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5 L’INGHILTERRA NEL XVII SECOLO
1 Il concetto di economia mondo
Braudel introduce il concetto di economia-mondo, distinguendolo da economia mondiale. Storicamente, il mondo è
stato diviso in aree separate, ciascuna definibile come un'economia-mondo autonoma, caratterizzata da
autosufficienza e unità organica grazie a legami interni e scambi. Mentre la vita materiale e gli scambi locali erano
isolati, gli scambi a lunga distanza di beni di lusso collegavano queste economie-mondo. Nell'antichità, i romani
unificarono il Mediterraneo come un'economia-mondo, con flussi commerciali che collegavano l'Africa alla Cina
attraverso l'India. Si delineano così tre grandi economie-mondo in Eurasia: quella romano-ellenistica del Mediterraneo,
l'indiana e la cinese.
Tra l'VIII e il XV secolo, con la formazione dell'Islam, le grandi economie-mondo dell'Eurasia diventarono quattro:
l'economia-mondo europea, islamica, indiana e cinese. Durante questo periodo, l'Europa era in posizione di svantaggio
negli scambi con l'Oriente per due motivi principali: l'asimmetria tra l'Oriente e l'Europa, e l'economia-mondo islamica
che agiva come intermediario obbligato nei commerci tra Europa, India e Cina.
I mercanti arabi controllavano il flusso di merci di lusso dalla Cina e dall'Oceano Indiano all'Europa, generando
considerevoli profitti. Venezia, importante nel commercio dei beni di lusso dall'Oriente, faceva affari con i mercanti
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arabi accettandone l'intermediazione. I portoghesi cercarono di evitare questa intermediazione circumnavigando
l'Africa con Vasco de Gama nel 1498, mentre i sovrani spagnoli finanziarono l'impresa di Cristoforo Colombo nel 1492
per raggiungere l'Asia dalla direzione opposta.
Tra la metà del '400 e la metà del '500, in Europa si verificò una svolta determinata da vari fattori, tra cui la fine della
lunga crisi demografica ed economica, la diffusione delle armi da fuoco, innovazioni nella navigazione, la scoperta di
nuove rotte per l'Asia, la conquista dell'America, la stampa, la concentrazione del potere, la rivoluzione culturale del
Rinascimento e la Riforma protestante. Questi fattori portarono a un aumento della competizione tra gli stati europei,
coinvolgendoli in guerre numerose e costose, e alla tendenza dell'economia-mondo europea a espandersi e
sottomettere altre economie-mondo.
Considerando la competizione tra gli stati europei, emerge l'affermazione di egemonie estese non solo in Europa ma
anche nel resto del mondo. Braudel introduce il concetto di economia-mondo, caratterizzata da un centro dominante,
aree intermedie e periferia. Questa gerarchia si riflette nelle differenze di tenore di vita, cultura e rapporti sociali.
Il centro, ricco e prospero, rappresenta il cuore pulsante dell'economia-mondo con prezzi alti, salari elevati, industrie
ad alto profitto e afflusso di metalli preziosi. Le aree intermedie, vicine e concorrenti, mostrano un tenore di vita più
basso, con contadini pochi e scambi imperfetti. La periferia, spesso in condizioni di purgatorio o inferno, evidenzia
disuguaglianze estreme come la schiavitù nelle Americhe e il servaggio nell'Europa orientale.
Braudel analizza l'alternanza tra centramento, decentramento e ricentramento nell'economia-mondo europea nel
lungo periodo. Centri come Venezia, Anversa, Genova, Amsterdam, Londra e New York si sono succeduti nel corso dei
secoli.
Giovanni Arrighi applica il concetto di economia-mondo al caso olandese nel XVII secolo, identificando fasi di ascesa,
affermazione e declino. L'Olanda divenne il centro dominante, estendendo l'egemonia su scala mondiale, ma
successivamente declinò a causa delle forze militari inglese e francese. Il ciclo del primato olandese si suddivide in
ascesa, affermazione e un lungo declino che ha portato al predominio inglese.
2 L’ascesa economica dell’Inghilterra
Nel periodo dei Tudor, l'Inghilterra attraversò importanti trasformazioni nel suo ruolo egemonico e sociale. La dinastia
iniziò con Enrico VII, seguito da Enrico VIII, che fondò la Chiesa Anglicana nel 1534 e favorì lo sviluppo dell'industria
cantieristica attraverso la vendita di terre della Chiesa. Successivamente, con Edoardo VI ed Elisabetta I, l'Inghilterra si
concentrò sul potenziamento economico e commerciale, diventando una potenza marittima dominante rispetto alla
Spagna.
Nel corso del XVII secolo, l'Inghilterra conobbe conflitti interni ma anche cambiamenti costituzionali e l'ascesa di nuove
classi sociali nel panorama economico e politico. Si verificarono anche conflitti religiosi, come in Olanda. L'Inghilterra
trasformò la sua economia, passando da un paese esportatore di materie prime grezze, come la lana, a un esportatore
di prodotti finiti, come i tessuti di lana, contribuendo notevolmente alla crescita economica del paese.
Queste trasformazioni economiche portarono a una maggiore richiesta di materia prima, ampliando la produzione di
lana e spingendo le manifatture a spostarsi nelle aree rurali, soprattutto con lo sviluppo delle "new drapperie" (merci
poco pregiate). Questi tessuti trovarono successo nei mercati americani e in Europa settentrionale e mediterranea. Nel
frattempo, la marina inglese si sviluppò notevolmente, diventando la più potente del mondo alla fine del secolo.
Durante il XVII secolo, l'Inghilterra vide lo sviluppo dell'industria siderurgica, in gran parte basata sull'uso del carbone
come fonte energetica, e il commercio divenne il principale motore economico, con un'enfasi sull'accumulazione di
capitale. L'Inghilterra intraprese anche un'espansione coloniale, nel 1602, viene fondata la "Compagnia Inglese delle
Indie Orientali" .Nel 1609, gli inglesi hanno predominio dell’India. In Nord America, iniziò la coltivazione di tabacco e
altre coltivazioni come il cotone e lo zucchero, contribuendo allo sviluppo delle colonie inglesi.
L'Inghilterra si affermò nel commercio dello zucchero e degli schiavi nell'Oceano Atlantico e stabilì la prima colonia in
Africa, in Gambia nel 1631, per il traffico di schiavi diretti verso le piantagioni delle Americhe.
Londra divenne un importante centro commerciale e vide una crescita significativa della popolazione. Lo sviluppo
economico inglese fu sostenuto anche dalla crescita dell'agricoltura e dal settore del credito, che si aggiornò nel corso
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del secolo. La borsa di Londra conobbe una forte crescita, e sebbene il ritmo di sviluppo economico inglese fosse
diverso da quello olandese, creò le basi per il secolo successivo.
3 Le enclosures e gli atti di navigazione
Alla fine del XVII secolo, l'Inghilterra aveva raggiunto un solido assetto economico, sociale e istituzionale, preparandosi
per l'industrializzazione, nonostante partisse da una posizione di svantaggio rispetto ad altre nazioni europee. Nel
settore agricolo, si verificarono importanti sviluppi sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo, portando a
significativi cambiamenti nelle dinamiche socio-economiche nelle zone rurali.
Durante il XVI e il XVII secolo, l'Inghilterra attraversò un processo di concentrazione fondiaria, con le classi abbienti che
estesero i loro possedimenti in tre modi principali: trasformando i contratti di lungo termine dei coloni in contratti di
locazione a breve termine, acquisendo terre da piccoli proprietari colpiti dal crollo dei prezzi agricoli e appropriandosi
delle terre di uso comune, quindi il sistema degli openfields portò a una riduzione delle terre effettivamente di uso
comune. Questo processo segnò la fine del sistema feudale delle signorie e portò alla predominanza della rendita
fondiaria rispetto a quella signorile.
L'agricoltura inglese vide un aumento della produttività, grazie a investimenti in tecnologie, fertilizzanti e allo sviluppo
dell'allevamento. Nel 1662, il Parlamento emise leggi sulle recinzioni ("Enclosures Act"), aumentando la produttività
agricola e ottenendo il consenso di una vasta fascia della popolazione. Il mercantilismo inglese, a differenza di quello
francese, si sviluppò sia dal governo che dalla base della società.
Gli "atti di navigazione" furono politiche chiave del mercantilismo inglese, progettate per potenziare e proteggere il
commercio marittimo dell'Inghilterra, in particolare contro l'Olanda. Il Primo atto di Navigazione viene stipulato nel
1651 (Governo Cromwell). Il Cromwell Act imponeva restrizioni sul commercio marittimo, richiedendo che solo le navi
inglesi potessero sbarcare merci nei porti inglesi e vietando l'importazione di pesce da navi non inglesi. Queste
politiche portarono alla guerra anglo-olandese, che l'Inghilterra vinse.
Con il "Secondo Atto di Navigazione" nel 1660 e lo "Stale Act" nel 1663, l'Inghilterra completò il suo sistema chiuso,
limitando il commercio delle colonie inglesi alle merci provenienti dall'Inghilterra stessa. Questi atti promossero
l'espansione del mercato interno e contribuirono a mantenere i prezzi dei prodotti come seta, tè, zucchero e spezie a
livelli più bassi rispetto ad altre regioni.
In generale, gli "atti di navigazione" favorirono l'espansione del mercato interno inglese, influenzando anche la qualità
finanziaria e l'organizzazione delle imprese. La riesportazione di merci come tabacco, zucchero, seta, spezie indiane e
merluzzo contribuì al successo dell'Inghilterra in Europa e in altri mercati internazionali.
4 L’affermazione dell’individualismo agrario e del capitalismo mercantile
Con la dinastia degli Stuart (1603-1714), l'Inghilterra attraversò significative trasformazioni istituzionali e politiche. Il
Parlamento guadagnò sempre più potere, in particolare in materia fiscale ed economica, e garantì i debiti del regno,
incentivando i sudditi a prestare denaro alla Corona. Questo grande afflusso di capitali consentì una politica di
espansione e, inizialmente, una politica aggressiva con il sostegno della popolazione.
Le classi in ascesa, comprese le nuove classi di fittavoli e i proprietari terrieri, aderirono agli interessi nazionali,
beneficiando della riduzione delle prerogative reali a favore del Parlamento. Queste classi investirono i loro capitali
prestando denaro ad armatori, imprenditori e mercanti, acquistando azioni di compagnie commerciali o avviando
iniziative commerciali e manifatturiere.
Il Parlamento inglese divenne un luogo di rappresentanza per il mondo agricolo e commerciale, nonostante profonde
divisioni religiose. La società inglese mostrò una notevole capacità di apprendimento economico, e nel 1694 nacque la
Banca d'Inghilterra, un'istituzione che sfruttò appieno le opportunità di sviluppo offerte da un ben regolato debito
pubblico.
L'Inghilterra si distinse