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LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA: CAUSE E SVILUPPI
- Contesto storico: Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Spagna affrontò crisi economiche e sociali, culminate
nel crollo di Wall Street (1929) e nell’ascesa di tensioni ideologiche tra destra e sinistra.
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Giulia Moro
Storia della cultura catalana
Fazioni in conflitto:
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Nazionalisti: guidati da Francisco Franco, Repubblicani: appoggiati dall’Unione
sostenuti da Germania e Italia fasciste. Sovietica e volontari internazionali, con una
coalizione eterogenea di comunisti, anarchici
e socialisti.
- Conseguenze per la Catalogna: Durante la Seconda Repubblica (1931), la Catalogna ottenne uno Statuto di
Autonomia (1932), ma la guerra civile portò alla repressione di queste conquiste da parte del regime
franchista.
Joan Estelrich: evoluzione e contraddizioni
- Prima della guerra: Catalanista convinto, Estelrich fu un mediatore culturale e promotore della cultura
catalana a livello internazionale.
- Durante la guerra: Passò dalla neutralità iniziale a sostenere il regime franchista, diventando direttore di
pubblicazioni propagandistiche come Occident.
- Dopo la guerra: Osteggiato sia dai catalanisti che dai franchisti, Estelrich trovò una nuova collocazione
come delegato spagnolo presso l’UNESCO durante la Guerra Fredda.
LA MEMORIA DELLA GUERRA CIVILE E IL FRANCHISMO
- Prolungata repressione: Anche dopo la fine ufficiale della guerra (1939), la dittatura franchista continuò
con esecuzioni, censura, e repressione culturale.
- Leggi sulla memoria storica: Negli anni recenti, la Spagna ha intrapreso un percorso di riconciliazione
attraverso leggi come quella del 2007 sulla memoria storica e del 2022 sulla memoria democratica.
Esumazione di Franco dal Valle de los Caídos nel 2019, un evento significativo nella rielaborazione del passato.
Continuo ritrovamento di fosse comuni, che testimonia il trauma ancora vivo della guerra civile. 29/10
BARCELLONA: CAPITALE CULTURALE E SOCIALE DELLA CATALOGNA
- Importanza storica: Barcellona è definita il “casal de Catalunya”, ossia la casa comune della Catalogna. La
città è il centro culturale e simbolico della regione, anche grazie alla sua posizione strategica e alla
ricchezza industriale.
- Vita sociale e caffè letterari: Tra Ottocento e Novecento, i caffè di Barcellona (come il celebre “Els Quatre
Gats”) divennero luoghi di incontro per artisti, scrittori e intellettuali.
- Els Quatre Gats: frequentato da figure come Picasso, questo caffè rappresentava un ponte culturale tra
Barcellona e Parigi. Picasso espose qui le sue prime opere, ispirandosi all’ambiente modernista catalano.
IL MODERNISMO CATALANO
Movimento artistico e culturale caratterizzato da innovazione e decorativismo, paragonabile all’Art
Nouveau o al Liberty italiano.
Architettura e Gaudí:
- Opere iconiche: Casa Milà (La Pedrera), Casa Batlló e la Sagrada Família.
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Giulia Moro
Storia della cultura catalana
- Innovazione: Le opere moderniste di Gaudí riflettevano la ricchezza borghese e l’identità catalana,
combinando elementi artistici e simbolici tratti dalla tradizione locale.
- Rivalutazione moderna: Sebbene inizialmente criticate per la loro eccentricità, oggi queste opere sono
riconosciute come simboli culturali di Barcellona.
- Influenza sulla città: Il modernismo trasformò Barcellona in un centro innovativo e cosmopolita, attirando
artisti da tutta Europa.
NOUCENTISME: EQUILIBRIO E CLASSICISMO
Il Noucentisme, sviluppatosi nei primi decenni del Novecento, promuoveva ordine, misura e sobrietà,
opponendosi all’ornamentazione eccessiva del modernismo.
Eugeni d’Ors: Filosofo e scrittore, inizialmente legato al catalanismo, si allontanò dalla Catalogna per divergenze
politiche e culturali, adottando il castigliano come lingua di scrittura.
- Conflitti interni: D’Ors rappresentava una visione mediterranea e classica della cultura, in contrasto con
l’estetica modernista e con personaggi come Josep Puig i Cadafalch, architetto modernista di spicco.
LA VITA CULTURALE E SOCIALE DELLA BARCELLONA DEL NOVECENTO
1. VITA PRIVATA DI JOSEP MARIA DE SAGARRA:
- Romanzo “Vida privada”: Ritratto critico della società catalana degli anni ’20, caratterizzata da ipocrisia,
dissolutezza morale e contrasto tra la classe nobile e la borghesia emergente.
- Protagonisti: Personaggi come “Poppi”, simbolo di una vita disimpegnata, e Rosa Fenner, metafora della
decadenza nobile della città.
- Barcellonismo: L’idea di Barcellona come spazio urbano elegante e malinconico, con un contrasto tra
tradizione e modernità.
Il contesto storico e sociale
- Industrializzazione e classe operaia: Barcellona divenne la capitale industriale della Spagna, creando una
classe operaia che portò a proteste e tensioni sociali. Questo ambiente contribuì a trasformare la città in un
centro di lotta politica e culturale.
- Il titolo “Rosa de Foc”: Barcellona era conosciuta come “Rosa di Fuoco” per il suo spirito rivoluzionario e
per le numerose proteste che la caratterizzarono nei primi decenni del Novecento. 06/11
La Barcellona degli anni ’20 e ’30
- La Criolla: locale di riferimento per l’ambiente bohémien e trasgressivo, simbolo della libertà sessuale e
sociale. Fu distrutto nel 1938 dai bombardamenti italiani durante la Guerra Civile.
- El Cercle del Liceu: circolo esclusivo dell’aristocrazia catalana, situato accanto al Gran Teatre del Liceu,
simbolo della ricca società borghese dell’epoca, spesso ipocrita e corrotta.
- Il Gran Teatre del Liceu: epicentro della cultura musicale e artistica catalana, associato a una società
benestante. Distrutto da un incendio nel 1994, è stato ricostruito e mantiene il suo ruolo di centro culturale
di prestigio.
LA PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA E L’AUTONOMIA CATALANA
- 14 aprile 1931: Proclamazione della Seconda Repubblica Spagnola e della Repubblica Catalana da parte di
Francesc Macià, in un quadro di autonomia federale.
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Giulia Moro
Storia della cultura catalana
- Statuto di Autonomia del 1932: La Catalogna ottiene il riconoscimento ufficiale della lingua catalana e una
serie di competenze autonome. Tuttavia, lo statuto fu sospeso nel 1934 dopo tensioni politiche e ripristinato
solo con la vittoria del Fronte Popolare nel 1936.
La Guerra Civile Spagnola e la caduta di Barcellona
- Processo rivoluzionario (1936-1939): Durante la guerra, Barcellona fu teatro di lotte anarchiche e sociali
radicali. Nel 1939, le truppe di Franco conquistarono la città, segnando l’inizio di una brutale repressione.
- Esilio catalano: La caduta di Barcellona portò all’esodo di massa verso la Francia e altri paesi. Personaggi
illustri come il poeta Antonio Machado e politici come Lluís Companys (poi giustiziato nel 1940) ne
furono protagonisti.
La repressione franchista e il genocidio culturale
- Repressione linguistica: Durante il franchismo, il catalano fu vietato nell’istruzione e negli ambiti pubblici.
La cultura catalana sopravvisse grazie agli esuli, che fondarono case editrici e riviste in paesi come Francia
e Messico.
- Genocidio culturale: La Catalogna subì un tentativo di sradicamento della propria identità, che non si limitò
alla lingua, ma incluse anche la censura di libri e la repressione delle tradizioni locali.
CATALOGNA E PAESI BASCHI: AUTONOMIA E DIFFERENZE
- Autonomia fiscale basca: I Paesi Baschi godono di un sistema fiscale più autonomo rispetto alla Catalogna,
che invece dipende maggiormente dal governo centrale di Madrid.
- Tensioni moderne: L’indipendentismo catalano continua a essere alimentato da disparità economiche e
culturali. Eventi come il referendum del 2017 e la repressione che ne è seguita ricordano le difficoltà
storiche dell’autodeterminazione catalana.
Identità linguistica e politica
- Lingua come resistenza: Parlare catalano durante il franchismo era un atto di opposizione al regime. Oggi
l’inclusione linguistica ha avuto successo, con emigrati di seconda e terza generazione che si identificano
fortemente con l’identità catalana.
- Eredità culturale: Nonostante le difficoltà, la cultura catalana è sopravvissuta e rimane un simbolo di
resilienza e lotta per l’autonomia. 13/11
Barcellona, come si è discusso durante le lezioni, rappresenta uno straordinario esempio di trasformazione urbana e
sociale, un luogo dove eventi storici, progettazione urbanistica e lotte politiche si intrecciano profondamente. La
città, dalla sua caduta nel 1714 fino alle grandi innovazioni dell’Ottocento, vive un processo complesso che la
rende emblematica non solo per la Catalogna ma per l’intera Spagna.
LA CADUTA DEL 1714 E L’IMPATTO SUL TESSUTO URBANO
Nel settembre del 1714, Barcellona subisce un evento cruciale: la sua sconfitta durante la Guerra di Successione
Spagnola. Con questa capitolazione, la città perde le sue libertà politiche e linguistiche. La lingua catalana viene
relegata ai margini, sostituita dal castigliano nei documenti ufficiali e nelle cause legali, segnando l’inizio di un
processo di assimilazione culturale. Parallelamente, il controllo della città passa anche attraverso la sua
trasformazione fisica: al di fuori delle mura medievali viene costruita la cittadella militare, una fortezza progettata
per garantire il dominio spagnolo. Questa struttura, simbolo di oppressione, occupava una vasta area e fungeva da
strumento di sorveglianza e repressione contro eventuali rivolte locali.
IL XIX SECOLO: ESPANSIONE E MODERNIZZAZIONE
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Giulia Moro
Storia della cultura catalana
Con l’arrivo dell’Ottocento, Barcellona affronta nuovi problemi legati alla sua crescita demografica. La città
murata diventa sempre più sovraffollata, con gravi conseguenze igieniche e sanitarie. Colera e peste si diffondono
rapidamente, amplificando la necessità di espandere il perimetro urbano. Qui entra in scena Ildefons Cerdà, un
pioniere dell’urbanistica moderna, che propone un piano visionario: abbattere le mura e progettare una città che
garantisca equità tra quartieri, efficienza e spazi vivibili.
Il piano di Cerdà, noto per la sua struttura a scacchiera, si basa su isolati di 132 metri per lato con angoli smussati.
Questa scelta risponde a esigenze sia funzionali che estetiche, anticipando le necessità di traffico future. Ogni
isolato avrebbe dovuto ospitare edifici bassi sui lati opposti, lasciando spazio per aree verdi interne e piazze.
Tuttavia, l’idea originale di Cerdà viene modificata per lasciare spazio a un’edificazione più densa, alterando in
parte la sua visione utopica. Nonostan