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AUTOSTIMA
autostima è spesso interscambiata con il concetto di sé. autostima = valore e immagine che una persona ha
di sé in modo globale vs concetto di sé = valutazione di domini specifici del sé (i domini possibili per i
bambini sono tantissimi)
per la maggior parte dei bambini avere un’alta autostima e un concetto di sé positivo sono aspetti importanti
del proprio benessere MA per altri, l’autostima non sempre corrisponde alla realtà. un’alta autostima può
riflettere percezioni corrette e giustificate del valore e del successo di una persona MA può essere anche
riferita ad una superiorità arrogante, grandiosa e ingiustificata. una bassa autostima, invece, può riflettere
una percezione corretta dei propri limiti MA anche un’inferiorità e un’insicurezza distorte (a volte anche
patologiche)
la valutazione dell’autostima è data dall’assessment che presuppone che la si definisca in quanto concetto
uni o multidimensionale. per valutare l’autovalutazione dei bambini si usa il Profilo dell’autopercezione
per bambini della Harter (considera il valore di sé e il concetto di sé in 5 diversi ambiti specifici: resa
scolastica, performance atletica, accettazione sociale, aspetto fisico e condotta comportamentale). la Harter
ha anche sviluppato una scala per gli adolescenti (Profilo dell’autopercezione per adolescenti) che ha 3
ambiti in più rispetto a quello per i bambini della scuola primaria: amicizia, attrazione amorosa e
competenza lavorativa
viene utilizzato anche il Test di valutazione Multidimensionale dell’Autostima (TMA) di Bracken per i
ragazzi dai 9 ai 19 anni dove l’autostima è considerata multidimensionale e riferita ad un concetto globale
su sé. vengono valutate 6 dimensioni: area interpersonale, area scolastica, area emozionale, area familiare,
area corporea (ha una grande importanza per l’autostima dalla prima infanzia fino alla mezza età) e area
del controllo dell’ambiente
sviluppo dell’autostima
i ricercatori hanno visto che l’autostima è alta nell’infanzia, declina in adolescenza e aumenta in età adulta
per poi declinare di nuovo dopo la tarda età. in adolescenza, in realtà, decresce poco
l’autostima è più alta nei maschi rispetto alle femmine per tutto l’arco della vita. durante l’adolescenza, le
ragazze hanno una decrescita maggiore rispetto ai ragazzi per l’immagine del corpo (le ragazze hanno
immagini del loro corpo più negative rispetto ai ragazzi durante i cambiamenti puberali) e per l’interesse
che le ragazze hanno per le relazioni sociali
uno studio italiano ha esaminato l’immagine di sé degli adolescenti attraverso un questionario e ha definito
5 aspetti dell’immagine di sé:
- sé psicologico = comprende le scale che valutavano il controllo degli impulsi, il tono emotivo e
l’immagine corporea
- sé sociale = consisteva di scale che valutavano le relazioni sociali, morali e scolastiche
- sé coping = composto da scale che misurano la padronanza del mondo, l’adattamento e il
fronteggiamento dei problemi
- sé familiare = comprendeva una scala relativa al modo in cui gli adolescenti sentono il loro rapporto
con i genitori
- sé sessuale = comprende una scala che esamina l’attitudine e i sentimenti adolescenziali rispetto alle
questioni relative al sesso
ci sono delle correlazioni moderate tra la resa scolastica e l’autostima MA non indicano che l’alta autostima
porta a migliori risultati scolastici. i bambini con un’alta autostima hanno più iniziativa, sono più inclini ad
azioni sociali e antisociali e potrebbe aumentare la felicità. le persone con una bassa autostima sono più
facilmente depresse, sono collegati ai tentativi di suicidio e all’anoressia
le qualità parentali che sono associate all’autostima dei ragazzi sono:
- manifestazioni affettuose
- interessamento ai problemi del bambino
- armonia domestica
- partecipazione alle attività della famiglia
- disponibilità a fornire un aiuto competente e organizzato ai ragazzi quando ne avevano bisogno
- stabilire regole chiare e leali
- rispettare le regole
- lasciare la libertà ai bambini all’interno di alcuni limiti ben definiti
autoefficacia
è la credenza che si possa controllare una situazione e produrre dei risultati favorevoli
è un aspetto cognitivo importante per lo sviluppo del bambino
significa credere di essere capace
secondo Schunk l’autoefficacia influenza la scelta delle attività di uno studente. gli studenti con bassa
autoefficacia possono evitare molti compiti MA quelli con un’alta autoefficacia sono entusiasti di
impegnarsi in compiti finalizzati all’apprendimento e sono più disponibili a compiere degli sforzi
perseverando di più sui compiti rispetto a quelli con bassa efficacia
IDENTITÀ
è un autoritratto composto da molti pezzi:
- percorso di lavoro e carriera che una persona vuole seguire
- visione politica di una persona
- credo spirituale
- stato civile di una persona
- quanto una persona è motivata a fare per emergere e il suo livello intellettuale
- preferenze sessuali di una persona
- da che Paese del mondo viene una persona e quanto intensamente si identifica con la sua cultura di
provenienza
- il genere di cosa che una persona ama fare
- caratteristiche individuali della personalità
- immagine individuale del corpo
le componenti possono essere un lungo processo con molte negazioni e affermazioni di vari ruoli e facce.
le decisioni devono essere adottate di volta in volta
Erikson
il suo quinto stadio di sviluppo è identità/diffusione d’identità. durante questo periodo gli adolescenti
devono fare i conti con chi sono, cosa sono e cosa faranno nella vita
sostiene che gli adolescenti debbano far fronte ad un travolgente numero di scelte. mentre gradualmente
capiscono che saranno responsabili di loro stessi e della loro vita, cercano di capire cosa sarà la vita
la ricerca dell’identità è aiutata da una moratoria psicosociale che definisce il vuoto tra la sicurezza
dell’infanzia e l’autonomia della vita adulta. durante questo periodo la società lascia gli adolescenti
relativamente liberi dalle responsabilità e liberi di provare differenti identità
la sperimentazione è uno sforzo deliberato da parte degli adolescenti per vedere dove stanno meglio nel
mondo. è importante che gli adulti diano agli adolescenti il tempo e l’opportunità di esplorare personalità e
ruoli diversi
i giovani che fanno fronte alle identità in conflitto raggiungono un nuovo senso di sé che è piacevole e
accettabile. se non risolvono con successo queste crisi d’identità, soffrono della diffusione d’identità che
può prendere due strade: il ritiro in sé stessi isolandosi dai pari e dalla famiglia o l’immersione nel mondo
dei pari e la perdita nella calca della propria identità
Erikson sostiene che i ruoli attitudinali sono centrali per lo sviluppo dell’identità
gli adolescenti hanno il desidero di raggiungere un’identità densa di significato con l’essere sé stessi
piuttosto che seppellire la propria identità nella società più vasta. Secondo Damon, lo sviluppo positivo
dell’identità implica un processo a lungo termine comprensivo di riflessioni ed esplorazioni estese e, in
alcuni casi, di decisioni posticipate per un certo numero di anni. i giovani hanno bisogno di un clima
culturale che supporti le loro chance di realizzare le proprie aspirazioni senza sentirsi demoralizzati
sviluppo dell’identità – pg 403-404-405-406
la formazione dell’identità non comincia e non si conclude nell’adolescenza. inizia con la comparsa
dell’attaccamento, lo sviluppo del senso di sé e l’emergere dell’indipendenza nell’infanzia e finisce con una
revisione e integrazione della vita nella terza età
nella tarda adolescenza, lo sviluppo fisico, cognitivo e socio-emotivo possono progredire fino al punto in
cui l’individuo può riordinare e sintetizzare le identità e le identificazioni dell’infanzia per costruire un
percorso fattibile verso la maturità adulta
alcune decisioni prese durante l’adolescenza, per gli adulti, possono risultare ridicole MA esse cominciano
a formare il nucleo di quello che sarà l’individuo come essere umano, ciò che definisce la sua identità
Marcia ritiene che la teoria di Erikson contenga 4 stati d’identità: confusione dell’identità (status di chi non
ha ancora sperimentato una crisi o preso un impegno), blocco dell’identità (status di chi ha preso un
impegno MA non ha sperimentato una crisi), moratoria dell’identità (status di chi è nel mezzo di una crisi
MA i cui impegni sono assenti o definiti vagamente) e conquista dell’identità (status di chi è passato
attraverso una crisi e ha preso un impegno). per crisi si intende un periodo dello sviluppo dell’identità dove
l’individuo esplora le alternative, mentre, l’impegno è l’investimento personale nell’identità. secondo
Marcia, i giovani adolescenti per spostarsi nello status della conquista dell’identità hanno bisogno di: avere
fiducia nel supporto parentale, avere un orientamento stabilizzato all’operosità ed essere in grado di adottare
una posizione verso il futuro autoriflessiva. secondo alcuni ricercatori, Marcia banalizza e distorce le
nozioni di crisi e di impegno di Erikson. il blocco e la confusione dell’identità declinano verso gli ultimi
anni della scuola secondaria di secondo grado MA fluttuano nella tarda adolescenza e nella prima età adulta.
una larga parte di individui non ha ancora raggiunto la conquista dell’identità nella prima età adulta
influenze sociali
i genitori sono figure importanti nello sviluppo dell’identità dell’adolescente. durante l’adolescenza, la
ricerca di un equilibrio tra il bisogno d’autonomia e il bisogno di socialità diventa particolarmente
importante per l’identità. Cooper e Grotevant sostengono che la presenza di un’atmosfera familiare che
promuove sia individualità sia le relazioni è importante per lo sviluppo dell’identità dell’adolescente.
individualità = due dimensioni: autoassertività (abilità di avere e comunicare un punto di vista) e unicità
(utilizzo dei modelli di comunicazione per esprimere come si è diversi dagli altri).