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COSTITUZIONE, SENSIBILIZZAZIONE, MORALIZZAZIONE
La costituzione è la predisposizione affettiva di base ad accogliere una serie di stimoli attivati da un "attantecostituente"; è il modo in cui si trova un soggetto in via di trasformazione e in rapporto con una collettività.
La sensibilizzazione si articola in tre sotto parti: disposizione dove il soggetto si orienta nella sua autoconsapevolezza della passione che prova, la patemizzazione in cui il soggetto è modificato nella passione e si realizza in lui come vissuto e scopre le ragioni dei turbamenti precedenti ed infine l'emozione, leggibile nel corpo del soggetto, la passione è ora osservabile.
La moralizzazione è la regolamentazione sociale e individuale della passione, presuppone la presenza di un "attante valutatore" per valutare l'eccesso o l'insufficienza passionale.
L'estesia. Pochi anni dopo aver indagato sistematicamente la dimensione passionale.
Algirdas Julien Greimas (1917-1992) apre uno squarcio su un'altra sfera della significazione che considera imprescindibile: la sensorialità. Il principio cardine delle scienze semiotiche è che il senso implica i sensi, sema e soma sono interrelati; ispirato da Merleau-Ponty. Greimas, "Dell'imperfezione" -> In "Dell'imperfezione", saggio 1987, Greimas mostra quanto la dimensione estesica ed estetica sia presente nella vita quotidiana non solo la soggettività, ma anche e soprattutto l'intersoggettività, la relazione di corpi immersi in una rete di altri corpi. Greimas interroga i momenti inattesi di frattura nel quotidiano, gli eventi irripetibili. "Imperfetto" è proprio ciò che si presenta alla percezione quando meno ce lo aspettiamo e che innesca un'esperienza fuori dal comune. L'esperienza estesica - dei sensi - ed estetica - del giudizio di gusto - è esplorata al sorgere dalla componente affettiva esensibile. Attraverso la lettura di testi letterari, scelti per mettere alla prova la teoria - Michel Tournier, Italo Calvino, Julio Cortázar, Rainer Maria Rilke, Junichiro Tanizaki -, si osserva il prodursi del senso in quanto uscita dalla banalità e dall'indifferenza. Chiaramente si tratta di estesie testualizzate, cioè rappresentate e polarizzate dai testi.
In Dell'imperfezione Greimas sceglie 5 brani di poesia e prosa che descrivono la "presa estesica": l'incontro momentaneo e improvviso tra un soggetto della ricerca e un oggetto di valore. Soggetto e oggetto sembrano fondersi tra loro attraverso l'emergenza di una o più percezioni sensoriali che si dispiegano in una sintassi percettivo-affettiva talvolta molto complessa. L'odore del gelsomino di Ranier M. Rilke l'effluvio di questo fiore "ferisce" una fanciulla seduta in casa al pianoforte al punto da provocare il suo rifiuto del mondo che sta là.
fuori.La presa estesica sarebbe allora quel momento sbalorditivo, abbagliante, pungente, sfuggente su cui non è possibile esprimere giudizi o conoscenze mentre lo si vive. Svanisce per lasciar posto a una sua rappresentazione cognitiva e a un senso di nostalgia e di imperfezione. In Dell'imperfezione, quindi, la semiotica incontra l'estetica che è la forma di sapere che si esercita a pensare il mondo come un insieme dotato prima di tutto di qualità sensibili: un mondo che emerge attraverso quell'apparato sensoriale che l'essere umano possiede. La scommessa di Greimas è di riuscire a render conto, mediante le categorie e il metodo semiotici, di quel cosiddetto "indicibile" dell'esperienza che, proprio perché non reso esplicito da analisi empiriche, è rimasto il più delle volte inspiegato nelle teorie estetiche. Anziché rimanere su posizioni idealistiche di fronte alla presa estesica e lasciare intattol'ineffabile e l'impalpabile, la semiotica tenta insomma, con le sue analisi, di "dire l'indicibile". La corporeità in semiotica -> Se nella tradizione occidentale a predominare è ancora il più intellettuale dei sensi - la vista - nulla esclude un'esplorazione sul modo in cui le altre percezioni sensoriali. In semiotica si rifiuta una distinzione netta fra canali sensoriali. Non solo la riduzione dell'apparato sensomotorio umano a 5 sensi canonici è un'"invenzione" del mondo occidentale e inoltre tutti i giorni facciamo esperienza del nostro "funzionare a tutto corpo", di sollecitazioni esterne che attivano reazioni sinestesiche, mix sensoriali e fusioni. Dobbiamo essere in grado di distinguere una forma sensoriale dall'altra, ma è certo che nella quotidianità i sensi si attivano molto più spesso insieme che non singolarmente. Sintassi figurativa del sensibile -> Ma checorpo è il confine tra il mondo esterno e il nostro essere. È attraverso la pelle che percepiamo il contatto con gli oggetti, le temperature, le pressioni. Ma la pelle non è solo un organo sensoriale, è anche un organo di comunicazione. Attraverso la pelle possiamo esprimere emozioni, sensazioni, desideri. La teoria del corpo sensibile di Jacques Fontanille si basa proprio su questa idea. Secondo Fontanille, la pelle è il luogo in cui si incontrano il corpo e il linguaggio. È attraverso la pelle che il corpo comunica con il mondo esterno e con gli altri. Fontanille descrive la sensomotricità come la capacità del corpo di percepire e di muoversi. La pelle è il mezzo attraverso il quale il corpo si relaziona con l'ambiente circostante. Ma la pelle non è solo un organo di percezione, è anche un organo di espressione. Attraverso la pelle possiamo comunicare le nostre emozioni, i nostri stati d'animo, le nostre intenzioni. La sintassi figurativa degli ordini sensoriali, secondo Fontanille, è l'organizzazione autonoma di ciascun senso. Ogni senso ha la sua propria logica, la sua propria struttura. Ma tutte le sintassi sensoriali interagiscono tra loro, si influenzano reciprocamente. È attraverso questa interazione che si crea il significato. In conclusione, il corpo sensibile è un corpo che percepisce, si muove e comunica attraverso la pelle. La pelle è il confine tra il corpo e il mondo esterno, ma è anche il luogo in cui si incontrano il corpo e il linguaggio. Attraverso la pelle possiamo percepire, muoverci ed esprimerci.nostro corpo è l'involucro, la mappa topografica, la barriera di contatto di uno schema che parte dal corpo sensibile e implica un sé-corpo proprio e un me carne. La pelle è cioè il medium, l'interfaccia, fra il corpo come è, esposto all'esterno, e la carne come me, vissuta all'interno.
Il corpo proprio si divide in involucro e corpo interno, a livello dell'involucro abbiamo il campo transitivo, il campo ricorsivo dell'odore. A livello del corpo interno abbiamo un campo interno che è quello del sapore e un campo di incassamenti dove abbiamo la visione.
Per quanto riguarda la carne, cioè il me del corpo, si distinguono le deformazioni (all'esterno) e il moto intimo (all'interno) in cui distinguiamo una carne sorgente e una carne bersaglio.
Tatuaggi -> Nelle culture primitive e nelle subculture il tatuaggio è sempre stato praticato e per varie ragioni: rituali, ornamentali, di iniziazione
All'età adulta, di appartenenza a un gruppo. In occidente i tatuaggi sono stati banditi per molti anni per la chiesa e per la scienza che identifica il portatore di tatuaggi con il delinquente. Successivamente è arrivato in occidente dal Giappone nella controcultura hippie e anche grazie alle star del cinema e dello sport che lo rendono qualcosa di esclusivo. Indipendentemente dai casi specifici, il tatuaggio è sempre un'operazione fisica, dolorosa, di incitazione dell'intimo, dall'eternità all'internità, non a caso il punto di vista del tatuaggio è quasi sempre esterno: raramente ci si tatua da soli. A ben guardare il tatuaggio è una sorta di psicanalisi ribaltata in cui, anziché analizzare la psiche all'interno, per introspezione, la si fa affacciare e la si espone fuori. Diversi fattori coincidono: sia nel tattooing sia nella psicanalisi la 'seduta' è il frutto di un consenso.
Nella psicanalisi, però, la direzione è outside in, nel tatuare è inside out; ambeduei processi lavorano sulla personalità, ma la psicanalisi per curarla all'interno, il tatuaggio per farla apparire ed esporla in superficie. Gestualità e prossemica Nel 1966 esce negli stati uniti il libro di Edward Hall, negli stessi anni Greimas lancia su una rivista un numero unico con tema sulle pratiche e dei linguaggi generali. Per prossemica s'intende il linguaggio delle relazioni interpersonali di vicinanza e di distanza. La territorialità, infatti, è articolata da pratiche gestuali interumane, fra e con attanti animali e anche in rapporti interoggettivi. Le culture strutturano le relazioni prossemiche in modo diverso a distanze pubbliche (oltre i 3,5 metri), sociali (1,2-3,5 metri), personali (45-120 cm) o intime (0-45 cm). I nostri comportamenti sono dettati da regole che abbiamo implicitamente appreso nei nostri ambienti familiari e sociali.Ad esempio, spostare la propria sedia per avvicinarsi all'ospite in casa propria è un comportamento ragionevole in Italia e in America, che ha una valenza positiva. Ci si avvicina all'altro per ascoltarlo meglio, permetterlo a suo agio. Lo stesso movimento è considerato scortese in Germania. Ogni cultura è la somma dei repertori di comportamenti codificati, eseguiti e interpretati dai suoi membri in situazioni comunicative. Spesso una cultura fa la differenza rispetto a un'altra proprio in ragione di queste misure di presa di distanza o vicinanza che non sono analoghe. L'esperienza comune dell'autobus affollato in inverno, quando di solito non si aprono i finestrini, è lampante dell'importanza di questo linguaggio. Ci troviamo corpo a corpo con estranei con cui normalmente manteniamo una distanza pubblica (oltre i 3,5 metri) o sociale (1,2-3,5 metri) senza poterci allontanare. Vediamo dettagli, percepiamo odori, suoni, gusti spesso sgradevoli.Diversi da quelli abituali, e lì comprendiamo quanto è rilevante per noi la nostra comfort zone.
Umberto Eco e la prossemica -> Umberto Eco, nel 1968, era professore di Architettura all'Università di Firenze e perciò si interessava di spazi. Studiare gli spazi dal punto di vista della prossemica significava, per lui, valorizzare il sostrato antropologico presente in ogni spazio.
La città di Brasilia, idealmente progettata per essere una città di uguali, permetteva al ministro e all'usciere di vivere fianco a fianco. E poi, invece, "di fronte alla struttura di Brasilia, gli eventi si sono mossi in modo autonomo". Dal momento in cui, come insegnano gli studi di prossemica, la disposizione spaziale è diventata un fatto comunicativo, è stata cioè vissuta effettivamente, il senso di quel luogo è cambiato.
Studiare la prossemica a livello della sola struttura è totalmente inutile. Abbiamo bisogno di