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CATTEDRALE DI SAN PIETRO DI CASTELLO
Questo è un luogo in cui Longhena non ha lavorato ma era in contatto molto stretto e si lega a lui biograficamente. Ha guardato questo luogo criticamente per la chiesa della Salute. Si trattava della cattedrale di Venezia. Ora è san Marco, la quale all'epoca era la cappella di palazzo ducale. Si tratta di una chiesa che si trova su un'isola e sede vescovile fin dall'VIII secolo. Il patriarcato di Venezia viene istituito solo nel 1451, perché prima Venezia dipendeva dal vescovo di Grado. Il fondatore del patriarcato è un patrizio veneziano: Lorenzo Giustiniani. Egli diventerà anche un santo alla fine del '600 e precedentemente era venerato nella città.
La scelta del sito non è casuale, in quanto rimanda al rapporto tradizionalmente conflittuale tra stato e chiesa: lo stato vuole tenere lontano la sede del patriarca. Il patriarca cercherà di creare su quest'isola il
centroreligioso della città. I patriarchi di Venezia sono sempre patrizi veneziani ed appartengono ad un orientamento politico particolare: alla frangia che cerca una politica di conciliazione con la chiesa di Roma. Politica e religione sono sempre incrociati (si vedrà particolarmente a Santa Maria della Salute). Vediamo una ricostruzione della chiesa medievale: si tratta di una basilica (chiesa a 3 navate dove ogni navata ha delle finestre). Il patriarca di Venezia decise di intervenire sul vecchio edificio, avviando un processo di modernizzazione del vocabolario architettonico. Tale processo iniziò con la facciata. Il patriarca Vincenzo Diedo nel 1556 incarica Palladio della progettazione di una nuova facciata. L'edificio non viene toccato in questa fase. Essa venne realizzata solo a partire dal 1593, mantenendo a grandi linee il progetto palladiano introducendo alcune modifiche dovute a Francesco Smeraldi, architetto incaricato della costruzione. Attorno al 1600Troviamo una vecchia chiesa medievale di forme tardo romaniche alla quale è stata aggiunta una facciata moderna. È solo nel 1619 sotto il patriarcato di Giovanni Tiepolo che si decide di demolire la vecchia chiesa e di modernizzare la parte interna. Viene incaricato Girolamo Grappiglia. La nuova costruzione usa le fondazioni della vecchia chiesa; quindi tutta la struttura statica viene mantenuta e l'edificio nuovo poggia su una pianta già definita dall'edificio precedente. Rispetto alla chiesa originale viene aggiunto un transetto; si propone quindi una pianta a croce latina. Questo cantiere, avviato nel 1619, è il cantiere d'architettura ecclesiastica più importante e recente a Venezia. Girolamo Grappiglia era ben conosciuto da Baldassarre Longhena in quanto era un collaboratore di bottega del padre di Longhena (Melchidesech Longhena era un tagliapietre, nella cui bottega si sono formati entrambi). La cattedrale di Chioggia e questa chiesa hanno
In comune l'essere basiliche a trenavate con il transetto non sporgente. Entrambe per l'illuminazione utilizzano le finestre termali, con la differenza che a Chioggia le finestre termali sono usate anche per illuminare le navate laterali e quindi la chiesa ha un'illuminazione uniforme e omogenea, mentre a San Pietro di Castello le finestre illuminano la navata centrale ma non quelle laterali. L'effetto che suggerisce l'edificio è diverso: a Chioggia la crociera non è segnata mentre a San Pietro essa è molto evidenziata con una cupola, ben visibile anche all'esterno, che poggia su un tamburo finestrato, e che quindi illumina particolarmente la parte di chiesa che precede la cappella in cui si colloca l'altare maggiore. Complessivamente l'effetto che producono tali edifici è molto diverso. Un'ulteriore grande differenza è che a Chioggia Longhena usa gli ordini architettonici per creare una plasticità.
che creano degli effetti di ombra-luce. A San Pietro nella navata centrale sono presenti delle paraste, elementi più piatti delle semi colonne. La navata centrale è separata da quella laterale tramite un'altra parasta più piccola. Il modo di strutturare la parete è completamente diverso. Abbiamo visto due personaggi che utilizzano la stessa tipologia architettonica e che provengono dalla stessa bottega ma che la sviluppano in modo totalmente diverso. Girolamo Grappiglia quando ha progettato San Pietro di Castello aveva guardato alla chiesa di San Giorgio Maggiore di Palladio. Queste tre chiese hanno in comune il basarsi sulla croce latina. Palladio risolve il transetto in maniera particolare: esso sporge e termina con delle parti convesse (absidi). La parte del coro è completamente diversa in quanto i committenti appartenevano ad un ordine religioso e necessitavano di uno spazio separato dal resto della comunità. Nelle facciate ci sono molti elementi.In comune. Longhena guardò a San Pietro di Castello ma anche a San Giorgio Maggiore, in quanto qui, nella navata centrale, compaiono le semicolonne, che riproducono l'effetto di plasticità dell'architettura. Palladio risolve il collegamento tra navata centrale e laterale inserendo due paraste. L'enfatizzazione dei valori plastici e l'utilizzo della frammentazione dell'elemento architettonico come mezzo stilistico ci rinvia ad un linguaggio barocco (non si orienta sulla creazione di una dinamicità).
Nel suo primo grande incarico Longhena guarda a Palladio, le cui chiese erano appena state completate, ma anche San Pietro di Castello.
SANTA MARIA DELLA SALUTE 1630-1687
Si tratta della committenza pubblica per eccellenza della Venezia barocca. Non si tratta di una committenza ecclesiastica, in quanto è stata commissionata dalla repubblica. Essa è stata costruita in un periodo estremamente lungo. Quando si giunge alla consacrazione Longhena
è già morto da 5 anni. Nel 1630 l’opera esiste solo sulla carta ma non fisicamente. La costruzione di un’opera è soggetta ad aggiustamenti, adeguamenti (anche di contenuto) e cambiamenti. Per questi motivi il fattore tempo è estremamente importante. La chiesa si situa sulla punta della dogana, “nell’isola della salute”, composta dalla chiesa, del convento dei Somaschi e la punta della dogana vera e propria. Si tratta di un’unità dal punto di vista urbanistico.
Il grande momento della committenza pubblica a Venezia è stato il ‘500, in quanto nascono le architetture che definiscono il centro del potere, cioè la zona di Piazza San Marco. L’unico edificio medievale che non viene toccato è Palazzo Ducale (vengono svolti aggiornamenti solo all’interno nella decorazione). Sotto il dogato di Andrea Gritti, al quale viene associato il termine “renovatio Urbis”. Dal 1530 vengono
progettate delle architetture per piazza San Marco, ma più ingenerale per la città (Rialto, Fondaco dei Tedeschi, Arsenale). Il '600 è in realtà un secolo che porta a compimento ciò che il '500 ha iniziato a fare. Longhena sarà spesso chiamato a terminare delle architetture iniziate molti decenni prima. I 3 esempi più importanti sono: la Loggetta (Sansovino, di fronte all'ingresso a palazzo Ducale), la Zecca (affacciata sul bacino di San Marco) e la Libreria Marciana (biblioteca pubblica). Il cantiere della libreria rimane aperto per molto tempo e porterà anche al progetto di rinnovare anche la piazza grande attraverso la costruzione delle Procuratie Nuove (iniziate alla fine del '500 e finite da Longhena). Il proto è una parola che si lega al concetto antico del protomastro, una qualifica professionale. Essa spiega anche il particolare rapporto tra il capomastro ed il suo committente. La definizione del protoImplica l'esistenza di un rapporto di fiducia tra il committente ed il capomastro. Il proto deve conoscere bene tutti gli aspetti tecnici, oltre che gli aspetti finanziari, deve saper condurre il cantiere. Egli può anche essere un progettista. Si trova raramente la parola architetto, la quale viene sostituita da "proto", in quanto per i veneziani era importante includere anche il lato pratico. Le magistrature avevano il loro proto di fiducia. Anche il privato ricorre al proto, il quale curerà anche gli interventi minimi (riparare pezzi, ecc.).
La vicenda della salute:
Una prima tappa è rappresentata dal voto: il 22 Ottobre del 1630. In questo momento la peste durava da diversi mesi. In questo giorno il senato decide che, dopo la processione in Piazza San Marco, per chiedere la liberazione di Venezia dalla peste, il doge, per conto di tutta la popolazione, si debba effettuare un voto per erigere una chiesa che deve essere dedicata alla Vergine Santissima.
intitolata a Santa Maria della Salute. Si decise da subito che ogni anno, a partire da quando la città sarà dichiarata libera dalla peste, lo stato, in segno di ringraziamento, si recherà al tempio. Già in questo primo momento vengono fissati molti tasselli. (L'altare della basilica di San Marco contiene la Nicopeia (icona arrivata a Venezia durante la IV crociata e che è stata in tutta la storia di Venezia è sempre stata evocata in tempi particolarmente difficili). Il 26 ottobre 1630 ha luogo questa processione in Piazza San Marco. Al termine della processione il doge Nicolò Contarini esprime pubblicamente tale voto. Il doge in questa occasione si presenta in modo particolare: con il corno alla mano (rinuncia ai segni del potere), e con lui tutti i senatori. Ciò sta a sottolineare la particolare devozione verso la madonna. Questa cerimonia implica anche l'emarginazione e l'eliminazione di tutti gli altri santi cheSolitamente vengono evocati in tempi di peste (San Rocco, San Sebastiano). La fase successiva implica il luogo di costruzione di questo edificio: vengono eletti 3 deputati sopra la fabbrica. Si tratta di 3 patrizi: Simone Contarini, Pietro Bondumier e Giovanni Marco Molin. Il loro primo compito è quello di individuare il sito. Il 7 novembre presentano le loro 7 proposte. Per ogni sito individuano una breve descrizione. La loro conclusione è che il sito alla Trinità è il sito ideale, in quanto è quasi in mezzo alla città e sembra che Dio abbia preparato questo sito esplicitamente per costruirci sopra una chiesa dedicata alla vergine. Il vero centro geografico è la zona di Rialto, mentre se si parte dalla chiesa della Salute si nota che questo sito è equidistante da San Marco, San Giorgio Maggiore, e quella del Redentore (i 3 centri ecclesiastici più importanti della città). Il 23 novembre i senatori sono chiamati a votare: 66
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