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La disciplina: origini, temi, approcci

3.1 - Che cos'è scienza politica

La scienza politica è lo studio ovvero la ricerca sui diversi aspetti della realtà politica al fine di spiegarla il più compiutamente possibile adottando la metodologia propria delle scienze empiriche (Bobbio 1991).

La scienza politica è diversa dalla politologia: la prima si dedica alla ricerca e alla spiegazione con un metodo rigoroso, la seconda si dedica alla divulgazione e focalizza la propria attenzione sulla realtà politica immediata.

3.2 - La storia della scienza politica

Anni 40: la Scienza Politica rimane quasi esclusivamente relegata ai Paesi Anglosassoni, mentre in Italia non c'è una grande attenzione in questo senso. In Italia si ha la Filosofia Politica e la Filosofia del Diritto, ma di Scienza Politica in senso proprio ancora non se ne parla.

Un momento di svolta importante per la disciplina è, comunque, l'affermazione

della Teoria Comportamentista o Behaviorism. La Teoria Comportamentista sposta l'accento, sposta l'attenzione degli studiosi dalle Istituzioni, agli attori che si muovono all'interno delle Istituzioni. Si sposta l'attenzione dagli aspetti di tipo formale al comportamento reale degli attori all'interno delle Istituzioni. L'attenzione non è più solamente di tipo descrittivo, come è stato per tanto tempo e come continua ad essere nel Diritto, ma si sposta sugli attori. Ci si concentra su come gli attori all'interno di quelle istituzioni interpretano le Istituzioni e sul comportamento che tali attori adottano/assumono nelle istituzioni. Quindi, l'attenzione negli anni '40s, in particolare negli USA si sposta sul comportamento politico reale degli individui/attori e si comincia ad indagare le intenzioni, le motivazioni, gli obiettivi degli attori e le loro interazioni. Nasce con questa svoltacomportamentista la Scienza Politica vera e propria, la Scienza Politica Moderna e, parallelamente, si sviluppa tutta una serie di strumenti empirici che ci consentono di studiare il comportamento di questi attori politici. Anni 50: si pongono le fondamenta della nuova scienza politica ed emerge una definizione di scienza politica come conoscenza empirica della politica. Si precisano criteri di fondo: l'azione politica è un'attività ispirata a criteri razionali. Strumenti di analisi: importanza di un'elaborazione metodologica e autonoma e di un linguaggio specialistico. Obiettivi di fondo: produrre una conoscenza utile per l'uomo politico. Inoltre vengono anche fissate le differenze tra scienza politica, filosofia politica, diritto pubblico e storia. Finer [1954]: la scienza politica si distacca da: - la filosofia politica, quando esclude dal proprio ambito i giudizi morali e guarda alla raccolta e analisi dei dati empirici - il diritto pubblico, quando giunge a unaLa distinzione tra processi reali e processi formali:
  • Processi reali: sono processi che avvengono effettivamente nel mondo reale, sono legati al tempo, al luogo e alle circostanze specifiche.
  • Processi formali: sono processi che avvengono in modo astratto e generale, non sono legati a un tempo, a un luogo o a circostanze specifiche.
La storia della disciplina della scienza politica:
  • La disciplina si è consolidata nel Nord Europa, negli USA e nel Regno Unito, ma non in Italia.
  • In Italia ci sono state condizioni ostative che hanno rallentato lo sviluppo della scienza politica.
Le condizioni ostative che hanno rallentato il cammino della scienza politica in Italia sono:
  • Mentalità ideologica e anti-empirica diffusa.
  • Visione "ancillare" della politica, cioè considerare la politica come un mezzo per perseguire scopi prescrittivi.
Come afferma Bobbio nel 1961: "Chi guarda il panorama degli studi politici in quegli anni, vede soprattutto espandersi tre correnti di pensiero politico con intenti prescrittivi, il marxismo, il socialismo liberale, il cristianesimo sociale. L'analisi della società è spesso un pretesto per costruire programmi di azione".

 

  • resistenza accademica verso il "nuovo imperialismo" importato dall'estero. Esistono le facoltà di scienze politiche, ma non i corsi di scienza politica (termine singolare di importazione americana)
  • In Germania, i problemi sono simili ma rientrano dagli USA grandi studiosi (Deutsch, Morgenthau...)
  • si ritiene indispensabile insegnare una sorta di "educazione civica"

Anni 60: Bobbio fa riscoprire gli studi empirici condotti in passato da Mosca e Pareto, in particolare relativi alle élites politiche

Bobbio contribuisce anche a spiegare la differenza con le altre discipline

  • "il giurista fa oggetto delle proprie ricerche i comportamenti in quanto sono regolati dalle norme di un determinato ordinamento giuridico [...] Lo scienziato della politica, invece, studia di un comportamento soprattutto le motivazioni e le conseguenze rispetto ai fini proposti"
  • "lo storico dovrebbe cominciare a domandarsi se sia possibile"

Conoscere un qualsiasi fatto individuale senza far uso di concetti generali. Se davvero tutto ciò che accade sia irripetibile.

La loso a politica per Bobbio è normativa (la ricerca del miglior governo, per es.), mentre la scienza politica è avalutativa ed esplicativa.

Anni 70: americanizzazione caratterizzata da:

  • importazione di una nuova concezione della scienza politica che deriva dalla rivoluzione comportamentista
  • vengono effettuate numerose ricerche empiriche nanziate da fondazioni americane
  • diversi studiosi europei vanno a studiare negli Stati Uniti
  • vengono creati dei centri di formazione e ricerca grazie ai nanziamenti di fondazioni americane

L'influenza americana non spiega solo il grande salto verso la ricerca empirica, ma anche il formarsi di una comunità di studiosi di scienza politica. Transizione verso un'università di massa. →La scienza politica diviene soprattutto politica comparata, grazie a Sartori.

la comparazione è il modo più coerente di fare scienza politica secondo i canoni metodologici pre ssati.

3.3 - Temi

  • Studi sui partiti e studi elettoral
  • Teoria politica, élites, strutture decisional
  • Politiche pubbliche, relazioni internazional
  • Studi sulla disciplina, cultura politica, moviment
  • Soprattutto democrazia consolidat
  • Dall'input all'outpu
  • UE e relazioni internazionali

3.4 - Gli approcci della scienza politica

Fino agli anni '50 Tradizionalismo

Istituzionalismo classico

Potere ed élites, anche a livello locale (clientelismo, rappresentanza al centro...)

Anni '50 Approccio comportamentista

Anni '60 e '70 Approccio post-comportamentista

Approccio sistemico e teoria della scelta razionale

Anni '80 Neo-istituzionalismi (Hall e Taylor 1996)

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Approccio tradizionalist

storiografo, formalista, normativo, eurocentrico e anche "parrocchiale". Per esempio, guardando al funzionamento del Congresso americano, gli scienziati politici guardavano a quanto riportato nella Costituzione, al modo di approvare le leggi, alle commissioni parlamentari. Nessuna analisi di come il Congresso lavora concretamente né al comportamento di voto e alle motivazioni dei membri del Congresso. Approccio comportamentista Il tradizionalismo si occupava di descrivere solo le istituzioni e le costituzioni. Non considerava le persone che gestiscono queste istituzioni o il loro comportamento. Per i comportamentisti occorre analizzare il comportamento umano e il funzionamento interno delle istituzioni e delle costituzioni. Per esempio, invece di limitarsi a descrivere il Congresso, il ricercatore deve concentrarsi sui membri del Congresso e perché e come votano in un certo modo. Anziché descrivere le grandi battaglie della seconda guerra mondiale, il politologo.

Ora cerca di spiegare perché è scoppiata la guerra e come sono state prese le decisioni durante la guerra

Approccio post-comportamentista

David Easton, discorso all'APSA, 1969:

Gli scienziati politici dovrebbero occuparsi dei problemi attuali che il mondo sta affrontando e aiutare le persone. Invece, secondo Easton, i comportamentisti si sono concentrati sulla creazione di grandi teorie che sono così astratte e complesse da non poter essere applicate al mondo reale

Da conservare: guardare al comportamento concreto degli attori; usare teorie empiriche (testare matematicamente ipotesi); avere una prospettiva globale

Da integrare: l'obiettività nelle scienze sociali non esiste; guardare non solo le democrazie e non solo Europa e USA

Approccio sistemic

  1. Il sistema politico è l'unità centrale di analisi. In esso si svolge la politica
  2. Caratterizzato da un sistema di interazioni in cui i valori vengono assegnati in modo autoritativo
favore di una società. Si tratta dell'insieme di processi mediante i quali una società prende decisioni. Input in entrata: domande e sostegno espresse in molteplici forme. Output in uscita: decisioni e azioni. Tra input e output vi è la black box: amministrazione (burocrazia); risoluzione pacifica dei conflitti (magistratura); decisione politica (parlamento, governo). Approccio razionale: si basa su due assunti: l'individualismo e il comportamento utilitarista degli individui. Le collettività non esistono al di fuori degli individui che le formano. La spiegazione dell'azione sta nel comportamento di individui la cui razionalità si esprime consapevolmente nel massimizzare la propria utilità. Il neoistituzionalismo: alla base sta la riaffermazione del ruolo centrale delle istituzioni, insieme di condizionamenti e opportunità distribuite in modo asimmetrico tra i diversi attori. Si tenta di collegare gli individui e il

comportamento organizzativo.neoistituzionalismo storico Enfasi sulla path Pierson 2000dependencyneoistituzionalismo sociologico Enfasi sulle preferenze e March e olsen 1989strategie individuali ecollettiveneoistituzionalismo razionale Razionalità individuale e North 1990; 1991interazioni strategichee

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DEMOCRAZIA, DEMOCRAZIE4.1 - Democrazia: che cosa èLa democrazia è potere dal popolo, del popolo e per il popolo: esso deriva dal popolo, appartiene al popolo e deve essere usato per il popolo. Il potere dei governanti deriva dunque dall'investitura popolare (Della Porta 2008, 42)→De nizione di democrazie liberal-democrazie di massa, ovvero quei regimi contraddistinti dalla garanzia reale di partecipazione politica della popolazione adulta maschile e femminile e dalla possibilità di dissenso, opposizione e competizione politicaSchumpeter: "il metodo

democratico è lo strumento istitu
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A.A. 2021-2022
45 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dowomcv di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Brunazzo Marco.