferimento agli
acquedotti romani.
Medaglia di fondazione
M edaglia disegnata da un architetto che collabora con LBA che si chiama Matteo De
di progetto del tempio. Al di sopra della trabeazione, c’è
Pasti. Egli ci presenta un ipotesi
l’ordine superiore con due parti laterali, corrispondenti alle cappelle del tempio di altezza
più ridotta rispetto la zona centrale. Questa è una sorta di grande fastigio, dove si apre
che da luce all’interno. Dietro alla facciata, grandissima cupola che completa
una trifora
il progetto. Da un lato abbiamo parte di ciò che è costruito, dall’altra una sorta di ipotesi
progettuale.
Temi differenti:
facciata sul basamento, definita da una tripartizione di archi.
Il fastigio superiore, con al centro una trifora
Voluta semicircolare simili a quella di Matteo De Pasti.
Nella realtà:
semi paraste che sono corrispondenti con le colonne inferiori. (Corrispondenze fondamentali).
I fianchi belli rigonfiati fanno riferimenti ad architetture romane, all’ordine inferiore delle arcate del Colosseo.
L’ordine tuscanico con cornice definite da archi a tutto sesto che nel tempio Malatestiano all’interno dell’inter
asse hanno i sarcofagi di monaci e nobili.
Questa è una fascia nuova che LBA impone in base al proprio progetto, alle spalle c’è la scansione di facciata
irregolare della chiesa pre esistente. Il nuovo ritmo regolare si scontra con la pre esistenza che non ha un
andatura regolare. La tradizione però viene mantenuta. (lettera di LBA dove enuncia che vuole legare
l’innovazione con gli elementi tradizionali).
Sulla parte laterale, troviamo l’interruzione di cantiere che fu in parte abbandonato per le questioni politiche
legate alla committenza.
LBA aveva collaboratori, fidati e validi che hanno un confronto molto diretto e serrato. Lo capiamo da alcuni
documenti sul tempio, con annesso il disegno del cantiere.
Santa Maria Novella (1.3) 1458-1470
Committente:
Giovanni Rucellai; appartenente ad una famiglia importante dell’oligarchia
fiorentina. Importante dal punto di vista del riferimento culturale.
Insieme a LBA riesce a definire alcune fra le architetture più significative del
periodo. Per la facciata della chiesa di Santa Maria Novella Ru. si inserisce come
patrono e anche per il palazzo di famiglia Rucellai e la cappella funeraria.
La chiesa è domenicana (all’interno conserva l’affresco di Masaccio della trinità. )
Il convento dei domenicani era rimasto quasi privo di facciata.
C’è una tripartizione di elementi che abbiamo già visto per i Medici , che ci dice
l’importanza della famiglia.
Pochi elementi pre esistenti su cui LBA interviene e da cui è vincolato:
- Primo elemento della parte inferiore: nicchie caratterizzate da archi ogivali. Poi ci sono le tre aperture
corrispondenti alle navate della chiesa.
- Nella parte superiore, presenza del rosone.
Rucellai ha un lascito di denaro e può intraprendere la committenza di queste caratteristiche.
Temi:
1. Cerca di definire una facciata all’antica nel rispetto dei vincoli prima elencati ma anche nel rispetto di quella
architettura, che basava interventi sulle proporzioni fra le parti rispetto all’ordine, su cui basa l’intera
composizione.
San Miniato al Monte darà degli spunti, per i colori, per la partizione fra zona centrale più alta e navate laterali
mascherate dai semi timpani.
2. Per permettere la proporzionalità, deve allargare la facciata rispetto agli elementi pre esistenti.
Nell’ordine inferiore allarga tutto e imposta la facciata su un ordine di parasta, affiancata da semi colonna e
questo sistema che ha due capitelli di tipo differente. Questi due sistemi sostengono la trabeazione che risalta
dalla facciata. Ha un andamento aggettante in corrispondenza dell’ordine architettonico così come nell’ordine
delle paraste.
3. La scelta dei colori richiama il preesistente e viene esaltato in tutte le altre parti.
Confronto con la basilica Emilia:
1. Nella terminazione laterale il sistema di parasta e semi colonna.
2. Sequenza di archi a tutto sesto, per definire la sequenza di quattro archi che inquadrano le tre nicchie con
il sarcofago e l’apertura con le navate laterali.
Facciata:
- Al centro, LBA inserisce un ordine minore con arco a tutto sesto che richiama ad un arco di trionfo.
L’arco che definisce l’apertura centrale è incantato nel muro.
-
- Piano attico:
dato dalla decorazione geometrica che si distacca dalla geom. inferiore e superiore. E’ più largo della chiesa
pre esistente e gli serve per definire la corrispondenza fra le parti che di fatto non corrispondono.
Accostamento delle paraste che incorniciano il rosone. Per mantenere il discorso proporzionale. Inserito il
piano attico che serve a staccare i due ordini.
Tema della corrispondenza, interno esterno e non corrispondenza fra pieno su vuoto.
Presa dal Pantheon di Roma. Dove troviamo il piano attico che separa la cupola costolonata. Le nervature
non corrispondono pieno su pieno.
- Le volute laterali:
per coprire le navate laterali della chiesa pre esistente, le faldi della navata laterale e l’arrivo sulla facciata.
Punto non risolto dal punto di vista dell’organizzazione dell’architettura. Funzione di raccordare diverse
larghezze.
- La facciata invade parte delle pre esistenze domenicane, anche se era stato imposto di mantenere elementi
pre esistenti e allo stesso tempo raccordare.
Costruzione del portale d’accesso:
all’interno dello spessore del muro ci sono due paraste scanalate. Una volta a botte cassettonata ci indica lo
spessore del muro.
Le due basi affiancate delle paraste, hanno altezze non corrispondenti, e anche per quanto riguarda la parte
superiore. Anche il rudente non corrisponde.
L’ipotesi è che sia per la prospettiva, una visione prospettiva approfondisce uno spazio molto ristretto.
Questo è il caso in cui le nuove acquisizioni storiografiche porta a dire che l’antico è preso come modello ma
questo può essere utilizzato a seconda delle esigenze.
Palazzo Rucellai (1.4)
Costruito 10 anni dopo la realizzazione di palazzo Medici. La differenza principale sta nei
maggiori vi coli urbani e stradali in questo sito di progetto.
Abitazione della famiglia Rucellai, via della Vigna. (La via più larga).
Facciata medioevale ri progettata e realizzata da Leon Battista Alberti.
E’ caratteristica dei palazzi tipici del 400 a Firenze perché in bugnato.
’intervento:
⁃ 1 1450 ridefinizione del palazzo urbano
’intervento:
⁃ 2 1452 inizio lavori facciata terminati nel 1453, la facciata è definita
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