A B
due atomi A e B. Dunque un legame tra due atomi A e B si forma se vi è un elettrone spaiato su ciascuno
dei due orbitali che si combinano.
Il criterio della massima sovrapposizione degli orbitali atomici: Il processo di sovrapposizione di due
orbitali atomici è in relazione, nella teoria VB, con l’energia di un dato legame. Questo valore rappresenta
una misura della forza del legame stesso. Infatti quanto maggiore è la sovrapposizione tra due orbitali,
tanto maggiore è l’energia di legame, ovvero tanto più forte è il legame. Nella meccanica quantistica si
ricavano infatti espressioni dell’energia di legame in cui compare l’integrale: detto
= ψ · ψ
∫
=∞
integrale di sovrapposizione. Da questo si ricava che tanto maggiore è S e tanto maggiore è il valore
dell’energia di legame. Il significato dell’integrale di legame può essere spiegato rappresentando la
sovrapposizione di due orbitali ψ e ψ di tipo s.
A B
S=0 S<<1 S<1
2
Le superfici limiti a |ψ| =cost dei singoli orbitali ψ e ψ , sono tali da permettere di trascurare il valore
A B
delle funzioni ψ nei punti esterni ad S. Così il prodotto ψ · ψ , che compare nell’integrale di
A B
sovrapposizione, assume valori significativi solo nei punti in cui le due sfere si sovrappongono.
O
Ad esempio nella molecola di H O + O → O
2
È proprio la sovrapposizione dei due orbitali atomici 1s contenenti ciascuno 1 elettrone a fare origine al
legame della molecola.
Un altro esempio è la molecola di N , la cui
2
2
configurazione elettronica è: 1s
2 x1 y1 z1
2s 2p 2p 2p . Da qui possiamo notare la
presenza di 3 elettroni spaiati, quindi,
secondo la teoria VB del legame covalente,
si possono realizzare tre sovrapposizioni,
ma non saranno tutte e tre uguali.
Questi due tipi di sovrapposizione (una
coassiale e due laterali) si differenziali
per il diverso grado di estensione,
risultando maggiore quella derivante dalla
sovrapposizione coassiale. Dato che la
forza di un legame è direttamente correlata all’entità della sovrapposizione il legame che si forma dalla
sovrapposizione coassiale è più forte di ciascuno dei due (identici) che si forma dalla sovrapposizione
laterale. La sovrapposizione laterale da origine a un legame chiamato “π”, mentre la sovrapposizione
coassiale da origine al legame “σ”.
2. Descrivere brevemente la Teoria degli orbitali molecolari secondo il metodo LCAO. SI prenda come
2+
esempio lo ione molecolare H . Definire in particolare l’orbitale molecolare di legame e di anti-
legame. Rappresentazione degli orbitali molecolari attraverso le superfici di equi-probabilità.
*
Orbitali molecolari a simmetria cilindrica σ e σ .
Il concetto base della teoria degli orbitali molecolari (MO) è il seguente: tutti gli elettroni in una molecola
e, in particolare gli elettroni di legame, sono associati a orbitali molecolari e non ad orbitali atomici come
nel caso della teoria VB (= del legame di valenza). La teoria MO si fonda sui seguenti punti:
a. Si scrive l’equazione di Schrodinger per la molecola con Ψ= orbitale molecolare, al posto di ψ=orbitale
atomico. Si risolve questa equazione e si trovano le soluzioni, cioè Ψ;
b. Ciascuna Ψ corrisponde ad un preciso valore di energia;
c. Le soluzioni, ossia Ψ, sono caratterizzate da appropriati numeri quantici e prendono il nome di orbitale
molecolare σ, orbitale molecolare π etc… ; 2
d. Le soluzioni, ossia Ψ, hanno lo stesso significato che avevano per gli atomi singoli, ossia |Ψ| dV=
probabilità di trovare l’elettrone nell’elemento di volume dV;
e. Per ogni Ψ deve essere verificata la condizione di normalizzazione: ;
2
|Ψ| dV = 1
∫
=∞
f. Una volta ottenute le Ψ, ossia gli orbitali molecolari, il riempimento avviene seguendo il principio di
Aufbau, il principio di Pauli e la regola di Hund;
g. Gli orbitali molecolari possono essere visualizzati tracciando le superfici di equi-probabilità (a
2
|Ψ| =cost). Si assume come rappresentativa dell’orbitale quella superficie per la quale si ha:
.
2
|Ψ| dV = 0,99
∫
0
Vi è tuttavia una forte limitazione all’applicazione della teoria MO, dovuta dal fatto che non è risolvibile
esattamente. Si sono perciò sviluppati dei metodi approssimativi di risoluzione. Uno di questi è il metodo
LCAO, ossia “combinazione lineare orbitali atomici”. Per sviluppare
questo metodo di risoluzione dell’equazione di Schrodinger per le molecole si è partiti dalla molecola più
2+ -
semplice, ossia lo ione molecolare H (formato da due nuclei + 1 e ) A+ B+
Sebbene gli atomi siano identici, sarà conveniente distinguere i 2 nuclei con H e H . Chi ha inventato
questo metodo ha proposto come soluzione dell’equazione di Schrodinger l’orbitale molecolare
approssimato, o di prova, seguente: Ψ=C ψ + C ψ [Ψ=candelabro molecolare soluzione dell’equazione di
A A B B
Schrodinger, C e C = coefficienti numerici, ψ e ψ = orbitali atomici].
A B A B
Il passo successivo è di trovare i coefficienti C e C che diano la funzione “di prova”, più soddisfacente e
A B
questo può essere ottenuto con un metodo matematico noto come “metodo variazionale”. Nel caso
particolare di due atomi A e B uguali, si ottiene e pertanto:
= ∓1
Ψ = C (ψ +ψ ) da una nuvola di carica nella quale vi è un accumulo di densità elettronica
▪ →
l A A B
nella regione tra i nuclei: pertanto uno schermaggio più efficace di un nucleo dall’altro. Il
legame che unisce i due atomi A e B è così descritto dalla funzione Ψ , chiamata orbitale
l
molecolare legante.
Un esame dettagliato dell’espressione per l’energia associata con la funzione Ψ mostra che
l
una effettiva combinazione delle funzioni ψ e ψ avviene solo se:
A B
1) ψ e ψ rappresentano stati di energia vicina
A B
2) ψ e ψ hanno la stessa simmetria rispetto all’asse molecolare AB
A B
Ψ = C (ψ -ψ ) detto orbitale molecolare anti-legante, poiché essa rappresenta una
▪ →
a A A B
situazione nella quale gli elettroni sono dislocati fuori dalla regione internucleare
Il diagramma energia contro distanza
internucleare per due orbitali molecolari è il
seguente:
Si può infine osservare come regola generale che quando n orbitali atomici si combinano assieme come
prima descritto si originano n orbitali molecolari (metà di legame e metà di anti-legame).
Nelle molecole biatomiche omo-nucleari degli elementi del primo periodo della TP gli orbitali molecolari
2
possono essere visualizzati con le superfici a |Ψ| =cost, come segue:
L’orbitale Ψ è caratterizzato da una distribuzione elettronica simmetrica rispetto all’asse internucleare:
l Dalla figura si può osservare che la nuvola elettronica è
distribuita in modo perfettamente simmetrico attorno
all’asse molecolare per cui se si esamina una qualunque
sezione piana perpendicolare ad esso (piano y,z) la densità
elettronica dipende solo dall’asse e, a parità di distanza, è
la stessa in tutte le direzioni.
Orbitali molecolari che possiedono questo tipo di distribuzione elettronica si dicono a simmetria cilindrica
e vengono definiti di tipo σ. Inoltre si pone un pedice per indicare la combinazione matematica che li ha
generati. Perciò nel nostro caso σ .
1s
L’orbitale molecolare Ψ ha anch’esso simmetria cilindrica ma, per distinguerlo da quello di legame, si pone
a 1s*
un asterisco in alto a dx, perciò nel nostro caso avremo σ .
3. Nell’ambito della Teoria degli orbitali molecolari, facendo uso di diagrammi dei livelli energetici,
2+ 2+
illustrare la struttura elettronica delle molecole H , He , H ed He . Si chiede inoltre di calcolare
2 2
l’ordine di legame, di scrivere la configurazione elettronica e di stabilire il comportamento magnetico
di tali molecole.
Per illustrare i diagrammi dei livelli energetici nelle molecole, nell’ambito della teoria MO, si seguono i
seguenti passi:
i. Disegnare l’appropriato diagramma di livelli energetici degli orbitali
molecolari riportando a dx e a sx gli orbitali atomici e al centro gli
orbitali molecolari;
ii. Sistemare poi gli elettroni di ogni atomo nella parte dx e nella parte
sx del diagramma;
iii. Determinare il numero totale di elettroni facendo la somma di tutti gli elettroni che compongono
la molecola;
iv. Aggiungere questi elettroni nella parte centrale del diagramma a partire dal livello energetico più
basso, rispettando il principio di Pauli e la regola di Hund.
2+ 2+
H H He He
2 2
Allo stesso modo con cui si rappresentano le configurazioni elettroniche degli atomi polielettronici isolati si può acrivere
la configurazione elettronica delle molecole
2+ 2+
H H He He
2 2
1 2 2 1 2 2
(σ ) (σ ) (σ ) (σ* ) (σ ) (σ* )
1s 1s 1s 1s 1s 1s
L’ordine di legame nelle molecole secondo la teoria MO è definito come:
−
= 2
2+ 2+
H H He He
2 2
1−0 1 2−0 2−1 1 2−2
H2+ He2+
O.L = O.L = O.L = O.L =
= =1 = =0
H2 He2
2 2 2 2 2 2
+
Per la molecola di H il valore dell’ordine di legame risulta ½ ed è in accordo con i valori sperimentali che
2
segnano 270 kJ7mol all’energia di legame di questa molecola, quindi circa la metà dei 435 kJ/mol trovati
2+
per la molecola di H nella quale, come si può osservare, c’è un ordine di legame doppio rispetto a H .
2
Inoltre un ordine di legame=0 indica la non esistenza di quella molecola (infatti le molecole dei gas nobili
sono monoatomiche).
Per i nostri scopi possiamo suddividere, per spiegare le proprietà magnetiche in due classi:
Materiali paramagnetici: sono quelle sostanze che vengono debolmente attratte dai poli di un
o magnete. Il paramagnetismo è dovuto alla presenza di elettroni spaiati nella molecola (ex.
2+
Molecola di H ed O ), ognuno dei quali si comporta come un piccolo magnete che interagisce
2
con il campo magnetico esterno
Materiali diamagnetici: sono quelle so
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