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IL CONTO ECONOMICO
Il conto economico è un documento dinamico, di flusso, che descrive cioè l’azione del
sistema-impresa e ne formalizza un resoconto lungo l’ultimo anno (esercizio) trascorso.
È finalizzato alla descrizione della formazione del RISULTATO ECONOMICO
DELL’ESERCIZIO attraverso la contrapposizione delle variabili-flusso riferite ai ricavi
conseguiti ed ai costi sostenuti dall’impresa nel corso del periodo amministrativo.
Il risultato economico dell’esercizio misura la variazione, positiva o negativa, subita dal
patrimonio netto e quindi dalla ricchezza netta dell’impresa per effetto della gestione, fatte
salve le conseguenze derivanti da variazioni di capitale e le eventuali distribuzioni di utili o di
riserve.
Il risultato di esercizio per un periodo T si determina calcolando la differenza tra ricavi e
costi aventi competenza economica in T:
Risultato economico di esercizio (T) = Ricavi di competenza (T) – Costi di competenza (T)
● Risultato positivo: utile o profitto
● Risultato negativo: perdita
Il risultato, se positivo, va ad accrescere il capitale dell’impresa, costituendo una
remunerazione esplicita della capacità imprenditoriale connessa alla combinazione delle
risorse disponibili.
Il risultato operativo è diverso dal flusso di denaro, ma rappresenta la quantificazione
economica degli scambi aziendali con terzi.
Dimensione economica e dimensione numeraria = la dimensione economica, quando
un’operazione di gestione provoca una movimentazione dei fattori e delle produzioni
(risorse non monetarie). La dimensione numeraria quando un’operazione di gestione
provoca variazioni monetarie. Tali variazioni possono essere immediate (variazione dei fondi
liquidi) o differite (crediti e debiti commerciali connessi alle operazioni di vendita).
Nel sistema del reddito la dimensione numeraria è considerata originaria in quanto
misuratrice di quella economica, che è quindi considerata derivata.
INDICI DI BILANCIO
La riclassificazione del bilancio permette di dare un’immagine comparativa o valutativa delle
performance di una azienda.
Il valore aggiunto è il surplus di valore che l’impresa crea rispetto al costo esterno delle
materie prime e dei servizi.
L’obiettivo sociale dell’impresa è quello di massimizzare il valore aggiunto allo scopo di
remunerare le risorse e i vari fattori produttivi che hanno contribuito alla sua formazione
(valorizzazione del prodotto).
Data la materia prima (o semilavorata), quanto valore l’impresa aggiunge ad esse tramite il
suo operato?
Produzione conto terzi, non mette sopra il suo marchio ma come private label di un altro
marchio. Valore aggiunto anche grazie alla migliore capacità di sviluppo di un prodotto
migliore (stesso territorio ma risultati qualitativi diversi e migliori).
● I costi di impiego del lavoro rappresentano: il costo del lavoro, oneri sociali,
accantonamenti, TFR, spese assicurative
Margine operativa lordo (MOL): differenza tra ricavi e costi monetari legati alla sequenza
acquisto-trasformazione-vendita.
Margine disponibile per il reintegro del capitale fisico consumato nella produzione, per la
remunerazione del capitale finanziario e per il pagamento delle imposte.
Reddito operativo detto anche UTILE OPERATIVO NETTO, rappresenta la quota di reddito
disponibile per la remunerazione del capitale finanziario (sia esso da capitale azionario o da
finanziamenti di terzi).
Se togliamo il reddito operativo otteniamo il reddito pre-imposte e togliendo quest’ultimo
otteniamo il reddito d’impresa ovvero UTILE.
Indici di bilancio = tutte le quantità espresse nel bilancio sono assolute e dunque di scarsa
utilità. Gli indici sono utili perché consentono di effettuare confronti di 3 tipi:
1. Fra diverse epoche o periodi, ci dice rapidamente se le cose vanno meglio o peggio
2. Con obiettivi preventivamente posti o con standard soggettivi (in base all’esperienza)
3. Fra imprese di uno stesso settore o con altri settori (riferimenti esterni), si paragona
la performance dell’azienda con quella di un’altra o con quella media delle aziende
del settore (è l’utilizzo più frequente)
Gli indicatori della struttura patrimoniale (quozienti finanziari) = sono indici importanti
che permettono di generare delle relazioni tra patrimonio, capitale e forme di capitamento.
Permette di dimostrare la solidità di una azienda, proprietà che sono funzionali alla riuscita
della stessa.
● < 40% squilibrata, patrimonio netto dell’azienda molto basso rispetto al capitale
investito
L’indebitamento è da considerare come una leva (leverage), uso uno strumento finanziario
per fare un lavoro più difficile, prendo soldi dall’esterno che permettono di fare leva ovvero
sviluppare fattori.
● > 1,5 maggior indebitamento da dare
● < 0,4 margine per potersi indebitare e crescere
Analisi della situazione finanziaria e della solvibilità (3 indici): consente di valutare la
capacità di coordinare la durata degli investimenti rispetto a quella delle fonti.
● Indice di copertura delle immobilizzazioni o finanziaria, rileva se le fonti finanziarie a
carattere duraturo sono in grado di coprire il valore delle immobilizzazioni
ICI = patrimonio netto + passività consolidate / immobilizzazioni (PN + PCS) / IM
Se è < 1 abbiamo squilibrio (copertura con debiti a breve) e > 1 situazione di equilibrio.
● Indice di liquidità (test acido), esprime la capacità di soddisfare con disponibilità
liquide o facilmente liquidabili il pagamento di debiti a breve termine (devo essere in
grado di pagare con denaro liquido a disposizione)
● Indice di liquidità e disponibilità integra le informazioni fornite dall’ IL, considerando
anche le risorse finanziarie che deriveranno dalla ‘realizzazione’ del magazzino
Gli indicatori di redditività del capitale = chi investe il proprio denaro nel capitale di rischio
(azionisti) lo fa per ottenere un profitto, un ‘ritorno’ su quel capitale.
● ROE (redditività del capitale proprio), formulato con utile fratto patrimonio netto
Poiché i mezzi propri crescono durante l’esercizio (accumulo di utile di gestione e movimenti
di capitale), il capitale netto utilizzato dovrebbe essere la media del valore di inizio e di fine
anno. Il ROE andrebbe confrontato con il rendimento degli impieghi alternativi di cui dispone
l’investitore (tenendo presente i diversi gradi di rischio). Il valore del ROE è strettamente
connesso alla struttura finanziaria dell’impresa (leva finanziaria).
L’interesse del management più che ad una misura globale della redditività aziendale
(ROE) è normalmente orientato a conoscere gli specifici contributi delle aree della gestione
d’impresa.
● ROI (return on investment) o redditività del capitale investito, dice la redditività del
capitale investito (reddito operativo fratto il capitale investito)
Esprime il rendimento del capitale impiegato (nelle immobilizzazioni e nell’attivo circolante).
Il risultato della gestione finanziaria è sintetizzato dal:
● ROD (Return on Debts) o costo dei capitali presi a prestito, oneri finanziari / capitale
di terzi
Esprime il costo medio del denaro preso a prestito dall’azienda durante l’anno, è un tasso
medio di interesse pagato dall'azienda (interessi derivanti dal prestito ovvero il costo del
debito da pagare).
● ROS o redditività dei ricavi
Esprime la quota di reddito derivante dalla gestione tipica. Maggiore è il valore, migliore è
stata la capacità dell’azienda di comprimere i costi della gestione operativa e conseguire
margini elevati.
Effetto leva finanziaria = misura la convenienza ad indebitarsi, si esprime come differenza
tra ROI e ROD. Se ROI > ROD il reddito consente di coprire il costo del denaro preso a
prestito e realizzare un margine per l’impresa.
Effetto della leva finanziaria: ogni variazione della redditività del capitale investito si riflette in
misura amplificata sulla redditività del capitale proprio.
Tutti questi indicatori possono entrare nell’equazione della redditività, sono legati tra di loro
per misurare il ritorno di debiti ovvero la valutazione dell’impresa. Il capitale investito deve
rigenerare ritorno sul capitale proprio. Se faccio investimenti questi devono andare a
diminuire positivamente sulla redditività del capitale investito, l’azienda decide di costruire
una nuova cantina, si investono molti soldi, una volta costruita la nuova cantina con i soldi
investiti generano utile. MATEMATICA FINANZIARIA
Introduce nell’analisi economica il concetto di tempo, non si poteva prestare denaro ad
interesse (mi privo di un capitale per darlo ad un’altra persona in margini di tempo).
1. TEMPO
2. RISCHIO
Valutare anche la convenienza di un investimento sempre in termini di tempo. Ogni
operatore economico ha una certa propensione al rischio, la disponibilità inoltre è importante
ovvero il capitale che abbiamo a disposizione (diversa disponibilità del capitale), garanzie e
concorrenza sul mercato. Condizioni necessarie che permettono di valutare un investimento.
Interesse (I): prezzo d’uso del capitale, compenso che spetta a colui che presenta un
determinato capitale per un certo tempo.
L’interesse viene pagato posticipatamente cioè dopo l’uso del capitale.
Capitalista: colui che presta il capitale (INTERESSE = REDDITO).
Acquirente: colui che ricava il capitale (INTERESSE = COSTO)
Sconto (S): prezzo d’uso del capitale pagato anticipatamente, somma che si toglie ad un
capitale per portarlo all’attualità.
Fattori che influenzano il valore di interesse e sconto:
1. Mercato dei capitali
2. Rischio
Ci sono investimenti a basso e alto rischio, ci possono essere anche rendimenti di
investimenti negativi. A parità di condizioni mi conviene investire in qualcosa che mi dia un
interesse maggiore, mentre se hanno lo stesso investimento e rendimento vado verso il
rischio minore.
3. Durata, può essere breve (0-2 anni), medio (3-10 anni) o lungo (oltre 10 anni)
termine
Definizione secondo legge:
- Interesse convenzionale: pattuito tra offerente e richiedente
- Interesse legale: fissato per legge (oltre ad una certa soglia non si può prestare
denaro se no si ricade nel reato di USURA)
Capitale, interesse e tasso = il capitale (C) è un bene economico prodotto e reimpiegato
nella produzione.
Il risparmio è un bene economico accantonato per essere utilizzato nel futuro).
Interesse semplice: quando gli interessi maturati da un capitale in un dato tempo non
maturano a loro volta altri interessi. Per periodi di tempo