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Centri di responsabilità Il controllo dei risultati economici è
ampiamente diffuso specie agli alti livelli gerarchici. Lo scopo di un centro di
responsabilità è raggiungere gli obiettivi
che gli sono stati assegnati.
In alcuni Centri di Responsabilità,
come in un reparto di produzione, la
relazione input-output è diretta e
predeterminabile.
In altri Centri di responsabilità non
esiste una relazione diretta tra
input e output:
gli output sono difficili da
misurare
Efficienza: rapporto tra output e
input (o anche la quantità di output ottenuta per unità di input). L’efficacia è la
relazione tra i
risultati e gli obiettivi di un centro di responsabilità
In base alla natura degli input e output e a come si misurano è possibile definire un
Centri di responsabilità come:
1. Centro di ricavo
I responsabili tendono a vendere i
prodotti che richiedono il più
basso rapporto: ” impegno”/ricavi
Sollecitano azioni per incrementare i
ricavi con limitate
preoccupazioni per il reddito
incrementale
2. Centro di costo
Gli input sono misurati in termini monetari, ma non gli output
Si distinguono, a seconda del tipo prevalente di costi che
sostengono, in:
Centri di costo parametrici o tecnici:
(1) costi per unità di prodotto
stimabili a priori e (2) possibilità di
misurare la quantità di output realizzata
Centri di costo discrezionali: (1)
impossibilità di misurare oggettivamente
l’output e quindi: (2) difficoltà di stimare
l’ammontare “giusto” dei costi da
sostenere
Centri di costo parametrici: l’adeguatezza del costo unitario è il riferimento
per il budget. Poiché le quantità sono determinate da altri Centri di
Responsabilità, il volume e il costo complessivo sono poco rilevanti
Centri di costo discrezionali: il volume complessivo di attività, la qualità e il
servizio attesi sono il riferimento per il budget. Le attività possono essere
ordinarie (correnti) e straordinarie (di progetto). La programmazione prevede
spesso il budget incrementale: somma al livello attuale dei costi quelli
incrementali previsti per le attività correnti e per quelle straordinarie.
3. Centro di profitto
Un Centro di Profitto gestisce il compromesso fra costi e ricavi. Le divisioni hanno
ampia autonomia di sviluppo del prodotto, produzione e commercializzazione. In
una struttura divisionale costituita da CdP i manager di primo livello gerarchico
sono responsabili del processo d’acquisto, produttivo e della commercializzazione.
La delega decisionale richiede alcune condizioni e cioè che:
1. Il manager abbia accesso a tutte le informazioni rilevanti per
2. trade-off
compiere le scelte di
3. La sua autorità sia allineata alle sue responsabilità
4. Abbia le competenze necessarie
5. Sia sviluppato un sistema incentivante coerente
La prestazione del manager del CdP
può invece essere valutata in base a
cinque configurazioni intermedie di
reddito:
Il margine di contribuzione
Il 2°margine di contribuzione
Il reddito controllabile
Il reddito prima delle imposte
Il reddito netto
4. Centro di investimento
Modulo 5 – La misurazione e il controllo delle attività patrimoniali (centri di
investimento) e la determinazione e l'utilizzo dei prezzi di trasferimento
Il reddito è un indicatore non soddisfacente di performance: quando la performance
del responsabile di un CdP è valutata rapportando il reddito al Capitale investito, allora
si ha un Centro di investimento (CdI)
Il valore delle attività in base al quale si valuta un CdI è denominato base di
assets
investimento. Misurare il valore degli ha il duplice scopo di:
1. Fornire ai manager informazioni utili per motivarli a compiere decisioni
soddisfacenti in termini di assets da acquisire/alienare
2. Misurare la performance economica del CdI come entità economica
I principali obiettivi del responsabile di un CdI sono:
produrre un reddito adeguato agli investimenti della BU
investire in risorse aggiuntive solo quando il rendimento atteso risulti
soddisfacente
alienare risorse se il VAN (valore attuale netto) atteso dal suo impiego risulta
inferiore dell’incasso netto derivante dalla sua alienazione
Per conseguire tali obiettivi il reddito è rapportato alla base di investimento
Il manager di un centro di investimento è responsabile di conseguire un ritorno
adeguato sugli investimenti così come misurato da un indicatore tipo ROI – Return
On Investment = Reddito / Investimento
Return on Equity: Risultato Netto / Capitale Netto
Return on Assets (ROA): Risultato Operativo / Totale Attività
Return on Invested Capital (ROIC): Risultato Operativo / (Debito Finanziario + Capitale
Netto)
Il rendimento sul capitale atteso dalle BU (WACC) è fissato dal corporate (è più alto
del costo del debito
perché remunera anche il capitale di rischio). Alcune imprese differenziano il costo
a seconda del
rischio della divisione e anche delle specifiche attività
Quando due o più unità contribuiscono alla realizzazione di un output comune allora è
necessario suddividere fra di esse il reddito comune della vendita. I prezzi di
trasferimento sono il meccanismo per assegnare i ricavi alla BU fornitore e
suddividere il reddito realizzato con il contributo di più BU
Un sistema ideale di PT dovrebbe: trade-off
Fornire le informazioni per gestire efficacemente il fra costi e ricavi
dell’impresa, cioè promuovere decisioni complessivamente coerenti
Misurare correttamente la prestazione economica delle singole unità di business
e dei loro manager
Ridurre la tassazione complessiva (con i vincoli della legge) quando si opera in
Paesi diversi
Essere semplice da capire e facile da utilizzare e gestire
Gli economisti suggeriscono come TP il costo marginale, ma poche imprese
definiscono in questo modo il PT: è semplice, riduce i rischi di decisioni sub-ottime ma
sposta quote rilevanti di reddito fra le BU
La situazione ideale
1. Persone competenti: manager interessati a risultati sia di breve sia di lungo
periodo.
2. Condivisione e percezione di equità: i manager devono percepire come equi i
PT e considerare il reddito del loro CdP un importante indicatore di performance
3. Esistenza di un prezzo di mercato: il PT dovrebbe basarsi su
1. un prezzo di mercato di un prodotto identico e con medesime caratteristiche di
servizio e qualità
4. Esistenza di altre scelte di acquisto e di vendita per le due BU coinvolte
5. Informazione completa: i manager devono conoscere le alternative possibili e i
costi differenziali (anche per l’impresa) di ciascuna alternativa
6. Negoziazione: deve esistere fra le BU un meccanismo di negoziazione dei PT
In assenza di un prezzo di mercato il TP può essere calcolato come costo più un
markup:
ricarico o
1. come definire il costo
2. come calcolare il ricarico
Il riferimento per il costo è normalmente il costo std
Le più diffuse basi per la definizione del costo:
Costo marginale (variabile)
Costo pieno
Costo pieno + un ricarico
Costo negoziato
Nelle imprese integrate verticalmente i TP non competitivi possono generare
problemi di sub-ottimizzazione. I metodi che le imprese utilizzano per mitigare
questi problemi di sub-ottimizzazione sono:
1. Negoziazione fra i manager delle due BU
2. La determinazione del prezzo in due fasi
3. Il metodo della suddivisione del reddito
4. Il metodo dei due prezzi
Sono esclusi i servizi rispetto ai quali la BU non ha alcun controllo e che diventano
costi allocati (l’allocazione non rientra nella tematica dei PT). Si tratta dunque di:
1. Servizi centrali che la BU deve acquistare dalla Capo gruppo ma dei quali può
controllare parzialmente il consumo
2. Servizi che la BU può decidere o meno di acquistare dal corporate
Tre modi di definire i prezzi di trasferimento dei servizi centrali
1. Almeno il costo variabile: un prezzo inferiore potrebbe generare sprechi, un
prezzo alto disincentivare l’utilizzo del servizio
2. Costo pieno std: costo variabile std + quota equa costi fissi programmati. Se i
fruitori non “accettano” questo prezzo allora esistono problemi di qualità/efficienza
del fornitore
3. Prezzo di mercato oppure un costo pieno std + margine: L’idea è che la
redditività di queste staff deve essere pari a quello delle unità operative
Modulo 6 – Data Quality Management & Data Modelling
Le Misure sulla Qualità dei Dati sono di supporto nell’effettuare un assessment in
corrispondenza alle Dimensioni di qualità dei dati. Ogni dimensione può avere un
numero di Misure, ognuna delle quali fornisce un’indicazione sulla qualità dei dati in
relazione alla specifica dimensione. A differenza delle Dimensioni, le Misure non
necessariamente sono indipendenti le une dalle altre e delle sovrapposizioni possono
avvenire (anche se non vi è un gran beneficio ad avere misure quasi identiche).
Gli Indicatori della Qualità dei Dati (DQI) supportano la valutazione delle Misure di
Qualità dei Dati grazie all’identificazione di un set quantitative di metriche di base
utilizzate come target. Ogni Misura può avere vari DQI, ognuno dei quali può fornire
una valutazione numerica sulla qualità dei dati in corrispondenza di quella misura. In
aggiunta, i DQI possono essere arricchiti nel tempo quando il livello di maturità
aumenta e metriche ulteriori vengono definite.
La root cause analysis (RCA) è una tecnica di indagine che viene applicata ad
eventi di particolare impatto, in particolare incidenti, ed è finalizzata ad esaminare
quanto accaduto ricercandone le cause. La RCA è basata su un approccio
metodologico che presenta l’incidente come l’evento finale non voluto di un percorso
che parte dalle cosiddette latent condition (condizioni organizzative e di contesto di
lavoro con lacune, inefficienze ed errori di tipo progettuale) e latent failure(condizioni
concrete in cui gli individui si trovano ad operare), esamina le active failure, cioè azioni
non sicure, errori umani e violazioni, che portano all’insorgere dell’incidente. La RCA
aiuta pertanto a rispondere alla domanda PERCHÉ un problema o un incidente si sono
verificati, ricercandone l’origine. Durante l’analisi si eseguono diversi step:
Step 1: Definire il problema
Step 2: Raccogliere i Dati
Step 3: Identifica le possibil