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Falsificazionismo popperiano: una teoria non può essere verificata totalmente quindi bisogna trovare prove

che falsificano questa teoria. Se non si riesce a falsificarla allora la si può assumere temporaneamente come

vera. (es. concezione tolemaica: si pensava che la Terra si trovasse al centro dell’Universo).

Ci sono 4 paradigmi principali presenti nella disciplina delle RI:

1. Realista (raggiungimento e mantenimento del potere);

2. Liberale (incoraggia la cooperazione tra gli Stati per evitare i conflitti);

3. Marxista/critico (si concentra su aspetti economici e materiali);

4. Costruttivista (conoscenza come costruzione dell’esperienza personale).

La disciplina nasce idealista, ovvero con l’obiettivo della pace.

I livelli di analisi

I livelli di analisi (prospettiva orizzontale, variabile dipendente) servono perchè quando si studia un fenomeno

bisogna ridurre la complessità del reale, e il primo a proporli fu Waltz (neorealista), che sostenne che le cause

delle guerre potessero essere diverse in base alle prospettive utilizzate. Nel 1959 pubblica “L’uomo, lo stato e

la guerra”, dove analizza tre immagini:

1. L’individuo, si studiano i grandi uomini e i loro pensieri;

2. Stato, i singoli stati hanno interessi nazionali diversi e in conflitto tra di loro (Stato: unico soggetto

autorizzato ad avere il monopolio della forza legittima e per Hobbes non possono riconoscere

un’autorità superiore a se stessi perchè significherebbe rinunciare alla propria sovranità);

3. Sistema internazionale (livello sistemico): sistema privo di un detentore della forza fisica legittima (di

un Leviatano superiore) e dunque sistema anarchico internazionale. E’ un concetto e schema

interpretativo; nasce nel 1957 quando viene pubblicato da Kaplan System and Process in International

Politics

Nel 1990 North introduce il quarto livello analitico, ovvero il sistema globale (sistema dei sistemi, contiene il

sistema economico, sociale e politico internazionale), secondo il quale la dimensione economico-sociale è piu’

importante di quella politico-militare. I primi due livelli sono sostanziali e materiali, gli altri due astratti.

Per Waltz l’immagine piu’ corretta è la terza, mentre per alcuni studiosi sono complementari tra di loro.

I livelli di analisi ci dicono cosa studiare, i livelli di concettualizzazione come studiarli.

Livelli di concettualizzazione

Raymond Aron (realista eterodosso) scrive ‘’Pace e guerra tra le nazioni’’ 1961 dove introduce quattro livelli

concettuali (prospettiva verticale, variabili indipendenti), usando la metafora del calcio.

1. Teorico, è il livello che definisce definizioni astratte e globali dei fenomeni adottando l’approccio

deduttivo (quello induttivo porta solo a una generalizzazione). La teoria della pace democratica è uno

dei piu’ dibattuti.

2. Storiografico, si occupa dello studio della storia, in particolare quella diplomatica, e delle variabili

storiche, scegliendo tra il tempo breve, medio e lungo (unico che permette di creare un ponte,

necessario per lo studio della storia secondo Brodei)

3. Sociologico, che prende in considerazione quattro variabili: spazio (fisico e geografico, riflette sulla

geopolitica e sulla capacità degli stati di influenzarsi a vicenda), numero (abitanti in un paese, fattore

della potenza), risorse (energetiche ed economiche) e regimi;

4. Valutativo o Prasseologico, scelta della migliore combinazione tra livelli di analisi e concettuali (24

diverse combinazioni).

Bonanate ne introdusse altri due:

5. Economico;

6. Politologico, dimensione politica concepita come la dimensione centrale nella quale tutte le altre sono

riconducibili.

Bonanate creò una tabella nella quale incrociò i livelli di anali con quelli concettuali, elaborando l’anarchia

internazionale (livello sistemico e concetto teorico), l’equilibrio di potenza (livello sistemico e concetto

economico) e psicanalisi (livello individuale e concetto teorico).

I Quattro dibattiti principali:

● Idealismo contro Realismo, 1930-50, ontologico, riguarda la natura del potere, dell’uomo e dell’ordine

internazionale, vinto dai realisti;

● Tradizionalismo contro Scientismo, 1950-1970, metodologico, su quale sia il metodo di ricerca

migliore da adottare nel campo delle Relazioni Internazionali, i tradizionalisti hanno un approccio

filosofico, gli scientisti (o comportamentalisti) scientifico;

● Neorealismo contro Neoliberalismo Istituzionale (evoluzione idealismo), 1970-1990,

inter-paradigmatico, riguarda il ruolo delle istituzioni internazionali, vincono i neoliberali accettando

alcune parti del neorealismo (sintesi neo-neo);

● Razionalismo contro Costruttivismo, 1990-2010, epistemologico, si riferisce al tipo di conoscenza a

cui possiamo veramente attingere, per i razionalisti siamo condizionati da una realtà al di fuori di noi,

per i costruttivisti la realtà è socialmente costruita.

Il primo dibattito

La scuola idealista di matrice liberale si era già affermata negli anni ‘20-‘30 da Charles E. Merriam e aveva

fiducia nel potere dell’intelletto umano di creare un mondo migliore; si riconosceva come una sottosezione

della scienza politica. A questa si contrappose la scuola realista di Morgenthau, che affondava le sue radici

nella cultura filosofica europea. Con l’avvento delle guerre, molte cose cominciarono a mutare.

Il primo problema è proprio la natura della disciplina, in quanto per gli idealisti (seguaci di Kant, Per la pace

perpetua) dovrebbe essere una branca della scienza politica, mentre per i realisti (seguaci di Hobbes) di

Morgenthau dovrebbe essere una materia nuova.

Differenze:

● natura dell’uomo, per gli idealisti gli uomini sono di natura pacifici e cooperativi e tra di loro vige una

naturale armonia degli interessi, mentre per i realisti l’uomo è di natura egoista e aggressivo;

● visione dell’arena internazionale, che riflette la natura dell’uomo. Per gli idealisti c'è anche armonia

tra gli stati ed è possibile la cooperazione e la guerra è un errore causato dalle istituzioni imperfette

costruite dall’uomo; le imperfezioni si possono correggere in due modi: in politica interna attraverso la

promozione della cooperazione e la democrazia (forma di governo piu’ pacifica), in politica estera

attraverso la creazione di istituzioni internazionali sovranazionali (non intergovernative), e l’anarchia è

solo una transizione per arrivare a uno stato globale; per i realisti la pace è solo un periodo di intervallo

tra guerre e diverse configurazioni del balance of power (quando tutti gli stati si equivalgono e non ce

n’è uno piu’ forte di un altro). Gli idealisti devono dunque spiegare perchè esiste la guerra, i realisti

perchè esiste la pace;

● ruolo delle istituzioni internazionali, per gli idealisti sono importanti, mentre per i realisti sono

irrilevanti perchè l’arena internazionale è un’anarchia strutturalmente.

Gli idealisti, tra cui Kant, Zimmer, Woolf e Wilson, hanno una teoria normativa, perchè non spiegano ma

prefigurano il miglior scenario possibile.

Edward Carr pubblicò un libro sulla crisi tra il 1919 e il 1939, ponendo le fondamenta del paradigma realista

attraverso la ripresa della concezione del potere di Machiavelli.

Morgenthau, che riprese Carr, fu un importante realista classico che scrisse Politica tra le nazioni (1948) con

lo scopo di trasformare le RI in una scienza autonoma e scientifica ed elaborare una teoria internazionale

indipendente. I realisti criticano gli idealisti di non essere stati in grado di comprendere il pericolo di Hitler, e

sostengono che attraverso la storia si possa comprendere come lo scopo degli Stati sia la sopravvivenza

nell’arena anarchica.

Nel 1954 Kenneth Thomson organizzò a Washington un incontro finanziato dalla Rockefeller Foundation (per

vincere la Guerra Fredda), dove si cercò di capire come rendere autonoma la disciplina delle RI e dove i

realisti si presentarono con un proprio linguaggio scientifico; qui inizia il secondo dibattito.

Nel 1954 mossa del gambetto, con la quale la tradizione realista abbandona il suo aspetto filosofico per

guadagnare vantaggio. Questa mossa però non ebbe effetti positivi sul lungo periodo, perchè le RI furono piu’

deboli della scienza politica.

Il primo dibattito si conclude con la vittoria dei realisti.

Secondo dibattito

Tra i tradizionalisti e gli scientisti/comportamentisti sul metodo di ricerca migliore da adottare nelle RI.

Il secondo dibattito inizia durante la conferenza a Washington del 1954, quando, scartato l’idealismo e anche

l’approccio filosofico del realismo, quest’ultimi si dovettero trovare a confrontarsi in ambito scientifico con i

comportamentisti (che avevano una parte scientifica piu’ forte); per questo cercarono successivamente di

recuperare la propria parte filosofica.

Il comportamentismo scaturisce dalla psicologia e pone come principale fattore della politica il

comportamento di attori concreti (gli Stati), e ha un approccio metodologico neutro e avalutativo, che

prevedeva l’impiego di metodi oggettivi-quantitativi; i tradizionalisti (ovvero i realisti del primo dibattito),

ponevano al centro della propria questione il discorso morale, dunque la conoscenza dei classici, della storia e

del diritto e anche la capacità di intuizione (metodi qualitativi).

Il comportamentismo si inserisce nelle relazioni internazionali attraverso la pubblicazione del libro di Morton

Kaplan “System and process in international politics” nel 1957, il quale introdusse la teoria dei sistemi,

basata sul pensiero di David Easton, secondo la quale possiamo comprendere il comportamento degli Stati

attraverso il tipo di sistema che formano. Sistemi esistenti: oligopolio (sistema bipolare elastico, due

superpotenze e altre potenze grandi), duopolio (solo due superpotenze), cartello (sistema universale),

concorrenza semplice (sistema multipolare) e concorrenza condizionata dal potere di veto di alcuni Stati

(sistema della proliferazione nucleare). È importante perchè introdusse il concetto di sistema e il

comportamentismo nelle IR, mantenendo come unità di analisi gli Stati. Kaplan non riesce però a chiarire il

livello di analisi su cui stabilirsi.

I realisti durante il secondo dibattito vengono affiancati dagli studiosi della Scuola Inglese, come Wight e Bull,

che sono contro il metodo quantitativo ma ritengono, a differenza dei realisti, che sia impossibile elaborare una

teoria delle relazioni internazionali.

Nel 1966 nella rivista “World Politics” Bull pubblica un articolo in cui attacca i comportamentisti, indicando i

limiti del loro approccio:

1. Eccessivo purismo metodologico (si concentrando esclusivamente su ciò che può essere studiato in

maniera matematica e quantitativa, a

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Publisher
A.A. 2024-2025
6 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher teasaricx di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Coralluzzo Valter Maria.