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LA “PERSONA”:
-”Persona”=termine latino che designava originariamente la maschera indossata dagli attori.
-Secondo Jung,il termine “Persona”,apparentemente concernente la sfera personale,rimanderebbe ad un
“segmento dell’inconscio collettivo”. Secondo lo psichiatra svizzero,cioè,la “Persona” è universale,è una
maschera della psiche collettiva che simula l’individualità. “La persona non è nulla di reale,è solo un
compromesso fra l’individuo e la società su ciò che uno appare”.
In altri termini,la nostra individualità è ben diversa dal ruolo che la società vuole che rivestiamo.
Esempio:quando interagiamo con un estraneo,è la nostra Persona a prendere le redini della situazione,mettendo
in pratica le regole e i comportamenti più adatti al contesto. In quest’ottica,la Persona avrebbe l’importantissima
funzione di garantire l’equilibrio relazionale(le regole mi permettono di rispettare chi ho di fronte,senza
sopraffarlo),ma a tutto c’è un rischio.
Il rischio è che l’Io si identifichi con la Persona,favorendo la perdita dell’identità personale del
soggetto,che,soffocato dai valori collettivi,va in contro alla “frustrazione da nullità”(le cui vittime sono proprio
quelle persone che svolgono nella vita mansioni inutili per se stesse e per gli altri...vivono una completa
identificazione con il ruolo).
-!La Persona è un complesso di funzioni che va integrato alla personalità!
L’ARCHETIPO DELL’OMBRA:
-Contrapposto al concetto di Persona,vi è quello di Ombra. L’Ombra,infatti,appartiene all’oscurità psichica,al
lato inconscio,nascosto di ciascuno di noi,che spesso porta con sé sensazioni negative,come senso di
colpa,vergogna,senso di impotenza,auto svalutazione… E’ questo il motivo per cui spesso si tende a proiettare
verso l’esterno(verso gli altri) ciò che di negativo nell’inconscio porta l’Ombra. Fare i conti con il proprio lato
oscuro è un’impresa ardua,che incontra di solito notevole resistenza.
-L’Ombra è un archetipo→ha sia un aspetto atemporale che una componente storicizzata(nel senso che il concetto
di male,di oscuro,cambia in base alla storia,alla cultura). In ogni caso,il Male è sempre esistito ed
esiste,contrapposto al Bene...non a caso la maggior parte delle culture nel mondo contrappone un Dio del Bene
a un Dio del Male(il Diavolo è una tipica personificazione di Ombra). Si parla di Bene VS Male non solo in
ambito religioso,ma anche in quello scientifico:si pensi ai concetti kleiniani di Seno Buono(che soddisfa la
bramosia di latte del bambino) e Seno Cattivo(che frustra l’avidità del bambino e le sue angosce persecutorie).
-*E’ per una naturale difesa dell’apparato psichico che si allontanano gli aspetti d’Ombra dalla
coscienza!!!
La rivelazione dell’Ombra avviene in condizioni di tensione e conflitto...altrimenti resta nascosta,grazie
all’attivazione di comportamenti corretti di superficie.
FREUD JUNG
-La coscienza del “Male”:agisce,attraverso una -La coscienza del “Male”:rappresenta in noi stessi un
disillusione,un ridimensionamento e un tentativo di inizio di un processo di ampliamento della
neutralizzazione del negativo. personalità,dal momento in cui l’Ombra,una volta
elaborata,è portatrice del valore individuale.
-L’Ombra avvicina l’Io all’Inconscio,il più delle volte attraverso un sintomo,una sofferenza.
-Il confronto personale con l’Ombra avviene,di solito,attraverso le immagini oniriche,che sono quindi un buon
segno prognostico,in quanto dimostrano che il sognatore è disposto a rapportarsi ad esse.
-Nella Coscienza si trovano i più alti valori collettivi,ma se la persona si identifica completamente con essi
rischia un fallimento sul piano dell’individualità.
-Nell’Ombra,invece,si cela il più alto valore individuale,dotato di una grande forza propulsiva e creativa,anche
se spesso mal giudicata dalla collettivo.
ANIMA/ANIMUS:LA PSICHE E LA SUA DIMENSIONE ETEROSESSUALE:
-Per affrontare la relazione tra maschile e femminile,Jung adotta i termini “Anima” e “Animus”.
“Anima”=l’immagine del femminile che ogni essere umano di sesso maschile ha interiorizzato.
“Animus”=l’immagine del maschile che ogni essere umano di sesso femminile ha interiorizzato.
-Come tale immagine abbia origine e si sviluppi all’interno della personalità non è del tutto chiaro,ma Jung cerca
di riuscire nell’intento→attribuisce all’Anima e all’Animus:
1. Una componente archetipica:secondo cui l’Anima e l’Animus esprimono una dimensione psichica
universalmente diffusa,appartenente a ogni collettività di uomini sulla Terra.
2. Una componente esperienziale:secondo cui l’Anima e l’Anima traggono origine dalle prime esperienze
infantili con figure femminili(madre) o maschili(padre) affettivamente significative. Nella relazione
primaria con i genitori,cioè,si assorbono tutti gli aspetti,positivi e negativi,del femminile materno e
maschile paterno. Le immagini che vanno a crearsi del femminile e maschile non attengono mai del tutto
alla realtà,in quanto aggiustati di fantasia. I vissuti,infatti,non hanno come unico fondamento la realtà
oggettiva esterna,bensì anche la realtà soggettiva interna. Basti pensare che l’attrazione verso una
persona non è mai fondata esclusivamente sull’esteriorità (qualità psicologiche etc),ma anche sulla
motivazione nostra inconscia,che riguarda le relazioni oggettuali interiori(dunque quell’immagine del
maschile o femminile che abbiamo sedimentato nell’infanzia).
3. Una componente biologica:secondo cui l’Anima e l’Animus sono una manifestazione psichica di quella
minoranza di geni femminili/maschili che ha sede in un corpo maschile/femminile. In ciascun sesso è
insito il sesso opposto,anche se è la maggior quantità di geni presenti,maschili o femminili,che tiene le
redini. La minoranza genetica,per tale motivo, rimane inconscia. L’uomo è doppio e oscilla tra i due poli
di una totalità che cerca di ricostruire. *Va precisato che i fantasmi di bisessualità appartengono al
fondo più arcaico delle nostre rappresentazioni. Ciò è dimostrato dal fatto che in molte divinità
primitive sono presenti i due sessi. Questi Dei androgini portano con sé la tendenza alla completezza,alla
ricerca di totalità.
Il mito dell’androgino è anche strettamente collegato al motivo del Doppio,diffusissimo nelle opere letterarie e
artistiche dell’Ottocento romantico.
Riassumendo,la teoria junghiana delle polarità Io-Anima e Io-Animus rappresenta non solo una fantasia
dell’androgino,a cui è sottesa la tendenza alla completezza,ma anche una fantasia del Doppio,a cui è sottesa
l’aspirazione alla auto-conoscenza.
Anima e Animus diventano il reale strumento di conoscenza dell’inconscio, quello che mette in relazione con
gli oggetti interni ed esterni.
Va però attuata una contestualizzazione:l’Anima e l’Animus di cui parla Jung si riferiscono a un Occidente
storico→oggi il ruolo della donna,ad esempio,è cambiato.
“PRINCIPIUM INDIVIDUATIONIS”, UNA TELEOLOGIA DELL’ESISTENZA:
Per Jung, nel suo concetto di inconscio vi è l’idea di una pulsione che mira alla realizzazione della personalità
individuale, per cui l’uomo è naturalmente portato ad emanciparsi dai valori collettivi e quindi a conquistare una
sua soggettività. Jung denomina questo processo INDIVIDUAZIONE. L’individuazione è tutto ciò che racchiude,
organizza e dirige le diverse parti del sistema junghiano. Il termine risale a Gerard Dorn, un alchimista del
sedicesimo secolo. Ma Jung lo cambiò da Schopenhauer, che parlava appunto di un principium individuationis.
Nella prima definizione del principio di individuazione che Jung ha dato in Tipi psicologici (1921) emerge questo:
l'individuazione ha come fine lo sviluppo della personalità; comporta opposizione alle norme sociali ma non
implica per questo l'isolamento sociale o il disadattamento rispetto ai valori collettivi. Jung ha distinto
individualismo e individuazione. L'individualismo è un mettere in rilievo le proprie presunte caratteristiche in
contrasto coi riguardi e gli obblighi collettivi intenzionalmente. Il termine individuazione indica un processo
psicologico che realizza finalità individuali date, ossia che fa dell'uomo quel preciso essere singolo che è. Per Jung
la realizzazione della personalità non è solo un processo di sviluppo, ma è anche un processo di decondizionamento
da tutto ciò che ci rende adattati e integrati ma collettivi, è un tendere all'unicità dell'essere. Per Jung, l'uomo
conserva in sé una matrice originaria di forza, di originalità e creatività, ed è proprio la sua manifestazione a
realizzare la nostra individualità. L'individuazione è, pertanto, un lavoro psicologico di recupero e di sviluppo della
propria matrice individuale. Jung sostiene che L'individuazione ha lo scopo di liberare il Sé dai falsi involucri della
Persona e dal potere suggestivo delle immagini inconsce; pertanto, l'individuazione è il processo dove la persona
diventa se stessa, un essere umano intero, differenziato dalla psiche collettiva conscia e inconscia. Il significato che
attribuisce Jung al Sé è un concetto empirico, non una convinzione filosofica o religiosa, è il principio creativo e
unificante della personalità̀ umana, l'archetipo dove viene attribuito il massimo potenziale espressivo dell'individuo
e il raggiungimento della totalità̀ psichica. Il Sé non è soltanto il punto centrale ma anche l'estensione che
comprende la coscienza e l'inconscio; è il centro di questa totalità̀ , come l'Io è il centro della coscienza. Dal
momento che il Sé è l'immagine della totalità̀ , l'Io non potrà̀ mai integrarlo completamente nei confini limitati della
sua coscienza. È chiaro, dunque, che la realizzazione del Sé è un'idea utopica, si tratta di una tendenza verso una
meta ideale, un processo inesauribile che impegna l'intera esistenza umana. Pertanto, l'individuazione non è altro
che questa infinita interazione tra l'Io e il Se, dove si esprime il significato individuale di ogni individuo. All'interno
della psicologia analitica il Sé ha dunque la funzione di mediazione tra gli opp